IL CAPO DELL’INTELLIGENCE DIMISSIONARIO
E L’ISPETTORE DELLA POLIZIA RIMOSSO
INCOLPANO IL CAPO DI STATO DI AVER OCCULTATO
IL DOSSIER DEI SERVIZI SEGRETI SUI TERRORISTI
Dimissioni di 8 membri musulmani del governo
per i sospetti di relazioni coi jihadisti del loro collega
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
In un dettagliato reportage Gospa News aveva ricostruito il puzzle di tutte le coperture deò dossier dei servizi segreti sui terroristi e gli intrecci tra politica e affaristi musulmani in mezzo ai quali erano avvenuti gli attentati esplosivi compiuti a Pasqua nello Sri Lanka. Gli attacchi del 21 aprile scorso dei jihadisti affiiati all’Isis nelle chiese cristiane e negli alberghi di lusso hanno ucciso più di 250 persone, ferendone più di 500, in maggioranza di fede cattolica e protestante durante la Messa e in minima parte turisti in vacanza.
Tutti quei sospetti, corroborati da particolari ancora più inquietanti, sono ora al centro del lavoro del Parliamentary Select Committee (PSC), la commissione parlamentare d’inchiesta che sta indagando sulle stragi e sulle presunte omissioni del presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena per aver bloccato un’indagine della polizia e non aver allertato la Sicurezza Nazionale, nemmeno il primo ministro Ranil Wickremesinghe, dopo il rapporto dell’intelligence indiana Raw. Nel’informativa si preannunciava il rischio di attacchi terroristici facendo anche il nome dell’imam estremista, predicatore della jihad verso gli infedeli, morto poi kamikaze in uno di essi.
Ad incolpare il presidente, che aveva negato di essere a conoscenza del rapporto degli 007 ed ora respinge ogni accusa, non sono due persone qualunque ma l’ex ispettore generale della polizia srilankese, rimosso dallo stesso Sirisena, e il capo dell’intelligence nazionale, che si è dimesso prima di essere destituito dal capo dello stato.
Le accuse di occultamento del dossier di allerta sugli attentati si affiancano a quelle di complicità contro il ministro musulmano dell’Industria e Commercio Rishad Bathiudeen, oggetto di una mozione di sfiducia in Parlamento e dimessosi dall’incarico prima che questa fosse discussa dai deputati. In segno di solidarietà altri due ministri e cinque sottosegretari si sono dimessi con un gesto più formale che sostanziale: hanno rinunciato alla gestione dei loro portafogli finanziari senza però lasciare gli incarichi ed evitando così una crisi di governo.
La posizione ambigua di Bathiudeen, leader nazionale del partito musulmano All Ceylon Makkai Congress (Acmc) da lui fondato nel 2005 dopo la rottura con gli altri islamici dello Sri Lanka Muslim Congress, era stata evidenziata già dall’inchiesta di Gospa News mettendo in luce la presunta amicizia del ministro con uno dei musulmani arrestati dalla polizia dopo le stragi: il facoltoso commerciante di spezie e Mohamed Yussuf Ibrahim, padre di due kamikaz e finanziatore del partito di sinistra JVP.
In questo contesto sconcertante assume sempre più rilevanza l’ipotesi di un complotto simile a quelli delle stragi degli anni ’80 e ’90 in Italia dove si sono intrecciate, senza consentire una piena luce sulla verità, componenti politiche, servizi segreti e terroristi sotto la regia del Deep International State per creare la strategia del terrore e giustificare anche le più spregiudicate operazioni d’intelligence militare.
Come sarebbe avvenuto anche nell’olocausto dell’11 settembre 2001 a New York nel quale la mancata attenzione ad una nota della sicurezza nazionale sugli attentati, segnalata dal senatore dem Gary Hart, sembra essere stata parte di una cospirazione internazionale che ha visto i miliziani di Al Qaeda quali braccio armato di poteri occulti con la sospetta complicità e regia del Mossad israeliano.
