COVID-19. App-spia IMMUNI e Task Force Colao col marchio McKinsey: partner di Gates, Soros, Bilderberg e CIA

COVID-19. App-spia IMMUNI e Task Force Colao col marchio McKinsey: partner di Gates, Soros, Bilderberg e CIA

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AGGIORNAMENTO 2 OTTOBRE 2020

“Annuncio che è partita una campagna, a cui hanno aderito tutte le testate giornalistiche, pubbliche e private, per promuovere la diffusione della app Immuni. Pur essendo facoltativo è sicuramente un obbligo morale partecipare a questo programma. I dati restano anonimi, la geolocalizzazione è disattivata”.

E’ la dichiarazione rilasciata dal premier italiano Giuseppe Conte da Bruxelles all’Ansa nel comunicare che il Governo sta anche valutando l’obbligo di imporre le mascherine all’aperto su tutto il territorio nazionale, come già deciso dai Governatori PD Nicola Zingaretti, promotore dei progetti suoi vaccini COVID-19 delle Big Pharma, e Vincenzo De Luca, rispettivamente in Lazio e Campania, e dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio (Forza Italia) ma esclusivamente nelle vicinanze delle scuole.

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“Siamo in stato di emergenza – prosegue Conte – ma non significa che stiamo vivendo un lockdown o che qualcuno sta abusando dei pieni poteri. Semplicemente lo stato di emergenza ci consente di tenere una serie di poteri e facoltà necessari, tenere in piedi la macchina della protezione civile, del commissario straordinario Arcuri, dei soggetti attuatori, la struttura temporanea per i malati, reclutare la task force di personale medico. Questo è il senso della richiesta di una proroga di uno stato di emergenza”.


 

AGGIORNAMENTO 1 GIUGNO 2020

Comunicato n. 180 del Ministero della Salute

È scaricabile da oggi in tutta Italia l’app Immuni, disponibile gratuitamente negli store di Apple e Google. Si tratta di un innovativo supporto tecnologico che si affianca alle iniziative già messe in campo dal Governo per limitare la diffusione del virus Covid-19. E’ stato sviluppato nel rispetto della normativa italiana e di quella europea sulla tutela della privacy.

Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio. I servizi sanitari regionali potranno gradualmente attivare gli avvisi dell’app. A cominciare saranno da lunedì 8 giugno le Regioni Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia.

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Tutte le informazioni utili sul funzionamento del sistema sono disponibili sul sito immuni.italia.it. Si sottolinea che l’applicazione non è direttamente scaricabile via email o SMS. 

Immuni serve agli utenti di telefoni cellulari per ricevere notifica di eventuali esposizioni al Coronavirus. Nell’intero sistema dell’app non sono presenti né saranno registrati nominativi e altri elementi che possano ricondurre all’identità della persona positiva o di chi abbia avuto contatti con lei, bensì codici alfanumerici. L’impiego dell’applicazione, volontario, ha lo scopo di aumentare la sicurezza nella fase di ripresa delle attività. 

Data del comunicato 1 giugno 2020

 


ARTICOLO DEL 17 APRILE 2020

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION HERE

L’epidemia da Covid-19 ha svelato il nervo scoperto in Italia di una sanità falcidiata dai tagli finanziari, della carenza di posti letto negli ospedali già cronica in condizioni ordinarie ma divenuta catastrofica con l’emergenza, tanto da obbligare i medici a consentire solo il ricovero dei malati più gravi ritardando le cure per gli altri in una pericolosa spirale di assistenza tardiva rivelatasi per alcuni fatale.

Ma invece di agire sul problema più spinoso potenziando fondi e strategie del Ministero della Salute il Governo si inventa una Task Force per subappaltare a professionisti estranei, svincolati da ogni possibile controllo del Parlamento, il futuro del paese.

