DITTATURE COMUNISTE & ONU

DITTATURE COMUNISTE & ONU

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IL COMMISSARIO ONU BACHELET
CHE VUOLE INDAGARE L’ITALIA
NEGLI ANNI OTTANTA FU AMANTE
DI UN TERRORISTA ANTIFASCISTA.
OGGI E’ ACCUSATA DALLE ONG
DI SOSTENERE RAUL CASTRO
E I DITTATORI COMUNISTI

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«Il sistema delle Nazioni Unite non è stato in grado di affrontare adeguatamente le principali crisi dei diritti umani in Iran, Corea del Nord, Repubblica Democratica del Congo e altrove, o di fermare la sua ossessione cronica e sproporzionata nei confronti di Israele. Spetta a Ms. Bachelet parlare apertamente di questi fallimenti piuttosto che accettare lo status quo».

Questa dichiarazione che sa già di un atto di accusa è stata diffusa dalla delegazione degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite della organizzazione Un Watch, l’ong che supervisiona l’operato del Palazzo di Vetro in tema di diritti umani, in cui si sono espressi molti dubbi circa l’idoneità di Michelle Bachelet, ex presidente del Cile, a ricoprire l’incarico di Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu in ragione della sua vicinanza ideologica alle dittature comuniste.

E da buonista di sinistra invece di occuparsI delle spinose questioni segnalate dagli operatori umanitari di Un Watch ha pensato bene di incaricare un team per verificare l’aumento di casi di razzismo verso rom e persone di discendenza africana nell’Italia che sostiene economicamente i campi nomadi ed ha accolto 700mila migranti in dieci anni. Le contestazioni dell’Osservatorio che verifica le attività dell’Onu alla neoleetta Bachelet sono state molteplici e pesanti fin dall’annuncio della sua nomina.

«La dichiarazione di UN Watch su Bachelet è stata citata dai principali quotidiani spagnoli La Vanguardia e ABC, Fox News, Eurasia Review, CNS News, così come Diario de Cuba, Martí Noticias e Diario Concepción scrivono ancora i portavoce dell’organizzazione – La Human Rights Foundation ha twittato che “condivide la preoccupazione dell’ONU riguardo all’idoneità di Bachelet a ricoprire il più alto ufficio dei diritti umani delle Nazioni Unite, a causa del suo curriculum che culmina con i dittatori dell’America Latina”».

Ed in questo scenario poco rassicurante giunge proprio oggi la notizia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’allarme per l’aumento della fame nel mondo che riguarda 821 milioni di persone tra cui 150 milioni di bambini. Ma Bachelet, negli anni Ottanta compagna di un militante del gruppo terrorista armato cileno Fpmr, organizzazione di matrice comunista, antifascista e anticlericale e perciò simile alle nostre Br, ha altre urgenze nel suo carnet per la tutela dei Diritti Umani…

IL SOSTEGNO ALLA DITTATURA COMUNISTA DI CASTRO

L’ong Un Watch, come si legge nel comunicato del 10 agosto scorso, si è unita ad Amnesty International, UNA-UK e altre Ong nel criticare la mancanza di trasparenza del processo affrettato per la nomina e si è quindi rammaricata che Bachelet non abbia ancora risposto alle domande che sono state sollevate a Cuba, in Nicaragua e in Venezuela e non abbia acconsentito ad incontrare i vertici dell’organizzazione. «Non c’è dubbio che l’ex presidente cileno sia un politico molto colto e intelligente – ha detto Hillel C. Neuer, direttore esecutivo di UN Watch – Ma ha un record controverso quando si tratta dei suoi diritti a Cuba, in Venezuela e in Nicaragua, e abbiamo bisogno di sapere come intende affrontare queste situazioni urgenti».

