GENITORI DI RENZI CONDANNATI PER FATTURE FALSE. E l’avvocato Taormina deposita esposto-bomba sul caso Marmodiv

GENITORI DI RENZI CONDANNATI PER FATTURE FALSE. E l’avvocato Taormina deposita esposto-bomba sul caso Marmodiv

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Il Giglio Magico dell’ex premier Matteo Renzi
adesso odora di marcio anche nei Tribunali:
un anno e nove mesi a suo padre e sua madre
il suo braccio destro Lotti a giudizio per Consip
Denuncia di Maiorano per i 900mila euro sul conto Mps
della coop costata l’arresto a Tiziano Renzi e moglie

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

AGGIORNAMENTO 7 GENNAIO 2020

Un «compendio probatorio preciso ed univoco» che consente «di affermare, senza incertezze, la ricorrenza di tutti gli elementi costitutivi dei reati contestati ai tre imputati». È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza del giudice Fabio Gugliotta, relative alla condanna per false fatture dei genitori dell’ex premier, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, e dell’imprenditore Luigi Dagostino. I due coniugi sono stati condannati a un anno e nove mesi in primo grado. Due anni invece la condanna per Dagostino.

Sempre secondo le motivazioni del giudice, è «comprovata l’inesistenza oggettiva delle due fatture emesse delle società Party ed Eventi 6, sulla base di molteplici e convergenti elementi». Tra questi, il giudice elenca il «mancato rinvenimento di qualsiasi documentazione comprovante l’esistenza delle prestazioni indicate nei documenti fiscali», e nessuna formalizzazione degli incarichi.

Le due fatture oggetto del processo erano relative a presunti studi di fattibilità su progetti commerciali nell’outlet “The Mall” di Reggello (Firenze), del valore complessivo di quasi 200mila euro, pagati alla Eventi 6 e alla Party dei Renzi dalla multinazionale Kering, parti offese nel processo.

«La lettura delle motivazioni della sentenza di primo grado dimostra evidenti e palesi incongruenze giuridiche e nella ricostruzione dei fatti sulle quali presenteremo appello nei termini previsti dalla Legge – hanno commentato Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini, legali di Tiziano Renzi e Laura Bovoli -. Le contraddizioni presenti nella motivazione della sentenza ci fanno guardare al processo di appello con molta fiducia nel doveroso rispetto per i giudici».

La società Eventi & srl era stata coinvolta indirettamente (senza alcuna contestazione di reato) anche nell’inchiesta sui fondi Unicef finiti sui conti correnti dei parenti di Renzi, Andrea ed Alessandro Conticini, per un aumento di capitale che secondo i magistrai della Procura di Firenze sarebbe stato effettuato proprio con i soldi destinati ai bambini africani.

https://www.gospanews.net/2019/04/08/ciclone-giudiziario-sui-parenti-di-renzi-fondi-unicef-nei-conti-alle-seychelles/

 

ARTICOLO 7 OTTOBRE 2019

C’era del marcio nel Giglio Magico che gravitava intorno a Matteo Renzi. Prima lo sostenevano i suoi nemici politici, primo tra tutti Alessandro Maiorano, l’ex dipendente comunale di Firenze che ha appena depositato un esposto bomba in Procura, oggi lo dicono anche i giudici. A pochi giorni dal rinvio a giudizio a Roma per l’ex ministro ed attuale deputato del Partito Democratico, Luca Lotti, braccio destro dell’ex premier, per il caso Consip, il centro di appalti dell’amministrazione pubblica, adesso sono i genitori di Matteo, da poco fuoriuscito dal Pd per fondare il gruppo parlamentare Italia Viva, a prendersi la prima condanna in uno dei tanti procedimenti giudiziari in cui sono coinvolti.

Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, sono stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione dal giudice di Firenze Fabio Gugliotta al processo per due fatture false che li vedeva imputati insieme all’imprenditore Luigi Dagostino. Quest’ultimo è stato a sua volta condannato, a due anni di reclusione. Il pm Christine von Borries nella sua requisitoria odierna aveva chiesto per i genitori di Renzi una condanna a un anno e nove mesi, e a due anni e tre mesi per Dagostino.

