VOLONTARIA DI UN ORFANOTROFIO RAPITA DA TERRORISTI IN KENYA

VOLONTARIA DI UN ORFANOTROFIO RAPITA DA TERRORISTI IN KENYA

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SEQUESTRO COI KALASHNIKOV
PARLANDO IN SOMALO:

SOSPETTI SUI MILIZIANI AL SHABAAB
BOMBARDATI IL GIORNO PRIMA
DA DRONI USA DELL’AFRICOM
CHE HA SEDE ANCHE IN ITALIA

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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E’ la pista dei fondamentalisti islamici di nazionalità somala quella che pare più accreditata a spiegare il rapimento della volontaria italiana Silvia Costanza Romano, 23 anni di Milano, avvenuto martedì sera in Kenya. Al momento non risultano esserci state rivendicazioni ma la polizia keniota guidata da Joseph Boinnet, colui che ha dato la drammatica comunicazione ai media, sta investigando sul sequestro come attacco terroristico essendo l’area tristemente nota in passato per azioni criminose di un gruppo musulmano Al Shabaab vicino ad Al Qaeda che nel 2013 fece una strage in un ipermercato di Nairobi e in passato sequestrò anche alcuni turisti stranieri. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters cinque uomini armati fino ai denti, con il micidiale fucile d’assalto automatico kalashinkov Ak 47, avrebbero teso un vero e proprio agguato alla giovane, intorno alle 20 ora locale (17 in Italia), nel piccolo orfanotrofio del villaggio di Chakama, a circa 80 chilometri a ovest dalla riviera turistica di Malindi nella contea di Kilifi, nel sud-est del Paese; nell’aggressione hanno ferito cinque persone tra cui un ragazzino di 12 anni colpito in modo grave alla coscia. Il rapimento, che ha tutta la parvenza di un agguato premeditato, avviene proprio alcune ore dopo un duplice attacco aereo degli Usa in Somalia che ha fatto strage di miliziani Al Shabaab. Al momento non ci sono prove che possano mettere in correlazione i due episodi sebbene il comando americano Africom abbia due basi militari in Italia: una delle quali, la NSA Naples, è il quartier generale della Sesta Flotta del Pentagono.

LA VOLONTARIA RAPITA ED I BAMBINI FERITI

Silvia Romano insieme ai bambini orfani nella Chakama Guest House da dove è stata rapita martedì sera

Silvia Costanza Romano, laureata in Mediazione Linguistica per la Sicurezza e Difesa Sociale, operava nel Paese africano come volontaria della onlus Africa Milele che opera su progetti di sostegno all’infanzia: dopo aver collaborato nell’estate scorsa con Orphan’s Dream nella cittadina di Likon era rientrata per qualche giorno in Italia prima di ripartire verso il Continente Nero dove era stata nominata referente presso la Chakama Guest House che accoglie bambini senza famiglia. «Il rapimento è avvenuto in una parte del Kenya dove non ci sono centri commerciali, al massimo un negozietto dove si vendono fagioli e dove soprattutto non succede mai niente del genere – ha spiegato Lilian Sora, presidente della onlus marchigiana all’Ansa – Sono andati, a colpo sicuro, nella casa dove era la nostra volontaria, probabilmente perché lì sapevano che c’era una italiana, anche se non so spiegarmi il motivo di quello che è successo. In quel momento era da sola, perché altri erano partiti e altri ancora arriveranno nei prossimi giorni». L’Unità di Crisi della Farnesina si è immediatamente attivata e lavora in stretto contatto con l’Ambasciata d’Italia a Nairobi e con la famiglia della cooperante mantendendo il più stretto riserbo sulla vicenda “nell’esclusivo interesse della connazionale”.

Il ragazzino di 12 anni gravemente ferito ad una gamba da un proiettile esploso dai rapitori di Silvia Romano per coprirsi la fuga

Le notizie giungono però dal Kenya attraverso il reporter dell’agenzia Reuters Humphrey Malalo e le Segnalazioni aggiuntive dei suoi colleghi di Nairobi Hereward Holland, David Lewis, John Ndiso e Baz Ratner. «Gli aggressori parlavano in Somalo e hanno aperto il fuoco sulle persone che fuggivano dalla scena» evidenzia la Reuters che cita il testimone Chad Joshua Kazungu raggiunto per telefono: «C’erano tre aggressori e hanno preso di mira la signora italiana». Gli uomini, cinque secondo la polizia, erano tutti armati di kalashnikov e sparando per coprirsi la fuga hanno ferito cinque persone, tra cui un bambino di 10 anni all’occhio ed uno di 12 anni alla coscia, il più grave, subito trasportati in ospedale dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per l’estrazione del proietile. Un altro testimone ha dichiarato al canale televisivo keniota KTN News che gli aggressori hanno afferrato la donna, picchiandola brutalmente, non appena è uscita dalla sua stanza per scoprire cosa stava succedendo dopo aver sentito gli spari.