Un complotto creato ad arte per giustificare le operazioni anti-terrorismo Usa e le politiche di guerra nei paesi arabi ricchi di petrolio arricchendo anche la lobby delle armi. Questa ricostruzione, cui dedicheremo un prossimo reportage, è stata illustrata in numerose articoli dal reduce del Vietnam e consulente internazionale d’intelligence militare, Gordon Duff, senior editor del sito americano di controinformazione geopolitica e investigazioni internazionali Veterans Today.
IL CAPO DELL’INTELLIGENCE DIMISSIONARIO
«Il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, ha criticato un’indagine parlamentare sugli attentati di Pasqua, venerdì 7 giugno, il giorno successivo a due testimonianze di alto profilo che lo hanno accusato di cattiva gestione della sicurezza nazionale dell’isola». Hanno scritto i giornalisti Ranga Sirilal e Alexandra Ulmer per l’agenzia Reuters riportando anche una pesante dichiarazione del capo dello stato: «Non accetto il comitato ristretto e non invierò i miei ufficiali» a testimoniare.
La ragione di questa presa di posizione è conseguente ad uno scontro politico con il Parlamento controllato dai partiti di governo del premier Ranil Wickremesingh, delegittimato dal presidente Sirisena nell’ottobre scorso che nominò d’autorità al suo posto l’ex presidente Mahinda Rajapaksa prima che la Corte Costituzionale dichiarasse il golpe politico illegittimo riaffermando il potere di Wickremesingh.
«Il presidente Sirisena ieri nella sua disperazione per reprimere le informazioni che stanno emergendo sulla sua complicità agli attentati annunciati della domenica di Pasqua ha riferito che fino ad oggi hanno testimoniato davanti al Comitato parlamentare solo quelli che hanno lasciato il servizio e ha aggiunto che non permetterà ufficiale in servizio attivo di testimoniare dinanzi al CPS» scrive invece il Colombo Telegraph, fortemente critico sui silenzi del capo dello Stato.
Questo sito giornalistico della capitale srilankese sin da subito riportò i dettagli sul dossier dei servizi segreti Raw occultato e gli autorevoli interventi di un famoso avvocato e di un ex maresciallo dell’aria dell’aviazione nazionale che rivelarono tutti i macroscopici errori politici nella gestione dell’informativa in cui si faceva riferimento al complotto del gruppo estremista musulmano NTJ (National Thowfeek Jamaath) e si indicava quale mente degli attacchi il suo fondatore, l’imam Moulvi Zahram Hashim, di cui sono stati provati i suoi legami con l’Isis ed il suo addestramento in Siria.
Oggi è sempre il Colombo Telegraph a rivelare l’ultimo clamoroso sviluppo nell’inchiesta parlamentare e smentendo le affermazioni di Sirisena. «Il capo dell’intelligence nazionale, Sisira Mendis, che ha testimoniato davanti al PSC alla sua seduta iniziale, stava ricoprendo la sua posizione proprio mentre Sirisena pronunciava quelle parole».
Si riferisce anche che «Sirisena ha pronunciato quella menzogna durante il suo incontro con i capi di polizia la scorsa sera ed ha fatto un punto per chiarire la sua affermazione, sottolineando: “Abbiamo anche rimosso Sisira Mendis dalla sua posizione”. Un’altra sfacciata menzogna: solo 24 dopo Mendis ha rassegnato le sue dimissioni adducendo problemi di salute». Le ricostruzioni del Colombo Telegraph sono così dettagliate da essere più credibili delle dichiarazioni nebulose del presidente dello Sri Lanka.
ANCHE L’ISPETTORE DELLA POLIZIA ACCUSA IL PRESIDENTE
«L’ex segretario alla Difesa dello Sri Lanka Hemasiri Fernando (dimissionario dopo lo scandalo del dossier insabbiato – ndr) ha anche testimoniato giovedì, dicendo che il presidente aveva ordinato che Wickremesingh, fosse tenuto fuori dalle riunioni del consiglio di sicurezza» spiega ancora l’agenzia Reuters concentrandosi poi su un’altra deposizione pesantissima davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta.
