JIHADISTI ISIS LIBERATI DAGLI USA AMMASSATI VICINO ALLA RUSSIA
ALLARME DEL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI DI MOSCA
LO FSB: «5MILA TERRORISTI DELLO STATO ISLAMICO
NEL NORD DELL’AFGHANISTAN E NEI PAESI EX URSS
MINACCIA FOREIGN FIGHTERS ANCHE IN EUROPA».
IL PICK-UP TOYOTA PROVA LA COMPLICITA’ DI WASHINGTON
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Dove sono finiti i jihadisti dell’Isis liberati dagli Usa dalle prigioni dei Talebani, quelli che si sono arresi alle milizie curde dello SDF dopo la caduta di Baghouz, roccaforte del Daesh in Siria, o che sono scappati dal Campo profughi di Al Rukban al confine siriano con Iraq e Giodania? Dove sono finiti i Foreign Terrorist Fighters europei? Molti di loro risultavano trasportati altrove dalle stesse truppe Usa. Osa si scopre che migliaia di jihadisti si sono ammassati nel Nord dell’Afghanistan per infiltrarsi nei paesi dell’ex Urss, tutti a maggioranza musulmana, dove potrebbero scatenare insurrezioni e da dove potrebbero progettare tentativi di entrare in Russia.
A lanciare l’allarme non è un reporter anti-terrorismo ma direttamente il capo dei servizi segreti russi FSB, l’ex KGB, Alexander Bortnikov. Questo potrebbe rientrare in una strategia del terrore in cui sono maestri gli agenti della CIA come insegna la storia dei presidenti Usa Abraham Lincoln e John Fotzgerald Kennedy, assassinati in oscure cospirazioni terroristico-paramilitari mai del tutto svelate a causa di una valanga di insabbiamenti di prove e l’uccisione dei sicari.
Nel momento in cui la tensione è alle stelle nel Golfo Persico come in Iraq ed anche nelle province della Siria confinanti con Idlib, roccaforte di Al Nusra, affiliata di Al Qaeda, un fronte di ulteriore tensioni si sta sviluppando nei paesi vicini alla Russia meridionale come Turkmenistan, Tagikistan, Uzbekistan e Kirghikistan, onde tenere il principale alleato di Teheran e Damasco (e del Venezuela sotto attacco) impegnato in fronte di guerra vicino ai propri confini. Quali interessi hanno gli Usa a proteggere l’Isis? Semplice giustifica ogni operazione militare per arricchire la lobby delle armi con la scusa della minaccia terroristica, uccidono miliziani fondamentalisti indottrinati alla Jihad per morire in nome di Allah e liberano i comandanti loro alleati.
Ciò è avvenuto nei mesi scorsi in Afghanistan con la scarcerazione di Aminullah, uno dei principali comandanti del Daesh, come già avvenuto nel 2009 con la liberazione del califfo dello Stato Islamico Abu Backr Al Baghdadi, detenuto dagli Usa nel campo di prigionia di Camp Bucca in Iraq e rilasciato su disposizione del presidente Usa Barack Obama, due anni prima che fondasse l’Isis ed iniziasse le insurrezioni a Mosul per poi spostarsi in Siria e scatenare l’inferno della guerra civile a fianco dei ribelli finanziati dagli Usa fin dal 2006 dal presidente George Bush junior.
Sono molteplici le prove dei finanziamenti destinati ai ribelli e finiti nelle mani dell’Isis anche con la piena consapevolezza degli Usa. La giornalista bulgara Dilyana Gaytandzhieva aveva scoperto il traffico di armi della Cia per i terroristi dell’Isis. E fu per questo licenziata dal suo network Trud per paura di ritorsioni ma assunta dalla tv libanese Al Mayadeen.
Il reporter italiano Lorenzo Vita proprio oggi ha pubblicato un articolo su InsideOver, rubrica di geopolitica e cronache di guerra de Il Giornale, sui pick-up Toyota modello Hilux che risultano tra i più utilizzati dai jihadisti Isis. Ha citato un’inchiesta di Public Radio International su 43 jeep con cassone scoperto acquistate dal Dipartimento di Stato Usa, donate ai ribelli anti-Assad FSA in Siria e finite in mano ai terroristi dello Stato Islamico. Il quotitiano australiano Daily International ha invece riferito di centinaia di Toyota Hilux rubate da Foreign Fighters dell’Oceania ed arrivate in Medio Oriente per essere impiegate nello Yemen da Al Qaeda e in Iraq dai miliziani del Daesh.
«Un ramo dello Stato islamico ha ammassato circa 5.000 militanti nel nord dell’Afghanistan al confine delle repubbliche post-sovietiche dell’Asia centrale, ha avvertito il direttore dell’FSB russo, aggiungendo che molti di loro hanno combattuto in Siria – scrive il network Russia Today – “Particolarmente preoccupante è il dispiegamento di gruppi terroristici nelle province settentrionali dell’Afghanistan”, ha detto il direttore dello FSB Alexander Bortnikov ai capi dei servizi segreti ex sovietici a Dushanbe (capitale del Tagikistan – ndr)».
