OPERATION USA, DOVE OPERA LA STAR DI MARY POPPINS,
QUERELA I FAMILIARI DELL’EX PREMIER
NONOSTANTE NEL BOARD DELLA FONDAZIONE
CI SIA IL SENATORE DEM BRACCIO DESTRO DI OBAMA
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Come in una favola sembra quasi la vendetta dei poveri ed indifesi bambini africani affamati contro i cattivoni che si sono arraffati i milioni di dollari destinati a loro. A difenderli è tornata Mary Poppins: stavolta sotto l’ombrello di una fondazione umanitaria di cui è testimonial la mitica Julie Andrews, divenuta famosa con Walt Disney proprio per la governante dai superpoteri inventata dalla scrittrice Pamela Lyndon Travers. E’ una’ong, infatti, a far spirare dagli Usa una raffica d’aria gelida sulla famiglia di Matteo Renzi…
All’indomani dell’arresto del giudice Antonio Savasta conseguente alle confessioni del re degli outlet, Luigi Dagostino, l’affarista amico di famiglia costato a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier, una richiesta di rinvio a giudizio per false fatturazioni. All’indomani dell’ordinanza di custodia cautelare in cui il signor Tiziano (estraneo ad ogni addebito) viene dipinto come il “mezzano” tra l’imprenditore, il magistrato e la politica che conta, nel caso di specie l’ex braccio destro di Renzi, ovvero il deputato Pd di fiducia Luca Lotti, già sottosegretario a Palazzo Chigi e Ministro dello Sport, ecco giungere una clamorosa novità giudiziaria che non solo diventa importante sotto il profilo dei procedimenti penali a carico dei parenti dell’ex rottamatore e segretario del Partito Democratico, ora senatore della Repubblica, ma è evidente spia di un mutato scenario politico.
Un evento che pare annunciare il crollo delle coperture internazionali di cui godette il premier Matteo, salito sulla poltrona più alta del governo senza nemmeno passare dalle elezioni politiche in virtù delle raccomandazioni del suo mentore e compagno di partito Giorgio Napolitano, uno dei Presidenti della Repubblica più schierati e meno superpartes della storia d’Italia. La fondazione americana Operation Usa, nel cui board siede il potentissimo senatore democratico americano Gary Hart, ha infatti depositato querela in merito al reato di appropriazione indebita aggravata degli aiuti umanitari destinati ai bambini africani per cui è indagato un familiare di Renzi, Alessandro Conticini, fratello di Andrea, cognato di Matteo in quanto marito di Matilde Renzi. Lo scoop arriva dal giornalista investigativo d’inchiesta Giacomo Amadori che sul quotidiano La Verità svela, oggi sul sito web per gli abbonati e domattina sul giornale cartaceo, tutte le indiscrezioni sul caso.
I SOLDI PER I BAMBINI AFRICANI FINITI NELL’AZIENDA DI MAMMA RENZI
Come ampiamente e ripetutamente riportato da Gospa News la Procura di Firenze, con l’aiuto del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria del capoluogo toscano, ha accertato che 6,6 milioni di dollari (su 10) ricevuti negli anni scorsi dalla organizzazione umanitaria Play Therapy Africa Ltd di cui è socio e direttore Alessandro Conticini grazie alle donazioni di Unicef e Fondazione Pulitzer, attraverso appunto Operation Usa, invece di andare ai bambini bisognosi africani finirono sui suoi conti privati del titolare della ong e furono investiti in operazioni immobiliari e persino in quote societarie dell’azienda di famiglia, la Eventi 6 srl amministrata dalla mamma dell’ex premier Laura Bovoli, acquistate da Andrea Conticini per conto del fratello con una spesa di oltre 100mila euro che gli è valsa l’accusa di riciclaggio essendo il denaro di provenienza illecita (link articoli a fondo pagina).
Tutta Italia si scandalizzò perché nella riforma del Ministro alla Giustizia Andrea Orlando denominata svuota-carceri furono derubricati alcuni reati tra cui proprio l’appropriazione indebita aggravata (dall’ingente danno) che, se fino agli inizi del 2018 poteva essere perseguita d’ufficio dalla magistratura, con la modifica del Codice Penale varata dal Governo Dem di Paolo Gentiloni in extremis, ovvero già dopo le elezioni del 4 marzo 2018 che avevano bocciato il Partito Democratico, diventava perseguibile a querela di parte. L’intoppo tecnico non solo trapelò dal palazzo di giustizia di Firenze ma fu oggetto di ufficiali missive del procuratore aggiunto Luca Turco, titolare dell’inchiesta insieme al sostituto Giuseppina Mione, indirizzate alle presunte parti offese Unicef, Fondazione Pulitzer e Operation Usa, affinchè valutassero se sporgere denuncia. Ebbene se Unicef, nel cui direttivo italiano figura il democratico Walter Veltroni, per bocca della direzione americana annunciò di non voler sporgere querela perché comunque soddisfatta dal lavoro svolto fino ad allora dalla Ong diretta da Alessandro Conticini e anche perché ogni ulteriore rapporto di contribuzione era stato poi interrotto, ecco la notizia che Operation Usa, colosso americano degli aiuti umanitari, non ci sta a finire invischiato in una vicenda disdicevole dai risvolti penali e procede con la querela come parte offesa.