IL RACCONTO DEL TESTIMONE: PICCHIATA E SUBITO LEGATA

Il piccolo orfanotrofio di Chakama dove è stata rapita la ragazza

«Gli uomini armati che hanno rapito in Kenya la volontaria Silvia Costanza Romano cercavano proprio lei e l’hanno schiaffeggiata e legata, prima di portarla via» rimarca l’Ansa che riporta le dichiarazioni di un sedicente testimone oculare del rapimento, Ronald Kazungu Ngala, 19 anni. Il giovane è uno dei ragazzi istruiti grazie alla onlus per cui lavora Silvia Romano e sostiene che si trovava nell’ufficio dell’organizzazione, quando ha sentito gli spari provenienti dall’esterno. La banda ha fatto irruzione con fucili e machete chiedendo dove fosse la donna bianca. «Ho detto loro che se ne era andata – racconta – ma non mi hanno creduto e si sono precipitati nella stanza, dove l’hanno trovata». Ngala dice di averli seguiti e aver sentito uno di loro chiedere a un altro “se fosse lei”. Quando gli è stata data una risposta affermativa, l’ha «schiaffeggiata duramente finché Silvia è caduta». “Ronald, per favore, per favore! Ronald, per favore aiutami”, avrebbe detto la giovane a Ngala. «Ho provato a respingere un uomo che la teneva giù per legarle le mani dietro la schiena – dice ancora il ragazzo – ma qualcuno mi ha colpito in testa con un bastone e ho quasi perso i sensi. Lei mi ha detto di mettermi in salvo e sono fuggito». I rapitori hanno portato via la volontaria fuggendo attraverso il fiume Galana.

GLI ASSALTI DEL GRUPPO ISLAMICO VICINO AD AL QAEDA

I fondamentalisti islamici militanti del gruppo terroristico somalo Al Shabaab vicino ad Al Qaeda

Chakama si trova a circa 300 km (185 miglia) a sud-ovest del confine tra Kenya e Somalia ed era una delle zone calde per le incursioni dei fondamentalisti islamici somali militanti di Al Shabaab che in passato una serie di attacchi sul suolo keniota per rappresaglia per l’intervento militare del Kenya in Somalia. Tra il 2011 ed il 2012 c’erano stati anche rapimenti di stranieri. Al momento la polizia keniota non ha confermato un collegamento tra il rapimento ed il gruppo somalo vicino ad Al Qaeda ma la lingua somala parlata dai rapitori, gli armamenti da guerriglieri e l’inchiesta avviata per attacco terroristico inducono a ritenere che questa sia la pista più accreditata da parte degli investigatori. Come riferisce la BBC i militanti islamici di Al Shabaab sono ritenuti responsabili di numerosi attacchi mortali a soldati kenioti compiuti negli ultimi mesi nella contea di Lamu, a nord di Kilifi. Proprio questa organizzazione terroristica nel 2013 aveva assaltato un centro commerciale nella capitale Nairobi uccidendo 67 persone. «Si ritiene anche che il gruppo collegato con Al Qaeda sia responsabile dell’uccisione di un uomo britannico e del rapimento di sua moglie da un’isola turistica nel 2011 – rammenta la Tv britannica nel suo sito online – Poche settimane dopo, una donna francese disabile è stata portata via dalla sua casa nell’arcipelago di Lamu e, secondo quanto riferito, è morta mentre era in progionia. Due operatori umanitari spagnoli sono stati poi rapiti da sospetti uomini armati jihadisti dal campo profughi di Dadaab, vicino al confine somalo».

