ALLARME ONU E SAVE THE CHILDREN PER 38 MORTI:
MA GLI ATTIVISTI DEI DIRITTI UMANI OCCULTANO
OGNI COLPA DEI TERRORISTI DI AL QAEDA
CHE USANO INNOCENTI ANCHE COME SCUDI UMANI.
ALTRI 17 RAZZI CONTRO LA BASE RUSSA DI KHMEIMIM
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Per difendere il suo modo di vivere, la sua comunità, la sua città e la sua famiglia, il cristiano deve prendere le armi e, se necessario, dare la sua vita. La guerra è ancora molto presente in Siria. Rientriamo il giorno dopo a Damasco, con il cuore a questa città e ai suoi difensori. Il nostro passaggio è stato l’occasione per valutare un po’ meglio i bisogni e permetterci di tornare con un aiuto più concreto ai civili e ai soldati di Mhardeh. Combattendo il terrorismo internazionale sul loro territorio, difendono anche tutti coloro che lo hanno di fronte, compresi gli europei. Il nostro debito è enorme, anche la nostra gratitudine».
CALIFFATO D’EUROPA: LA JIHAD IN BOSNIA ARMATA DA SAUDITI E CIA
E’ un reportage struggente e toccante quello riportato dal Centro Studi Federici sulla “battaglia quotidiana di Mhardeh”, una delle tante enclaves cristiane nel paese mediorientale dilaniato da quasi 8 anni di guerra civile dove si stima ci siano stati quasi mezzo milione di morti. Mentre sto elaborando questo articolo giunge la notizia di altri attacchi terroristici del gruppo Hayat Tahrir ash-Sham, affiliato di Al Qaeda e in precedenza conosciuto come fronte Al Nusra, contro la base russa di Khmeimim: 17 razzi sono stati lanciati dalla provincia di Idlib, 9 sono stati intercettati, altri 8 sono precipitati prima di raggiungere il complesso militare difeso. L’insediamento dell’aviazione di Mosca è protetta dai sistemi difensivi S-400 ed è praticamente inattaccabile con colpi di mortaio o razzi semplici. Ecco perché rappresenta solo una manovra di provocazione per scatenare ulteriori rappresaglie e far innalzare il livello del conflitto.
«Sotto assedio da 7 anni, 20.000 cristiani sono bombardati dai terroristi. Nessun media parla di loro. Sono soli a combattere per sopravvivere. Impotenti, hanno visto passare i convogli degli jihadisti trasferiti verso Idlib. 160 morti. Civili innocenti, padri e adolescenti, famiglie in lutto». E’ la testimonianza anonima di un volontario che porta aiuti alla popolazione e spiega la difficile convivenza della popolazione cristiana con i jihadisti di vari gruppi terroristici ritanati nella provincia di Idlib. Se il governo di Bashar Al Assad è di matrice Alawita-Sciita e perciò tollerante verso tutte le confessioni religiose, i fondamentalisti affiliati di Al Qaeda sono Sunniti e credono nella Jihad violenta contro gli infedeli.
Ecco spiegato perché un razzo degli estremisti islamici alcuni giorni fa ha colpito una scuola durante il catechismo uccidendo l’insegnante e cinque bambini e ferendone altri gravemente. Una strage degli innocenti che avviene nel silenzio della comunità internazionale o addirittura in una complice mistificazione degli attentati dei terroristi.
Sono infatti inquietanti i rapporti delle Nazioni Unite e dell’ong Save the Children perché lanciano l’allarme per la situazione di pericolo in cui vivono i bambini nelle province di Idlib ed Hama ma non spiegano chi sono gli autori di questi massacri. Anzi. Nel mezzo della guerra combattuta con granate e missili c’è quella dell’informazione che vede la maggior parte dei medi occidentali schierati sulle posizioni anti-Assad nonostante anni di reportage reali abbiano dimostrato che a diffondere fake news sono stati spesso i White Helmets e l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani (SOHR) di Coventry.
AMBIGUI RAPPORTI DI ONU E SAVE THE CHILDREN
In questa campagna di disinformazione condotta contro la Repubblica Araba della Siria e la Russia sua alleata è sconcertante notare come le notizie dell’agenzia Ansa italiana siano identiche a quelle di Al Jazeera, emittente del Qatar governato dai Fratelli Musulmani sunniti e perciò nemici giurati degli Sciiti che sostengono Assad. In questi giorni entrambi i media riportano un rapporto Onu che farebbe ridere se non fosse riguardante una zona di guerra dove i bambini continuano a morire sotto i razzi dei terroristi.
