IL SINDACO VOLUTO DA MATTARELLA
SI RIBELLA AL DECRETO SICUREZZA
COME BOICOTTAVA IL GIUDICE
CHE COMBATTEVA LA MAFIA
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
E’ ormai stranoto che in Sicilia, enclave della mafia seminata dalla massoneria di Giuseppe Mazzini e fatta prosperare dagli americani alleati del boss Lucky Luciano, la politica segue un corso molto particolare e bizzarro. A tal punto anomalo da indurre gli uomini di buona volontà e comprendonia a ritenere che sia naturale effetto di quella triade di massoneria, servizi segeti e mafia che inquina e depista l’Italia dal 1943, anno in cui l’Amgot anglo-americano pose piede nella Trinacria con l’aiuto delle famiglie del boss della Cosa Nostra italo-americana.
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Fin qui non si narra nulla di più di ciò che un normale appassionato di storiografia ha scoperto al di là delle censure nei libri di testo scolastici. Ma al fine di comprendere ciò che sta accadendo nell’anno 2019 è doveroso ricordare ciò che è avvenuto in tempi meno remoti in Sicilia ed in particolare a Palermo, sede di una delle più importanti logge massoniche mondiali denominata Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato (dove si affiliarono Mazzini ma anche Nino Salvo, ritenuto mandante dell’assassinio del giudice Rocco Chinnici, il primo a mettere in correlazione la mafia con l’Unità d’Italia). In considerazione dell’enorme massa di informazioni al riguardo citerò solo brevi riferimenti rimandando alle fonti di precedenti articoli a fondo pagina limitandomi qui a trarre alcune importanti considerazioni.
Prima tra tutte quella sulla presa di posizione di Leoluca Orlando contro il Decreto Sicurezza voluto dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini che giunge proprio all’indomani del messaggio di fine anno pro-migranti del suo mentore ora sfortunatamente Presidente della Repubblica Italiana. Inutile riferire i dettagli su tale boicottaggio dato che sono riportati su tutti i media italiani. Ma forse non molti rammentano chi è davvero Leoluca Orlando, ripetutamente immortalato in preghiera coi musulmani, e grazie a chi ha fatto carriera politica.
LEOLUCA ORLANDO VOLUTO DA MATTARELLA
Alla morte di Piersanti Mattarella (presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia in circostanze molto ambigue secondo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, vedi articolo sotto Gli intoccabili siciliani) la Dc siciliana fu commissariata e toccò proprio a Sergio Mattarella, figlio di Bernardo Mattarella, accusato di collusioni mafiose da varie fonti tra cui un documento di Vito Ciancimino agli atti dell’inchiesta della Commissione parlamentare antimafia, l’onere di costruire un nuovo corso alla politica democristiana nell’isola attraverso la scelta di un nuovo leader che individuò in Leoluca Orlando, che divenne sindaco nel 1985: dal 2012 costui ricopre per la quinta volta tale incarico. Un politico che fu tra i più strenui accusatori di Giovanni Falcone, il giudice antimafia per antonomasia. Sarebbe dispersivo riportare tutti i testi al riguardo in riferimento all’esposto di Orlando al Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) contro Falcone e pertanto mi limiterò a pubblicare il link di una trasmissione televisiva con l’intervento del politico contro il giudice.
In aggiunta a ciò ecco l’intervista all’ex Ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli, colui che diede rifugio al giudice chiamandolo a svolgere la funzione di Direttore degli Affari Penali presso il Dicastero, che evidenzia come le accuse del Sindaco di Palermo sarebbero state una reazione alle indagini del magistrato su Vito Ciancimino (lo stesso raccomandato da Bernardo Mattarella, padre del democristiano Sergio che avrebbe poi sponsorizzato Orlando) che durante l’amministrazione Orlando continuava ad imperversare nella gestione di appalti pubblici direttamente o per il tramite di suoi soci in affari.
Appena possibile, data la voluminosità degli atti, elaboreremo un apposito articolo su tutti i retroscena emersi dall’audizione di Falcone al Csm dove non solo ebbe a difendersi con perizia e dovizia di particolari ma mise in luce molteplici anomalie della vita politica e giudiziaria palermitana. Anomali accreditate dall’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia circa il clima di ostilità che aveva indotto Falcone a lasciare Palermo.
https://www.youtube.com/watch?v=7WXLbq73X-k
LA LOGGIA SCONTRINO CROCEVIA DI MASSONERIA, MAFIA E MUSULMANI
Come si può facilmente evincere da vari atti processuali inerenti l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno, in Sicilia ebbe un peso enorme la Loggia Scontrino di Trapani (nella sentenza depositata il 27 luglio 2015, a pagina 751 si fa anche riferimento alla partecipazione alle conferenze di tale sodalizio del parlamentare Sergio Mattarella, da costui confermata solo in merito ad un incontro culturale pubblico) che divenne crocevia dei massoni occulti affiliati alla fantomatica Iside 2 quanto di noti mafiosi ma anche di esponenti italiani dell’Ami, ovvero Associazione Musulmani d’Italia.
Perché dunque stupirsi se in Sicilia esiste un sindaco come Leoluca Orlando che non solo accoglie gli islamici ma ne benedice il credo al punto da prendere parte ai loro rituali religiosi?
MAFIA SICILIANA E NIGERIANA
Ciò che stupisce è che lo stesso politico che criticava Giovanni Falcone per le sue inchieste antimafia, tanto da essere tra coloro che lo indussero a lasciare la Procura di Palermo per rifugiarsi nella Direzione Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia, oggi boicotta il Decreto Sicurezza di Matteo Salvini che vuole porre un argine all’immigrazione indiscriminata nella quale si celano i peggiori delinquenti africani. Come ampiamente riportato da questo sito (link sotto) esiste la prova provata di un documento dell’Isis rinvenuto a Mosul dal quale risulta che i bravi combattenti della jihad avrebbero potuto ottenere viaggi gratis per venire in Europa nascosti tra i migranti. Esiste inoltre la sentenza di un giudice di Torino che attesta che malavitosi delle sanguinarie mafie nigeriane Black Axe e Eiye sono arrivati a compiere delitti in Italia proprio grazie ai barconi dei migranti. Esistono molteplici rapporti della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) che segnalano l’infiltrazione della mafia nera in Cosa Nostra al punto che alcuni immigrati sono entrati nelle commissioni dei mandamenti zonali. A questo punto la domanda è legittima: Leoluca Orlando è totalmente incapace di intendere e vedere oppure non vuole intendere e vedere la pericolosità della nuova mafia nera?
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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