Da bravo maggiordomo del Quirinale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte II, sta svolgendo le sue mansioni in modo così preciso da scordarsi persino di salvare le apparenze, come se la politica italiana fosse ormai ibernata nell’impotenza di opporsi ai desiderata del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che dal 2015 orchestra i Governi meglio di quanto facesse Mangiafuoco coi suoi burattini nella favola di Pinocchio.

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Il primo ministro italiano, consapevole che la sua testa sarà offerta su un piatto d’argento a tutti coloro che pretenderanno giustizia per i macroscopici errori commessi nella gestione della pandemia SARS-2 costati più di 30mila morti, sta cercando prima di tutto di meritarsi una lauta prebenda pubblica per il futuro mentre persegue il tentativo di individuare le strategie per far uscire l’Italia dall’emergenza portandola nella “fase 2” del dopo lockdown.

Una prima analisi dei protagonisti reclutati dal Governo non solo evidenzia quanto siano stati pescati dal cilindro dei mondialisti internazionali ma rivela anche intrecci a dir poco inquietanti con nomi oggi assai imbarazzanti come quelli della fondazione Bill Gates e della Central Intelligence Agency, tra i principali sospettati nella teoria del CoronaVirus creato in laboratorio come arma batteriologica, sfuggita – o lanciata di proposito – per spingere l’umanità ad una campagna vaccinale massiva nel campo della salute e sotto il controllo di un Nuovo Ordine Mondiale in quello della sicurezza sociale.

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In molti hanno già evidenziato che il super-commissario Vittorio Colao è stato catapultato a guidare la Task Force direttamente dal famigerato club Bilderberg dove qualche centinaio di potenti affaristi e politici decide le sorti di una terra e il destino delle nazioni. Ma, come vedremo, non è l’unico del comitato a poter vantare tale prestigiosa esperienza…

In pochi, invece, hanno dato al peso al fatto che è un ex militare di sangue calabrese proprio come Domenico Arcuri, il commissario straordinario già nominato dal premier Conte per la gestione delle forniture sanitarie nell’emergenza CoronaVirus.

Tra cui la controversa App-Spia IMMUNI che, come vedremo, è nata sotto il “marchio” di fabbrica del management mondialista MC Kinsey proprio come Colao!

Il commissario sull’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri

Arcuri è nato nel 1963 a Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) ed ha frequentato la Nunziatella di Napoli prima di laurearsi in Economia e Commercio nell’Università Luiss intitolata al famoso massone che ne fu presidente Guido Carli; Colao ha visto la luce nel 1961 a Brescia dove si trasferirono i genitori da Fossato Serralta (Catanzaro), ed ha frequentato l’Accademia Militare dei Carabinieri diventando ufficiale (oggi riservista) come suo padre.

E’ certamente un bene che due brillanti manager di respiro internazionale testimonino che la Calabria non produce soltanto associazioni di stampo mafioso come la ‘Ndrangheta, grazie alla quale la regione meridionale è famosa in tutto il mondo come riferiscono gli ultimi rapporti della Direzione Investigativa Antimafia, ma appare politicamente inopportuna questa curiosa coincidenza pochi mesi dopo che un’inchiesta sugli affari malavitosi negli appalti pubblici condotta dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha portato all’arresto di 334 persone tra cui alcuni politici del Partito Democratico.

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Nello stesso PD che sostiene il Governo Conte ha fatto una brillante carriera l’attuale Capo di Stato Sergio Mattarella, anch’egli giunto a Roma dalla Sicilia infestata da Cosa Nostra dove fu assolto da un processo per finanziamento illecito ai partiti per 3 milioni di buoni benzina ricevuti da un mafioso.

L’ormai cronica e grave “epidemia” di mafia in Italia è stata segnalata poprio nei giorni scorsi dal quotidiano tedesco Die Wielt in relazione al rischio che gli aiuti finanziari dell’Unione Europea e della Bce possano finire nelle casse di aziende controllate dalla criminalità organizzata, come sosteneva nel 2014 anche il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo.

