IL GRANDE IMAM ISLAMICO SOTTOSCRIVE
LA CONDANNA DI OGNI ESTREMISMO
DELLA GUERRA SANTA, DELLE PERSECUZIONI
E DELLE DISCRIMINAZIONI CONTRO LA DONNA
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Con la sua parlata a volte molcente di tenerezza a volte un po’ strascicata nella timidezza, con il suo sorriso ingenuo e bonaccione, con i suoi reiterati appelli all’accoglienza di tutti i diversi, anche dei nemici come insegnò Gesù Cristo, con l’umiltà dimessa che si confà più al misericordioso confessore di un santuario che al Capo dello Stato Vaticano, ha suscitato perplessità e imbarazzo tra i malmostosi dalla tiepida fede cristiana; qualche volta anche sconcerto tra i più austeri integralisti, nei quali sovente mi riconosco, ma è riuscito in un’impresa straordinaria: ha fatto dichiarare esecrabile il Terrorismo religioso, fuorilegge la Jihad dal Grande Imam dei Musulmani Sunniti, la più alta autorità religiosa dell’Islam di quell’orientamento confessionale da cui provengono il 95 % delle organizzazioni terroristiche islamiste.
Se noi poveri mortali possiamo ardire nel ricordare San Giovanni Bosco che dipingeva Maometto come impostore e predone sanguinario oppure San Francesco d’Assisi che per primo cercò di convertire uno spietato sultano musulmano conquistandone solo la stima, al Pastore della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, al Vicario di Cristo sulla terra per eredità di San Pietro, spettava il primario compito di cercare una pace foriera quantomeno di speranze di salvezza per tutte le decine di milioni di cristiani perseguitati nel mondo: nella penisola araba ma ancor più nell’Africa centrale e nell’Asia orientale.
Questo “Documento di Fratellanza Umana” impiegherà decenni ad entrare nel cuore dei musulmani integralisti ma è un atto di incredibile importanza sotto il profilo strategico: perché in esso non c’è una sola parola che implichi una “rinuncia” alla nostra Identità Cristiana in quanto l’amore verso il prossimo, la tolleranza verso gli altri, il rispetto delle differenti culture, «dei poveri, dei miseri, dei bisognosi e degli emarginati… degli orfani, delle vedove, dei rifugiati e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra e dei torturati in qualsiasi parte del mondo, senza distinzione alcuna» è ben scritto a caratteri cubitali nelle parole di luce del Messia profetizzato dai Giudei, di Gesù Cristo Risorto, nelle Beatitutini da Lui pronunciate e in tutte le sue parabole ed iperboli del Vangelo. E se siamo davvero fedeli al Salvatore animato dallo Spirito di Dio dovrebbe esserlo anche nelle nostre anime!
Le frasi che ho citato tra virgolette sono attinte dal documento originale firmato ieri 4 febbraio ad Abu Dhabi da Sua Santità Papa Francesco e il Grande Imam di Al Azhar, Ahmad Al-Tayyib, così come quelle più emblematiche che menzionerò più avanti. Pensieri, proposizioni, locuzioni e pronunciamenti che sono acqua fresca per un vero cristiano. Sono un semplice rinnovamento delle proprie promesse Battesimali, Penitenziali, Eucaristiche, Pentecostali: nulla di più di ciò che già dovremme fare.
UN ATTO CONTRO LA JIHAD, L’ESTREMISMO E IL FANATISMO CIECO
Per noi la Guerra Santa rimane scolpita nell’Era del Padre dei ricordi biblici del Vecchio Testamento Israelitico da cui Maometto attinse, ma è stata superata dal Vangelo che narra gli insegnamenti di Gesù Cristo e dall’esempio di oltre diecimila Martiri santificati dalla Chiesa e da milioni di altri, morti accanto a loro anche nel XX e XXI secolo brandendo in mano soltanto il Crocifisso, la Bibbia ed il Rosario. Fu riesumata solo per difesa della Cristianità aggredita ed impalata a Gerusalemme tanto da rendere indispensabile la Prima Crociata (e non ciò che i regnanti ne fecero conseguire e le successive spedizioni militari) come la Battaglia di Poitiers o quella della Lega Santa a Vienna: eventi straordinari in cui l’uso delle armi fu giustificato dai Pontefici come nei Balcani ma mai legittimato da alcuna Sacra Scrittura.
Per un islamico cresciuto fin da bambino leggendo il Corano con maggiore devozione, sovente ossessione, rispetto a quella di quasi tutti i figli cristiani per la Bibbia, per un musulmano costretto ad imparare a memoria le Sure, decine delle quali molto dure verso gli infedeli, dove si annida come una serpre velenosa l’invito alla Jihad, il supremo sacrificio armato, leggere domani il Documento sulla Fratellanza Universale non sarà certo semplice: perché mette al bando molte di quelle pratiche aggressive e mortali e di quelle discriminazioni insite nelle tradizioni dell’Islam stesso. E questo scritto di pace potrebbe presto trasformarsi nel boomerang di un atto d’accusa per coloro che pur professandosi islamici sunniti non gli terranno fede. Potrà soprattutto essere uno strumento di difesa assai importante nelle mani dei vescovi pakistani, filippini, nigeriani e delle altre nazioni dove i musulmani, perlopiù proprio sunniti, perseguitano i fedeli cristiani.
