IL KIT PER TERRORISTI FANTASMA
NUOVE ARMI PER L’ISIS IN EUROPA:
CREDIT CARD E SIM ANONIME PER MIGRANTI.
I PROGETTI MASTERCARD DI SOROS
E LYCAMOBILE DEL TYCOON MUSULMANO
SOSPETTATO DI FINANZIARE HAMAS
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Sulla carta si presentano come filantropi e fanno incetta di riconoscimenti internazionali per i loro milionari contributi umanitari, nella realtà stanno agevolando la rivoluzione etnica dell’occidente secondo il famigerato piano Kalergi facilitando in ogni modo il viaggio dei migranti fornendo loro carte di credito e schede telefoniche Sim che rendono persino impossibile identificarli anche qualora risultassero terroristi. Al piano della Lycamobile, del produttore televisivo miliardario anglo-cingalese Subaskaran Allirajah, musulmano, che in barba ad ogni legge antiterrorismo vigente in Italia rende reperibili le schede prepagate anonime preferite dai migranti, si aggiunge quello della Open Society Foundation del finanziere ungaro-americano George Soros per le carte di credito di Mastercard col marchio dell’Unhcr, cioè dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. Due progetti umanitari che nascondono una grave insidia poiché possono diventare le nuove armi nelle mani dell’Isis quale un kit del perfetto terrorista fantasma. Due iniziative che non solo finanziano e perciò incentivano i viaggi degli immigrati clandestini ma consentono ai due facoltosi imprenditori di creare anche un business collegato all’accoglienza: per Lycamobile la ricarica che il rifugiato (anche in attesa di risposta sull’asilo politico) può effettuare grazie al pocket money di 2,5 euro al giorno, per Mastercard le commissioni nell’utilizzo delle carte di credito per i prelievi di contante. A ciò si aggiunge il fatto che l’operatore telefonico virtuale del filantropo asiatico Allirajah si è pure scordato di versare allo Stato Italiano l’Iva sulle ricariche per una maxi evasione da 8 milioni di euro scoperta dalla Guardia di Finanza. E l’incubo è già diventato realtà come emerso in un successivo reportage…
TERRORISTA ISIS CON CARTA DI CREDITO UE: UNGHERIA CONTRO BRUXELLES
Sia Soros che il cingalese sono accomunati dal supporto umanitario a Save The Children: se il magnate ungherese è noto per sostenere tale ong come altre che soccorrono i migranti (minori e non) il suo omologo dello Sri Lanka ha messo a disposizione grazie alla Lycamobile un numero verde multilingue Helpline Minori Migranti gestito da Save The Children. Ma lo stesso Allirajah sostiene pure l’ong Muslim Aid sospettata di finanziare estremisti islamici sebbene nessuna prova di collegamenti con gruppi terroristici sia mai emersa. Un’encomiabile generosità filantropica che si scontra con la disinvoltura spregiudicata negli affari: dall’evasione fiscale alla distribuzione massiva di schede Sim anonime in tutto il continente europeo. Basti pensare che gli agenti della Guardia di Confine elvetica hanno pizzicato un trasportatore di migranti siriani dall’Italia alla Svizzera Tedesca con ben 1900 SIM Lycamobile. Una scheda telefonica anonima che si può trovare occasionalmente anche su ebay…
L’ACCORDO TRA SOROS E MASTERCARD MARCHIATO DALL’ONU
«Si chiama Humanity Ventures, ed è la partnership siglata nel gennaio 2017 a Davos tra il finanziare George Soros e Mastercard, sulla base della promessa del magnate di stanziare 500 milioni di dollari a favore dei migranti in Europa. Come si legge sul sito di Mastercard, il progetto ha l’obiettivo di “catalizzare e accelerare lo sviluppo economico e sociale delle comunità vulnerabili di tutto il mondo, in particolare i rifugiati e i migranti”». A portare alla luce il caso è stato un reportage della rubrica Gli occhi della guerra per Il Giornale che a sua volta faceva riferimento alle dichiarazioni riferite dalla polizia croata al sito sloveno Nova24 : «I migranti illegali che rispediamo a casa, nel giro di pochi giorni si ripresentano per provare e rientrare in Croazia. Alcuni sono molto poveri, ma la maggior parte di loro sono ben equipaggiati, con scarpe e vestiti nuovi, smartphone sofisticati e di ultima generazione, persino armi. E tutti hanno in dotazione una Mastercard senza nome ma con la dicitura Unhcr e un numero stampigliato. Quello che non ci spieghiamo è da quale conto ritirino i soldi dagli sportelli automatici».