Il dispositivo condanna gli imputati con la continuazione e a pena sospesa. Il giudice Gugliotta inoltre ha condannato gli imputati al pagamento delle spese processuali e all’interdizione da incarichi direttivi nelle società per 6 mesi, all’interdizione dal ricoprire incarichi pubblici per 1 anno e a far parte di commissione tributarie in perpetuo. Luigi Dagostino deve risarcire la parte civile – Tramor spa – di 190.000 euro e al pagamento delle spese processuali della stessa Tramor per 3.500 euro. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili tra 90 giorni.

Come spiegato in vari reportage di Gospa News l’inchiesta riguardava le consulenze per l’outlet di Dagostino a Reggello (Firenze) realmente fatte e regolarmente pagate per fatture da 20.000 e 140.000 euro, pagamenti ritenuti spropositati e ingiustificati dai piccoli dossier secondo l’accusa invece considerati prova di un genuino rapporto di affari secondo la difesa che aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Il giudice monocratico ha accolto invece la tesi del pubblico ministero emettendo il dispositivo di condanna contro il quale Tiziano Renzi, il suo avvocato Federico Bagattini e quello di Dagostino hanno già annunciato ricorso in Appello.

«Il lavoro è stato svolto, è stato regolarmente fatturato e pagato. L’Erario non ha subito alcun pregiudizio. Tutto ciò segna in maniera inequivocabile l’innocenza degli imputati» ha detto nell’arringa il difensore di Laura Bovoli, avvocato Lorenzo Pellegrini, come riportato dall’Ansa. Alessandro Traversi, difensore di Luigi Dagostino: “La prestazione per Tramor c’è stata e il prezzo è stato interamente pagato senza nessuna restituzione di esso, neanche parziale, anche le imposte sono state pagate sulle fatture” citando intercettazioni “dirimenti” in cui Dagostino con vari interlocutori dice in vari modi di non voler chiedere lo “sconto col padre del presidente del consiglio dei ministri”.

LE RELAZIONI PERICOLOSE TRA DAGOSTINO, RENZI E LOTTI

Ma la relazione di affari tra Dagostino e Tiziano Renzi, ritenuta in questo criminale da pm e giudici, è stata oggetto di altre investigazioni della magistratura per il caso di corruzione in atti giudiziari per cui fu arrestatto lo stesso imprenditore degli outlet, confessando gli illeciti e divenendo determinante per l’arresto del giudice romano Antonio Savasta. Sarebbe stato infatti proprio il padre dell’ex premier a presentare all’ex ministro Lotti il magistrato in cerca di un trasferimento dalla procura di Trani, dove era finito sotto inchiesta, a quella di Roma, come riportato in un precedente articolo di Gospa News.

IL GIUDICE ARRESTATO E CONDANNATO PER L’AFFARISTA DEI RENZI. 10 anni in carcere

«L’ex ministro di Matteo Renzi, è tra le persone rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Consip. In totale, le persone che dovranno rispondere di favoreggiamento sono cinque. Lotti ha commentato così la notizia: “Dimostrerò mia innocenza nel processo, a testa alta Roma”, ha detto. Per tutti i rinviati a giudizio, il processo inizierà il 15 gennaio – ha riportato il 3 ottobre Il Giornale – L’ex ministro, uomo di grande fiducia di Renzi, sarebbe stato una delle gole profonde che avrebbe avvertito Luigi Marroni – ex ad di Consip – dell’indagine sugli appalti, ostacolando così il lavoro dei magistrati. “Lotti – spiegù Marroni – mi informò che si trattava di un’indagine che era nata sul mio predecessore Casalino (Domenico, ndr) e che riguardava anche l’imprenditore campano Romeo”.Tutti i nomi del processo».

