DOPO LA BOMBA NELLA SEDE DI PARTITO
BASTONATO A SANGUE A BREMA
IL DEPUTATO AFD ANTI-IMMIGRAZIONE.
FURIOSO IL VICEPREMIER DELLA LEGA:
«I VILI AGGRESSORI MARCISCANO IN GALERA»
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
«Che violenza infame e bestiale. Un abbraccio a Frank e alla sua famiglia, spero che i vigliacchi aggressori marciscano in galera». E’ questo il furioso commento su Twitter del vicepremier italiano e leader leghista Matteo Savini alla notizia del barbaro agguato che ha scioccato la Germania. Nell’Europa controllata da George Soros che finanzia le navi delle Ong a caccia di nuovi migranti sulle coste della Libia e controlla circa 226 eurodeputati di Bruxelles perlopiù di sinistra non si può essere di destra, conservatori, sovranisti e sostenere, in modo democratico, posizioni contrarie alle immigrazioni indiscriminate. La conferma giunge dalla brutale aggressione che ha ridotto in fin di vita l’esponente del parlamento tedesco Bundestag e presidente della sezione di Brema dell’Afd, Frank Magnitz. La notizia giunge improvvisa in piena notte, riportata in anteprima dal sitoweb della tv Russia Today, dopo il vile agguato di matrice politica subito dal parlamentare ieri pomeriggio in una via della sua città. Un pestaggio di violenza inaudita da ricordare linciaggi terroristi delle Br o dei servizi segreti della Stasi, gli spietati servizi segreti dell’ex Germania dell’Est che fa seguito ad un precedente attentato dinamitardo in una sede del partito in Sassonia.
«Il presidente del partito tedesco di Alternative for Germany (AfD) di Brema, Frank Magnitz, sta lotttando per la vita dopo aver subito una vasta ferita alla testa in seguito all’attacco di tre sconosciuti – scrive RT Magnitz è stato ricoverato all’ospedale di Francoforte lunedì scorso dopo aver subito un grave colpo al capo in seguito a un “tentato omicidio per motivazioni politiche”, ha commentato l’AfD di Brema in una dichiarazione, pubblicando un’immagine del presidente ferito». Una fotografia scioccante scattata da un medico che da sola rivela la bestialità folle dell’agressione.
IL PESTAGGIO CON BASTONI DI LEGNO
Armati di bastoni di legno, i tre uomini col volto travisato hanno picchiato il politico ripetutamente alla testa e lo hanno preso a calci mentre era già a terra fino a quando un operaio edile ha visto l’assalto e ha cercato di intervenire. Viene ovviamente da chiedersi come sarebbe terminato il raid punitivo degli uomini mascherati, pare di nazionalità tedesca, se il passante non si fosse accorto del pestaggio. Secondo la dichiarazione, l’aggressione è avvenuta immediatamente dopo che Magnitz aveva lasciato un ricevimento a Goethe Square, come se fosse stato seguito per una vera e propria imboscata. «Oggi è un giorno nero per la democrazia in Germania» ha commentato l’AfD, osservando che Magnitz rimane in gravissime condizioni. «È stato picchiato fino a ridurlo in fin di vita» ha scrito su Twitter il portavoce nazionale AfD Jörg Meuthen definendo l’agguato una «trama vigliacca e riprovevole». Mentre la polizia continua a dare la caccia agli aggressori, i politici tedeschi hanno iniziato a condannare la brutalità dell’attentato. «Spero che gli aggressori siano presto indagati e condannati» ha dichiarato a Russia Today il deputato del partito verde della Germania, Cem Özdemir, aggiungendo che non vi è alcuna giustificazione per la violenza «nemmeno contro l’AfD». Le autorità devono ancora determinare i motivi dietro l’aggressione, ma con la sua crescente popolarità, il partito di opposizione Alternativa per la Germania è diventato un bersaglio di critiche per la sua politica anti-immigrazione e altre ideologie sovraniste e conservative. L’Afd è divenuta una forza politica importante in Germania nel 2017, quando il partito ottenne il 12,6 percento dei voti nelle elezioni federali, entrando per la prima volta nel Bundestag con 94 seggi.
