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PETROLIERA IN FIAMME NEL GOLFO PERSICO: FORSE COLPITA DA UN SILURO

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INCIDENTI PER 2 NAVI CISTERNA VICINO ALL’OMAN:
EQUIPAGGI EVACUATI DAI SOCCORSI IRANIANI
RISCHIO DI AFFONDAMENTO E DISASTRO ECOLOGICO
PER L’ESPLOSIONE SUL MERCANTILE CARICO DI NAFTA
PERICOLO DI ESCALATAION DI TENSIONI TRA USA E IRAN
WASHINGTON INVIA UNA TERZA NAVE LANCIAMISSILI

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

«Le petroliere, identificate da Reuters come il Fronte Altair con bandiera dalle Isole Marshall e il Kokuka Courageous con quella panamense, sono state evacuate in seguito a sospetti attacchi nel Golfo di Oman. Un rapporto del newspapaer marittimo TradeWinds ha affermato che la nave cisterna norvegese (Front Altair) sarebbe stata colpita da un siluro al largo delle coste degli Emirati Arabi Uniti».

Non si è ancora accertata la verità in merito ai presunti sabotaggi avvenuti il 12 maggio scorso nel porto di Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, e le acque del Golfo Persico, già roventi per i riforzi inviati dall’Us Navy alla sua Quinta Flotta in una strategia di tensione contro l’Iran, diventano di fuoco come riportano Russia Today e The Guardian.

Sia l’agenzia iraniana Tasnim che un utente ben informato del social pubblicano su Twitter foto inequivocabili con una colonna di fumo che si alza dalle acque ed un vascello identificato come la Front Altair tra le fiamme. L’ipotesi di un siluro si è andata via via affievolendo in relazione ai danni non tali da causare l’affondamento e un conseguente disastro ecologico. E si sta facendo strada anche l’ipotesi di un sabotaggio di natura differente o addirittura quella di un incidente spacciato per attacco.

ATTACCHI PETROLIERE: TRUMP ACCUSA L’IRAN CON LA MINA “MAGICA”

 

NAVE IN FIAMME NEL MARE CON 75MILA TONNELLATE DI NAFTA

Un pennaccio di fumo si alza dalla petroliera Front Altair nel Golfo di Oman – FOTO CNW

«Front Altair stava 75.000 tonnellate di nafta, una materia prima petrolchimica, quando si “sospetta sia stato colpito da un siluro” – ha detto Wu I-Fang del raffinatore di petrolio statale di Taiwan, CPC, che ha noleggiato la nave cisterna a The Guardian – I media statali dell’Iran hanno riferito che il Fronte Altair era affondato, sebbene l’operatore della nave, Frontline, abbia detto che non era così». Ma il rischio rimane altissimo e le operazioni di spegnimento dell’incendio proseguono. Pare ormai scongiurato il peggio

L’agenzia nazionale di Teheran Isna ha confermato che l’Iran ha salvato decine di marinai dalle navi cisterna che sarebbero state attaccate nel Golfo di Oman al largo delle coste degli Emirati Arabi Uniti, poco lontano dallo Stretto di Hormuz.

Una veduta aerea della petroliera in fiamme – FOTO ISNA

La nave di soccorso ha evacuato 44 membri dell’equipaggio dalle petroliere in pericolo, portandoli in salvo nella città di Jask, nella provincia meridionale di Hormozgan, riferisce l’IRNA, citando una fonte informata.

«I dettagli sugli incidenti non sono ancora chiari, ma è noto che le petroliere inviavano segnali di soccorso a porti e imbarcazioni nelle vicinanze. I soccorritori iraniani sono stati i primi a raggiungere le navi, secondo quanto riportato dai media locali» aggiunge RT.

Un manager di Kokuka ha detto che la petroliera è stata danneggiata sullo scafo in un incidente in cui un membro dell’equipaggio è rimasto leggermente ferito. La rete televisiva iraniana Al-Alam ha riferito che due esplosioni sono state ascoltate nel Golfo Persico giovedì mattina, secondo quanto riportato da Press TV.

Le alte fiamme nello scafo della Front Altair – foto CNW Twitter

Nel frattempo, l’ufficio per le Operazioni di Commercio Marittimo del Regno Unito ha dichiarato di essere a conoscenza dell’incidente e ha esortato “estrema cautela”. La Quinta Flotta Us Navy, che ha base nel vicino Bahrein a Manama, ha confermato il danneggiamento delle due pretroliere vicino allo Stretto di Hormuz, definendolo un attacco sospetto, secondo Blooomberg.

«Le forze navali statunitensi della regione hanno ricevuto due chiamate di soccorso separate alle 6:12. ora locale e una seconda alle 7:00», ha detto Joshua Frey della Quinta Flotta.

«L’Oman ha confermato che c’è stata un’esplosione a bordo del Front Altair, la nave cisterna di proprietà norvegese, secondo il quotidiano Dagbladet. Nasser Selim, portavoce della Guardia costiera dell’Oman, ha detto al giornale che l’incidente è avvenuto nelle acque iraniane e che l’Oman è in contatto con l’Iran in merito». precisa Russia Today.

Questo grave episodio rischia di alzare ancora di più le tensioni tra Iran e Stati Uniti, già minacciosi nell’avvisare Teheran che avrebbero agito con ogni mezzo in caso di attacchi contro la loro marina o imbarcazioni degli alleati arabi. Ecco perchè sembra davvero poco credibile che possa esserci proprio l’Iran dietro a questo incidente come a quelli precedenti.

