ECCO IL VIDEO AGGHIACCIANTE CHE MOSTRA
LA FEROCIA CON CUI I TERRORISTI ISLAMICI
HANNO UCCISO LE DUE RAGAZZE IN MAROCCO.
IN UN ALTRO FILMATO LA RIVENDICAZIONE ISIS
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Stuprate, sgozzate, una di loro decapitata come un agnello da sacrificio in un video agghiacciante che se decidiamo di mettere online è solo perché si possa conoscere il volto disumano e demoniaco dei criminali islamici, prima bestiali assassini che fanatici integralisti religiosi. Un filmato già comparso su alcuni social di cui gli investigatori stanno cercando di accertare l’autenticità che in un minuto e 16 secondi svela gli orrendi abissi della malvagità umana quando diventa diabolica.
Non si può affermare con certezza che questo video, giunto alla redazione da una fonte vicina all’intelligence internazionale, registri proprio la decapitazione di una delle due turiste scandinave trovate assassinate in Marocco ma è inconfutabile che un uomo dalla carnagione scura e la parlata araba, con l’aiuto di un altro di similare etnia, sgozza e taglia il capo ad una ragazza di pelle chiarissima esattamente come quella delle nordeuropee. E i servizi segreti del loro paese ne avrebbero avvalorato la veridicità.
E’ purtroppo certo che una di loro è stata rinvenuta decapitata non da violentatori musulmani qualunque che avrebbero potuto limitarsi ad ucciderle dopo gli abusi ma da integralisti islamici marocchini vicini all’Isis che hanno poi rivendicato le macabre esecuzioni in un altro video, in cui compare sullo sfondo una grossa bandiera nera del famigerato Stato Islamico. Anche grazie a questi filmati le forze dell’ordine hanno trovato conferma ai loro sospetti e sono riusciti ad arrestare nella giornata di oggi, giovedì 20 dicembre, i quattro presunti responsabili dell’efferato e cruento duplice delitto, aggravato dal tremendo rituale da jihadisti della decapitazione di una delle escursioniste.
TURISTE DECAPITATE IN MAROCCO: TRE JIHADISTI CONDANNATI A MORTE. MA DECIDERA’ IL RE
Reati per i quali rischiano la pena di morte: ancora prevista dalle leggi del Marocco ma mai eseguita negli ultimi vent’anni nonostante siano 115 condannati in attesa nel braccio della morte.
LA SCOPERTA DELLE RAGAZZE UCCISE
Le due ragazze, Louisa Jesperen, studentessa danese 24enne e Maren Ueland, norvegese, di 28 anni, si erano recate nella piana di Imlil, in Marocco, poco lontano dal centro abitato da cui partono i trekking per il turismo d’alta quota, con l’intenzione di raggiungere la vetta del monte Toubkal, nell’Alto Atlante, la regione montuosa del Sud, molto popolare tra gli escursionisti occidentali e finora considerata una meta sicura. Nell’attesa di affrontare la salita verso la vetta, avevano piantato la loro tenda da campeggio con l’intenzione di pernottare fino all’alba.
Ma, lunedì mattina, un passante ha notato i corpi esanimi e sanguinanti delle due giovani e avvertito immediatamente la polizia del posto che, accertata l’entità del fatto, ha provveduto ad allertare il Bcij, Bureau central d’investigation Judiciaires, una sorta di Fbi marocchina per il prosieguo delle indagini. Una fonte a Imlil ha raccontato che una delle vittime è stata trovata morta dentro la sua tenda sgozzata, mentre l’altra era all’esterno addirittura decapitata.
LA PISTA DEL PORTAFOGLIO E GLI ARRESTI
Sul posto del macabro rinvenimento, durante gli accertamenti, gli investigatori hanno rinvenuto il portafogli di un componente della banda, perso durante la fuga e, in poche ore, erano già sulle tracce dell’individuo in un sobborgo di Marrakech. Il soggetto risultava noto negli archivi come componente di un gruppo islamista e le successive immediate indagini hanno presto portato all’individuazione degli altri complici.
La Procura reale di Rabat ha fatto sapere di aver arrestato quattro sospetti, tra cui anche l’esecutore materiale dell’omicidio filmato. Si tratta dei trentacinquenni Rachid El Afati ed Abderrahmane Khayali dik Marrakech e dei più giovani Younes Ouaziyad, 27, e Abdessamad Joude, 25, entrambi nati a Marrakech, finiti in manette durante l’operazione di polizia condotta in mattinata.
Sono noti alle autorità i legami dei quattro musulmani di orientamento integralista salafita con ambienti dell‘eversione islamica in Marocco e non si esclude che il rapimento, gli stupri e gli omicidi possano essere stati messi in atto per conquistare credibilità agli occhi dei capi dell’Isis a cui hanno giurato fedeltà nel filmato della rivendicazione della carneficina. Il procuratore ha riferito che solo che uno dei sospetti risulta formalmente legato a un gruppo di miliziani, ma non ha specificato quale. Come riferisce il portavoce della polizia Boubker Sabik uno di loro ha anche precedenti penali specifici “legati ad atti terroristici”.
