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LA SINISTRA ANNIENTA I GILET GIALLI

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L’INVITO ALLA RIVOLUZIONE
DEL COMUNISTA MELENCHON
FA UN GRANDE FLOP A PARIGI.
A ROMA CORTEO ROSSO COI MIGRANTI
PER URLARE “GOVERNO DI ASSASSINI”

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

E’ nato come movimento spontaneo di protesta popolare contro gli annunciati rincari dei carburanti in Francia rischia di estinguersi per le infiltrazioni della sinistra che a Parigi come a Roma ha cercato di cavalcare la rivolta per farne uno strumento politico a proprio uso e consumo: oltralpe per iniziativa del leader dei comunisti Jean-Luc Melenchon, il cui invito alla rivoluzione si è rivelato un flop, e in Italia per i cortei dell’Usb (Unione sindacale di base) che portando migranti africani neri ad indossare le casacche gialle per gridare “No Salvini” e “Governo di assassini” in risposta al Decreto Sicurezza varato dall’esecutivo gialloverde, hanno dipinto con una colorazione politica marcata di rosso la sfilata antirazzista racimolando meno di un migliaio di manifestanti, perlopiù immigrati di colore.

FLOP DELLA RIVOLUZIONE INVOCATA DALLA SINISTRA

Sull’Avenue des Champs-Élysées era pronto un massiccio dispiegamento di polizia in tenuta antisommossa temendo la replica delle devastazioni di vetrine, dei saccheggi di merce, dei 260 feriti e quasi 2mila arresti avvenuti l’8 dicembre, invece, anche grazie ai blocchi stradali attuati dalle forze dell’ordine all’esterno della capitale per impedire l’accesso ai manifestanti giunti da fuori città, si sono registrate solo 3mila persone, la metà della settimana precedente come in tutta la Francia che ne ha contate meno di 70mila contro le 136mila del weekend precedente. Gli scontri ed i tafferugli con la polizia sono stati nella norma tanto che i negozi hanno potuto tenere le serrande alzate ed i musei le porte aperte. Gli agenti antisommossa hanno effettuato alcune cariche anche con idranti, spray urticanti e sparando coi fucili le micidiali flash-ball di gomma che hanno causato la perdita di un occhio ad una ragazza nella precedente protesta. Ma alla fine i guai peggiori li hanno causati proprio i Gilet Gialli: 2 morti in incidenti stradali per i blocchi sulle autostrade, un giornalista di Russia Today France ferito gravemente al volto dal pomello di una porta scagliato da un manifestante che voleva colpire i poliziotti.

LA PROTESTA PER LE DIMISSIONI DI MACRON

La scritta sul muro dell’Arco del Trionfo che chiede le dimissioni di Macron

Un graduale spegnersi delle proteste che è direttamente proporzionale allo sbiadirsi dei colori gialli di una contestazione politica trassversale evidenziata anche nel nome della pagina Facebook: “Sabato 15 dicembre Atto 5: Macron dimissioni”. “Non molliamo nulla. Confermiamo che l’atto V avrà luogo sabato” hanno scritto gli organizzatori anonimi racimolando 10mila adesioni su Fb nonostante dopo il primo dicembre Emmanuel Macron avesse calato le braghe giungendo a giustificare la «collera» ed a fare promesse di incentivi socioecnomici importanti. Ciò non è bastato ai rivoltosi ma soprattutto all’europarlamentare Melenchon, leader della sinistra radicale di France Insoumise e forte di 7milioni di voti alle presidenziali del 2017 contro Macron: «Io credo che l’Atto 5 della “rivoluzione dei cittadini” nel nostro paese sabato prossimo sarà un momento di grande mobilitazione. Ma certamente, come ciascuno di noi, mi rimetto alla decisione che sarà presa da coloro che sono dentro all’azione» aveva twittato Melenchon lunedì scorso, all’indomani della guerriglia urbana dell’8 dicembre, e due suoi deputati di FI, Clémentine Autain e Alexis Corbières, hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione. Ma il suo appello, forse proprio perché di una eveidente colorazione politica, è caduto nel vuoto e sembrano essere prevalsi gli inviti alla prudenza ed a rinunciare alla protesta di alcuni esponenti di opposizione come Laurent Wauquiez, Nicolas Dupont-Aignan e anche Marine Le Pen, conseguenti alle sollecitazioni del ministro dell’Interno Christophe Castaner che aveva chiesto “un atto di responsabilità” ed attraverso al suo portavoce Benjamin Griveaux alla vigilia aveva dichiarato «la rabbia si è già espressa ed è stata sentita dal governo che ha già risposto».