La relazione riferisce di 11 uccisioni premeditate di ex combattenti (e civili) e 380 arresti compiuti dall’esercito di Damasco tra il luglio 2018 ed il marzo 2019 soprattutto a Deraa, luogo della nascita dell’insurrezione contro Assad.
«Il combattimento attivo è finito in gran parte della Siria, ma nulla è cambiato nel modo in cui i rami dell’intelligence calpestano i diritti dei presunti oppositori del potere di Assad – ha affermato Lama Fakih, direttore del Medio Oriente presso Human Rights Watch – La mancanza di giusto processo, gli arresti arbitrari e le molestie, anche nelle cosiddette aree riconciliate, parlano più forte delle vuote promesse del governo di ritorno, riforma e riconciliazione».
Nel rapporto ovviamente non si fa menzione del fatto che i presunti oppositori politici (i ribelli FSA) siano di fatto ormai soggiogati dai gruppi terroristici vicini ad Al Qaeda nella provincia di Idlib: alcuni mesi fa proprio miliziani di Al Qaeda costruirono ad Idlib una forca avvertendo i ribelli e la popolazione che se si fossero arresi all’esercito di Asssad sarebbero stati impiccati. Non si riferisce minimamente che, come scritto in un precedente reportage, la tregua ripetutamente concordata da Russia, Turchia e Siria viene sistematicamente violata da attacchi continui provenienti dalle roccaforti dei jihadisti.
Save the Children riferisce dell’allarme per 250mila bambini i età scolare su cui pende il rischio di evacuazione, di 180mila sfollati da Idlib e 38 fanciulli morti soltanto nell’ultimo mese. Ma non spiega che quasi tuti i morti sono stati causati dai gruppi terroristici qaedisti con colpi di motaio, razzi o mine antiuomo. In minima parte essi sono rimasti vittima dei bombardamenti dell’aviazione della Russia in rappresaglia a tentativi di attacchi alla base di Kheimim: per la semplice ragione che, come denunciato dall’ambasciatore siriano all’Onu Bashar al-Jaafari, i civili vengono usati dai jihadisti come scudi umani.
Nessun allarme giunse da Onu e Save the Children nell’inverno scorso quando nei mesi di novembre, dicembre e gennaio la Us Air Force intensificò i bombardamenti sui villaggi della provincia di Dei Ezzor uccidendo decine di bambini per costringere alla fuga gli ultimi jihadisti Isis lì nascorsti. E nessun rapporto delle Nazioni Unite analizzò il bombardamento dei Sauditi contro un ospedale yemenita in cui rimasero uccisi anche vari bambini.
LA STRAGE DURANTE IL CATECHISMO
«In Siria il villaggio cristiano di Al-Sekelbiya è stato colpito da un attacco missilistico. Jessica, Bashar, Angy, Suheir (età 6-10 anni) e la catechista M’kashkash sono stati trucidati durante una lezione di catechismo. Altri sei bambini sono stati feriti. Agenzie locali parlano di azione di “gruppi terroristici». E’ il tweet lanciato lo scorso 14 maggio dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. I razzi sono stati sparati dalla vicina provincia di Idlib, controllata dal gruppo terrorista ex affiliato di al-Qaeda, Hayat Tahriral-Sham.
La notizia della strage di bambini è stata confermata da padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco della chiesa latina di Knaye (nella provincia di Idlib) in un’intervista del Tg2000: “La situazione è precaria a causa dei combattimenti tra l’esercito regolare e i ribelli. Purtroppo tanta gente ha dovuto lasciare la propria casa ed è venuta verso di noi. Vivono sotto gli alberi. Hanno come materasso la terra e come coperta il cielo. Tanta gente muore per questa sporca guerra. Speriamo che questo massacro finisca presto».