«L’ispettore generale della polizia Pujith Jayasundara ha detto che Sirisena gli aveva chiesto di assumersi la responsabilità degli attentati rassegnando le dimissioni, aggiungendo che il leader gli aveva promesso un distacco diplomatico in cambio. Jayasundara si rifiutò di lasciare il posto e più tardi fu messo in licenza» riporta l’agenzia.
Mentre il Colombo Telegraph in altri articoli riferisce un’ulteriore circostanza inquietante: «I funzionari dell’intelligence che hanno testimoniato davanti al comitato parlamentare sugli attacchi di Pasqua hanno rimarcato che fino ad allora non erano a conoscenza di quale paese avesse condiviso le informazioni di intelligence sugli attacchi imminenti e che anche loro ne avrebbero sentito parlare solo attraverso i media».
L’informativa dei servizi segreti indiani RAW, pubblicata da Gospa News, era stato inoltrato anche alla polizia ma sarebbe stato tenuta nascosta per motivi di sicurezza nazionale su ordine del presidente che invece aveva sempre negato ai giornalisti di essere a conoscenza del dossier.
Lo ha confermato sempre l’ex capo della polizia Jayasundara, mandato in congedo obbligatorio come capro espiatorio dei fallimenti dell’intelligence, in una petizione sui diritti fondamentali presentata da Jayasundara FR e depositata pochi giorni fa, come ha segnalato il Servizio di intelligence di Stato (SIS) in una lettera menzionata sempre dal Colombo Telegraph.
Jayasundara spiega che la la polizia aveva avviato un’indagine sulle attività del Thawheed Jamath nazionale, ma il TID (Divisione Investigativa Terrorismo) l’8 aprile 2018 ha ricevuto l’ordine di sospendere le investigazioni da Sirisena, dal momento che “tali indagini avevano pregiudicato le indagini segrete condotte dal SIS”. L’ispettore generale «afferma inoltre che il presidente lo ha escluso dal partecipare alle riunioni del Consiglio di sicurezza nazionale dall’inizio di ottobre 2018, fino a dopo gli attacchi terroristici di domenica di Pasqua, il 21 aprile» e che il presidente ha richiesto al direttore del SIS Nilantha Jayawardana di riferire direttamente a lui».
Analoghe ragioni per cui oggi Sirisena è in polemica col portavoce della commissione PSC, Karu Jayasuriya, accusandolo di non aver tenuto in debita considerazione una sua lettera ufficiale in cui chiedeva la sospensione delle audizioni parlamentari del comitato a causa dell’impatto sulla sicurezza nazionale. Il portavoce ha negato ciò affermando che sono state adottate misure per portarla prontamente all’attenzione dei membri del PSC al fine di garantire ulteriormente la riservatezza ma ha anche aggiunto che solo il Parlamento ha l’autorità di sospendere le udienze.
In aggiunta a tutto ciò il Colombo Telegraph in un altro articolo evidenzia che è stato finalmente depositato il resoconto di un’altra indagine sulle stragi disposto dallo stesso presidente. «Quando Sirisena il 22 aprile nominò la commissione, composta dal giudice della Corte Suprema Vijith Malalgoda, dall’Ispettore generale della polizia in pensione NK Illangakoon e dall’ex segretario del ministero, Padmasiri Jayamanne, il rapporto doveva essere consegnato entro due settimane. Sirisena ha assicurato che i contenuti sarebbero stati resi pubblici ma, fino ad ora, non si è fatto cenno a quando il rapporto sarà reso accessibile al pubblico».
LE RELAZIONI DEL PRESIDENTE CON IL TYCOON ISLAMICO
I comportamenti sospetti del capo dello stato diventano sempre più numerosi ogni giorno che passa e rendono indispensabile ricordare le sue connessioni con il tycoon anglo-cingalese musulmano Allirajah Subaskaran. Quest’ultimo, di etnia Tamil tanto da dedicargli un film thriller prodotto dalla sua casa cinematografica indiana Lyca di Bollywood, ha beneficiato delle ottime relazioni con il Regno Unito dello Sri Lanka, già colonia britannica, per trasferirsi a Londra.
