RAZZI JIHADISTI UCCIDONO DA IDLIB MA L’ONU PROCESSA LA SIRIA
ALTRE VITTIME NEGLI ATTACCHI DI AL NUSRA
TRE BAMBINI, UNA DONNA ED UN UOMO.
L’AMBASCIATORE DI DAMASCO A NEW YORK:
“BASTA AIUTI TURCHI AI TERRORISTI
CRIMINI DI GUERRA USA NEL NOSTRO PAESE”
PIOGGIA DI MISSILI DAL GOLAN ISRAELIANO
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
AGGIORNAMENTO – MARTEDI’ 21 MAGGIO
Secondo un rapporto militare del Governatorato di Hama, l’aviazione russa ha pesantemente preso di mira le campagne occidentali del Governatorato di Idlib, colpendo le posizioni di Hay’at Tahrir Al-Sham all’interno delle città di Khan Sheikhoun, Jisr Al-Shughour e Kafr Nabl. Secondo quanto riferito, i raid aerei dei caccia SU-57 sono stati eseguiti per rappresaglia per gli attacchi dei militanti alla base aerea di Hmeimim nella regione sud-occidentale di Latakia. Questi raid con razzi sparati da droni sono stati effettuati almeno due volte tra domenica e lunedì; tuttavia, non sono stati in grado di danneggiare le postazioni militari a causa delle difese aeree russe munite del sofisticatissimo sistema S-400.
AGGIORNAMENTO – DOMENICA 19 MAGGIO ORE 22 (≠ 1 GMT)
Altre vittime dei razzi dei terroristi di Al Nusra vicino a Latakia ed Hama, altri missili provenienti dal Golan occupato da Israele intercettati dalla contraerea dell’esercito siriano. Ciò che è accaduto in Siria in questi due giorni ricorda al mondo intero che la guerra non è finita. Una guerra soprattutto politica perché mentre nel paese mediorientale si contano morti e feriti all’Onu è il governo di Damasco a finire sotto accusa. A fronte delle pressioni internazionali le forze armate siriane hanno sospeso gli attacchi ad Idlib. Lo ha annunciato domenica 19 maggio il Centro russo per la riconciliazione delle parti in guerra in Siria. In tutta risposta in serata c’è stato un massiccio attacco di droni armati di razzi scatenato dai ribelli sulla base aerea Russa di Kheimimi, l’unica nel paese ad essere dotata dei sistemi di difesa S-400, i più innovativi e potenti al mondo, subito attivatisi per neutralizzare la missione suicida dei velivoli senza pilota. Al momento non risulterebbero danni o vittime ma la tensione è sempre più alta. Nella serata di domenica l’artiglieria dell’esercito siriano ha ripreso a bombardare le postazioni dei terroristi a sud della provincia di Idlib, dopo che i gruppi jihadisti avevano violato la tregua nella zona nord de-escalation. Secondo le informazioni dell’agenzia Sana i militanti avevano precedentemente lanciato 12 granate nel villaggio di Hamamiyat usando diversi sistemi di lancio.
ANCORA VITTIME DEI RAZZI JIHADISTI
«Un civile è stato ucciso sabato e altri due sono rimasti feriti in un attacco terroristico nei villaggi Sharasher e Hweiz nella campagna di Lattakia». È solo l’ultima nota datata 18 maggio della SANA, Syrian Arab News Agency in uno stillicidio di vittime che prosegue ininterrottamente dall’autunno 2018.
«Tre bambini sono morti a seguito dei colpi di mortaio dei terroristi nella città di Al-Suqaylabiyah, a nord della provincia di Hama». Ha invece riferito Syria TV lo scorso 12 maggio segnalando anche la morte di una donna nei bombardamenti degli islamisti nel suddetto centro. Dalla scorsa settimana i terroristi arroccati nella provincia di Idlib hanno intensificato gli attacchi contro i villaggi nel nord della provincia di Hama, ad Aleppo e nella zona montuosa della provincia di Latakia.
