NAVE AQUARIUS SEQUESTRATA PER RIFIUTI INFETTI
MEDICI SENZA FRONTIERE NEI GUAI:
SIRINGHE, CATETERI E GARZE
USATI PER I MIGRANTI INFETTI
GETTATI NELLA NORMALE SPAZZATURA
PER PAGARE MENO TASSE.
ILLECITI RISPARMI PER 460MILA EURO
SCOPERTI DALLA FINANZA DI CATANIA
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Rifiuti sanitari ad alto rischio infettivo come siringhe, cateteri, garze intrise di sangue, guanti e mascherine con tracce ematiche, indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni come scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide: 24mila chili di materiale potenzialmente pericoloso per la diffusione di epidemie anche gravi sono finiti nel normale ciclo di raccolta rifiuti come normali residui urbani indifferenziati in violazione ad ogni legge sullo smaltimento dei materiali provenienti dall’attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo alle persone soccorse. La clamorosa scoperta è stata fatta dalla Guardia di Finanza di Catania insieme alla Polizia di Stato che ha portato al sequestro della nave Aquarius attualmente nel porto di Marsiglia e di 460 mila euro, provento dell’illecito risparmio derivante dallo smaltimento di rifiuti speciali come urbani. La pesante accusa è rivolta nei confronti della Ong Medici Senza Frontiere e di due agenti marittimi da parte della Procura di Catania guidata dal dottor Carmelo Zuccaro che da anni lavora alacremente alla ricerca dei numerosi illeciti nascosti dietro al soccorso e traffico dei migranti. E così si scopre che proprio gli operatori sanitari che avrebbero dovuto garantire la massima attenzione per evitare rischi di contagio avrebbero occultato i rifiuti speciali per soldi…
I RIFIUTI SPECIALI OCCULTATI COME URBANI
Il gioco della Ong, come noto finanziata anche dalla Open Society Foundation di George Soros, sarebbe stato assai semplice e rodato: occultare i rifiuti speciali dichiarando che non ci fosse nulla di pericoloso in modo da contenere i costi di smaltimento e non esporsi agli allarmismi che la certificazione di materiale sanitario a rischio epidemiologico avrebbe suscitato. La laboriosa indagine della Fiamme Gialle, risportata con dovizia di particolari dal Giornale di Sicilia, ha consentito di scoprire gli occultamenti incrociando i dati tra il soccorso di migranti infetti da malattie, affidati alle strutture sanitarie al momento dello sbarco, e quelli inerenti lo scarico di rifiuti dove non vi era alcuna presenza di prodotti sanitari e non derivanti da tale attività di assistenza e terapia a bordo. Non solo. Una volta mangiata la foglia e capito il trucco gli inquirenti hanno monitorato le comunicazioni interne a Medici Senza Frontiere individuando alcune e-mail che confermano la piena consapevolezza delle false dichiarazioni sui rifiuti. Gli investigatori sono quindi riusciti a sequestrare anche un carico di 80 kg di rifiuti speciali finiti tra quelli urbani.
L’INDAGINE BORDLESS PER 24MILA KG DI RIFIUTI FUORILEGGE
Secondo l’indagine Bordless condotta dalla Guardia di Finanza e Procura di Catania sarebbero ben 44 gli illeciti smaltimenti nei porti italiani per un totale di 24mila kg di rifiuti. Sono complessivamente 24 gli indagati. Secondo l’accusa i soggetti coinvolti, a vario titolo, avrebbero «sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non» in 11 porti: Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania, Brindisi in Puglia. Tra i rifiuti scaricati la procura indica “gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari”, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi. L’accusa nei confronti di Msf riguarda sia la Aquarius, per il periodo da gennaio 2017 a maggio 2018, sia la Vos Prudence, la nave utilizzata dalla Ong tra marzo 2017 a luglio 2017. Per questo nel registro degli indagati sono finiti, oltre ad alcuni membri dell’organizzazione, anche il Centro operativo di Amsterdam che gestiva l’Aquarius e il Centro operativo di Bruxelles, che invece ha gestito e finanziato le missioni di soccorso della Vos Prudence. Tra gennaio 2017 e maggio 2018 dalle due navi «non è stata mai dichiarata la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo» anche in presenza di «numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell’arrivo dei migranti nei porti italiani» duranti i quali sono stati “rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati», scrive la Procura di Catania nell’inchiesta ‘Bordless’ su indagini della Guardia di Finanza.