Li è stato uno dei più importanti finanziatori dell’ex premier David Cameron, noto per le ottime relazioni con l’Islamic Saharia Council, e viene ritenuto tra i sovvenzionatori della più importante ong islamica, la Muslim Aid, indagata in alcuni stati del mondo per presunti finanziamenti a gruppi fondamentalisti e terroristici. Subaskaran è anche proprietario del gestore commerciale di telefonia mobile Lycamobile, finito nei guai per evasione fiscale in Italia e per riciclaggio in Francia, ma soprattutto per essere uno dei più importanti venditori di simcard anonime ai suoi clienti, soprattutto africani ed asiatici immigrati in Europa.
Subaskaran è ritenuto coinvolto in torbidi affari finanziari con l’ex presidente Mahinda Rajapaksa, sconfitto nelle presidenziali da Sirisena ma poi scelto da quest’ultimo come premier per nel tentativo di golpe politico fallito ai danni di Wickremesingh.
SRI LANKA: JIHADISTI NASCOSTI E INTRIGHI DELL’AFFARISTA ISLAMICO
Non solo. Oltre ad aver svolto un ruolo sicuramente lodevole per la ricostruzione dopo il terremoto e lo tsunami del 26 dicembre 2004 attraverso la sua Gnanam Foundation, il tycoon islamico srilankese-britannico ha di recente proposto al Gabinetto dei ministri dello Sri Lanka guidato dal presidente Sirisena un progetto Lyca per costruire un edificio di sei piani con una superficie di 6.500 mq con attrezzature moderne con un investimento di 740 milioni di rupie singalesi (3,7 milioni di euro circa) e assegnare un premio all’università di Jaffna attraverso la fondazione Gnanam.
Chi ha caldeggiato questa iniziativa approvata dal governo? Rauff Hakeem, ministro della pianificazione urbana, approvvigionamento idrico e istruzione superiore, uno dei membri musulmani del governo che ha dato le dimissioni in solidarietà del collega islamico Rishad Bathiudeen accusato da alcuni paramentari di presunta complicità coi terroristi…
IL MINISTRO ISLAMICO ACCUSATO DI COMPLICITA’ COI TERRORISTI
«Otto funzionari del governo musulmano dello Sri Lanka hanno lasciato il loro portafoglio lunedì 3 giugno in solidarietà con il ministro dell’industria accusato dall’opposizione di sostenere i militanti islamici che hanno ucciso più di 250 persone la domenica di Pasqua. Le dimissioni hanno minato la prevista mozione di sfiducia presentata dai sostenitori dell’ex presidente nazionalista Mahinda Rajapaksa contro il ministro dell’Industria Rishad Bathiudeen, che si è dimesso rendendo la mozione non sostenibile». E’ l’agenzia Reuters a scrivere il resoconto della conferenza stampa guidata da Hakeem.
«La mozione conteneva 10 accuse contro Bathiudeen, tra cui l’accusa di aver fornito munizioni a una fabbrica di proprietà di uno degli attentatori del 21 aprile e di aver fatto pressione sull’esercito per rilasciare i sospetti arrestati in relazione agli attacchi. Gli accusatori di Bathiudeen non hanno fornito prove delle loro accuse, che Bathiudeen ha negato».
Ma va anche ricordato che proprio nei giorni successivi agli attacchi terroristici i media srilankesi avevano riferito della presunta amicizia tra il ministro leader del più importante partito musulmano e l’imprenditore islamico Mohamed Yussuf Ibrahim, arrestato insieme al figlio Ijaz Ahmed, perché sospettato di complicità con i figli morti kamikaze Inshaf Ahmed Ibrahim e Ilham Ibrahim.
Il padre era anche uno personaggio politico di spicco in quanto sostenitore e finanziatore del partito di ex marxisti-comunisti JVP (Janatha Vimukthi Peramuna). Non solo. Un fratello di Bathiudeen è stato arrestato dalla polizia per presunte implicazioni coi terroristi, secondo quanto riferito dal Daily Mirror, e poi rilasciato dopo una deposizione nel massimo riserbo degli investigatori.