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Appare però più rilevante il profilo dei commissari e della Task Force nell’ambito dell’alta finanza internazionale mondialista proprio in un momento sociale in cui l’orientamento politico dell’Italia rimane fortemente sovranista per il crescente consenso della destra moderata di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che oggi rappresentano più del 50 % degli elettori.

Prima di vedere nel merito i legami al limite dei conflitti d’interesse anche per quanto concerne la nuova bizzarra invasione dell’app-spia Immuni, cui toccherà il compito di monitorare i telefoni cellulari al fine di garantire i distanziamenti individuali ed evitare i contagi, è fondamentale una premessa sul metodo.

 

IL GOVERNO OMBRA DI MATTARELLA

L’italia, infatti, è famosa per il festival dei consulenti che vengono chiamati ad affiancare i politici dei ministeri e delle amministrazioni locali in modo da generare una greppia di risorse per i professionisti amici.

La Task Force di Conte e Mattarella, però, rappresenta di fatto un “governo ombra” grazie al quale il premier potrà operare sotto la regia ancor più invasiva del presidente della Repubblica.

La questione è drammaticamente semplice: se 21 ministri e 42 sottosegretari del Governo ufficiale non sono sufficienti per gestire il rilancio del paese ben venga il super-commissario con poteri straordinari insieme a 16 “ministrelli” per differenti ambiti di competenza, ma solo con la contestuale convocazione di immediate elezioni per il rinnovo democratico del Parlamento ed un nuovo esecutivo.

In caso contrario questa Task Force da una parte legittima l’incompetenza dei titolari dei Ministeri diventanone il doppione dall’altra rappresenta anche un costo extra di cui deve rispondere il Quirinale che ha vagliato, suggerito e confermato la lista dell’esecutivo del Conte Bis tanto quanto questi nuovi cosulenti.

Vittorio Colao con l’amico Mario Monti, entrambi del Club Bilderberg

A maggior ragione in considerazione del fatto che il super-commissario Colao ed i suoi collaboratori sono stati presi da quel mondo spietato degli affari come accadde nel 2012 per il Governo tecnico dei banchieri Mario Monti (ex premier e membro dell’Advisor Council di Goldman Sachs), Alessandro Profumo e Corrado Passera che portarono il debito pubblico da 1.900 a 2.000 miliardi di euro nonostante i sacrifici di “lacrime e sangue” degli italiani tra i quali si distinse però la manovra straordinaria di 30 miliardi regalati alle banche per evitarne il tracollo.

Dal 2012 al 2018, grazie ai differenti governi del Partito Democratico isttuiti dai presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella, di quello stesso partito, il debito italiano è arrivato a 2.400 miliardi.

Alla luce di tutto ciò è evidente che la stessa ricetta possa produrre soltanto una catastrofe in presenza di una gestione economica-sociale successiva all’emergenza del blocco della attività industriali, commerciali e terziarie.

Ma proprio questo, insieme all’ulteriore indebitamento con BCE, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, appare l’obiettivo dei governanti Democratici per consegnare le chiavi del paese con il suo scrigno di tesori in mano ai tecnocrati europeisti-mondialisti in perfetta linea con la rotta già tracciata per la Grecia e pronta per la Spagna, guarda caso uno dei paesi con insorgenza populista-sovranista fortemente colpito da questo virus etnicamente chirurgico.

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Nel precedente articolo abbiamo ricordato che Domenico Arcuri è un manager cresciuto nella Deloitte, la società internazionale di revisione che favorì il crack Parmalat non accorgendosi per tempo del disastroso deficit, ora analizziamo il curriculum di Vittorio Colao.