Ma questi eccidi di civili non vengono quasi mai riferiti dai principali media occidentali e dall’Osservatorio per i Diritti umani in Siria. Quest’ultima organizzazione SOHR, gestita da un commerciante musulmano di Coventry, in Inghilterra, è stata sempre molto puntuale nel riferire le uccisioni dei ribelli anti-Assad grazie alle informazioni, spesso alterate o fasulle, dell’ong White Helmets, fondata e gestita da un ex agente 007 britannico e mercenario di guerra.
5 MILIONI USA AI CASCHI BIANCHI: “COMPLICI DI JIHADISTI E LADRI D’ORGANI”
Da quando i Caschi Bianchi sono stati denunciati all’ONU dalla Russia per traffico d’organi, per la loro collaborazione coi jihadisti qaedisti di Al Nusra ma soprattutto per i finti attacchi chimici come a Douma, orditi per scatenare i bombardamenti della coalizione Nato sulla Siria, i civili morti ammazzati dai bombardamenti jihadisti non vengono più riferiti dall’osservatore SOHR di Coventry.
DOUMA: MASSACRO JIHADISTA CON ARMI CHIMICHE SU 35 VITTIME LEGATE
Ma dal 18 settembre 2018, quando Russia e Turchia si accordarono per evitare l’attacco militare siriano nella provincia di Idlib i pochi rivoluzionari rimasti e i tanti terroristi di Al Nusra ed altri gruppi vicini allo Stato Islamico, hanno ucciso con razzi, autobomba e mine antiuomo decine di civili nelle città siriane liberate per scatenare l’ovvia reazione dell’esercito di Assad supportato dalle forze armate della Russia che proprio a Latakia ha una delle sue basi militari.Anche l’ultimo attacco di sabato giunge dai «terroristi posizionati a Idlib e nella campagna settentrionale di Lattakia, vicino alla frontiera con la Turchia – riferisce il reporter di Sana – Hanno preso di mira villaggi di Sharasher e Hweiz con proiettili a razzo, uccidendo un civile e ferendone altri due».
SIRIA SOTTO ACCUSA ALL’ONU
Se ciò è avvenuto e continua ad accadere è perché la Turchia, confinante con Idlib, non ha tenuto fede al suo impegno di garantire la fuoriuscita dei fondamentalisti islamici di Al Nusra, versione siriana di Al Qaeda. Anzi. Alla luce dei mesi trascorsi dai terroristi sotto assedio ad Idlib comincia ad essere legittimo il sospetto che siano proprio le milizie turche a passare i rifornimenti di viveri ma soprattutto munizioni, razzi e granate.
In un simile degenerato contesto di guerriglia permanente cosa fa l’ONU? Si guarda bene da puntare il dito contro Ankara per il mancato rispetto dell’accordo di tregua ed invece mette sotto processo la Repubblica Araba della Siria come denunciato dall’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite venerdì 17 maggio.
«L’organizzazione terroristica di Jabhat al-Nusra sfrutta il fallimento del regime turco negli impegni assunti sulla zona di de-escalation e le intese di Astana e Sochi per imporre il suo controllo su Idleb e creare un focolaio terroristico usato per ricattare il Stato siriano». Ha dichiarato il diplomatico Bashar al-Jaafari, come riportato dall’agenzia Sana, durante una sessione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, aggiungendo che «la Siria nutre riserve sugli approcci politicizzati di alcuni Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in merito alle frequenti richieste di tenere riunioni ogni qualvolta la Siria adotta misure legali per proteggere i suoi cittadini dalle pratiche dei gruppi terroristici».
CRIMINI DI GUERRA DEGLI USA
«Alcuni membri del Consiglio continuano a ignorare i crimini di guerra commessi dalla coalizione illegale guidata dagli Stati Uniti in Siria in collusione con le loro milizie delegate, in particolare i crimini di SDF che includono la completa distruzione della città di Raqqa e l’uccisione e la destituzione dei suoi residenti, oltre ai crimini della coalizione a Deir Ezzor, e la detenzione forzata di decine di migliaia di civili nel campo di al-Rukban nella zona di al-Tanf – ha denunciato Al Jaafari – l’approccio selettivo di alcuni membri del Consiglio costituisce un supporto per il terrorismo, una protesta contro gli stati siriani e l’ostruzione dei suoi sforzi per proteggere i suoi cittadini e combattere il terrorismo».