L’ESPLOSIONE NELL’UFFICIO DI DOEBELN
L’aggressione, sulla quale la polizia tedesca indaga per tentato omicidio viste le gravissime condizioni del politico, avviene a pochi giorni di distanza da un altro «attacco alla democrazia», come fu definito dai deputati del partito nazionalista, avvenuto in Sassonia nella notte del 3 gennaio quando la sede dell’Afd Doebeln è stata oggetto di un attentato dinamitardo (link a fondo pagina). Gli uffici sono stati gravemente danneggiati dall’ordigno esplosivo in quella che gli investigatori così come i politici tedeschi hanno subito identificato come un’azione di matrice politica. Oltre ad essere euroscettico l’Afd ha espresso più volte la necessità di porre un freno alle immigrazioni. Sui temi etici è nettamente conservatore, disapprovando il matrimonio omosessuale così come le adozioni per coppie dello stesso sesso, ed opponendosi all’aborto. Tacciato di tenere posizioni razziste e antisemite, perchè alcuni esponenti avrebbero minimizzato la portata dell’olocausto, è finito nell’occhio del ciclone quando, proprio in risposta a tali accuse, ha fondato a Wiesbaden il JAfD, una sezione ebraica di Alternative für Deutschland, che ha però suscitato la contestazione di un centinaio di membri della stessa comunità ebraica. Non va comunque confuso con il Partito Nazionaldemocratico di Germania (NPD) che è un partito nazionalista di estrema destra fondato nel 1964, epigono del Deutsche Reichspartei ed alle ultime elezioni ha racimolato solo lo 0,4 % dei consensi.
LA BOMBA CARTA ALLA SEDE DELLA LEGA
Un attentato dinamitardo che ricorda l’episodio, sicuramente meno grave, della bomba carta fatta esplodere nella notte del 12 ottobre 2018 davanti alla sede di Ala in Trentino la notte prima di una visita del leader della Lega e Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Esattamente come l’Afd anche il Leghista è stato più volte preso di mira dai contestatori di sinistra per le sue politiche rivolte ad un’immigrazione controllata e di recente anche dalle amministrazioni di sinistra per il Decreto Sicurezza. I Sindaci del Pd, partito nel quale figurano vari eurodeputati sostenuti da George Soros finanziatore attraverso la sua OpenSociety Foundation di varie Ong proprietarie delle navi di trasporto ai migranti, hanno levato gli scudi e minacciato ribellione istituzionale contro la legge che prevede molti paletti per gli immigrati e l’immediata espulsione di quelli che delinquono. Ma attivisti di sinistra, studenti schierati e no-global dei centri sociali avevano fatto ancora peggio bruciando i manichini con la caricatura di Salvini e diffuso sui social immagini con la vignetta del leghista impiccato, ispirati anche alle battute dello spudorato radical chic Olivieri Toscani che ricordando le fotografie di Mussolini appeso a Loreto si domandò dove avrebbe fotografato Salvini. Un clima folle alimentato anche da una parte della politica sempre buonista con gli squadristi rossi e dalla morbidezza della magistratura che ha di recente assolto i manifestanti di sinistra che assaltarono l’auto dell’allora eurodeputato Salvini.
Un’atmosfera che non ha nulla di civile e democratico perché da sempre le istituzioni non si indignano abbastanza quando gli attacchi sono nei confronti del centrodestra: tanto che persino le memorie delle Foibe e dei femminicidi partigiani sono oggetto di contestazioni. Proprio ieri, invece, il leader della Lega e Ministro dell’Interno ha duramente censurato un fatto d’indubbia minore gravità: l”intimidazione violenta che esponenti di Forza Nuova e Avanguardia Nazionale hanno fatto ai cronisti dell’Espresso circondati e schiaffeggiati durante la commemorazione delle vittime di Acca Larentia al cimitero del Verano di Roma. Un episodio assolutamente increscioso che non avrebbe comunque causato traumi fisici ai giornalisti aldilà degli inevitabili momenti di paura, a differenza del gravissimo agguato avvenuto in Germania per il quale un parlamentare sta rischiando la vita.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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