Dopo la laurea all’Università Bocconi di Milano e un Master in Business Administration alla Harvard University, vive una breve esperienza alla banca d’affari Morgan Stanley di Londra prima di fare carriera nella McKinsey & Company, azienda leader del management internazionale. Vedremo dopo l’importanza del suo ruolo lì…

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Colao approda nel 1996 alla Omnitel quando il maggiore azionista è l’Olivetti di Carlo De Benedetti, tessera n. 1 nel futuro Partito Democratico, editore del Gruppo GEDI dei giornali L’Espresso-Repubblica-La Stampa in cui da qualche anno è entrata anche la famiglia Agnelli-Elkann del gruppo FIAT-FCA. Lo stesso gruppo ediitoriale che nei giorni scorsi ha attaccato la missione dei medici militari russi in Italia.

 

DAL BILDERBERG ALLA TASK FORCE

E qui cominciano i primi intrighi. John Elkann, presidente di Fiat Crysler Automobile, con sede amministrativa in Olanda e fiscale nel Regno Unito ma sotto inchiesta negli Usa dell’amministrazione di Donald Trump, è membro del Comitato Permanente del Bilderberg insieme a Lilli Gruber, giornalista del TG LA7 condotto da Enrico Mentana, fondatore del giornale online Open e fans di George Soros.

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Gli incontri annuali privati tra lobbisti di tutto il mondo del Club Bilderberg furono inaugurati nel 1954 da David Rockefeller, fratello del politico Nelson, divenuto famoso nella storia laicista-mondialista per aver imposto la legge sull’aborto quando fu Governatore dello Stato di New York.

Come riportò BlastingNews quello del 2018 si tenne dal 7 al 10 giugno a Torino e, insieme ai due italiani già citati, vi parteciparono anche Vittorio Colao, Elena Cattaneo, direttrice del Laboratorio di Biologia delle cellule staminali all’Università di Milano nominata senatrice a vita dal presidente Napolitano, e l’economista romana Mariana Mazzucato, direttrice e fondatrice dell’Institute for Innovation and Public Purpose presso l’University College London dove insegna.

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Mazzuccato ha doppio passaporto essendo cresciuta negli Stati Uniti, fa parte del Consiglio per il Futuro della crescita e della competitività del World Economic Forum di Davos, è diventata consigliere economico di Conte prima di essere nominata nella Task Force per l’emergenza di Colao.

La docente accademica, nel suo acclamato libro The Value of Everything: Making and Taking in the Global Economy, ha svelato il “segreto di Pulcinella”: ovvero che le aziende dalla Silicon Valley al settore finanziario a Big Pharma abbiano usato nozioni nebulose di valore per creare confusione tra affitti e profitti, descrivendosi come creatori di valori ma finendo col distruggerli. Ma per presentare la sua pubblicazione è stata illustre ospite della Open Society Foundation di George Soros a New York.

L’economista italo-americana Mariana Mazzuccato dirante un suo intervento alla Open Society foundation di New York – video in inglese

Il plutarca ungaro-americano, noto per la Soros list degli eurodeputati amici e il suo incontro nel 2017 a Palazzo Chigi con l’ex premier italiano Paolo Gentiloni (Partito Democratico) oggi commissario UE, nel 2011 fu uno dei grandi investitori di Verizon Communication (64,954 milioni di dollari nel primo trimestre, dato US Securities and Exchange Commission OMB n. 3235-0006 del 31-8-12) dove Colao collaborò in Cellco Partnership prima di divenire direttore indipendente nel 2019.

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Il blogger salutista Giovanni Angelo Cianti rimarca però non solo la brillante carriera del nuovo commissario in Vodafone, da AD in Europa nel 2001 a CEO del gruppo nel 2008, ma si concentra sugli affari con il profeta della pandemia Bill Gates, storico finanziatore dei Dem Usa come Soros.