LA FONDAZIONE DELLA MITICA JULIE ANDREWS
Operation USA è un’agenzia internazionale per lo sviluppo e soccorso in caso di calamità con sede a Los Angeles che aiuta le comunità in patria e all’estero a superare gli effetti di disastri, malattie, violenze e povertà endemica. «Dal 1979, Operation USA ha lavorato in 100 paesi, erogando oltre 400 milioni di dollari in aiuti a progetti di aiuto e sviluppo in tutto il mondo – si legge nel Chi Siamo del sito ufficiale – Operation USA è un’agenzia diretta con un piccolo staff dedicato a supervisionare i nostri progetti e il lavoro di risposta ai disastri. Privi della burocrazia e del sovraccarico di un’organizzazione più ampia, le soluzioni creative ci consentono di rispondere ai bisogni reali in tempo reale.
Come afferma Julie Andrews, membro del consiglio di fondazione, “Operation USA è la piccola nave che arriva nel porto dove le grandi navi non possono andare”. Il 100% finanziato privatamente, Operation USA funziona senza alcun supporto finanziario del governo o i vincoli che il supporto può portare». Encomiabile l’impegno della fondazione, che vede la famosa attrice quale attiva testimonial, sia nei disastri per i devastanti incendi in California dello scorso anno che per il terremoto di Haiti del 2010 ed in tutte le gravi tragedie umanitarie avvenute nel pianeta negli ultimi 40 anni.
UN POTENTE SENATORE DEM NEL BOARD DI OPERATION USA
Come scoperto da Gospa News nel Board of Directors di Operation Usa, è ben chiaro anche dall’Annual Report delle attività 2017, ci sono anche nomi autorevoli della politica americana: tra questi il senatore democratico Gary Hart, il politico che ebbe il merito di lanciare l’allarme, rimasto inascoltato, del rischio di un attacco terroristico aereo una settimana prima dell’11 settembre 2001 e dell’olocausto nelle Twin Towers di New York. Hart è poi divenuto braccio destro del presidente Usa Barack Obama dal 2009 al 2011 in qualità di vicepresidente del Comitato Consultivo di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca: secondo in tale organismo solo al direttore della Cia, presidente di diritto, che in tale periodo era l’altro politico Dem Leon Panetta, colui che diresse la caccia e “neutralizzazione” (uccisione nel gergo dei servizi segreti) del terrorista più ricercato al mondo: Osama Bin Laden.
Ebbene il sito d’informazione Gospa News rilevò la coincidenza che il cospicuo finanziamento di oltre 5 milioni di dollari era piovuto dagli Usa all’anonima ong di Alessandro Conticini proprio mentre lo yuppies del Partito Democratico Matteo Renzi cominciava la sua ascesa saltando da Presidente della Provincia a Sindaco di Firenze per poi diventare segretario Dem e quindi Presidente del Consiglio: una coincidenza quantomeno curiosa vista tutta la benemerenza riservata da Obama al suo follower italiano di sinistra.
RENZI SCARICATO DAI DEM AMERICANI
Ecco perché, oggi, la querela di Operation Usa non ha soltanto il valore morale e giudiziario di una superfondazione che non ci sta a vedere la sua aura virtuosa e benefica ammantata da scandali. E’ anche un importante segnale politico: i Dem americani, portati al suicidio dalle ipocrisie e dalle contraddizioni di Obama e Hillary Clinton che lanciavano le campagne “I Care” per i poveri con la stessa facilità dei missili tomawak sui paesi asiatici e africani, hanno capito che se vogliono risalire la china contro Donald Trump, in difficoltà per lo shutdown del Congresso ma comunque determinato a vendere cara la poltrona alla Casa Bianca, devono fare pulizia e tagliare i rami secchi e malati della politica.
Evidentemente anche la famiglia Renzi rientra in uno di questi. Ciò lascia a presagire la fine di una copertura internazionale sulle allegre gestioni affaristiche che ruotano intorno alla famiglia sel supreprotetto paparino Tiziano, uno dei parenti di politici più indagati e prosciolti d’Italia. Non va comunque dimenticato che a Roma il senatore Matteo Renzi può ancora contare su due compagni di partito del Pd in un posto altamente strategico: Sergio Mattarella e David Ermini, rispettivamente presidente e vice del Consiglio Superiore della Magistratura. Ma va anche ricordato che i suoi familiari e amici stretti sono inquisiti, come Luca Lotti a Roma per le spiate sull’inchiesta Consip, ormai in varie procure d’Italia.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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