Il deputato Pd ed ex ministro Luca Lotti

La gup Clementina Forleo ha rinviato a giudizio anche l’ex consigliere economico di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, indagato come Lotti per favoreggiamento. Nel periodo giugno-ottobre del 2016, l’allora presidente della società Publiacqua di Firenze, avrebbe informato Marroni dell’esistenza di una indagine penale che coinvolgeva i vertici Consip e di un’attività di intercettazione sul suo telefono. A processo anche l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, che risponde di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia (favoreggiamento), e l’imprenditore Carlo Russo, che risponde di millantato credito.

Sono stati prosciolti, invece, l’ex carabiniere del Noe, Gian Paolo Scafarto che rispondeva di rivelazione del segreto, falso e depistaggio, e anche l’ex colonnello del Noe Alessandro Sessa (depistaggio e omessa denuncia).

Anche Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, è indagato in questo fascicolo per traffico di influenze. I pm hanno chiesto l’archiviazione ma il giudice si è opposto pertanto il caso sarà discusso in un’udienza il prossimo giudice il 14 ottobre.

CONSIP: RIVINCITA DELLE TOGHE CONTRO L’EX MINISTRO LOTTI E RENZI SENIOR

 

L’ESPOSTO-BOMBA SUL CONTO MILIONARIO DELLA MARMODIV

Ed una settimana dopo ci sarà un altro momento della verità nel Tribunale di Firenze. Il 21 ottobre, infatti, si terrà l’udienza finale della querela per diffamazione fatta da Matteo Renzi contro Alessandro Maiorano, il grande accusatore delle sue spese pazze durante il mandato di Presidente della Provincia di Firenze e non solo. In quell’occasione l’imputato sciorinerà tutte la sua corposa documentazione che ritiene idonea a giustificare i suoi sospetti di illeciti. Ma non solo.

Il dossier della precedente denuncia di Miorano in cui già si accenna a strani assegni per un conto Mps Marmodiv – clicca per LEGGERE L’ESPOSTO

Proprio per arrivare con le spalle coperte al quel duello finale lo stesso Maiorano, con l’aiuto dell’avvocato Carlo Taormina, ha inoltrato alla Procura di Firenze un dossier di 150 pagine inerente la cooperativa Marmodiv, l’azienda per la quale furono arrestati i genitori di Renzi in qualità di amministratori di fatto. «Il 24 settembre abbiamo depositato una denuncia che ora è all’attenzione del procuratore capo Giuseppe Creazzo e del procuratore aggiunto Luca Turco ma non posso dire di più perché ho concordato con l’avvocato Taormina che faremo una conferenza stampa in merito a queste carte esplosive».

ARRESTATI I GENITORI DI MATTEO RENZI – I DOSSIER

Si tratta della documentazione visionata da Maiorano e consegnata dal suo legale da una “talpa” della Marmodiv, una dipendente amministrativa della cooperativa che era rimasta disgustata dalla gestione dell’azienda per la quale la stessa Procura chiese istanza di fallimento. Già il 26 ottobre 2018 lo stesso Maiorano aveva depositato una denuncia alla Guardia di Finanza di Prato come riportato in anteprima nazionale da Gospa News.

Alessandro Maiorano, firmatario dell’esposto alla Guardia di Finanza di Prato

Nell’esposto si faceva riferimento ad ipotetiche false fatturazioni e altri presunti illeciti finanziari tra cui una girandola di assegni sospetti. Nella nuova denuncia  si farebbe riferimento, il condizionale è d’pbbligo finchè non sarà resa pubblica, anche ad un conto della Marmodiv presso il Monte dei Paschi di Siena, istituto di credito notoriamente vicino al Pd, sul quale ci sarebbe stata la giacenza di 900mila euro nonostante la cooperativa fosse in gravissime difficoltà finanziarie. Da dove arrivavano quei soldi? Dove sono finiti? A queste domande dovrà pra cercare di rispondere la Procura di Firenze che ha in mano una scatola di documenti quantomeno sospetti. L’odore di marcio del Giglio Magico comincia ad essere sempre più acre anche nei Palazzi di Giustizia.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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