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SRI LANKA: RETE DI TERRORISTI IGNORATA DAL GOVERNO

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IN UN RAPPORTO DEI SERVIZI SEGRETI
I NOMI DEGLI ESTREMISTI CONFINATI:
IL RAPPORTO NASCOSTO AL PREMIER
E’ SCONTRO AI VERTICI DEL POTERE
SOTTO ACCUSA IL PRESIDENTE SIRISENA

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

La logica buonista che tende a minimizzare gli allarmi sul terrorismo estremista islamico ha causato un massacro. Impossibile che 9 attentati esplosivi siano avvenuti con tale premeditazione senza una ben articolata rete del terrore: lo abbiamo pensato tutti ma ora lo rimarca un ministro cingalese rivelando l’esistenza di un dossier dei segreti che già segnalava il rischio. Nella segnalazione c’erano già addirittura i nomi dei soggetti pericolosi: tra i quali alcuni dei 24 islamisti oggi arrestati e quelli dei 7 kamikaze che si sono suicidati innescando le bombe del massacro in alcuni siti. Ulteriori aggiornamenti qui.

La mappa degli attentati elaborata dalla CNN – clicca per il reportage

La conferma giunge dallo Sri Lanka dove gli attentati esplosivi in 3 chiese, 4 hotel, un supermarket ed una casa privata hanno causato un bilancio ancora parziale  290 morti (e 500 feriti) ed hanno scatenato anche una bufera nel governo circa gli avvertimenti non tenuti in adeguata considerazione. Ad accendere la miccia di una bomba politica è uno degli stessi componenti dell’amministrazione nazionale dello Sri Lanka. «Il 4 aprile, 14 giorni prima che accadessero questi eventi, eravamo stati informati di questi incidenti. Ma il primo ministro non è stato informato da [sic] queste lettere e rivelazioni» ha detto il ministro della Salute Rajitha Senaratne ai giornalisti durante la conferenza stampa a Temple Trees, la residenza ufficiale del premier, come riportato da Euronews. Ma questa informazione non è stata condivisa con il primo ministro.

Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena

«Il 9 aprile, il capo dell’intelligence nazionale ha scritto una lettera e in questa lettera, molti dei nomi dei membri dell’organizzazione terroristica sono stati riferiti» ha aggiunto Senaratne gettando benzina sul fuoco delle tensioni tra il premier Ranil Wickremesinghe e il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena che in quanto Capo dello Stato è responsabile della sicurezza nazionale e dell’intelligence. «Non stiamo cercando di eludere la responsabilità, ma questi sono i fatti. Siamo rimasti sorpresi nel vedere questi rapporti» ha precisato il ministro della Salute riferendo che il governo non credeva che gli attacchi fossero stati effettuati da «un gruppo di persone che erano confinate in questo paese» mentre «esisteva una rete senza la quale questi attacchi non avrebbero potuto avere successo».

Sacerdoti e soccorritori guardano impietriti la scenda di devastazione con il corpo di una delle vittime riverso sulla panca della Chiesa di San Sebastiano a Negombo

Al momento nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità degli attacchi anche se i sospetti sono subito caduti sulle Tigri Tamil, la milizia armata comunisti-marxista che ha insaguinato il paese per 26 anni con un’interminabile guerra civile protrattasi fino al 2009 prima della sua definitiva resa. Tale gruppo è di etnia e lingua Tamil, l’unica parlata dalla maggioranza dei musulmani cingalesi che pur essendo una minoranza nel paese (il 12 %) hanno rivelato indici preoccupanti di radicalizzazione fondamentalista tra i sunniti.

 

Il ministro alla Salute ha già promesso 1 milione di Rupie dello Sri Lanka (circa € 5.102) quale immediato risarcimento per ciascuna delle famiglie delle persone uccise nelle esplosioni, così come 100mila rupie (circa € 510) come contributo alle spese funerarie. «Come governo, ne siamo responsabili. Siamo molto dispiaciuti» ha detto Senaratne annunciando anche che i feriti riceveranno 100.000-300.000 rupie dello Sri Lanka (circa € 510- € 1.530). Il governo ha risposto all’emergenza imponendo un coprifuoco e chiudendo l’accesso ai social media e ai servizi di messaggistica. Il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha scritto in un tweet: «Condanno fermamente gli attacchi vigliacchi contro il nostro popolo e invito tutti gli Sri Lanka in questo tragico momento a rimanere uniti e forti. Per favore evita di diffondere resoconti e speculazioni non verificate: il governo sta prendendo provvedimenti immediati per contenere questa situazione».

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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