PM “GARANTE” DEI MAFIOSI NIGERIANI
ALTRO SCONTRO MINISTRO-MAGISTRATI:
IL PROCURATORE DI TORINO
DA 2 ANNI VUOLE INDAGARE SALVINI
E PER CENSURARE IL VICEPREMIER
DFENDE I “DIRITTI” DEI MALAVITOSI.
CONTRO IL LEGHISTA PURE LE TOGHE ROSSE
E IL PIDDINO VICEPRESIDENTE DEL CSM
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Un altro pm contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un’altra storia che contrappone un magistrato al Ministro dell’Interno e riguarda, come nel caso della nave Diciotti, gli immigrati africani: clandestini o meno non si sa ancora perché il titolare dell’inchiesta si è premurato di smentire più che di informare. Un’altra vicenda giudiziaria che odora di peloso garantismo verso gli stranieri persino se destinatari di ordinanza di custodia cautelare per associazione di stampo mafioso. Lo scontro, squisitamente dialettico, è tra il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, ed il vicepremier della Lega per un suo tweet di congratulazioni a Carabinieri e Polizia per gli arresti, rispettivamente del nuovo capo di Cosa Nostra e di “15 mafiosi nigeriani”, postato alle 8,57: un’orario in cui di norma ogni blitz con mandati di cattura è già ampiamente concluso con successo totale o parziale, in quanto viene adeguatamente preparato nei giorni prima con una precedente localizzazione delle abitazioni dei bersagli ed eseguito prima dell’alba con operazioni contestuali per ogni arrestando. Se alle 9 del mattino qualcuno dei destinatari delle misure cautelari non è ancora nella rete non ha certo bisogno di un tweet di Salvini (che non fa alcun nome dei catturandi) per sapere che sta rischiando grosso perché ormai parenti, complici o amici hanno fatto ampiamente in tempo ad avvertirlo Ma il dottor Spataro, che da due anni attende dal Ministro di Giustizia il nullaosta per indagare il leader leghista per vilipendio alla magistratura, non interviene solo per censurare la “tempistica” e gli eventuali «rischi per le indagini in corso» quanto per il «rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato». Anche se per costoro è stata richiesta la misura della custodia cautelare in carcere per indizi gravi, precisi e concordanti di associazione di stampo mafioso… A memoria di giornalista è forse la prima volta che un pm interviene con tale affocamento come garante dei delinquenti di cui la sua Procura ha richiesto l’arresto per un così grave crimine.
DAI TWEETS PER CARABINIERI E POLIZIA ALLE PRECISAZIONI DEL PM
«Con uno straordinario intervento in provincia di Palermo, i Carabinieri hanno smantellato la nuova “cupola” di Cosa nostra, arrestando 49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni – scrive su Twitter Salvini che alle 8,57 del mattino del 4 dicembre rilancia – Non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia, che poi ha ammanettato 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano». Chi nonostante i depistaggi sui deliti Moro e Borsellino crede ancora nella giustizia italiana può esultare col ministro che, probabilmente per par condicio, dopo aver ringraziato l’Arma Benemerita per il clamoroso arresto di Settimino Mineo, il gioielliere 80enne di Palermo finito in manette perché ritenuto il nuovo capo della Cupola di Cosa Nostra in Sicilia, twitta anche per la Polizia di Stato che attraverso la Squadra Mobile di Torino ha arrestato “15 mafiosi nigeriani”. Pressochè immediato il comunicato stampa diffuso dal procuratore Spataro che contesta la comunicazione perchè: «intervenuta mentre l’operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa. Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie» è la censura pubblica che il pm torinese diffonde ai media alcune ore dopo. In una nota che oltre a concentrarsi sui pericoli per le indagini si focalizza sul garantismo nei confronti dei catturandi, un gruppo di nigeriani che stavano ricostituendo un “nido” degli Eye, cioè la “cellula” di una delle “mafie” africane da tempo pericolosamente insediate in Italia e soprattutto a Torino.