ATTACCHI TERRORISTICI CONTRO I BAMBINI
«Sei civili, tra cui due bambini, sono stati uccisi e altri 14 sono rimasti feriti martedì in attacchi terroristici con un certo numero di missili su abitazioni residenziali nel campo di al-Nayrab ad Aleppo in una nuova violazione dell’accordo di de-escalation della zona». E’ il resoconto dell’agenzia siriana Sana dello scorso 15 maggio in cui si fa riferimento ad almeno quattro razzi piovuti sulle case. Altri due civili feriti in un attacco terroristico bombardamento sul quartiere di al-Jamilyia ad Aleppo. «Gruppi terroristici, per lo più affiliati all’organizzazione terroristica di Jabhat al-Nusra, si sono diffusi nella campagna occidentale e sud-occidentale della provincia di Aleppo e attaccano i quartieri residenziali della città e i villaggi» aggiunge Sana elencando date e fatti di attacchi che non vengono menzionati né dall’Onu né da Save the Children.
Il problema, però, non è limitato solo ad Idlib ma anche nella zona controllata dagli Usa e dalle Forze SDF Syrian Democratic Force-YPG, la provincia di Deir Ezzor ricca di risorse petrolifere. «La milizia di Qasad (altro nome di SDF), appoggiata da elicotteri statunitensi, ha commesso un massacro, uccidendo sei civili nella città di Shahil, nella campagna nord-orientale di Deir Ezzor – riferisce Sana in una nota dello scorso 9 maggio – Fonti locali hanno detto che le milizie di Qasad supportate dagli elicotteri statunitensi all’alba hanno assediato il quartiere di al-Katef nella città di Shahil per più di due ore, e poi hanno fatto irruzione nel quartiere con sparatorie pesanti e casuali, sostenendo la vita di sei civili, ferendo altri e arrestando un certo numero di locali».
GLI SCUDI UMANI CONTRO LE RAPPRESAGLIE
«La Russia ha ucciso 10 civili, tra cui cinque bambini, in una provincia controllata dall’opposizione nel nord-ovest della Siria. L’esercito russo ha detto che i raid aerei nella notte di domenica sulla città di Kafranbel, nella provincia di Idlib, è venuto dopo che l’area è stata individuata come il punto di partenza per il lancio di razzi sulla base aerea di Syria, Hmeimim. Il gruppo armato Hay’et Tahrir al-Sham (HTS), un ex affiliato di al-Qaeda, controlla gran parte della provincia di Idlib e parte delle vicine province di Aleppo, Hama e Latakia». Il primo network a riportare la notizia è stato Al Jazeera attenendosi alle informazioni diffuse dall’organizzazione per la Protezione Civile della Siria, nota anche con il nome White Helmets e dell’Osservatorio siriano per i diritti umani.
RAZZI JIHADISTI UCCIDONO DA IDLIB MA L’ONU PROCESSA LA SIRIA
La maggior parte degli attacchi dei miliziani jihadisti avviene dalle campagne di Hama , Aleppo e Idlib dove però vengono facilmente indidviduate e colpite dall’esercito siriano. Una tattica utilizzata in più occasione è quella di far partire i razzi da lanciatori interni alle città ed ai villaggi in modo da rendere i civili, bambini compresi, scudi umani contro eventuali rappresaglie. E poter denunciare l’aggressione alla popolazione in caso di controoffensive.
LE ACCUSE PER IL GAS CLORINO
Di questi barbari escamotage che disprezzano il valore delle vite umane anche innocenti, in quanto ritenute funzionali alla Jihad, non parlano né i rapporti dell’Onu e di Save the Children, entrambe organizzazioni filo-americane e perciò condizionate dalla strategia della tensione degli Usa contro la Russia e la Siria.
5 MILIONI USA AI CASCHI BIANCHI: “COMPLICI DI JIHADISTI E LADRI D’ORGANI”
Nell’ambito di questa propaganda emergono le nuove infondate accuse della Casa Bianca per l’utilizzo di armi chimiche, a base di gas clorino, da parte dell’esercito siriano. I sospetti con minacce di ritorsioni militari giungono dopo un mese che l’intelligence russa ha lanciato l’allarme per le armi chimiche fabbricate dai gruppi affiliati di Al Qaeda – Al Nusra, con l’aiuto dei White Helmets, apposta per poter far accusare di crimini internazionali l’esercito di Assad. Come avvenuto nell’aprile scorso per il finto attacco chimico a Douma che giustificò il lancio di un centinaio di missili Tomahawk dalle navi americane.
Il primo martire quotidiano in Medio Oriente rimane la verità, nascosta da una disinformazione pilotata da Washington, tramite giornalisti compiacenti o prezzolati, in Italia, in Europa così come nei paesi alleati degli americani nella penisola Araba.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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