LE INTERCETTAZIONI CHE INCHIODANO LA ONG
«Ogni altro rifiuto della clinica è stato presentato insieme a tutti i rifiuti normali al momento dello sbarco». E’ uno dei passaggi di una mail interna di Medici senza frontiere acquisita dalla Procura di Catania agli atti dell’inchiesta ‘Bordless’, che contiene anche intercettazioni della Guardia di FInanza. Come quella tra l’intermediario di un’agenzia marittima e un funzionario della Vos Prudence in cui spiega che i vestiti dei migranti «noi li classifichiamo come rifiuto speciale, come se fossero stracci della sala macchine». Parla di «equilibri talmente sottili ormai consolidati in 2-3 anni» e si «va a certificare» l’urina di «gente che possono avere malattie infettive». Ecco perché, spiega al suo interlocutore, bisogna comportarsi «come una zanzara in una cristalliera, non come un elefante dentro la cristalliera.. si spezza il coso poi non posso aiutarti».
LA FALSIFICAZIONE DEI CODICI DEI RIFIUTI SPECIALI
Secondo l’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Catania coordinata dal dottor Carmelo Zuccaro l’illecito smaltimento nei 44 casi sarebbe avvenuto tramite «una artificiosa comunicazione documentale» con la «declassificazione dei rifiuti a rischio infettivo» da parte Vos Prudence e Aquarius durante 44 sbarchi effettuati complessivamente dalle due navi dal gennaio 2017 a maggio 2018. Il protocollo prevede che il comandante della nave trasmetta alle autorità marittime e all’agenzia marittima raccomandataria, 24 ore prima dell’approdo, un modulo di notifica con l’indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti da conferire e in ragione della loro tipologia il gestore dell’impianto portuale organizza il servizio di raccolta. Al termine delle operazioni, l’operatore ecologico consegna al comandante o suo preposto il “buono di servizio giornaliero”, valido come ricevuta di effettiva consegna della tipologia e dei quantitativi di rifiuti dichiarati. La ditta portuale concessionaria del servizio di smaltimento prende in carica i rifiuti (registro di carico e scarico). Durante il trasporto in discarica i rifiuti sono accompagnati dal formulario di identificazione rifiuti (Fir). In nessuno di questi passaggi, secondo la Procura di Catania, si segnalava la presenza di rifiuti speciali, ma soltanto solidi indifferenziati. Il meccanismo era semplice: durante la navigazione verso il porto di destinazione si provvedeva alla fornitura di indumenti nuovi e di alimenti ai migranti salvati in mare, producendo quelli per l’accusa erano dei «rifiuti pericolosi a rischio infettivo». Quest’ultimi, in fase di certificazione, prima di entrare nel porto, venivano presentati come rifiuti solidi indifferenziati con l’assegnazione di appositi codici che li contraddistinguevano come «non pericolosi». Al termine delle operazioni di sbarco erano poi conferiti alla società incaricata con la ditta portuale incaricata che, come emerso anche da foto-segnalazioni fatte a Catania, «li compattava in maniera indiscriminata e li portava in discarica per lo smaltimento finale».
MATERIALI PERICOLOSI PER SCABBIA, TBC E VARICELLA
Numerosi sono gli episodi ricostruiti nell’indagine della Gdf: tra questi c’è anche quello dell’approdo a Catania il 27 novembre del 2017 della nave Aquarius con a bordo 416 migranti: nel buono di servizio giornalieri dei rifiuti conferiti «nessuna traccia – scrive la Procura – è stata rinvenuta di quelli solidi composti dagli scarti alimentari e di quelli costituiti dagli indumenti dei migranti a rischio contaminazione, nonché di quelli sanitari veri e propri derivanti dall’attività medico-sanitaria prestata a bordo». Analoga situazione a Trapani, il 15 e il 30 aprile 2017 per cui la magistratura contesta «dichiarazioni mendaci di Medici senza frontiere Olanda attestanti la non presenza tra i rifiuti scaricati di sostanze infettive o contagiose, nonostante i sette casi sospetti di tubercolosi, infezioni urinarie ed ematurie, varicella e scabbia, segnalati dall’ufficio di sanità marittima di Pozzallo (Ragusa)». Il 10 maggio del 2018, nuovamente a Catania, dopo lo sbarco di 105 migranti dall’Aquarius, le Fiamme gialle hanno sequestrato il carico di rifiuti appena conferito a un autocarro autocompattatore diretto al deposito della società cooperativa “La Portuale II”. Tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal comandante della nave come rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo: indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall’attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo alle persone soccorse, come garze intrise di sangue, guanti e mascherine con tracce ematiche».
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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