CROZZA SI SCUSI CON BERLUSCONI
IL CAVALIERE DI ARCORE FECE
LEGGI AD PERSONAM PER SALVARE
LE SUE TV E SE STESSO DAI PM.
IL GATTO E LA VOLPE TOSCANI
LE HANNO FATTE AD FAMILIAM
PER NASCONDERE I SOLDI SPARITI
DA BANCHE E FONDI UMANITARI
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Maurizio Crozza dovrebbe decidere cosa vuole fare da grande. Se fare il satirico imitatore o il giornalista d’inchiesta perché mentre nel primo ruolo è sicuramente uno dei migliori degli ultimi anni nel secondo sembra un sicario pagato per sparare mitragliate alla cieca. La gag su Matteo Renzi che chiede scusa a Silvio Berlusconi è stata sicuramente un’intuizione geniale: molti vedendola iniziare si sono immaginati potesse finire con la storia dell’ex premier toscano a fare da guida turistica in tv premiato da una pioggia di migliaia di euro da Mediaset. Sarebbe stata non solo divertente ma molto vera: perché il senatore piddino che va a fare marchette sui media del cavaliere da lui stesso disarcionato non solo si presta al sarcasmo ma anche al grottesco. Avrebbe potuto anche fare un dittico tra le leggi “ad personam” del leader di Forza Italia e quelle “ad familiam” del gatto e la volpe toscani del Partito Democratico, al secolo Renzi e Maria Elena Boschi. Invece no! Forse memore di essere foraggiato da La7, tv competitor del gruppo Canale 5, genuflesso alla linea editoriale che bersaglia il politico di Arcore ogni volta che ritrova la voglia di balbettare qualche opinione politica, Crozza riapre gli scheletri degli armadi snocciolando solo leggi ad personam varate da Berlusconi nei 9 anni da premier sui 24 in Parlamento. Un paio di giorni orsono ho scritto una pubblica condanna, politica ed imprenditoriale, per i clamorosi errori commessi dal padrone di Mediaset nel tentativo di far rinascere l’Italia: il più grave dei quali fu proprio allearsi con Renzi. Ora però mi tocca prendere le sue difese e ripercorrere in fulminea sintesi la sua storia imprenditoriale e la persecuzione giudiziaria subita.
LE LEGGI AD PERSONAM DI BERLUSCONI
Berlusconi ha fatto sì leggi ad personam ma solo per difendere le televisioni e la sua geniale intuizione di creare una rete nazionale tra esse. Lo fece in un momento di monopolio Rai ed in presenza di vuoti normativi all’italiana: dove per gli amici le leggi si intepretano per gli altri si applicano. Lui, essendo amico di quel Betino Craxi che la letteratura della penisola non smetterà mai di rivalutare abbastanza, finì nella lista nera dei nemici di quelle stesse toghe rosse che stavano preparando il golpe di Tangentopoli per eliminare i socialisti ed il centrodestra Dc dal panorama politico italiano e non per moralizzare l’Italia: altrimenti i vari Napolitano e Mattarella non avrebbero potuto sedersi sul Colle del Quirinale. Ecco quindi che iniziarono le sue battaglie giudiziarie con il sequestro dei primi ripetitori, il dissequestro e così via fino alla legge Mammì che fece l’unica cosa intelligente da fare: fotografare la situazione venutasi a creare con le tre tv private di Fininvest, esattamente come avvenuto per milioni di sanatorie immobiliari e non nella storia amministrativa d’Italia. Qualcuno racconta che se gli avessero chiuso le tv sarebbe fallito per l’enorme esposizione accumulata ma scorda che i miliardi di debiti furono subito coperti dalle partecipazioni societarie di alcuni suoi amici investitori e senza sventrare alcuna banca. Anzi la Mediolanum da lui fondata cominciò poi a crescere notevolmente fino a diventare oggi una delle più solide banche d’Europa. Dopo la decapitazione politica di Craxi Berlusconi comprese il progetto della sinistra e scese in campo: apriti cielo! Le azioni giudiziarie contro di lui da occasionali diventarono quotidiane e persecutorie sfociando in un avviso di garanzia fatto avere ai giornali nel giorno del G8 di Napoli ed in oltre 500 perquisizioni aziendali e private. Da lì iniziò la vera guerra giudiziaria tra i magistrati e il presidente del Consiglio, rieletto più volte nonostante le inchieste, il quale ad ogni persecuzione togata ha risposto con una legge di autodifesa finchè, stremato dalle energie e ripetutamente tradito dai suoi alleati come se fossero stati ogni volta lautamente pagati, fu buttato fuori dal Parlamento. Ecco quindi il senso delle leggi ad personam: difendere se stesso e la sua impresa costruita con genialità, dedizione professionale e investimenti finanziari suoi e di chi ha creduto in lui.
LE LEGGI AD FAMILIAM DEL GATTO E LA VOLPE TOSCANI
Diametralmente opposto, invece, il motivo per cui i Governi sostenuti dal Pd guidato da Matteo Renzi hanno varato le leggi ad familiam: la prima, il cosiddetto Decreto Salvabanche, per evitare il dissesto di Monte dei Paschi di Siena ma soprattutto di Banca Etruria, dove il signor Pierluigi Boschi, papà della cocca del premier Renzi, il ministro Maria Elena Boschi, era vicepresidente e rischiava un’inchiesta per bancarotta fraudolenta con mille aggravanti se la banca avesse chiuso i battenti. La seconda, tra le tante leggi opportunistiche varate dai Dem, è quella approvata dal governo di Paolo Gentiloni ormai scaduto dopo le elezioni: la riforma del Codice penale con l’estensione a 4 anni del periodo di pena senza detenzione carceraria e soprattutto la derubricazione del reato di appropriazione indebita aggravata in virtù della quale ora il fratello del cognato di Renzi non è procedibile per la famosa storia dei 6 milioni di euro di fondi destinati ai bambini africani da Unicef ed Operation Usa e finiti in piccola parte nella stessa azienda della mamma di Renzi.
La morale della storia presto detta: Berlusconi ha fatto leggi ad personam per poter difendere sé e le sue aziende in un paese corrotto come l’Italia dove la giustizia viene usata dai poteri forti trasversali anche per distruggere gli imprenditori vicini a certe aree politiche; Renzi e Boschi hanno fatto leggi ad familiam, con il silente beneplacito della magistratura per nascondere gli affari sui soldi spariti da banche e fondi umanitari. Non solo Mediaste e Mediolanum fanno la gioia di miliagia di dipendenti e risparmiatori. I soldi Unicef e Banca Etruria hanno creato un danno ad orfani dell’Africa e piccoli risparmiatori italiani. Caro Crozza se hai buonsenso capisci e chiedi scusa anche tu al cavaliere.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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