Michelle Bachelet stringe la mano al dittatore Raul Castro durante la sua visita a Cuba nel 2018

Neuer ha quindi segnalato le azioni di Bachelet che destavano “domande preoccupanti”. All’inizio del 2018 ha suscitato polemiche la visita di Bachelet a Cuba «fortemente criticata dai membri del proprio partito e da altri, in particolare dagli attivisti per i diritti umani» per l’incontro con «il pacifico dittatore militare delle Americhe, il generale Raúl Castro». Fa d’uopo ricordare brevemente chi è quest’ultimo: Raúl Modesto Castro Ruz (Mayarí, 3 giugno 1931) è un rivoluzionario, politico, militare e statista cubano, già presidente del Consiglio di Stato (cioè capo dello Stato e del governo) della Repubblica di Cuba dal 2008, a seguito delle dimissioni di suo fratello Fidel, al 2018; dal 19 aprile 2011 è Primo segretario del Partito Comunista di Cuba, unico partito legale nello Stato.

«Sta ricompensando i responsabili della più lunga dittatura della regione» dichiarò la leader dell’opposizione, Rosa María Payá, che aveva chiesto a Bachelet di incontrare gli attivisti dei diritti umani a Cuba ma fu ignorata. «La sua vicinanza all’Avana è segnata da una nostalgia ideologica che offusca la sua visione e la sua capacità di riconoscere la mancanza di diritti che segnano la vita dei cubani – ha scritto il noto blogger cubano per i diritti umani Yoani Sanchez già imprigionato dal regime – Bachelet ha evitato di mostrare simpatia per la causa dei dissidenti cubani e ha declinato ogni contatto con gli innumerevoli attivisti dell’isola. Non c’è stata mai alcuna condanna della repressione politica sistematicamente eseguita da Raul Castro, anche quando le vittime sono donne».

DA PROFUGA IN EUROPA AD AMANTE DI UN TERRORISTA

Per comprendere i comportamenti e le ideologie dell’ex presidente del Cile bisogna conoscere un po’ la sua storia. Classe 1951, è figlia del generale dell’aviazione cilena Alberto Bachelet, morto nel 1974 per arresto cardiaco nella prigione di Santiago a seguito delle torture subite per non aver sostenuto il golpe dell’11 settembre 1973 contro Salvador Allende. Anche Michelle e la madre subirono torture ad opera della Dina, la polizia politica del generale dittatore Augusto Pinochet ma furono poi liberate ed in esilio giungono nella Germania Est, il cui governo concedeva asilo politico ai rifugiati cileni, dove lei proseguì gli studi medici presso l’Università Humboldt di Berlino.Nel 1979 Michelle viene autorizzata a tornare in Cile, dove si laurea presso l’Università del Cile come medico chirurgo. Come studentessa universitaria, la Bachelet è iscritta alla “Gioventù Socialista”.

La bandiera con il fucile del gruppo terrorista cileno Fronte Patriottico Manuel Rodriguez

Si iscrive poi al Partito Socialista del Cile negli anni settanta. Tra il 1985 ed il 1987 ha una relazione con Alex Vojkovic, un portavoce del Fronte Patriottico Manuel Rodríguez (FPMR), un gruppo di lotta armata, come narrato nel libro “La Historia no oficial de Bachelet” dei giornalisti Andrea Insunza e Javier Ortega. A lungo aleggiò il sospetto che pure lei fosse una militante di questa associazione eversiva ma queste supposizioni trovarono solo smentite e nessuna conferma. Il FPMR è stata una delle più attive organizzazioni terroristiche cilene di matrice comunista, antifascista ed anticlericale che ricorda tanto le nostre Brigate Rosse e fu ritenuta molto pericolosa dalle intelligence di Usa e regno Unito.

Il 7 settembre 1986, dopo mesi di pianificazione, questo fronte armato attaccò l’auto del presidente Augusto Pinochet in un tentativo di omicidio. Cinque delle guardie del corpo di Pinochet furono uccise, altre undici ferite. Pinochet riportò solo lievi lesioni. Nello stesso anno, le forze di sicurezza cilene catturarono terroristi della FPMR mentre stavano contrabbandando una spedizione di 80 tonnellate di armi in Carrizal Bajo, inclusi esplosivi di plastica C-4, lanciarazzi RPG-7 e M72 LAW e oltre tremila fucili M-16. Il 13 aprile 1987, l’FPMR assaltò simultaneamente gli uffici di Associated Press (AP) e di otto stazioni radio a Santiago, uccidendo una guardia di sicurezza fuori servizio.