Ma, secondo quanto riferito dalla NBC, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha accusato l’Iran di aver attaccato le due petroliere: «Secondo il governo degli Stati Uniti, la Repubblica islamica dell’Iran è responsabile degli attacchi odierni nel Golfo di Oman» ha detto Pompeo. E l’Us Navy ha inviato nelle acque persiane un altro caccioatorpediniere lanciamissili, UUS Mason, che si aggiunge ai Gonzalez e McFaul già dispiegati nelle scorse settimane.

GOLFO PERSICO: LANCIAMISSILI USA PER BLOCCARE L’ACCORDO IRAN-IRAK

A differenza del caso del 12 maggio per i presunti sabotaggi alle quattro petroliere stavolta ci sono immagini e resoconti inequivocabili che rendono davvero plausibile l’ipotesi di un sabotaggio anche se appare azzardata quella di un siluro subacqueo lanciato contro la Front Altair, per i danni tutto sommato lievi causati, e col passare delle ore trova spazio anche l’ipotesi di un incidente sfruttato ad arte nella strategia delle tensioni nel Golfo Persico. Ciò avviene infatti proprio nei giorni in cui il Giappone si era offerto di fare mediatore per un dialogo tra Usa e Iran, colpito dalle sanzioni americane dopo il ritiro dal trattato nucleare, avvenuto però successivamente a quello di Washington.

Il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif

Secondo l’Iran l’icidente di giovedì a due petroliere nel Golfo di Oman potrebbe avere qualcosa a che fare con gli sforzi del Giappone per far avanzare il processo di pace in Medio Oriente.

«Gli attacchi segnalati alle petroliere si sono verificati mentre il primo ministro Shinzo Abe si incontrava con l’ayatollah Khamenei per colloqui ampi e amichevoli – ha scritto su Twittere l ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif – E’ sospetto: non si può descrivere ciò che facilmente è emerso questa mattina».

 

LE ACCUSE DI BOLTON ALL’IRAN PER GLI ATTACCHI DI MAGGIO

John Bolton, consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale

Nei giorni scorsi l’Iran aveva fortemente respinto le dichiarazioni di John Bolton, il Consigliere per la sicurezza nazionale, secondo cui tale nazione era “quasi certamente” dietro gli attacchi del 12 maggio a quattro petroliere nelle acque degli Emirati Arabi Uniti. Teheran ha definito “ridicola” l’accusa senza prove.

«Mentre il portavoce del ministero degli Esteri Abbas Mousavi ha deriso le accuse contro il suo paese, ha notato che non sorprende che Bolton le abbia fatte in una conferenza stampa negli Emirati Arabi Uniti, un paese che ha sviluppato una rivalità con l’Iran» aveva evidenziato Russia Today.

Il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza Nsa (National Security Affairs) era nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi, per un incontro con il principe ereditario Mohammed bin Zayed Al Nahyan, «una delle figure che ha lavorato al fianco di Bolton e altri leader mondiali per spingere Trump in una guerra a tutto campo», secondo il ministro degli esteri iraniano Zarif.

Bolton ha detto che gli attacchi alle petroliere provenivano da “mine navali quasi certamente dall’Iran”, il suo argomento meno convincente è “Chi altro penseresti lo farebbe? Qualcuno dal Nepal?”.

 

L’INCHIESTA SUI SABOTAGGI NEL PORTO DI FUJAIRAH

Andrea Victory, la petroliera norvegese con una falla nello scafo

Ai presunti sabotaggi che si sarebbero verificati nel porto di Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, Gospa News aveva effettuato un reportage evidenziando che era stata diffusa soltanto l’immagine di una nave danneggiata: l’Andrea Victory norvegese.

La nave cisterna scandinava presentava però una falla piccola, di circa un paio di metri, in relazione alla sua stazza, al di sopra della linea di galleggiamento che alcuni esperti ritennero più compatibile ad una collisione che ad un’esplosione. Le foto esibite dell’altra nave Al Marzoqah irendono impossibile comprendere la natura dei danni.

«Gli Emirati Arabi Uniti in un primo momento hanno negato che l’attacco fosse avvenuto del tutto, in seguito hanno sostenuto che le navi mercantili erano state prese di mira da “operazioni di sabotaggio”, sebbene non abbiano accusato in modo specifico l’Iran» ricorda Russia Today.

«Un soggetto statale non identificato è stato accusato degli attacchi a quattro petroliere nel Golfo il mese scorso, secondo un’inchiesta inconcludente che ha smesso di puntare esplicitamente il dito contro l’Iran – scrive The Guardian – Gli Emirati Arabi Uniti insieme all’Arabia Saudita e alla Norvegia hanno presentato i risultati preliminari durante un briefing privato ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che riceveranno anche i risultati finali dell’indagine e prenderanno in considerazione una possibile risposta».

I presunti sabotaggi ricordano le strategie utilizzate con gli attacchi chimici di Douma: per metà inventati con filmati finti sui feriti, per un’altra metà purtroppo veri con 35 morti, tra cui molti bambini, che una recente inchiesta ha ritenuto essere stati causati da precedente esposizione ai gas in una cospirazione tra i terroristi jihadisti di Al Nusra ed i loro sostenitori White Helmets.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
divieto di riproduzione senza autorizzazione

FONTI

RUSSIA TODAY

SPUTNIK INTERNATIONAL

THE GUARDIAN

MEDIORIENTE E TERRE DI GUERRE

USA-IRAN: NESSUNA PROVA DI SABOTAGGI ALLE PETROLIERE ARABE

https://www.gospanews.net/2019/05/23/douma-massacro-jihadista-con-armi-chimiche-su-35-vittime-legate/

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