Mentre si cerca di chiarire il ruolo dell’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) tra notevoli difficoltà per l’invito della responsabile italiana al Parlamento a non occuparsi della questione, Mastercard va fiera del progetto con la Open Society Foundations e lo evidenzia nei comunicati uffciali: «Nonostante miliardi di dollari dati in assistenza umanitaria e allo sviluppo ogni anno – si legge nella nota ufficiale – milioni di persone rimangono emarginate. Mastercard e George Soros credono che le capacità del settore privato, unitamente a investimenti strategici a lungo termine, possano stimolare lo sviluppo e trasformare la vita per i meno abbienti». Un progetto già sperimentato dal colosso del credito con MasterCard Aid Network e Prepaid, Mastercard in missioni umanitarie dall’Africa all’Asia e fino all’Europa in vari paesi come Grecia, Turchia, Kenya, Etiopia, Nigeria, Niger, Yemen, Nepal e Filippine. A spiegarne il funzionamento era stata Tara Nathan, vice-presidente esecutivo di Mastercard, in un’intervista rilasciata a Forbes lo scorso anno: «Attraverso la creazione di una piattaforma di pagamento offline e l’offerta di carte prepagate, identificazione digitale finanziaria e sistemi di punti vendita per i commercianti locali abbiamo essenzialmente creato una versione digitale del voucher cartaceo». A permettere la sperimentazione di tali carte di credito prepagate anonime con i migranti giunti in Grecia e Serbia sarebbe stato il progetto finanziato dall’organizzazione filantropica americana Mercy Corps. «Humanity Ventures è destinato ad essere redditizio in modo da stimolare il coinvolgimento di altri imprenditori» ha commentato proprio George Soros facendo probabilmente riferimento ai guadagni della Mastercard attraverso le carte probabilmente ricaricabili e della rete commerciale che ne consentirà l’utilizzo.
CARTE DI CREDITO DELL’ONU: ARGOMENTO TABU’ IN ITALIA
In seguito all’articolo giornalistico la vicenda è stata trattata anche in un dibattito su La7 nel quale il parlamentare di Fratelli d’Italia ha chiesto conto alla responsabile italiana dell’Unhcr di queste carte con logo Mastercard e dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite. «La referente italiana dell’Unhcr Carlotta Sami in questo dibattito non riesce a rispondere alle richieste di Carlo Fidanza di avere dei chiarimenti sulle ragioni per le quali le Nazioni Unite dovrebbero distribuire ai richiedenti asilo, in molti casi immigrati clandestini, delle carte di credito con il logo delle Nazioni Unite e finanziate verosimilmente dalla fondazione del famoso speculatore internazionale George Soros» commenta Giorgia Meloni, presidente di FdI nel ricostruire la vicenda ed annunciare gli sviluppi. «L’Unhcr, a seguito di questo dibattito televisivo, scrive al presidente della Camera Roberto Fico – aggiunge Meloni – E scrive non per dare risposte su quello che un parlamentare della Repubblica ha chiesto alle Nazioni Unite. E di che tipo di accordi le Nazioni Unite fanno in tema di immigrazione. No. L’Unhcr scrive al presidente della Camera chiedendo di aiutare il mondo politico a moderare il linguaggio per non creare spazio per abusi e violenze. Dunque l’Unhcr scrive al presidente della Camera invocando la censura di un parlamentare che chiede di avere delle risposte». Come molte altre questioni attinenti le migrazioni il caso viene occultato pur essendo di scottante attualità: le carte di credito anonime, infatti, se potessero diventare ricaricabili rappresenterebbero l’arma nascosta di potenziali terroristi per movimentare denaro assai difficile da tracciare. Esattamente come le schede Sim anonime della Lycamobile che non consentono l’identificazione del soggetto che le utilizza nel caso di intercettazione telefonica: alla stregua di un qualsiasi apparecchio usa e getta tanto utilizzato tra malavitosi e spie straniere.