 

GLI INFILTRATI NEL MOVIMENTO FRANCESE

Un black-block travestito da gilet jaune brucia una bandiera francese

Un po’ per l’annuncio distensivo di Macron, un po’ per le connotazioni rosse la rivolta è andata quindi ridimensionandosi anche per il forfait di alcuni degli promotori iniziali del movimento preoccupati proprio dalle infiltrazioni di attivisti politici esperti negli scontri di piazza e dei temutissimi black-blokcks provetti nella gueriglia urbana. Nel movimento spontaneo dei Gilets Jaunes, come affermato dalla sua leader Jacline Mouraud già il 2 dicembre, si sono infiltrati «giovani che vogliono solo fare casino». Una tesi confermata dal segretario generale del sindacato francese dei poliziotti France Police Michel Thooris in un’intervista rilasciata a Sputnik France: «Le proteste del primo dicembre a Parigi, che possiamo definire insurrezione o addirittura guerra civile, sono state sui generis. Rappresentanti di diverse forze politiche hanno partecipato insieme a un’unica protesta. Da un lato, qualsivoglia gruppo di estrema sinistra: gruppi singoli o anarchici. Si tratta di persone che impiegano i metodi della sommossa cittadina e non del movimento per ottenere qualcosa. Poi ai manifestanti di estrema sinistra si sono uniti criminali provenienti da sfortunati quartieri della regione di Parigi. Oltre a loro vi erano anche i gilet gialli a noi sconosciuti che ci hanno permesso di infiltrarci nelle situazioni di disordine. E infine, vi erano anche singoli individui di estrema destra che hanno agito principalmente da soli o in piccoli gruppi». Del tentativo di “appropriazione indebita” da parte della sinistra si trovava conferma anche sul sito dell’organizzazione di sinistra Front Social in cui già si è cominciato a parlate di “Gilets Jaunes et Rouges”. Una colorazione che è stata impressa fin dall’inizio da una manifestazione antirazzista organizzata invece a Roma sempre sabato dagli esponenti di estrema sinistra dell’Usb che ha cercato di appropriarsi dell’effetto mediatico dei gilet gialli senza ottenere grandi risultati…

GILET GIALLI CON BANDIERE ROSSE A ROMA PER INSULTARE SALVINI

Manifestazione contro ogni forma di razzismo, Roma, 15 dicembre 2018
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

«Al grido “Get up, stand up!” hanno sfilato per le vie del centro della Capitale per i diritti dei migranti. Il corteo nazionale antirazzista, organizzato dall’Usb, è partito da piazza della Repubblica ed è arrivato a piazza Madonna di Loreto. In piazza molti migranti e diversi manifestanti hanno indossato gilet gialli, chiaramente ispirati alle proteste in Francia. Tra i cartelloni esposti “Basta razzismo” e “No Salvini”» scrive l’Ansa omettendo di citare i cartelli più imbarazzanti come “Governo di assassini” e di tracciare il profilo politico degli organizzatori di sinistra ancora capaci di sventolare le bandiere rosse con falce e martello. «Una manifestazione degli uomini e delle donne resi ‘invisibili’ dalle norme antisociali che continuano a produrre povertà, disoccupazione, guerra tra persone già impoverite e senza casa: studenti, lavoratori, braccianti, colf, badanti, rifugiati, facchini, richiedenti asilo, lavoratori del terzo settore, uomini e donne solidali» hanno sottolineato gli organizzatori spiegando che ad aderire alla manifestazione hanno aderito anche delegazioni della Coalizione Internazionale Sans-Papiers Migranti e Rifugiati da Francia, Belgio e Spagna. «Un migliaio di manifestanti in tutto, soprattutto stranieri di origine africana accompagnati da studenti, attivisti dell’Usb e “compagni” di Potere al Popolo – evidenzia invece Il Giornale – Tutto e il contrario di tutto, con un retrogusto fuori da ogni tempo. Gli altoparlanti sparano musica di Bob Marley, i manifestanti ballano, alzano orgogliosi il pugno chiuso e mostrano un cartello con Karl Mark vestito col gilet giallo. “Di Maio, Salvini, vaffanculo”, urlano gli stranieri. E ancora: “Subito, subito il permesso di soggiorno”. Protestano contro il decreto Sicurezza voluto da Salvini, il ministro dell’Interno che non temono di definire “assassino”».«Indossiamo questi abiti perchè siamo arrabbiati per il razzismo che dobbiamo subire ogni giorno» dice ai giornalisti un ragazzo che proviene dal Mali. Gli fa eco un altro immigrato: «Noi non siamo criminali, siamo lavoratori, siamo gli schiavi dei campi di lavoro che non volete vedere, quelli che raccolgono le verdure che poi mangiate. Immigrazione non vuol dire criminalità, noi siamo spesso sfruttati dalla criminalità, nei nostri viaggi per arrivare qui, sul lavoro. Chiediamo solo di non essere più invisibili, di ottenere diritti: casa, lavoro». L’istanza di un legittimo diritto si accompagna però agli insulti pilotati dalla sinistra contro il Governo ed al Ministero dell’Interno Matteo Salvini per quel Decreto Sicurezza approvato dal Parlamento che vuole porre un freno all’immigrazione indiscriminata proprio per favorire i veri profughi di guerra ed i migranti in cerca di lavoro. Ecco quindi che le bandiere rosse soffocano sul nascere l’effetto mediatico dei Gilet Gialli che sono stati imitati anche in Israele dove la polizia ha arrestato una decina di manifestanti.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/12/15/corteo-con-gilet-gialli.-stop-razzismo_70a967a9-8f67-4c3f-bbca-b6b15b47bd7a.html

http://m.ilgiornale.it/news/2018/12/15/gilet-gialli-e-bandiere-rosse-lodio-dei-migranti-su-salvini-assassino/1617038/

https://www.gospanews.net/2018/12/12/gilet-gialli-intrighi-coi-politici-di-soros/

 

https://it.sputniknews.com/mondo/201812116934785-francia-gilet-gialli-proteste-esercito-contro-popolo/

 

http://www.occhidellaguerra.it/gilet-gialli-parigi-atto-quinto/

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