JUVE, LASSU’ NESSUNO TI AMA… CAMBIA PRESIDENTE!

JUVE, LASSU’ NESSUNO TI AMA… CAMBIA PRESIDENTE!

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NEMMENO IL GRANDE CRISTIANO
OTTIENE IL MIRACOLO CHAMPIONS:
L’ARROGANZA DEGLI AGNELLI
NON PIACE AD EUPALLA ED AL CIELO

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

E’ stata Eupalla a decretare l’eliminazione della Juventus che per l’ennesima volta vede sfumare il sogno Champions? Se Eupalla esiste (o forse è soltanto l’eponimo sportivo del Buon Dio…) con grande probabilità da circa vent’anni è molto distratta ed annoiata dalle gesta dei pedatori millenials. Immagino sia lassù insieme a Gianni Brera, cui avrà certamente perdonato la salacia urticante, sciorinata dopo il grappino di troppo, per la spassosa verve e callida intelligenza con cui seppe fare del calcio una cosa giustamente semi-seria. Credo sia lassù accanto a lui a farsi raccontare gli aneddoti magnificenti delle glorie atletiche che la divinità distratta da certamente più gravi occupazioni si sarà scordata ma l’opinionista lombardo, il più grande della storia della sfera calciata, certamente no. Me li vedo tediati dalle tenzoni contemporanee che cercano ancora di farci credere al calcio scientifico di Arrigo Sacchi: vincente finché aveva i Marco Van Basten ed i Franco Baresi ad interpretarlo. Li credo presi come me a riguardarsi le partite della storia, le gesta di Alfredo Di Stefano e Pierino Prati nella Coppa dalle Grandi Orecchie (non sarebbe più bella chiamarla Kantharos come il vaso attico cui s’ispira?), gli assist di Gianni Rivera, i gol di Pelè belli persino quando umiliarono l’Italia nel 1970. Li penso ancora intenti a canzonare Zico e Socrates per come nel 1982 si fecero soffiare dagli Azzurri del Ct Enzo Bearzot una Fifa World Cup che era aveva già un volo prenotato per il Brasile.

Paolo Rossi, esulta dopo il gol alla Germania nella finale dell11 luglio 1982 che assegnerà il titolo di Campione del Mondo all’Italia – CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE I SEI GOL DI PABLITO

Bei tempi quelli in cui la tecnica contava più della possenza fisica che a volte era persino un handicap: perché se il gigante teutonico Hans Briegel rovinava addosso al minuto Bruno Conti, senza Ah e senza Mah, senza Var o arbitri di sostegno per non-autosufficienti, era rigore. Poi magari anche se si stava giocando la Finale della Coppa del Mondo il puntiglioso Antonio Cabrini era capace di sbagliarlo per mettere ancora più mistero e gloria all’ultimo gol di Pablito, quel Paolo Rossi trasformato proprio da Eupalla da brutto anatroccolo in goleador vincente, premiato con un Pallone d’oro conquistato grazie a 6 gol soltanto: ma tutti nella fase finale del torneo più importante del mondo. Uscito bastonato da Calcioscomesse ma risorto dopo un bagno di silente e resipiscente umiltà…

L’esultanza di Filippo Inzaghi dopo i gol col Milan nella finale del 23 maggio 2007 vinta contro il Liverpool. AFP PHOTO OLIVIER MORIN – CLICCA SULL’IMMAGINE PER IL VIDEO DEI GOL

È lei che rese magico persino il gran cuore di Filippo Inzaghi, un po’ trascurato nei mondiali del 2006, facendogli fare il primo gol di petto nella storia di un Finale di Champions e poi la doppietta dopo un assist fenomenale di quel Kaka che lodava Iddio ad ogni vittoria. Il fantasista brasiliano, umiliato per il vil denaro dal Cavaliere ormai rimbambito, fu il primo a portare in modo plateale la Fede Cristiana in un campo di calcio. Più di un miliardo di persone  ammirò la sua maglietta bianca che esibí, dopo aver sconfitto il Liverpool per la Settima ed ultima coppa del Milan, con quella scritta internazionale “I belong to Jesus” ovvero “Io appartengo a Gesù”.

Kaka in ginocchio davanti al mondo intero con la maglietta “Io appartengo a Gesù”. REUTERS/Kai Pfaffenbach (GREECE)

Ormai satolli di successo il megapresidente consenti al Zio Fester rossonero di compiere il suo sgarbo e spedì il mitico Kaka a fare una mortificante gavetta nel Real Madrid dei campioni che segnò per sempre la sua anima privando noi e la storia del calcio di un grande futuro protagonista Analoga fu l’emarginazione subita da un altro umile protagonista europeo, l’italiano Fabrizio Ravanelli, che regalò alla Juventus l’unica autentica Champions (quella dell’Heysel fu un dramma sugli spalti e una mezza farsa in campo).