Nel periodo 1988-1994, l’FPMR ha condotto 15 attacchi contro le cappelle e templi dell’LDS, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, comunemente nota come Chiesa mormone. Il 1 aprile 1991, il senatore Jaime Guzmán fu colpito all’uscita della Pontificia Università Cattolica del Cile, dove era un professore di diritto costituzionale. Fu condotto in un vicino ospedale dal suo autista ma morì tre ore dopo a causa delle numerose ferite da proiettili. Il suo assassinio fu eseguito dai membri della FPMR Ricardo Palma Salamanca e Raúl Escobar Poblete, tuttavia l’operazione è ritenuta pianificata dai leader del movimento Galvarino Apablaza, Mauricio Hernández Norambuena e Juan Gutiérrez Fischmann. Altri attentati esplosivi ebbero luogo in vari ristoranti di catene americane in Cile che causarono fortunatamente solo feriti.

LA CARRIERA POLITICA DI BACHELET

Proprio negli anni Ottanta Bachelet si impegna attivamente in politica sostenendo anche alcune organizzazioni non governative come il PIDEE (che presiede tra il 1986 e il 1990) che aiuta i figli dei torturati e degli scomparsi. Partecipa alla campagna per il fronte del “No” nel plebiscito cileno del 1988 indetto su pressioni internazionali e seguendo la Costituzione cilena del 1980, con cui Pinochet voleva garantirsi la permanenza in carica; il voto lo obbligò invece al ritiro e all’indizione di libere elezioni nel 1989. L’11 marzo 1990 Pinochet si dimise e il nuovo governo democratico entrò in carica.

E’ in quel momento che comincia la vera ascesa politica di Bachelet che nel 1995 entra nel comitato centrale del partito Socialista, quindi, dopo una fallimentare candidatura a Sindaco di Santiago (poco più del 2 % di voti) in qualità di alto dirigente politico e per le sue competenze mediche l’11 marzo 2000 viene nominata Ministro della Sanità dal Presidente Ricardo Lagos ed il 7 gennaio del 2002 Ministro della Difesa, diventando la prima donna che abbia mai ricoperto una simile carica in un paese latinoamericano. Due incarichi che spianeranno la strada alla sua Presidenza del Cile per due mandati: 2006 – 2010 e 2014 – 2018. Nel 2009 è stata anche presidente dell’Unione delle Nazioni Sudamericane ed in tale veste ha intrecciato relazioni importanti con i dittatori dell’America Latina che oggi le vengono rinfacciate da Un Watch.

GLI ELOGI AI DITTATORI SUDAMERICANI

«Alla morte di Fidel Castro, ha definito “un leader per la dignità e la giustizia sociale a Cuba e in America Latina”, una dichiarazione che è stata aspramente criticata dai leader politici cileni della repressione dello stato cubano – evidenzia il comunicato della direzione di Un Watch – Bachelet ha anche elogiato Chavez – la cui eredità in Venezuela è la fame di massa, i leader dell’opposizione incarcerati e uno stato fallito – per “il suo più profondo amore per il suo popolo e le sfide della nostra regione per sradicare la povertà e generare una vita migliore per tutti e il suo profondo amore per l’America Latina “».

E sempre sul fronte del Venezuela l’Ong per i diritti umani contesta l’attuale Alto Commissario Onu per il Rifiuto di condannare Maduro: «Bachelet è stata contestata dal responsabile dell’America Latina di Human Rights Watch nel luglio 2017 per il suo “grave errore” di “non riuscire a caratterizzare il regime di Nicolás Maduro come una dittatura, o almeno come un regime che ha rotto l’ordine costituzionale “, come affermato da 20 paesi nell’OAS.