L’ambasciatore siriano ha smentito gli “attacchi arbitrari ai civili” denunciati dal rappresentante del Belgio affermando che ad Idlib “ci sono operazioni militari condotte contro Jabhat al-Nusra, un’entità terrorista che include decine di migliaia di terroristi stranieri mandati da alcuni paesi per combattere con gruppi che portano nomi diversi ma non hanno nulla a che fare con la Siria, e altri chiamano questi terroristi stranieri “un’opposizione siriana moderata e armata«.
Al-Jafaari ha detto che i terroristi di al-Nusra stanno usando centinaia di migliaia di civili a Idlib come scudi umani, commettendo i crimini più atroci e prendendo di mira strutture civili tra cui ospedali e scuole, alcune delle quali trasformate in centri per la detenzione, la tortura, e omicidio di coloro che rifiutano la loro mentalità takfiri – aggiunge il funzionario Onu riferendosi al nome con cui i musulmani Sciiti chiamano gli estremisti Sunniti della Jihad – Al-Nusra prende di mira città e città vicine a Idleb con razzi e granate, togliendo la vita a decine di civili, la maggior parte donne e bambini, ad Aleppo, Hama, Lattakia, Mhardeh, al-Suqailibiye e altre zone».
LA TURCHIA SMETTA DI AIUTARE I JIHADISTI
Al-Jaafari ha inoltre affermato l’urgenza che “il regime turco metta fine all’occupazione del territorio siriano, si attenga ai suoi obblighi e cessi di sostenere i terroristi a Idlib”. Il diplomatico ha poi aggiunto: La fine delle sofferenze dei siriani in Idleb richiede l’interruzione della politicizzazione e dell’investimento nei terroristi e la manipolazione dei destini e delle vite delle persone”, ha affermato.
Idlib è una provincia siriana e lo stato siriano è il responsabile della sua protezione e dei suoi cittadini siriani dal terrorismo – ha concluso Al Jaafari – l compito del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è di assisterlo nel farlo. Chiediamo agli stati che hanno chiesto di tenere la sessione del Consiglio di sicurezza: quali sarebbero le opzioni per trattare con un’organizzazione con migliaia di terroristi se dovesse impossessarsi di una delle vostre città e commettere crimini atroci contro la sua gente e prendere di mira altre città con granate e razzi? nessun paese al mondo si sottometterebbe a minacce terroristiche o metterebbe in pericolo la vita dei suoi cittadini o rinuncerebbe al diritto sovrano e costituzionale di difendere la sua terra e il suo popolo.
Il rappresentante della Siria si è chiesto perché gli Stati occidentali rifiutano di riprendersi i loro connazionali coinvolti in atti terroristici in Siria, o di scoprire chi li ha reclutati, finanziati, addestrati e facilitato il loro ingresso in Siria. ” gruppi terroristici di Idleb si stanno preparando a organizzare un nuovo attacco chimico e stanno addestrando alcuni dei loro membri a comportarsi come se fossero esposti a materiali tossici in modo da essere filmati da alcuni media per incastrare l’esercito arabo siriano
L’IRAN: “USA ILLEGALI IN SIRIA”
Tra i pochi a difendere le ragioni di Damasco durante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU c’è stato l’ambasciatore dell’Iran, colpito dalle sanzioni economiche USA sul petrolio esattamente come Siria e Venezuela anche se ciascun paese per motivi ufficialmente differenti.