LE SIM TELEFONICHE ANONIME DISTRIBUITE DA LYCAMOBILE
Fu per primo Fanpage.it nel 2016, seguito pochi mesi dopo dall’inviato Luigi Pellazza de Le Iene di Italia1, a fare a Milano il facile esperimento di acquistare una scheda Sim Lycamobile senza documenti. Cinque euro per quella registrata, 15 per quella anonima ed il gioco è fatto in cinque minuti: in violazione alle vigenti leggi antiterrorismo viene rilasciata dai commercianti asiatici di prodotti e accessori per la telefonia ed è subito utilizzabile. Adesso queste Sim anonime, destinate ad alcune nazioni, si trovano persino su Ebay… Ciò diventa ancor più preoccupante in considerazione del fatto che tale operatore telefonico è il più utilizzato dai migranti ai quali vengono regalate le schede che vantano tariffari assai competitivi per connessioni a internet e chiamate nei paesi di origine e che ovviamente rifondono alla società l’investimento in pochi mesi in virtù delle ricariche degli stessi utenti. «La Lycamobile è un operatore di telefonia mobile online, le cui schede sono soprattutto in possesso dei migranti che giungono in Italia – scrisse Il Sole 24Ore lo scorso anno quando si occupò della maxievasione di Iva della società – L’azienda ha circa 15 milioni di clienti in 21 paesi e risulta avere un fatturato, al 2014, di circa 1,5 miliardi di euro. La società sotto inchiesta è la filiale italiana del gruppo multinazionale, il quale costituisce uno dei più grandi operatori mobili virtuali (Mvno) internazionali, specializzato nell’offerta su scala mondiale di servizi voce e dati a basso costo nonché di servizi finanziari e di viaggio. Stando a quanto riportato nel sito internet aziendale, Lycamobile offre servizi in Australia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Hong Kong, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Macedonia, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia, Regno Unito e Stati Uniti. Nel mercato italiano Lycamobile gestisce circa l’11% delle linee complessive». Essendo un operatore virtuale non ha una sua rete di ripetitori ma si appoggia a quella di Vodafone.
E come Vodafone ha sede in Inghilterra essendo di proprietà del miliardario anglo-cingalese Subaskaran Allirajah, titolare della casa di prouzione televisiva indiana Lyca Productions. Costui è conosciuto nel mondo della filantropia per la sua fondazione Gnanam creata con la madre e la moglie per aiutare la popolazione povera dello Sri Lanka dopo la guerra civile per la quale ha realizzato infrastrutture ed abitazioni. L’impero finanziario del magnate delle telecomunicazioni proprio grazie a Lycamobile è nel frattempo cresciuto al punto da consentirgli di sostenere economicamente molteplici altre iniziative umanitarie in particolare per le ong British Asian Trust, Children’s Hunger Relief e la controversa britannica Muslim Aid, al centro di numerosi inchieste nel Regno Unito, in Bangladesh ed in Pakistan in quanto ritenuta finanziatrice di gruppi estremisti islamici come Hamas: nonostante le ripetute insinuazioni non sono comunque mai stati provati collegamenti con il terrorismo fondamentalista. Ma se Allirajah con la mano destra è assai munifico verso varie associazioni umanitarie come la già citata Save The Children, sostenuta con il numero verde Lycamobile Helpline Migranti Minori e già finanziata dall’imprenditore asiatico attraverso la sua fondazione umanitaria Gnanam per gli interventi del 2013 nelle Filippine dopo il devastante tifone Yolanda, con la mano sinistra si sarebbe scordato di pagare le tasse in Italia…
SEQUESTRO A LYCAMOBILE PER 8 MILIONI DI EURO DI EVASIONE
Nel maggio 2017 il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Roma aveva ricevuto mandato dalla Procura capitolina di sequestrare 8 milioni di euro di Iva mai versata nel 2015 dalla società Lycamobile con sede in Inghilterra. Purtroppo sui conti della società del magnate naturalizato britannico furono trovati e bloccati soltanto 3,5 milioni di euro in quanto non vi era traccia di altro denaro nonostante il cospicuo giro d’affari. Come ha riferito Il Sole 24Ore «L’ingente evasione dell’Iva è stata scoperta nel corso di complesse attività ispettive riguardanti i significativi volumi delle cessioni di schede e ricariche telefoniche effettuate sul territorio nazionale, la cui espansione è favorita dalle vantaggiose politiche di prezzo. Ciò ha portato alla denuncia dell’amministratore unico dell’impresa per il reato di “omesso versamento di Iva”, essendo state superate le soglie penali fissate in relazione all’omesso pagamento dell’imposta. Al momento non si conoscono gli sviluppi dell’indagine in cui si contesta alla Lycamobile un’evasione da 8milioni e 315mila euro. Si sa invece che le schede Sim dello stesso operatore sono costate una condanna ad un iraniano in Svizzera per un traffico di migranti siriani.