Fabrizio Ravanelli alza al cielo l’ultima Champions vinta dalla Juventus nel 1995 – CLICCA SULL’IMMAGINE PER RIVEDERE IL GOL

Nel 1995 fu il suo gol da posizione impossibile, un diagonale saltellante dalla linea di fondo, a consentire ai bianconeri di arrivare fino ai rigori con l’Aiax e vincere la Coppa più ambita. Ma l’avvocato Gianni Agnelli invece di premiarlo per quel gol consentendogli di restare a Torino anche a fare panchina cercò di “monetizzarlo” esiliandolo nel Middlesbrough. Fu il motivo per cui smisi di essere juventino in una famiglia ben educata da papà Lino, gran tifoso di Dino Zoff, Gaetano Scirea e Roberto Bettega, nomi oltre la leggenda di cui oggi si sente tremendamente l’assenza nel mare del calcio dove la dignità naufraga nelle parole di mediocri calciatori che si arrogano un posto nazionale perché del colore di pelle di moda. Fu il momento in cui il mio amore per il calcio diventò adulto e comprese che il fanatismo era probabilmente una delle tante invenzioni di quei facoltosi Massoni inglesi che inventarono il cricket forse non solo per divertirsi ma anche per frammentare le genti in assurde e spesso violentissime rivalità. Dopo un periodo di quarantena lontano dal mondo della palla pedata, complice il settimanale locale del lunedì (quindi per metà sportivo) che dirigevo, tornai a seguire le partite di pallone nel 2002 tifando più per SuperPippo che per il Milan in cui giocava. Festeggiando, nell’imbarazzo di amici e parenti juventini, la sua prima Champions proprio contro la Juve che non era già più quella del Signore del Calcio Michel Platini. Da allora ammetto di aver sempre vissuto con un sorrisetto poco sportivo e poco italiano le sconfitte internazionali dei bianconeri. E’ però diventato sguardo compiaciuto per giusta nemesi dopo che il presidente Andrea Agnelli, forte di un impero finanziario costruito dalle sue aziende grazie ai soldi degli italiani bianconeri e non, si arrogò il vanto di non accettare davanti ai tifosi le revoche degli scudetti comminate dalla giustizia sportiva per gli illeciti nelle partite pilotate. La risposta del destino fu quella di fargli scoprire gregari malavitosi della Mafia nel clan di bagarinaggio della Vecchia signora… Riuscì a scampare ad ogni insinuazione e anche al Report giornalistico più ficcante e, forte del vil denaro che la FCA guadagna pagando le tasse all’estero dopo aver trasferito le sedi in Olanda ed Inghilterra, si è tolto lo sfizio che tutti i président calcistici del mondo avrebbero voluto togliersi, si è comprato uno dei più grandi calciatori della storia e tra i pochi signori contemporanei dello sport: CR7. Un marchio di garanzia prima che il vincitore di 5 palloni d’oro (e un sesto virtuale toltogli per noia dai giornalisti di France Football). Profetico fu il commento di un amico espertissimo di calcio e tifosissimo juventino: “Il problema è se non riusciamo a vincere la Champions nemmeno con Cristiano Ronaldo in campo”.

Cristiano Ronaldo mostra i 5 palloni d’oro, uno dei quali messo all’asta per beneficenza – CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE IL GOL IN ROVESCIATA

Detto fatto! Non basta un ottimo Cristiano in squadra ad ottenere i favori del Buon Dio. Per questo la sua più grande impresa alla Juve resterà probabilmente il gol in acrobazia fatto con la maglia del Real Madrid ai bianconeri il 3 aprile 2008… Dopo otto anni non parteciperà ad una semifinale di Champions: invece di essere lui ad innalzare il team di Torino sono stati i padroni dell’Allianz Stadium a menomarlo. La palla è rotonda e perché sia perfettamente agganciata dal piede in una rovesciata volante e finisca nel Sette serve una concatenazione di variabili che sfida ogni legge fisica. Ronaldo lo sa. Agnelli no. Ecco perché se i miei fratelli ed amici bianconeri vogliono vincere la Coppa Kantharos (grandi orecchie è davvero brutto…) non cambino giocatori ma presidente! L’arroganza miliardaria paga negli affari che si reggono su maneggi umani, solo di rado anche nello sport corrotto. Qualche volta funziona pure nel calcio quando Eupalla è distratta a rimirare le vecchie glorie con Brera. Ma verso chi ha conti in sospeso non dorme. “Ha disperso i superbi nei pensieri de loro cuori. Ha rovesciato i potenti dai troni”. Questo è il Buon Dio descritto da Maria nel Magnificat che ogni buon Cristiano conosce. Perché Eupalla non esiste! Il Gesù di Kaka sì! E a volte anche la giustizia divina nel calcio… E lo dico con la stessa amarezza che certo avrà anche “Penna Bianca” Ravanelli, l’ultimo goleador ad aver alzato la Coppa. Grazie lo stesso Juventus! Ritenta senza gli Agnelli: sarai più fortunata.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Redazione Gospa News

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