L’Iran ha denunciato all’ONU la presenza “illegale” delle forze statunitensi. in Siria e ha chiesto la sua partenza “immediata”. “Gli Stati Uniti devono mettere immediatamente fine alla sua presenza illegale in Siria”, ha detto venerdì il diplomatico iraniano, Mayid Tajt Ravanchi durante il suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Csnu). Anche lui ha rimarcato il pericolo di finti attacchi chimici ma ha condannato i tentativi dei paesi occidentali, guidati da Washington, di travisare la reale situazione nella provincia siriana di Idlib (nord-ovest), l’ultima roccaforte dei terroristi
GOLFO PERSICO: LANCIAMISSILI USA PER BLOCCARE L’ACCORDO IRAN-IRAK
LIBERATI 9 SIRIANI RAPITI DAI TERRORISTI
Una buona notizia giunge invece da Aleppo dove l’esercito di Assad ha liberato nove civili, tra cui due donne e un bambino, tenuti sotto sequestro dai jihadisti nelle campagne intorno alla città continuamente minacciata dai tentativi di incursione dei miliziani terroristi di Al Nusra e altri gruppi.
Sono stati liberati Bashar Kamel Subeeh, Nadir Asef Saqr, Alaa Ali Ali, Ali Adnan Fadel, Mazen Jamil Al-Abdullah, Ahmed Tawfiq Saqr, Emad Riad Sulaiman, Rasha Hadwan e Samar Ulian. Il 12 febbraio, altri siriani rapiti, detenuti da organizzazioni terroristiche nella città di Deir Qaq nella campagna orientale di Aleppo, erano tornati alla libertà grazie all’intervento dell’esercito di Assad. Resta comunque altissima la tensione nella provincia di Idlib per le continue azioni di guerriglia mentre intorno a Damasco la minaccia è rappresentata dalla continua pioggia di missili.
MISSILI DAL GOLAN OCCUPATO DA ISRAELE
Solo grazie ai sofisticati sistemi antimissile delle batterie contraeree russe S-200 ed S-300 hanno evitato gravi conseguenze alle città ed ai siriani dell’area sud-occidentale più vicina ad Israele. Nella notte di venerdì 17 maggio, infatti, le difese aeree dell’esercito di Assad hanno intercettato obiettivi ostili provenienti dalla direzione di Quneitra. Una fonte militare ha confermato la notizia a Sana evidenziando che la contraerea si era attivata in precedenza per colpire oggetti luminosi non identificati provenienti dai territori occupati sull’altopiano del Golan, controllato dall’Idf, Israel Defense Force.
Nel gennaio scorso Gospa News aveva riportato l’intervista rilasciata da un ex comandante Idf ad un media internazionale in cui confermava che nel 2018 l’aviazione aveva effettuato circa 2000 raid aerei sulla Siria, per la presenza di postazioni Hezbollah libanesi e Forza Quds iraniane, milizie di islamici Sciiti come gli Alawiti del partito Ba’th di Bashar Al Assad, che aiutarono Damasco a sconfiggere i jihadisti Sunniti dello Stato Islamico.
Quanto accaduto in Siria ed all’Onu in questi due giorni è l’ennesima conferma che molti paesi occidentali che si proclamano democratici non vogliono accettare la vittoria politica, diplomatica e militare di Assad e del suo alleato presidente russo Vladimir Putin.. Ecco perché lo spettro di un conflitto tra Usa e Iran nel Golfo Persico potrebbe scatenare un nuovo inferno anche in Siria. Alla Casa Bianca, finanziatrice dei ribelli fin dal 2006, non basta aver mezzo milioni di morti sulla coscienza. I terroristi sono ormai l’arma più potente per mantenere Damasco in un clima di guerra. Nel prossimo reportage analizzeremo proprio il ruolo del califfo dell’Isis Al Baghdadi riapparso sui media nel momento stesso in cui la Siria stava tornando alla normalità e mentre gli USA hanno cominciato i movimenti di gruppi navali d’attacco nel Golfo Persico. Non è infatti solo una coincidenza.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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LOBBY ARMI – REPORT 1: GLI AFFARISTI DELLE GUERRE USA
GOLFO PERSICO: LANCIAMISSILI USA PER BLOCCARE L’ACCORDO IRAN-IRAK
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