LA RIVENDICAZIONE DELL’ISIS
Il primo a rivelare che non si trattava soltanto di duplice omicidio a sfondo sessuale ma di un vero atto ad opera di jihadisti è stato il giornalista di Mediaset Tony Capuozzo, inviato di guerra e grande esperto di cronaca estera: «Ipotesi terrorismo per la morte delle due turiste scandinave violentate e poi uccise nell’alto Atlante marocchino – ha postato il reporter sui social – Una delle due è stata decapitata, un video postato sui social, un giovane arrestato e i suoi complici ricercati avevano legami con gruppi fondamentalisti».
Una tesi confermato poche ore dopo da un video di rivendicazione diffuso dallo Stato islamico (Isis). «Nel video diffuso in rete da un sito jihadista “appaiono quattro giovani marocchini che affermano di essere gli autori dell’uccisione delle due turiste scandinave in Marocco” – scrive il Corriere di Siena che ha linkato il video che anche noi riportiamo – Alle loro spalle “la bandiera nera dell’organizzazione” terroristica mentre “lanciano insulti al sovrano marocchino Mohammed VI e giurano fedeltà ad al Baghdadi”, il Califfo leader dell’Isis». “In ossequio ad Allah e all’emiro dei credenti al Baghdadi e in sostegno ai nostri fratelli a Hajin, diciamo al Califfo dei musulmani che ha dei soldati nel Maghreb che solo Allah conosce e questi vanno avanti per far prevalere Allah” ha aggiunto uno dei giovani sgomberando ogni minimo dubbio sulla matrice terroristica del bestiale delitto.
Dal canto suo l’intelligence danese ha già autenticato il filmato mentre il primo ministro danese Lars Loekke Rasmussen ha definito l’omicidio «politicamente motivato e atto di terrorismo» aggiungendo che «ci sono ancora forze oscure che vogliono combattere i nostri valori e di fronte alle quali non dobbiamo arrenderci». La rivendicazione jihadista riporta in Marocco al clima del terrore vissuto negli anni passati per l’attentato del 28 aprile 2011 al Cafè Argana di Marrakech, che fece 17 morti, e quelli di Casablanca dell’11 maggio 2003, con 47 vittime.
IL VIDEO AGGHIACCHIANTE DELLA DECAPITAZIONE
CONSIGLIAMO A TUTTE LE PERSONE SENSIBILI DI NON GUARDARE IL VIDEO che pubblichiamo al fine di rendere palese la bieca e cinica ferocia con cui questi assassini senza cuore e senza anima, macellano una ragazza inerme ed innocente dopo aver abusato di lei. Lo pubblichiamo anche per suscitare quella indignazione generale contro l’estremismo islamico che è quotidianamente condita da troppi se e ma…
Per quelli che non si sentiranno di vederlo ecco la ricostruzione di un’esecuzione che travalica ogni fantasia da film dell’orrore: soprattutto perché vera. Il filmato registrato con un telefonino comincia con il primo piano su un grosso coltello da macelleria che appare davanti ad una ragazza dalla carnagione chiarissima distesa prona per terra, seminuda, con solo una maglietta bianca e degli slip neri addosso. In pochi secondi viene voltata con violenza su un fianco e l’assassino si china per sgozzarla mentre un complice le schiaccia la testa con un piede per evitare che la muova.
Le urla disperate della giovane si fanno lancinanti per alcuni secondi, poi diventano roche quando la lama fende la gola e presumibilmente recide le corde vocali. In un estremo moto istintivo di difesa muove le braccia per cercare di oppore resistenza allo sgozzamento che procede inesorabile. Finchè non diventa immobile. Si spera subito priva di coscienza. Con fare ossessivo e indemoniato il macellaio non si placa e si accanisce col coltellaccio sul collo della giovane con ben 13 colpi prima di riuscire a recidere la testa. La alza e la mostra al complice che sta reggendo il telefonino della videoregistrazione, fatta apposta per esaltare il macabro rituale del terrore jihadista. Poi la appoggia come un oggetto qualunque accanto a quella che pare una tenda.
Per terra si vedono un fornellino da campo, un bagnoschiuma, uno scarponcino da trekking. Troppi indizi per non credere che sia davvero il filmato sulla tremenda morte di una delle due ragazze. Ancora non si sa quale delle due sia stata decapitata. Ma è un’informazione di secondaria importanza: quel che purtroppo importa è che entrambe sono state rapire e ridotte schiave, come autorizza a fare la Sura 24 del Corano nei confronti delle donne infedeli ritrenute impure, violentate e giustiziate per sgozzamento da una gang di terroristi o aspiranti tali che confermano quanta follia assassina, disumana e diabolica si annidi nei seguaci più fedeli dei dettami del sanguinario profeta Maometto.
L’occidente è in guerra con i jihadisti ormai sparpagliati in tutta Europa ma anche con tutti quegli integralisti che non solo non li condannano ma spesso li coprono nelle loro sanguinarie azioni. Chi si ostina a negarlo guardi e riguardi il video dell’esecuzione di questa ragazza finchè non lo capisce.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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