CULTURA DI TOLLERANZA PER PORRE FINE ALLE GUERRE
«In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace. In nome dell’innocente anima umana che Dio ha proibito di uccidere, affermando che chiunque uccide una persona è come se avesse ucciso tutta l’umanità e chiunque ne salva una è come se avesse salvato l’umanità intera. In nome di Dio e di tutto questo, Al-Azhar al-Sharif , con i musulmani d’Oriente e d’Occidente, insieme alla Chiesa Cattolica, con i cattolici d’Oriente e d’Occidente, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio – hanno sottoscritto Papa Francesco e il Grande Califfo Ahmad Al-Tayyib – Noi, credenti in Dio, nell’incontro finale con Lui e nel Suo Giudizio , partendo dalla nostra responsabilità religiosa e morale, e attraverso questo Documento, chiediamo a noi stessi e ai Leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive».
Il Documento diventa poi un appello per tutti i membri delle comunità cristiana e musulmana: «Ci rivolgiamo agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque».
CONTRO LA JIHAD E LA TERZA GUERRA MONDIALE A PEZZI
Le parole di questo supremo atto di pace e convivenza però vanno ancora più nello specifico e toccano tutti i tasti assai dolenti che sono armi nelle mani degli estremisti musulmani sunniti e dei jihadisti: «La storia afferma che l’estremismo religioso e nazionale e l’intolleranza hanno prodotto nel mondo, sia in Occidente sia in Oriente, ciò che potrebbe essere chiamato i segnali di una «terza guerra mondiale a pezzi», segnali che, in varie parti del mondo e in diverse condizioni tragiche, hanno iniziato a mostrare il loro volto crudele; situazioni di cui non si conosce con precisione quante vittime, vedove e orfani abbiano prodotto – si legge nel Documento in cui c’è l’esplicita condanna di ogni Jihad – Altresì dichiariamo, fermamente, che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato, in alcune fasi della storia, dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini per portali a compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione, per realizzare fini politici e economici mondani e miopi.
«Per questo noi chiediamo a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione. Lo chiediamo per la nostra fede comune in Dio, che non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita e nella loro esistenza. Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente».
IL “TERRORISMO ESECRABILE” DA CONDANNARE IN OGNI FORMA
«Il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione, anche se i terroristi la strumentalizzano, ma è dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza; per questo è necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni».
Prosegue quindi con queste parole senza alcuna minima possibilità di giustificazione la condanna di ogni jihadismo che si concretizza anche nella tutela delle possibilità di preghiera: «La protezione dei luoghi di culto, templi, chiese e moschee, è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto internazionale. Il concetto di cittadinanza si basa sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo è necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre società il concetto della piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoli».
INSEGNAMENTI RECIPROCI E TUTELA DELLA DONNA
«Il rapporto tra Occidente e Oriente è un’indiscutibile reciproca necessità, che non può essere sostituita e nemmeno trascurata, affinché entrambi possano arricchirsi a vicenda della civiltà dell’altro, attraverso lo scambio e il dialogo delle culture. L’Occidente potrebbe trovare nella civiltà dell’Oriente rimedi per alcune sue malattie spirituali e religiose causate dal dominio del materialismo. E l’Oriente potrebbe trovare nella civiltà dell’Occidente tanti elementi che possono aiutarlo a salvarsi dalla debolezza, dalla divisione, dal conflitto e dal declino scientifico, tecnico e culturale – sottoscrivono ancora il Pontefice e il Grande Imam – È importante prestare attenzione alle differenze religiose, culturali e storiche che sono una componente essenziale nella formazione della personalità, della cultura e della civiltà orientale; ed è importante consolidare i diritti umani generali e comuni, per contribuire a garantire una vita dignitosa per tutti gli uomini in Oriente e in Occidente, evitando l’uso della politica della doppia misura».
Tutto ciò si estrinseca anche e soprattutto verso il rispetto del genere femminile: «È un’indispensabile necessità riconoscere il diritto della donna all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici. Inoltre, si deve lavorare per liberarla dalle pressioni storiche e sociali contrarie ai principi della propria fede e della propria dignità. È necessario anche proteggerla dallo sfruttamento sessuale e dal trattarla come merce o mezzo di piacere o di guadagno economico. Per questo si devono interrompere tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che umiliano la dignità della donna e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti».
Papa Francesco e il Califfo Ahmad Al-Tayyib auspicano che Il Documento sulla Fratellanza Umana «sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano; sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano». Un amore per il prossimo che Cattolici, Ortodossi e Protestanti fedeli al Vangelo avevano già l’obbligo di praticare a prescindere della firma di Josè Bergoglio. Un amore verso tutti, anche verso i Cristiani e gli altri “infedeli”, che, da ieri, anche i Musulmani hanno il dovere di onorare per rispetto del loro Grande Imam.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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