IL “RISPETTO DEI DIRITTI” DEI MAFIOSI NIGERIANI
«La polizia giudiziaria non ha fermato “15 mafiosi nigeriani”, ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa (quindi degli arresti, ndr). Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.». La prima preoccupazione del magistrato titolare dell’inchiesta è quella di smentire che per tutti quanti ci sia l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Sebbene non si conoscano nemmeno i nomi degli arrestati, ed anche se si conoscessero non sarebbero così noti all’opinione publica trattandosi di immigrati nigeriani e non di politici o imprenditori famosi, in un empito di dialettica garantista il pm prende le difese dei poveretti destinatari di un provvedimento restrittivo della libertà che non sono mafiosi ma semplicemente complici o gregari nei malaffari vari dei non meglio quantificati mafiosi nigeriani. Vi è poi l’ulteriore precisazione secondo cui «coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso». Ma anche in questo caso il magistrato non scioglie il nodo che più preme all’opinione pubblica: quanti sono già in manette??? Ma il capolavoro del garantismo più sofista, che non vacilla nemmeno di fronte a quella mafia nigeriana che riduce in schiavitù le minorenni e gestisce molteplici traffici di droga, giunge con la postilla successiva del dottor Spataro: «la diffusione della notizia contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato». Frasi di circostanza che sembrano scordare che una misura di custodia cautelare in carcere viene decretata da un’ordinanza del Giudice delle Indagini Preliminari su richiesta della pubblica accusa laddove esistano indizi gravi, precisi e concordanti e sussista il rischio della reiterazione del reato, l’inquinamento delle prove o il pericolo di fuga. Pertanto le prove a carico dell’indagato, in questo caso per associazione di stampo mafioso, hanno già superato il primo vaglio da parte di un giudice.
LA REPLICA DI SALVINI: «SE IL PM E’ STANCO VADA IN PENSIONE»
«Se il capo della polizia mi scrive alle 7:22 informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell’ordine» ha replicato Salvini che ha poi indirizzato severe critiche al procuratore torinese: «Spataro sbaglia nei modi e nei tempi – ha proseguito il ministro in una diretta su Facebook – in genere si telefona prima se ci sono rimostranze da fare, così usa tra pubbliche istituzioni. E poi…sapete il tweet a che ora è stato fatto? Un’ora e mezza dopo che mi era stato comunicato ufficialmente che l’operazione contro i delinquenti nigeriani era andata a buon fine. Nessuno perciò si può permettere attacchi gratuiti, politici lasciamoli, appunto, ai politici. Se poi qualcuno vuol candidarsi faccia pure». Le dichiarazioni del vicepremier si concludono con un’ironica stoccata: «Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato».
L’INCHIESTA DI SPATARO SU SALVINI
Come rammentò Repubblica in un articolo del luglio scorso proprio il procuratore torinese Spataro aveva avviato indagini nei confronti di Matteo Salvini per vilipendio dell’ordine giudiziario. «L’attuale ministro dell’Interno il 14 febbraio del 2016, durante un comizio a Collegno, parlò di “magistratura schifezza” – scrive Repubblica – Il procuratore allora aveva aperto un fascicolo. Per il reato di vilipendio all’ordine giudiziario è però necessaria l’autorizzazione a procedere da parte del Guardasigilli e il precedente ministro, Andrea Orlando del Partito democratico, nonostante tre sollecitazioni, non ha mai risposto. La pronuncia del ministro della giustizia è indispensabile per stabilire quale debba essere la sorte del procedimento». Per questo Spataro aveva scritto al nuovo Ministro di Grazia e Giustizia, Alfonso Bonafede, sollecitandolo a pronunciarsi.
L’EX DEPUTATO PD ALLERTA SUBITO IL CSM
Eletto vicepresidente del Csm a garanzia delle cosiddette toghe rosse (come scritto in precedente articolo segnalato a fondo pagina) l’ex deputato Pd, braccio destro dell’altro Matteo Renzi, al secolo David Ermini, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione per intervenire subito nella vicenda «L’impegno del procuratore Spataro – ha affermato Ermini – è da grande e leale servitore dello Stato e non può essere in alcun modo messo in discussione da toni sprezzanti. Il lavoro serio, puntuale e rischioso che la magistratura porta avanti ogni giorno non può e non deve essere utilizzato per scopi di propaganda». Come riporta il Corriere della Sera i consiglieri togati di Area al Consiglio Superiore della Magistratura hanno chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli l’apertura di una pratica a tutela del procuratore di Torino Armando Spataro. Nel testo accusano il ministro Salvini di aver usato «toni da dileggio» ed «espressioni sgradevoli e delegittimanti«nei confronti del procuratore e del ruolo istituzionale da lui ricoperto». Si preannuncia quindi uno scontro politico pesante tra la corrente di sinistra della magistratura, che ha eletto il deputato Pd quale vicepresidente del Csm nonostante ci fosse già un piddino presidente (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella) ed il ministro dell’Interno. Mentre si attende che il Ministro di Grazia e Giustizia, se esiste, batta anche un piccolo colpo…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
https://www.repubblica.it/politica/2018/07/16/news/spataro_salvini_bonafede-201925154/
A prescindere dalla tempistica degli arresti,dolente di una notizia,con i complimenti del Ministro degli Interni,all’indirizzo delle forze dell’ordine,il procuratore lamenta una intrusione di campo.Nel caso in questione ,come di già spiegato,nei fatti,non ha portato nocumento agli arresti.Come si sarebbe espresso il filosofo “Cui prodest”?!