Colao «nel 2012 crea la partnership Vodafone – GAVI Vaccine Alliance (WHO, UNICEF, Gates Foundation, Banca Mondiale) per informatizzare le vaccinazioni dei bambini dell’Africa sub-Sahariana – scrive Cianti sul suo profilo Facebook – Nel 2015 è Amministratore non esecutivo in UNILEVER (food corp, 400 marchi, 53 mld di fatturato in mano ai soliti noti Vanguard, Black Rock, Wellington Management, ecc..). Ma nel 2018 il fatturato Vodafone crolla a 2,8 mld con 6,1 mld di perdite e Colao viene cacciato con una liquidazione in azioni pari a oltre 33 milioni di dollari. È in questa occasione che si rivolge a Bill Gates col quale si intrattiene a cena a Seattle».

 

GATES E CIA PARTNERS DELLA SOCIETA’ DEI MANAGER

Il nuovo capo della Task Force può quindi ben considerarsi un manager straniero visto che risiede con la moglie e i due figli in South Kensington, Greater London (UK). Ed è proprio nel chiacchierato gruppo mondiale consulenza manageriale McKinsey & Company di New York (con sede anche a Roma e in in tutto il mondo) che ha fatto carriera dal 1986 al 1996.

Gli scandali riguardanti quest’azienda sono tali e tanti che non appena possibile dedicheremo ad essi un reportage completo per ora ci concentriamo su alcuni recenti reportage dei webmedia in inglese Politico e Vox in cui è stato messo in luce l’imprinting promosso all’interno di enti nazionali ed internazionali.

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La consulenza manageriale, con conseguente condizionamento degli obiettivi, è avvenuta anche nell’ambito sociale e sanitario come per il National Health Service inglese, finito nell’occhio del ciclone per lo scandalo dei minori anche autistici sottoposti a terapie trangender nella clinica convenzionata di Londra Tavestock Center, e nell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra, grazie anche contributo di due partner-clienti di eccellenza: l’ormai immancabile Bill & Melinda Gates Foundation e la Central Intelligence Agency.

Abbiamo analizzato in 12 reportage sul CoronaVirus il ruolo della CIA nel campo delle armi batteriologiche e quello di Gates nella ricerca di virus per costruire lucrosi vaccini. Ora vediamo cosa c’entrano con McKinsey.

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«La CIA, che ha assunto McKinsey nel 2015, ha subito cambiamenti simili che hanno infastidito molti in agenzia, secondo i dipendenti attuali e precedenti – scrive il sito Politico – Un ex alto funzionario dell’intelligence che ha assistito alla riorganizzazione della CIA ha affermato che i cambiamenti hanno influenzato i tempi di consegna dei rapporti che è un fattore critico nel processo decisionale».

Ma il ruolo della società di New York che ha sfornato presidenti americani e guru di Wall Street si è esteso anche nelle altre agenzie USA.

«Negli ultimi quattro anni, la potente società McKinsey and Co. ha contribuito a ristrutturare la burocrazia spionistica del paese, con l’obiettivo di migliorare i tempi di risposta e facilitare la comunicazione. Addetti ai lavori hanno affermato che gli sforzi hanno ostacolato il processo decisionale presso le agenzie chiave, tra cui la CIA, la National Security Agency e l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (Odni)» scrivono i reporter Natasha Bertrand e Daniel Lippman.

Vox, invece, mette in evidenza come l’azienda si sia trasformata in un think-thank finanziato da potenti miliardari per condizionare gli indirizzi del management mondiale. Pubblica alcuni grafici in cui si mostrano gli ingenti finanziamenti investiti in McKinsey dalla fondazione di Bill Gates che, come abbiamo visto in un precedente articoli, ha collaborato con un’ex vicedirettore della CIA per un esercitazione sulla pandemia.

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«L’unica cosa che il personale dell’OMS non voleva è un tipo di riforma di McKinsey» ha detto un alto funzionario coinvolto nel processo.

«Oltre a McKinsey, l’OMS ha confermato di aver collaborato con altri cinque consulenti durante la trasformazione: BCG, Deloitte, Preva Group, Seek Development e, più recentemente, Delivery Associates, che ha un contratto pluriennale di 3,85 milioni di dollari. Il valore totale dei contratti di consulenza è di circa $ 12 milioni, di cui almeno un quarto è stato pagato direttamente dalla Bill and Melinda Gates Foundation, uno dei più potenti attori della salute globalhanno scritto ancora Julia Belluz e Marine Buissonniere per Vox.

