MACELLAI SUNNITI DECAPITANO BIMBO E SQUARTANO RAGAZZA
ORRENDI ASSASSINII RELIGIOSI IN POCHE ORE
ORDITI DAI SOLITI ESTREMISTI MUSULMANI:
SCIITA DI 6 ANNI SGOZZATO DAVANTI ALLA MADRE
EBREA 19ENNE MUTILATA DA ATTIVISTA DI HAMAS
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Due giovanissime vite spezzate. Due corpi orribilmente squarciati dalla violenza dei musulmani sunniti che tornano a ribadire la loro bieca violenza omicida in ossequio alla Jihad religiosa a poche ore di distanza. Mentre circola con insistenza su tutti i quotidiani italiani la tremenda storia della giovanissima figlia di un rabbino israeliano squartata con almeno 12 coltellate a Gerusalemme in quella che sembra un’ennesima rappreseglia di un militante di Hamas, affiora dopo alcuni giorni l’agghiacciante episodio di un bambino sciita sgozzato e decapitato sotto gli occhi della madre mentre si trovava in pellegrinaggio a Medina, solo il fatto di appartenere alla confessione sbagliata dell’Islam. Gli Sciiti, in maggioranza in Iran, in Libano e fortemente presenti in Irak e Yemen (motivo della guerra civile), ma in minoranza assoluta nel resto del mondo musulmano, sono ispirati alla teocrazia islamista, difendono la Sharia in modo fondamentalista, predicano la difesa della loro religione attraverso una Jihad difensiva più che aggressiva, a differenza dei sunniti che vedono la Guerra Santa come la loro missione quotidiana contro gli infedeli nel cui gruppo includono appunto anche i rivali sciiti. Tutte le organizzazioni terroristiche islamiste responsabili dei peggiori attentativi internazionali sono di espressione sunnita come Hamas (Palestina), Isis (Irak-Siria-Afghanistan), Al Qaeda (Yemen)m Al Nusra (Siria), Al Shabaab (Somalia-Kenya), Gruppo Salafita (Maghreb), Abu Sayyaf (Filippine). In alcuni paesi come l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti, i sunniti di confessione radicale Wahabita governano attraverso monarchie assolute teocratiche dove la vita degli sciiti non è facile e gli atti di violenza gratuita dei fanatici più estremisti sono di fatto tollerati come nel caso del piccolo Zakaria Al-Jaber.
SGOZZATO A SEI ANNI DAVANTI ALLA MAMMA
«Un ragazzo di sei anni è stato decapitato di fronte alla sua mamma urlante in Arabia Saudita per il solo fatto di appartenere al ramo sbagliato dell’Islam» scrive il tabloid inglese Mirror nell’edizione online. Il bambino e sua madre, mentre visitavano un santuario del profeta Maometto a Medina, sarebbero stati avvicinati da sconosciuti che hanno chiesto loro se fossero musulmani sciiti. La mamma avrebbe risposto affermativamente ed alcuni minuti dopo la macchina di un taxista si è fermata accanto a loro strappandole il bambino che teneva per mano. Il piccolo, chiamato Zakaria Al-Jaber, sarebbe stato quindi ripetutamente accoltellato al collo con un grosso pezzo di vetro rotto fino a quando non gli sarebbe stata decapitata la testa. Tutto ciò sarebbe avvenuto sotto gli occhi della madre inerme che poteva solo guardare e urlare mentre si consumava l’orrore. Come detto in Arabia Saudita la branca dominante è sunnita, rappresentando circa i tre quarti della popolazione.
Da sempre le organizzazioni per i diritti umani sostengono che i seguaci di altre forme di fede, inclusi gli sciiti, sono perseguitati. Shia Rights Watch, un gruppo umanitario con sede a Washington DC, ha dichiarato: «Non ci sono stati interventi da parte di nessuno e non è giunta ancora alcuna risposta da parte delle autorità». La comunità saudita sciita si è riunita a lutto e per mostrare solidarietà ai genitori ed ha anche riferito che questo incidente è il risultato di continue violazioni e mancanza di protezione da parte dell’autorità saudita nei confronti della sua popolazione sciita. «Gli sciiti sauditi sono stati sottoposti a una repressione militare da parte del governo – aggiunge Shia Rights Watch – e molti sciiti sono detenuti in carcere e non si conosce il bilancio delle vittime».
IL CORPO SQUARTATO DELLA RAGAZZA ISRAELIANA
«Giovedì Ori Ansbacher aveva detto di volersi immergere nella natura. Ore dopo il suo corpo è stato trovato nella foresta di Ein Yael, tra lo zoo biblico e il villaggio di Walaja, in Cisgiordania. L’assassino l’avrebbe accoltellata “almeno 12 volte”, lasciando sul suo corpo numerose profonde, ferite. Il portavoce della polizia ha ammesso che si tratta di uno dei crimini “più orrendi” mai commessi». Lo scrive Francesca Paci sulla pagina d’informazione Italia-Israele. Dove comunica che nel frattempo è stato arrestato l’assassino che ha brutalmente infierito sul suo corpo squartando alcune membra dopo averla denudata e probabilmente anche violentata. Il palestinese Arfiyeh Arafat, 29 anni, originario di Hebron, avrebbe confessato il terribile delitto ammettendo anche la premeditazione, in quanto sarebbe uscito di casa armato di coltello per dirigersi a Gerusalemme in un momento in cui la tensione con gli israeliani è molto alta dopo la spaccatura fra l’Autorità palestinese e Hamas a livelli da insolubilità nonostante i negoziati egiziani in corso. Gli scontri al confine tra Israele e Gaza, dove due giorni fa sono stati uccisi due palestinesi di 13 e 17 anni, continuano. E ciò potrebbe indurre a ritenere che si sia trattata di una rappresaglia politica; ciò se da una parte comporterà la distruzione della sua casa da parte dell’esercito di Israele, dall’altra consentirà all’omicida di godere dei favori di Hamas che assiste legalmente i prigionieri politici e ne sostiene finanziariamente le famiglie. «L’uomo è stato arrestato nei pressi della città cisgiordana di Ramallah, dove si nascondeva nella zona residenziale della moschea Abdel-Nasser, durante un’operazione congiunta dell’unità speciale Yamam e dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna – aggiunge Francesca Paci – Secondo un reporter di Ynet, Elior Levy, che cita fonti palestinesi, Arafat è un affiliato di Hamas, proviene da un distretto di Hebron dove il gruppo islamista ha un forte radicamento ed è già stato più volte nelle carceri israeliane. L’intelligence ha letto subito la morte di Ori Ansbacher come un crimine legato al contesto politico. Venerdì diverse centinaia di persone hanno partecipato ai funerali della giovane donna a Tekoa, nell’insediamento ebraico di Gush Etzion, in Cisgiordania, dove viveva con la famiglia e il padre, il rabbino Gadi Ansbacher».
https://www.gospanews.net/massacri-dei-jihadisti-islamici/
FONTI
http://www.italiaisraeletoday.it/lassassino-di-ori-e-un-uomo-di-hamas/