L’allarme assume grande rilevanza anche perchè i quattro stati confinanti con l’Afghanistan sono tutti a maggioranza musulmana sunnita come i limitrofi Uzbekistan e Turkmenistan, che confinano con il Kazakistan che condivide tutta la lunghissima frontiera terreste settentrionale con la Russia.
L’ALLARME DEGLI 007 RUSSI PER 5MILA JIHADISTI
Bortnikov ha avvertito che “Wilayat Khorasan”, una affiliata dello Stato Islamico (IS, precedentemente ISIS), è riuscita a raccogliere 5.000 combattenti nell’area. Le cellule terroristiche si stanno ora infiltrando nei paesi dell’ex Unione Sovietica dove stanno creando legami con il crimine organizzato. Per mantenere un basso profilo, cercano di camuffarsi da rifugiati e migranti.
Gli islamisti hanno subito nette sconfitte militari in Siria e in Iraq, ma rimangono ancora un pericolo. “Ora stanno cercando di riorganizzarsi in aree che il governo siriano non controlla, o si nascondono nei campi profughi”, ha osservato il capo dell’FSB in un’informativa riportata RT. Tra questi un punto strategico nevralgico è rappresentato dal Campo degli sfollati di Al Rukban, gestito dai ribelli anti-Assad dello FSA sotto la protezione e grazie al contributo della vicina base militare americana Us Army di Al Tanf.
Un luogo strategico, dove sarebbe stato addestrato dagli stessi terroristi Isis anche il killer di Christchurch Brenton Tarrant, ritenuto da più fonti agente del Mossad, che fece la strage nelle moschee neozelandesi nella logica di acuire le tensioni tra estremisti bianchi e musulmani al fine di legittimare agli occhi del mondo islamico eventuali attacchi terroristici come quello avvenuto di recente nello Sri Lanka ed organizzato dall’Imam estremista che era stato in Siria ed aveva mantenuto stretti legami con l’Isis. Tutto ciò per innescare la strategia del terrore e motivare successive rappresaglie militari degli Usa in tutto il mondo.
Un’altra tendenza allarmante è che i gruppi terroristici stanno trasferendo le loro forze in altre parti del mondo, tra cui l’Africa settentrionale e l’Asia sud-orientale. «Nonostante le perdite militari, le organizzazioni terroristiche stanno accumulando enormi finanziamenti stranieri per prepararsi agli attacchi “in tutto il mondo” – aggiunge Russia Today – In particolare, fanno ricorso a criptovalute e servizi di pagamento online per ricevere denaro dall’estero. I ricavi da “commercio illegale di petrolio, traffico di esseri umani e altre attività criminali” sono anche utilizzati dai terroristi per rimanere a galla».
Non va inoltre dimenticato il traffico di organi di cui sono stati accusati i White Helmets, spesso complici in azioni dei jihadisti di Al Qaeda, davanti all’Onu da un’organizzazione di anti-terrorismo della Russia. Gli stessi Caschi Bianchi, fondati e addestrati da un ex 007 militare britannico, hanno ricevuto proprio alcune settimane fa un finanziamento di 5 milioni di dollari dal Governo Usa (che in precedenza li sosteneva con centinaia di milioni di dollari).
5 MILIONI USA AI CASCHI BIANCHI: “COMPLICI DI JIHADISTI E LADRI D’ORGANI”
ALLARME FOREIGN FIGHTERS JIHADISTI IN TUTTA EUROPA
Il mese scorso, il direttore del FSB ha avvertito i militanti dello Stato Islamico che ritornano nei loro paesi di origine e creano cellule terroristiche a casa. Più di 1.500 di 5.000 jihadisti europei che in precedenza hanno aderito all’IS, i cosiddetti Foreign Terrorist Fighters, sono riusciti a tornare nei loro paesi di origine dal Medio Oriente, come segnalato Bortnikov all’epoca.
A questi si potrebbero domani aggiungere anche i circa ottocento FTF stranieri in gran parte europei detenuti nelle prigioni dello SDF nel Rojava, nella Siria settentrionale controllata dai Curdi YPG. Potrebbero infatti essere liberati anche loro dopo che i Governi non hanno risposto all’appello del presidente americano Donald Trump per riprenderli in stato di detenzione e processarli nei propri paesi. La Casa Bianca si era invece ben guardato dal dire che esistevano anche altri 800 Foreign Fighters arrestati ma originari dell’Arabia Saudita, storico alleato di Washington, e, secondo la deputata americana musulmana Ilhan Omar, non solo finanziatori ma anche fondatori di Al Qaeda.
Al Qaeda venne costituita da Osama Bin Laden, fratello di Salm Bin Laden e figlio di Mohamed Bin Laden, due dei più importanti costruttori al servizio del Regno dell’Arabia Saudita, di confessione musulmana sunnita (wahabita) proprio come i terroristi qaedisti e dell’Isis. Ma questo sarà argomento di un prossimo reportage anche sul luogo dove si nasconde Al Baghdadi…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
https://www.gospanews.net/medioriente-e-terre-di-guerre/
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