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«Sebbene l’OMS sia un’istituzione pubblica, i dettagli di questi impegni e il coinvolgimento di Gates non sono disponibili nei bilanci o nei rendiconti finanziari dell’OMS. Le informazioni che vengono divulgate sul sito Web dell’OMS sono incomplete. L’OMS ha un portale con dati sui contratti che l’agenzia elabora, ma esclude quelli pagati direttamente da donatori come Gates» riferisce sempre Vox.

Ma mancano informazioni anche sull’incarico dei consulenti: «Ad esempio, il portale mostra che la sede dell’OMS ha assegnato a McKinsey $ 4,19 milioni di contratti tra il 2017 e il 2018, ma non se si trattasse di riforme» e l’organizzazione mondiale si sarebbe rifiutata di specificarlo ai giornalisti.

I dati pubblici frammentari raccolti da Vox indicano una pioggia di denaro sbalorditiva. In totale, la Gates Foundation ha speso più di $ 300 milioni in McKinsey e BCG tra il 2006 e il 2017, secondo le dichiarazioni fiscali dell’ente. Più del budget sanitario nazionale per un intero paese a basso reddito, come Haiti, circa la metà di quello che il governo degli Stati Uniti ha speso per McKinsey e BCG nell’ultimo decennio.

Abbiamo già visto in precedenza come il commissario per gli appalti sanitari Domenico Arcuri sia un ex Ad dell’appena citata Deloitte, ora va sottolineato che Giuseppe Falco, uno dei componenti della Task Force voluta da Conte e Mattarella, è amministratore delegato per il Sistema Italia-Grecia-Turchiasenior e managing director del Boston Consulting Group, ovvero BCG, finanziato sempre da Gates (grafico sopra).

Mentre un altro del team, Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze Patologiche dell’Ausl di Modena e presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica, è stato Co-Principal Investigator presso la Division of Mental Health proprio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra.

Tra i consulenti di Colao in qualche modo legati all’azienda di consulenza dove lui lavorò c’è anche Raffaella Sadun, docente di Business Administration alla Business School di Harvard, che nel 2018 ha vinto il premio McKinsey Award per il miglior articolo sulla Harvard Business Review. Ma gli intrecci non sono finiti: anzi diventano persino imbarazzanti.

«C’è un conflitto ancora più profondo tra le esperienze del settore privato dei consulenti e il loro lavoro sanitario globale nel settore pubblico:la loro consulenza è stato collegato ad alcune delle crisi sanitarie più gravi dell’ultimo mezzo secolo» ricorda Vox in riferimento alla strage degli oppioidi in cui ha perso la vita di quasi un milione di americani dal 1999.

Una scultura di The Opioid Spoon Project a New Brunswick nel New Yersey

«I documenti giudiziari emersi nel contenzioso includevano accuse secondo cui McKinsey aveva informato due società su come aumentare le vendite di oppioidi da prescrizione, McKinsey è stata anche accusata di aver consigliato a Johnson & Johnson di “ottenere più pazienti con dosi più elevate di oppioidi” e di studiare tecniche “per mantenere più a lungo i pazienti con oppiacei”, riporta il New York Times» citato da Vox.

The Opioid Spoon Project a New Brunswick, nel New Jersey, sta usando sculture di cucchiai piegati, simili a quelli che potrebbero essere usati per abusare di oppioidi, per attirare l’attenzione su questo fenomeno.