Il logo di Un Watch organizzazione di monitoraggio delle attività Onu in tema di diritti umani

“La cosa più seria”, ha detto José Miguel Vivanco, “è che il presidente [Bachelet] continua a insistere sul fatto che il problema del Venezuela è la mancanza di dialogo, suggerendo che esiste una sorta di responsabilità condivisa”». Infine l’ultima accusa di Un Watch riguarda il Nicaragua: «negli ultimi mesi dell’uccisione di centinaia di manifestanti da parte del regime di Daniel Ortega, l’account Twitter di Bachelet non mostra un singolo tweet che menzioni il Nicaragua o le sue vittime».

L’osservatorio sul Palazzo di Vetro contesta anche la procedura di nomina dell’Alto Commissario avvenuta con “nessuna trasparenza”: «l’incarico è stato trattato come un processo di reclutamento interno, senza elementi come un elenco pubblico di candidati e dichiarazioni di visione, come per il più recente processo di nomina del Segretario generale. La trasparenza di un incarico così importante avrebbe contribuito a migliorare la percezione pubblica dell’ufficio dell’Alto Commissario, a rafforzare la legittimità di Bachelet e sarebbe in linea con le migliori pratiche delle Nazioni Unite.

E MENTRE S’INDAGA L’ITALIA I BIMBI MUOIONO DI FAME

Mentre l’Alto Commissario per i Diriti Umani manifesta grande attenzione per le problematiche legate all’immigrazione in Italia ed alle paure per l’invasione di clandestini che portanto delinquenza e malavita organizzata, come ampiamente accertato in numerosi processi alla Mafia Nigeriana (vedi altri articoli in questo sito) arrivano le allarmanti statistiche sulla fame nel mondo: nel 2017 il numero di persone denutrite è aumentato toccando 821 milioni di persone, circa una su nove, tornando ai livelli di quasi dieci anni fa. «E’ quanto emerge dal nuovo rapporto ‘Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo’, presentato dalle agenzie delle Nazioni Unite, Fao, Ifad, Pam Unicef e Oms. Si registrano incrementi in quasi tutte le sotto regioni dell’Africa, così come in Sud America; situazione stabile invece nella maggior parte delle regioni dell’Asia.

In aumento il numero dei bambini vittima della fame: 151 milioni nel 2017

Sono stati fatti passi avanti per sconfiggere la denutrizione dei bambini, ma non sono comunque sufficienti: circa 151 milioni di piccoli sotto i cinque anni, il 22% nel mondo, sono affetti da arresto della crescita per denutrizione» segnala l’Ansa di oggi. Tra le cause principali dell’aumento della fame, il rapporto indica la variabilità climatica caratterizzata da eventi estremi, i conflitti e i rallentamenti economici.

«Secondo il rapporto, per sradicare la fame occorre intraprendere urgentemente più azioni entro il 2030 per raggiunge l’obiettivo di sviluppo sostenibile della fame zero. Questo include azioni concrete e costanti per migliorare la nutrizione e costruire la resilienza delle popolazioni al cambiamento del clima» ma gli allevamenti intensivi, che rappresentano la principale causa di inquinamento mondiale, non vengono mai messi sul banco degli imputati perché servono ad alimentare le catene di fast food ed i chioschi di kebab e divengono nel frattempo causa tra le popolazioni dei paesi ricchi di sovranutrizione ed obesità.

C’è quindi da augurarsi che l’Onu invece di fare le pulci ad un Ministro dell’Interno come Matteo Salvini, che vuole solo garantire la sicurezza nazionale e mettere ordine a migrazioni per asilo politico, si attivi per le campagne serie evitando così di rinfocolare il sospetto che Onu non sia altro che l’acronimo di Organizzazione Non Utile.

FONTI
https://www.unwatch.org/category/people/michelle-bachelet/

https://it.wikipedia.org/wiki/Michelle_Bachelet

https://en.wikipedia.org/wiki/Manuel_Rodr%C3%ADguez_Patriotic_Front

Alex Vojkovic: El discreto compañero de Bachelet

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/alimentazione/2018/09/11/aumenta-la-fame-nel-mondo-821-milioni-le-persone-colpite_7b106636-bc01-4980-b88e-56c0228016be.html

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Fabio G.C. Carisio

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