Secche erano state le smentite del ministro: «Io ei miei fratelli non siamo collegati a NTJ (National Thowfeek Jamaath)» ha dichiarato in una conferenza stampa speciale per rispondere ai sospetti contro di lui in seguito agli attacchi terroristici del 21 aprile: «I media riportano anche che l’Industrial Development Board (IDB) ha dato cartucce vuote di metallo a una compagnia agli attentatori suicidi di Shangri La per l’influenza di un potente politico governativo. Come da procedura, né io né il segretario del ministero abbiamo ora il potere di approvare queste richieste e solo i funzionari e gli esperti di IDB hanno l’autorità per accettarle».
Le cartucce vuote furono riempite di biglie dai jihadisti kamikaze e poi messe negli zaini con l’esplosivo affinchè la deflagrazione facesse il maggior numero di vittime possibili.
«Non lasceremo il governo, proteggiamo il governo» ha invexe dichiarato Rauff Hakeem, ex ministro della pianificazione urbana, per motivare la decisione di rinunciare ai portafogli ma non agli incarichi formali. Anche due governatori musulmani, M. L. A. M. Hizbullah e Azath Salley hanno rassegnato le dimissioni lunedì soprattutto dopo le rappresaglie di maggio contro i musulmani, una minoranza che rappresenta il 10 % della popolazione, che si sospetta siano state fatte da buddisti ed hanno portato il governo ad istituire un altro coprifuoco dopo che una persona è rimasta uccisa e molte ferite.
«I potenti monaci buddisti stanno facendo pressioni sui politici musulmani. Il monaco buddista di opposizione Athuraliye Ratana Thero ha iniziato uno sciopero della fame venerdì davanti a un tempio sacro nel distretto centrale di Kandy chiedendo le dimissioni di Bathiudeen e di due governatori musulmani – scrive ancora Reuters – Galagoda Aththe Gnanasara, capo della linea dura Bodu Bala Sena (BBS) o “Forza del potere buddista”, aveva minacciato di incitare proteste nazionali se gli uomini non fossero stati licenziati. Gnanasara aveva scontato una condanna a sei anni per oltraggio alla corte, ma è stato liberato per una grazia presidenziale il mese scorso».
In questo caos politico-giudiziario è passata in secondo piano la visita del primo ministro indiano Narendra Modi che domenica ha reso omaggio alle vittime degli attacchi di Pasqua nello Sri Lanka, incontrando il suo omologo Ranil Wickramasingh e visitando la chiesa di Sant’Antonio a Colombo, uno dei luoghi dove ci sono state più vittime.
Il clima politico rovente è anche motivato dal fatto che quest’anno è prevista l’elezione presidenziale nelle quali è pronto a scendere in campo Gotabaya Rajapaksa, fratello dell’ex capo di stato, e già capo della Difesa durante la sanguinosa e lunga guerra contro le Tigri Tamil.
Secondo un’inchiesta giornalistica è in quell’humus di rivalità etniche-religiose che sarebbe avvenuta la riniascita del terrorismo, questa volta di matrice islamica, dato che quasi tutti i musulmani srilankesi sono di etnia Tamil e di confessione sunnita, quella più estremista nel sostenere la jihad.
Ciò sarebbe accaduto anche per la forte presenza nello Sri Lanka del famigerato servizio segreto israeliano Mossad, accusato di aver addestrato entrambe le fazioni, quella governativa e quella rivoluzionaria, per mantenere vivo il conflitto ed incrementare il mercato delle armi nella nazione. Ma di questo parleremo in un prossimo imminente reportage.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione
SRI LANKA: JIHADISTI NASCOSTI E INTRIGHI DELL’AFFARISTA ISLAMICO
https://www.gospanews.net/russia-politica-internazionale/
FONTI
REUTERS – IL PRESIDENTE RESPINGE LE ACCUSE
REUTERS – MINISTRO ISLAMICO ACCUSATO DI COMPLICITA’