L’APP DI BENDING SPOONS DEL GENIO DI MCKINSEY

Forse anche a questi famosi cucchiai piegati si sono ispirati alcuni ingegneri italiani borsisti T.I.M.E. (“Top Industrial Managers for Europe”, quando nel 2013 hanno fondato a Copenaghen la start-up Bending Spoons Spa trasferitasi poi a Milano in corso Como 15 e divenuta in pochi anni una delle società leader mondiale nel campo delle App smartphone da divertimento grazie a 200 milioni di download totali e oltre 200 mila nuovi download al giorno su dispositivi iOS.

Ciò è capitato anche per merito di importanti azionisti come H14 (dei figli di Silvio Berlusconi), Nuo Capital e StarTip che nel luglio 2019 hanno dato fiducia ai quattro giovani fondatori come hanno fatto molte banche coi loro finanziamenti, tra cui Intesa Sanpaolo, di cui è consigliere di amministrazione Giovanni Gorno Tempini, 58 anni, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, e da poco anche lui entrato nella Task Force di Colao.

Da sin. Luca Querella, Francesco Patarnello, Luca Ferrari e Matteo Danieli di Bending Spoons

Proprio la Bending Spoons è finita tra i partner del Governo italiano per aver sviluppato un software di contact tracing scelto dal Ministero dell’Innovazione come “pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza” da Covid-19. L’app si chiamerà Immuni ed è stata sviluppata in partnership con il Centro Diagnostico Santagostino di Luca Foresti e con la società di marketing digitale Jakala.

La licenza d’uso è stata concessa in modo gratuito e perpetuo da Bending Spoons che avrà comunque il vantaggio di un’enorme ritorno d’immagine e la possibilità di entrare in tutti gli smatphone dei cittadini che volontariamente aderiranno all’iniziativa, promuovendo eventualmente il download di altre sue app.

WUHAN-GATES – 9. LE PROVE: HIV inserito in un virus SARS nel 2004. Grazie ai milioni UE della Commissione Prodi

L’ordinanza del Commissario Domenico Arcuri sul progetto Immuni ha potuto diventare operativa anche perché la Commissione Ue ha dettato le regole per il sistema di tracciamento basate su adesione volontaria, anonimato, utilizzo con bluetooth e nessuna geolocalizzazione. Proprio il bluetooth dovrà “stimare con sufficiente precisione” (circa 1metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19.

«I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune con soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali» si legge nel documento varato dall’Unione Europea nonostante le perplessità del Garante Ue per la privacy Wojciech Wiewiórowski che aveva dichiarato all’ANSA: «È impossibile che il tracciamento della persona singola resti anonimo anche se necessario per un monitoraggio efficace della diffusione del coronavirus: per questo bisogna affrontare la questione con la legge sulla protezione dei dati personali (GDPR)».

Il contratto definitivo dovrà essere comunque confermato dal team di Colao che ha qualcosa in comune con la Bending Spoons visto che il manager della spa IT Luca Ferrari, 35 anni, «ha lasciato McKinsey per fare impresa a tempo pieno con gli amici di sempre, sviluppando un’esperienza specifica in business strategy e recruiting» si legge in uno dei profili.

Ovviamente si tratta di una semplice coincidenza come la circostanza che McKinsey abbia preso soldi da Bill Gates, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla CIA, il cui spettro grava anche sulla storia politica degli ultimi due presidenti della Repubblica.

Tre pupazzi nel Luna-Park del DEEP STATE-CIA alla canna del gas in Libia

Resta quindi il mistero se sia la società di management americana a selezionare laureati davvero prodigiosi oppure se non sia il suo potere finanziario a far diventare talenti degli studenti come tanti…

Proprio perché nessuno potrà mai rispondere a questo amletico dubbio – e visto che intorno ai due manager in carriera Colao-Ferrari del fronte Covid-19 c’è già una girandola da centinaia di milioni di euro – la combriccola di Mattarella, PD & Co. abbia almeno la bontà di pagare gli esperti della Task Force con i soldi del Quirinale che nel 2019, grazie a 765 dipendenti, da solo è già costato agli italiani 97 milioni di euro.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

CORONA VIRUS – REPORTAGES

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio