PEDOFILIA: VERGOGNE ED ORRORI IN ITALIA, EUROPA E USA
DALLE DENUNCE A WOODY ALLEN
AL FILM RAI SUL GAY MARIO MIELI.
DALLA BANDIERA DEI PEDOFILI
AI MUSULMANI CHE SPOSANO BIMBE
DAGLI STUPRATORI ’GRAZIATI”
ALLE ORRIDE VIOLENZE SUI NEONATI
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro». A scriverlo fu Mario “Maria” Mieli, icona omosessuale degli anni ’70 che elaborò non solo le teorie di rivendicazione della libertà sessuale ma fu tra i primi sostenitori italiani della cultura transgender e, come si evince da questa frase espunta dal libro Elementi di critica omosessuale (pubblicato nel 1977 e poi ristampato da Feltrinelli), la difesa della pedofilia.
A raccontare la sua controversa storia umana terminata con un suicidio ed il suo pensiero di attivista gay e no-gender ci penserà la pellicola del regista Adriano Adriatico: tra gli sceneggiatori della trama e già noto per il docufilm “Torri, checche e tortellini”, presentato al Torino Gay&Lesbian Film Festival. Una produzione cinematografica promossa, purtroppo, anche da Rai Cinema con l’Altra Cinemare, in collaborazione con Pavarotti International 23 srl, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione Generale Cinema) ed il contributo di Emilia-Romagna Film Commission e Apulia Film Commission.
Se in Italia un apologeta del sesso coi bambini trova chi gli dedica un film con tanto di contributi pubblici che hanno già suscitato forti polemiche tra i politici, nel mondo sono tornate a fare scalpore le denunce di violenza della figlia adottiva di Woody Allen, lasciato dall’ex moglie Mia Farrow per la sua relazione con l’altra figlia adottiva coreana che poi lui sposò; in Olanda l’associazione di un pedofilo finito in manette fu per qualche tempo autorizzata dai giudici a propagandare la cultura della sessualità coi minori, in Germania un’università ospita una conferenza in cui si spiegano le ragioni per cambiare il giudizio verso la pedofilia; in Finlandia fa scandalo la vicenda di un giovane che possiede una bambina di 10 anni ed è condannato a pena lieve perché la piccola non avrebbe espresso suo diniego. Dagli Usa sono riecheggiati fino in Europa gli appelli di un opinionista su un giornale e di un candidato al Congresso per equiparare i diritti dei pedofili a quelli degli omosessuali secondo una visione che fu già degli anni Settanta.
Nei paesi arabi ed asiatici il fenomeno delle spose bambine è in calo, ma registra pur sempre 12 milioni di casi l’anno. Mentre nella sola Europa ogni anno vengono compiute violenze sessuali su 18 milioni di minori. A rivelare quest’ultimo dato è don Fortunato Noto, sacerdote alla guida dell’organizzazione Meter che da decenni collabora con le forze dell’ordine nella lotta a questo inverecondo crimine, attraverso una lettera accorata a Papa Francesco: «La pedofilia, gli abusi, la implacabile e diffusa pedopornografia è il vero flagello nel e del mondo. Non solo nella Chiesa. E’ l’umanità disumana che deve cambiare, dove la perversione sui piccoli ha preso il sopravvento sotto gli occhi di tutti – scrive il religioso – Non comprendiamo perchè non se ne vuol parlare. Impressionante questo connivente silenzio, dai media, e non solo, ma anche dalle autorità preposte a vigilare e tutelare le ormai troppe e numerose vittime minori di abusi sessuali. Una vera e propria tragedia sotto i nostri occhi, basti pensare alla rimozione del materiale effettuate da un colosso del web, mettendo a disposizione i dati alle forze di Polizia, per individuare gli autori dell’abuso su centinaia di neonati. Abusati i neonati, ecco siamo arrivati a questo orrore nell’orrore».
Mentre tutti puntano il dito contro i casi avvenuti nella chiesa pochi si stracciano le vesti per le spose bambine o per la nascita del Map, Minor Attracted Persons, ovvero una scuola di pensiero che mette al bando il termine pedofilo per sostituirlo con il più blando e politicamente corretto “persone attratte da minori”. Una comunità internazionale in parte fantasma che però si è già inventata persino la sua bandiera…
LA BANDIERA DEI PEDOFILI PER BENE
«Prepariamoci alla nuova tappa della Rivoluzione: lo sdoganamento della pedofilia. Una rete di ideologi, a livello internazionale, sta cercando di gettare le basi per normalizzare anche la pedofilia come possibile “orientamento” sessuale. Il primo passo, obbligato, è quello di giocare sul linguaggio per cancellare ogni associazione di idee con l’abuso dei bambini. La nuova creazione della neolingua è: “persone attratte dai minori” (in inglese minor attracted persons, MAP – scrive il sito notizie Pro Vita da sempre molto attento al fenomeno – Tra i MAP sono ricompresi i pedofili in senso stretto (coloro che sono attratti da bambini in età prepuberale), gli “efebofili”, che sono attratti da bambini che stanno per entrare nell’adolescenza, e i “nefili”, cioè quelli che provano attrazione per i neonati. Tra i “MAP” si distinguono le categorie dei NOMAP e SOMAP : NO sta per “Non Offending”, specificano che non hanno rapporti sessuali con i bambini; SO sta per “Semi-Offending” , precisano che hanno rapporti sessuali solo con minori consenzienti».
Sullo stesso sito d’informazione si fa anche riferimento ad un articolo di Jack Minor, sulla Northern Colorado Gazette, intitolato “I pedofili vogliono gli stessi diritti degli omosessuali” in cui si sostiene che l’attrazione per i bambini è un orientamento sessuale come tanti, è un altro dei “generi” in voga, che vede già all’opera gli psichiatri per derubricare anche la pedofilia dalle malattie mentali, così come esta stato fatto per l’omosessualità negli anni ’70, spianando la strada alle successive legitimazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Una battaglia per i diritti che non ha caso da decenni sobbolle nello stesso Nord America che vide “Papa della Massoneria” un satanista convinto come Albert Pike noto anche per le sue predilizioni di rituali orgiastici (vedere link a fondo pagina) ed infatti la legge che negli USA vieta le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale «non specifica cosa significhi e quali siano gli “orientamenti sessuali”.
Un emendamento che voleva specificare che la pedofilia non poteva considerarsi tale fu respinto dai Democratici» evidenzia sempre la redazione di Pro Vita che poi, per la penna di Francesca Romana Poleggi, aggiunge: «La lobby LGTB entra nelle scuole ad insegnare il “gender” ai nostri figli. Planned Parenthood – dove può – insegna la sessualizzazione precoce ai bimbi stessi. Domani qualcuno gli insegnerà che può essere piacevole soddisfare sessualmente qualche vecchio porco… E chi oserà gridare allo scandalo sarà accusato di intolleranza, discriminazione delle minoranze, istigazione all’odio, e magari di fascismo».
E’ quello per cui si sta battendo Nathan Larson, contestato dai media perché misogino (al punto da violentare la moglie ripetutamente fino a portarla al suicidio), razzista e soprattuto di destra (molte affinità con il citato Pike) ma non pubblicamente denigrato per aver più volte dichiarato di essere pedofilo e fiero di esserlo al punto che non avrebbe fatto «mistero di voler abusare anche della sua bambina di tre anni, della quale, fortunatamente, non ha più la patria potestà» aggiunge Pro Vita.Anche tra i movimenti omosessuali ci sono coloro che non vogliono commistione tra il loro arcobaleno dei diritti, che raggruppa Lgbt e gli ultimi arrivati Queer (liberi di ogni estro sessuale come sadomaso e sesso con animali), e quello a tinte pastello dei pedofili: ma pochi sanno che in realtà queste due comunità internazionali erano un tempo già in comunella.
«Negli anni ’60 e ’70 gruppi come il NAMBLA (North American Man/Boy Love Association – Associazione nord americana per l’amore tra adulti e ragazzi) erano parte integrante dell’ILGA (International Lesbian and Gay Association), la più grande coalizione omosessuale sul piano internazionale. Le radici profonde del movimento gay erano apertamente antifamiliari, e praticamente riducevano tutti gli esseri umani a niente di più che oggetti sessuali – rimarca ancora Pro Vita – La “liberazione gay” ha sempre lottato per la liberazione sessuale di tutti, indipendentemente dall’età. Il NAMBLA fu membro dell’ILGA per almeno un decennio, e il connubio si sciolse solo quando, nel 1994, l’ILGA si vide sospendere lo status consultivo ottenuto presso l’ONU, per aver attirato su di sé le accuse di affiliazione con gruppi pedofili. Fu allora che, per ragioni di convenienza politica e giudiziaria, prese le distanze da una causa che fino ad allora aveva perorato».
WOODY ALLEN ACCUSATO DI PEDOFILIA
Nell’ambito delle inchieste sulla pedofilia merita sicuramente una citazione il caso del regista Woody Allen tornato di attualità nei mesi scorsi con lo scandalo MeToo per le indagini sulle molestie sessuali alle attrici dell’ex produttore cinematografico Harwey Weinstein che hanno indotto la figlia adottiva Dylan Farrow a rompere il silenzio in cui si era trincerata dopo le accuse di stupro al patrigno ed il suo proscioglimento. Ciò avvenne in un contesto familiare particolarmente anomalo quando Allen iniziò la relazione con la star di Hollywood Mia Farrow che aveva già figli naturali e adottivi da precedenti matrimoni, tra questi la coreana Soon-Yi Previn, di età indefinita essendo cresciuta in un orfanotrofio prima dell’adozione da parte dell’attrice e del compositore Andrè Previn da cui prese il cognome. Proprio grazie alla storia con la Farrow il famoso regista iniziò a frequentare la casa in cui viveva la piccola asiatica.
«Lo odiavo perché se stava con mia madre, una persona cattiva, doveva per forza essere cattivo anche lui» ha svelato la coreana oggi 47enne in difesa di Allen affermando che si dimostrò subito una persona gentile: «nessuno lo era mai stato con me». In cosa siano consistite queste attenzioni gentili non è dato saperlo… Resta il fatto che nel 1992, la Farrow trovò sulla mensola del camino alcune foto pornografiche scattate da Allen alla figlia adottiva Soon allora 19enne e chiese la separazione con l’affidamento degli altri figli: «Mi buttò fuori di casa e tagliò i miei fondi per il college» ricorda la Previn che 5 anni dopo, a Venezia, avrebbe sposato il patrigno suscitando scalpore nel mondo cinematografico al punto che la cerimonia con rito civile fu fatta in gran segreto con soli quattro invitati.
E proprio queste nozze hanno posto una pietra tombale sui misteri di quella relazione affettuosa che da paterna divenne poi virile nei lunghi 12 anni in cui Allen frequentò la Farrow pur vivendo in case separate: fin dal 1980, quando la piccola coreana aveva solo 7 anni. Resta quindi sepolta tra i segreti della coppia anche l’età in cui iniziò l’effettiva attrazione e relazione sessuale. Non è invece un arcano l’età in cui l’altra figlia adottiva della Farrow, Dylan, adottata quando già era in corso la relazione con il regista fu oggetto di attenzioni particolari.
Ecco il racconto della stessa presunta vittima, scritto in una lettera nel 2014: «Qual è il vostro film preferito di Woody Allen? Prima di rispondere dovreste sapere che quando avevo sette anni, Woody Allen mi prese per mano e mi portò in una piccola soffitta al primo piano di casa nostra, mi disse di stendermi e di giocare con il trenino di mio fratello. Quindi abusò sessualmente di me, e mi parlò mentre lo faceva, sussurrandomi che ero una brava bambina, che questo sarebbe stato il nostro segreto, e mi promise che saremmo andati insieme a Parigi e io sarei stata una grande attrice nei suoi film».
Nel settembre del 1993 il pubblico ministero Frank Maco dichiarò pubblicamente che, d’accordo con Mia Farrow e nonostante avesse “prove di colpevolezza”, non avrebbe perseguito Allen per le accuse di molestia sessuale per risparmiare alla figlia adottiva, ritenuta troppo fragile, il trauma di un simile processo. Nel frattempo il giudice minorile aveva già affidato tutti i figli adottivi all’attrice ad eccezione della ventenne Soon-Yi, ormai divenuta compagna del regista.
IL FILM SUL PEDERASTA MIELI
«Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto» (Francesco Ascoli)». Le parole giungono sempre dal libro Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, uno dei primi italiani ad intraprendere la battaglia per i diritti dei gay iniziata con il clamoroso outing fatto in un tema al Liceo Parini di Milano nel 1968.
Proprio dagli anni dell’adolescenza milanese prende inizio il film Anni Amari del regista Adriano Adriatico cominciando dalla vita notturna sfrenata nella “Fossa dei Leoni” a parco Sempione e nei locali gay milanesi, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale, fino al viaggio a Londra e l’incontro fondamentale con l’attivismo inglese del Gay Liberation Front; il ritorno in patria e la fondazione del “Fuori!”, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, e dei “Collettivi Omosessuali Milanesi”. Si narra ovviamente anche del suo impegno nelle lotte del proletariato a propaganda dell’ideologia marxista di cui era un accanito sostenitore. Oggi proprio l’associazione Mario Mieli è tra i centri Lgbt più attivi d’Italia e forse anche per questo la pellicola è riuscita ad accaparrarsi contributi da due Regioni rosse come Emilia Romagna e Puglia (tramite Apulia) ed il sostegno di Rai Cinema e del Mibact (grazie ai governi Renzi-Gentiloni).
Contributi che, alla luce della sua filosofia apertamente pedofila, hanno suscitato forti indignazioni e reazioni politiche: «Con tanti soggetti con vissuti di grande valore sociale e civico, esempi positivi per i nostri giovani, è mai possibile che la Regione Emilia-Romagna debba finanziare, con 105.374,00 euro di contributi pubblici, un lungometraggio, intitolato ‘Gli anni amari’, sulla storia di un giovane suicida, icona della teoria gender, che, nei suoi scritti, difendeva i rapporti sessuali con bambini e praticava la coprofagia? – a chiederselo è stato Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega Nord, che insieme ai colleghi del Gruppo del Carroccio, ha indirizzato un’interrogazione alla Giunta Bonaccini dove si chiede come si possa giustificare “il sostegno a un’opera, di cui non si discute la validità o meno del lato artistico, ma si mette in serio dubbio il ruolo di insegnamento nei confronti della platea giovanile” – È assurdo che un giorno si manifesti, come amministratori, preoccupazione per i disvalori che circolano tra i giovani e per certi atteggiamenti nichilisti che dilagano, e, il giorno dopo, si promuova un film che, di fatto, esalta un soggetto sicuramente sofferente e non certo un modello di vita – aggiunge il consigliere – In un recentissimo articolo, pubblicato su un quotidiano nazionale, il regista ha infatti dipinto il protagonista del film come un “genio che ci ha sedotto”.
«La preoccupazione – aggiunge il politico – è che “seduca” altri giovani conducendoli in un vortice di solitudine, dolore e autodistruzione. E non è una giustificazione il fatto che il film sia stato finanziato anche da un’altra Regione e dalla Rai. Anzi è forse un’aggravante. È possibile che la Giunta, quando ha concesso il finanziamento nel novembre 2017, non conoscesse a fondo il tema dell’opera, tuttavia anche questa ipotesi non la assolverebbe dall’aver agito con tanta leggerezza. L’unica via d’uscita, a nostro avviso, è la revoca di questi contributi».
VIOLENZA A 10 ANNI: NON E’ STUPRO IN FINLANDIA
Se in Italia la riforma del Codice Penale sulla sfera sessuale ha portato all’infelice omologazione nello stesso reato 609 di violenza sessuale sia gli atti di libidine violenta che lo stupro vero creando quindi un’ampia discrezionalità sull’entità della pena, tanto che un adulto potè patteggiare 2 mesi e 20 giorni per aver sodomizzato il figlio dodicenne del vicino (Vercelli), è almeno acclarato, per ora, che ogni rapporto sessuale con un minore infraquattordicenne viene configurato come violenza sessuale, anche se consenziente, perché si ritiene la vittima sprovvista della maturità psicologica necessaria ad esprimere un compiuto consenso.
Nella socialmente evoluta Finlandia purtroppo non è così. Ecco quindi che nel maggio scorso ha suscitato sconcerto e disgusto la notizia che i giudici della Corte d’appello di Turku hanno inflitto a Juusuf Muhamed Abbudin, richiedente asilo di 23 anni, solo tre anni di carcere per abuso sessuale verso una bambina di 10 anni. Per quanto accaduto nel 2006 in un palazzo abbandonato di Tampere la Corte distrettuale di Pirkanmaa aveva stabilito che era sì avvenuto un “abuso sessuale aggravato” ma che non si trattava di stupro perché la vittima “non è stata costretta all’atto” né ha manifestato terrore o paura durante il rapporto preceduto e seguito anche da messaggi telefonici con forti riferimenti sessuali. Ciò è valso al giovane la mite condanna con una multa di 3mila euro.
https://www.gospanews.net/2019/04/11/bambini-rapiti-dalla-legge-nelle-mani-degli-orchi/
Analogo episodio si è verificato in Francia: nel novembre 2017 un uomo di 29 anni che aveva violentato una bambina di 11 anni è stato condannato solo per abusi, perché la piccola non era stata in grado di manifestare apertamente la sua contrarietà e quindi non era stata soggetta a «costrizione, minacce, violenza o sorpresa». Un episodio che ha suscitato sconcerto al punto da indurre il Governo francese ad aggiungere il limite di età di 15 anni per il consenso nella nuova legge sulla violenza sessuale approvata di recente. In Europa l’età del consenso varia da Paese a Paese. In Italia, Austria, Germania, Ungheria e Portogallo è fissata a 14 anni; in Grecia, Polonia e Svezia a 15 anni. in Belgio, Regno UNito, Olanda, Spagna e Russia a 16 anni e a Cipro a 17 anni.
OLANDA E GERMANIA: PEDOFILIA IN CATTEDRA
Al di là delle leggi, che ovviamente devono poi trovare applicazione nelle corrette interpretazioni e sentenze dei giudici, esiste comunque un substrato di accettazione del pensiero pedofilo che lo rende assolutamente più tollerato di quello fascista, per fare un esempio di attualità. Quanto accaduto in Olanda è assai emblematico: un uomo viene arrestato per possesso di materiale pedopornografico ma alla sua associazione viene concesso il diritto a professare il credo della pedofilia. La vicenda risale al lontano 2013 ma permane un esempio fologarante di un garantismo di quella che può ben ritenersi apologia di reato. «La pedofilia è un comportamento aberrante» ma non può essere negato il diritto di fare campagne per promuoverla».