LE 1900 SCHEDE TROVATE AL TRAFFICANTE DI MIGRANTI
Nel febbraio 2016 un 37enne italiano è stato condannato dalle Assise correzionali di Mendrisio, riunitesi a Lugano, a una pena di 15 mesi e 24 aliquote da 10 franchi (entrambe sospese con la condizionale per quattro anni) per aver trasportato su un auto a noleggio immigrati irregolari da Milano fino a Basilea-Kleinhüningen dove faceva loro attraversare il valico pedonale. Secondo l’accusa lo fece almeno dieci volte traghettanto 35 migranti perlopiù siriani. L’uomo era impiegato presso il negozio di un iraniano residente a Lugano, già condannato nel novembre precedente per aver messo in piedi una rete criminale dedita al trasporto di migranti dall’Italia alla Germania. L’italiano avrebbe compiuto i viaggi incassando solo una minima parte dell’indebito profitto dell’organizzazione ma motivato dalla speranza di mantenere il suo impiego da 700 franchi al mese. Mentre la banda, gestita dal suo datore di lavoro, ha incassato tra i 23 e i 35mila franchi, chiedendo ai 143 siriani trasportati un “biglietto” che variava tra i 500 e gli 890 franchi. Come riporta TicinoOnline «per andare fino a Cormano, caricare i migranti, portarli al confine tedesco e infine tornare in Ticino, l’uomo impiegava tra le sei e le sette ore. Il momento più delicato del viaggio era l’attraversamento del confine svizzero. La banda percorreva i valichi incustoditi utilizzando il metodo della staffetta. L’iraniano lo precedeva di qualche minuto a bordo della sua Golf e, accertatosi che non vi fossero controlli, telefonava per dare il via libera. A questo scopo usavano delle Sim prepagate. Il capobanda, infatti, è stato anche condannato per aver infranto la Legge federale sulle telecomunicazioni: l’uomo ha infatti custodito e distribuito almeno 1.900 schede prepagate della Lycamobile». Ennesima riprova che anche le schede Sim dell’operatore inglese, così facili da reperire anonime in Italia, sono al centro dei movimenti di migranti dall’Asia come dall’Africa.
E proprio in virtù dell’anonimato che queste schede telefoniche, come le carte di credito Mastercard targate Onu e finanziate da Soros, possono diventare una pericolosissima arma in più in mano ai terroristi islamici che vengono infiltrati in Europa dall’Isis, con viaggio gratis e a volte anche incentivi economici fino a mille dollari, per radicalizzare le comunità dei rifugiati, reclutare altri jihadisti ed inserirsi in cellule dormienti in attesa di un ordine per entrare in azione. Dal 2014 sono ben 35 gli attentati di varia natura verificatisi in Francia, Belgio, Germania, Spagna, Finlandia, Svezia, Turchia, Russia ed Italia che hanno brutalmente falciato le vite di 243 persone innocenti (link dati sotto).
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
REPORTAGE DE LE JENE SU LYCAMOBILE
OCCHI DELLA GUERRA: MASTERCARD PER I MIGRANTI
CARTE DI CREDITO AI MIGRANTI: L’ONU METTE A TACERE
LYCAMOBILE: EVASIONE IVA A 8MILIONI DI EURO
1900 SCHEDE LYCAMOBILE SPACCIATE DA UN IRANIANO
STORICO DEGLI ATTENTATI ISIS IN EUROPA