L’ATTACCO USA CONTRO AL SHABAAB IN SOMALIA

Uno dei droni lanciamissili usati dagli Usa dell’Africom in Somalia

A rendere ancora più delicata la vicenda di Silvia Costanza Romano è la notizia del duplice bombardamento aereo Usa in Somalia durante il quale, proprio il giorno prima del rapimento, sono stati uccisi 37 militanti associati ad al-Shabaab, la più grande affiliata organizzazione affiliata ad Al Qaeda. Un funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha riferito alla CNN che gli attacchi sono stati effettuati da aerei droni senza pilota e che l’obiettivo era un campo al-Shabaab. Gli Usa attualmente hanno circa 500 soldati in Somalia, inquadrati nell’Africom, il comando delle forze schierate in Africa. E sono stati proprio i comandanti di quest’ultimo a spiegare che «il bombardamento aereo di precisione è stato un atto programmato e deliberato»: ha ucciso 27 militanti nel primo attacco e altri 10 militanti in un secondo. «Questi attacchi aerei sono stati condotti a sostegno del governo federale della Somalia mentre per ridurre la capacità di al-Shabaab di pianificare attacchi futuri, interrompono le sue reti di dominio e compromettendo la sua libertà di manovra all’interno della regione» hanno dichiarato dal Pentagono specificando che i raid non hanno causato vittime o feriti tra i civili. Con quest’ultima operazione salgono a 31 attacchi aerei contro al-Shabaab nel 2018: l’ultimo dei quali, nel  mese scorso, ha ucciso circa 60 combattenti affiliati ad al Qaeda. Dal marzo del 2017, il presidente Donald Trump ha autorizzato Africom ad effettuare attacchi di precisione contro al-Shabaab per rafforzare il governo federale della Somalia dove si registrano continui attentati: all’inizio di ottobre anche un convoglio italiano della missione europea di pace era stato preso di mira da un kamikaze con l’esplosivo che fortunatamente non aveva causato né vittime né feriti. «Un alto funzionario della Difesa degli Stati Uniti la scorsa settimana ha dichiarato alla CNN – scrive il sito online della Tv americana – che erano preoccupati per le minacce terroristiche internazionali provenienti dall’Africa orientale» una delle ragioni per cui le forze antiterrorismo statunitensi in Somalia non sarebbero rientrate nei tagli previsti da Trump per i contingenti americani in paesi stranieri. Un allarmismo che sarebbe più che giustificato se il rapimento della giovane volontaria italiana potesse essere attribuito ai miliziani somali quale rappresaglia proprio per l’attacco Usa del giorno precedente. Non va dimenticato che proprio l’Africom ha due importanti basi in Italia: quella storica di Vicenza (già caserma Ederle ora Del Din dopo l’ampliamento) dove sono presenti i battaglioni terrestri del 173rd Airborne Brigade Combat Team e della United States Army Africa (USARAF), ex Southern European Task Force (SETAF); e quella individuata a Napoli nel 2008 dove ha sede la Naval Support Activity Naples, abbreviata NSA Naples, una base militare della marina militare degli Stati Uniti d’America (United States Navy), situata presso l’aeroporto di Napoli-Capodichino. Costituisce il quartier generale della U.S. Naval Forces Europe e della Sesta Flotta degli Stati Uniti.

La polizia keniota procede con cautela nelle indagini e sulla pista dei fondamentalisti islamici dato che da ben sei anni non si verificavano simili aggressioni a turisti o stranieri. Nel frattempo la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al rapimento. Nel procedimento, coordinato dal pm Sergio Colaiocco, si ipotizza il reato di sequestro di persona per finalità di terrorismo. In base a quanto riferisce l’Ansa i carabinieri del Ros sono già in contatto con le autorità keniote. «Abbiamo avuto notizia questa mattina del rapimento di Silvia Costanza Romano in Kenya, lo dico con una certa commozione. Vorrei mandare i miei saluti alla famiglia, nella speranza che la questione si risolva rapidamente – ha affermato il viceministro degli Esteri Emanuela Del Re durante una conferenza stampa sulla Siria – Silvia Romano rappresenta il meglio della nostra società, quelle persone che decidono di passare un periodo nelle zone di conflitto per aiutare altri. In questo modo naturalmente contribuiscono al grande senso di solidarietà che io spero sempre animi il mondo, e che ci porti a quella società dell’empatia che credo possa costituire una risposta importante al male del mondo». Parole di stucchevole romanticismo che suonano persino un po’ stridenti dopo un assalto coi kalashnikov condotto da un commando per rapire un’inerme volontaria italiana.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2018/11/21/kenya-rapita-volontaria-italiana-23enne_7ce175c3-f7b7-462d-98c8-b8c2f4e5d6dc.html

https://www.reuters.com/article/us-kenya-attack/gunmen-kidnap-italian-volunteer-shoot-children-near-kenyas-coast-idUSKCN1NQ0F0

https://www.bbc.com/news/world-africa-46286185

https://edition.cnn.com/2018/11/20/politics/us-somalia-airstrikes/index.html

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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