È il senso della sentenza shock emessa nell’aprile di cinque anni fa dalla Corte d’Appello di Leeuwarden che ha affermato che non contravvenivano la legge i testi e le foto presenti sul sito web di una fondazione che da oltre trenta anni promuoveva la pedofilia. Era stato il Tribunale civile di Assen nel 2012 ad ingiungere lo scioglimento del gruppo Sticthing Martijn rilevando che le sue proposte per legalizzare i contatti sessuali tra adulti e bambini erano contrarie alle norme ed ai valori della società olandese. Ciò era avvenuto due anni dopo la perquisizione dell’abitazione del presidente dell’epoca, Ad van den Berg, che aveva portato alla scoperta di ingenti quantità di materiale pedopornografico e all’arresto dello stesso Van den Berg. La Corte d’Appello, pur ritenendo le proposte per la liberalizzazione della pedofilia «una seria contravvenzione di alcuni principi del sistema penale olandese» aveva sentenziato che la società olandese è sufficientemente «resistente» per affrontare «le dichiarazioni indesiderabili ed il comportamento aberrante». La Suprema Corte nel 2014 ha però ribaltato la sentenza e fortunatamente riconfermato quella di scioglimento dell’associazione contro cui è stato inutile pure il ricorso alla Corte Europea.
BAMBINI AUTISTICI “CAVIE” NELLA CLINICA TRANSGENDER col farmaco gratis in Italia
Di cambiamento della percezione della pedofilia si è invece parlato il 5 maggio 2018, presso l’Università di Würzburg in Germania che ha ospitato una Ted Talk sul tema “Future Societys”. Tra gli speaker presenti c’era anche Mirjam Heine, studentessa di Medicina che ha fatto un discorso controverso dal titolo «Perché la nostra percezione sulla pedofilia deve cambiare. La pedofilia è un orientamento sessuale naturale». «Nella sua presentazione, Heine ha citato alcune ricerche scientifiche che classificano la pedofilia come “un orientamento sessuale immutabile”.
Come si legge dal programma dell’evento, la studentessa si ispira al lavoro di un certo dottor Klaus Beier, direttore del dipartimento di sessuologia del Charite, considerato uno dei migliori ospedali universitari di Berlino. Secondo Heine, nessuno è responsabile del proprio orientamento sessuale e dei propri sentimenti, “ma ognuno è responsabile delle proprie azioni riguardo a essi”. In poche parole, quindi, i pedofili andrebbero accettati perché non possono cambiare i loro desideri. Loro, però, hanno il compito di imparare a controllarli» scrive la rubrica de Il Giornale.
I MUSULMANI: PEDOFILI SECONDO MAOMETTO
Pochi occidentali probabilmente sanno che Maometto, dichiarandosi investito di potestà divina, fu uno dei primi a legittimare la pedofilia. Si scelse come sposa la piccola Arisha che a soli 6 anni fu educata per essere moglie del profeta. Onde evitare di possederla da bambina attese i 9 anni per unirsi a lei. Non servono altre parole per commentare una simile infamia protetta dalla missione religiosa dell’arabo errante che, per dirla come san Giovanni Bosco (vedi link in fondo alla pagina) fondò il Maomettismo, ovvero una religione inventata scopiazzando Ebraismo e Cristianesimo pur di avere qualche notorietà conquistata a colpi di spada e non col martirio come i primi cristiani.
Ecco quindi il risultato di questa grande cultura sociale islamica nel reportage di Sky24: «Nel mondo si registra una forte riduzione dei matrimoni che vedono coinvolte ragazze minorenni. Ma, come rileva l’Unicef, le spose bambine sono ancora 12 milioni ogni anno. Secondo quanto scrive il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia nel suo ultimo report pubblicato martedì 6 marzo (2018), il calo del fenomeno a livello globale – una riduzione del 15%, che in dieci anni ha portato il rapporto a scendere da 1 sposa bambina su 4 a 1 su 5 – si deve ai progressi registrati negli ultimi anni in alcuni Paesi, soprattutto nel sud dell’Asia. Tra questi l’India, dove il numero di matrimoni che hanno coinvolto minori di 18 anni si è ridotto di oltre un terzo, dal 47% di dieci anni fa all’attuale 27%. Le ragioni – per l’Unicef – sono da individuare nell’aumento del livello dell’istruzione femminile, negli investimenti proattivi per le ragazze e nella massiccia campagna di sensibilizzazione che sottolinea l’illegalità dei matrimoni con bambini e sui danni che questi causano – scrive sempre Sky 24 – In tutto il mondo, nonostante una riduzione complessiva di circa 25 milioni di matrimoni rispetto al previsto, si stima che 650 milioni di donne si siano sposate quando erano bambine. Secondo l’Unicef questo genere di matrimoni coinvolge ancora 12 milioni di ragazze ogni anno.
E se in Asia si registrano progressi, nell’Africa subsahariana il fenomeno ha ancora dimensioni preoccupanti: qui si registra un terzo delle nozze con minorenni celebrate a livello mondiale (dieci anni fa erano 1 su 5). “Quando una ragazza è costretta a sposarsi da bambina, affronta conseguenze sia immediate sia a lungo termine – spiega Anju Malhotra, il principale esperto in materia dell’Unicef – le sue probabilità di finire la scuola diminuiscono, mentre aumentano quelle di essere abusata da suo marito e di soffrire complicazioni durante la gravidanza”. C’è ancora “molta strada da fare” se si vuole arrivare all’obiettivo fissato dall’Onu di eliminare il fenomeno entro il 2030: “Il mondo si è impegnato a porre fine ai matrimoni precoci entro il 2030 – conclude Malhotra – dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per evitare che a milioni di ragazze venga sottratta l’infanzia da questa pratica devastante”.
Alla fine di questi dati inquietanti viene da chiedersi… Era proprio necessario fare un film sostenuto da Rai Cinema celebrativo di un giovane italiano dalla vita trasgressiva che terminò i suoi giorni col suicidio dopo aver sbandierato ai quattro venti la sua convinta apologia della pedofilia? Sono questi gli esempi culturali di cui hanno bisogno i giovani in Italia? Io credo di no, ma per il tempo in cui la Rai è stata gestita dalla sinistra del Pd, non per volontà degli italiani ma per conseguenza di scelte politiche dei presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Matttarella, ciò è avvenuto sebbene dovessero essere “governi tecnici” finalizzati alla riduzione del debito pubblico (aumentato di 200 miliardi di euro circa) ed all’elaborazione di una legge elettorale seria che non c’è stata. Forse per la consapevolezza-certezza che se fosse stata davvero una legge elettorale seria il centrodestra, con i suoi valori antichi seppur tra tante contraddizioni, avrebbe travolto ancor più la sinistra politica di chi difende le immigrazioni di clandestini senza diritto di asilo alla stessa stregua dei fans del no-gender, della transessualità e della più aberrante delle devianze umane: la pedofilia.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
https://www.cinematografo.it/news/ciak-per-gli-anni-amari/
https://www.notizieprovita.it/notizie-dallitalia/pedofilia-don-di-noto-scrive-al-papa/
https://www.notizieprovita.it/filosofia-e-morale/frp-super-evidenza-i-diritti-dei-pedofili/
https://www.notizieprovita.it/gender/liberazione-sessuale-e-pedofilia-cosa-dobbiamo-aspettarci/
https://www.ilmattino.it/spettacoli/cinema/dylan_farrow_denuncia_le_molestie_subite_da_woody_allen_da_anni_nessuno_mi_crede_foto_19_gennaio_2018-3494573.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Woody_Allen
Soon-Yi Previn difende Woody Allen e attacca Mia Farrow: «Era lei la violenta»
https://www.dailystar.co.uk/news/world-news/700872/migrant-rape-sexual-abuse-finland-supreme-court-girl-10
https://tg24.sky.it/mondo/2018/03/06/spose-bambine-riduzione-report-unicef.html
Excuse me, but not all Asian countries accept pedophilia. Please, name the countries involved or at least say ” in SOME Asian countries”. Thank you.
That’s really true. Thanks for your comment
Fabio G. C. Carisio
Gospa News director
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