PONTE MORANDI: PERITI E VIDEO TOP SECRET INCHIODANO AUTOSTRADE
LA GUARDIA DI FINANZA DI GENOVA DIFFONDE
IL FILMATO DI UNA TELECAMERA DI SICUREZZA
CHE CONFERMA LA TESI DEL SUPERPERITO SVIZZERO
E DEGLI ALTRI CONSULENTI: «CATTIVA MANUTENZIONE
CROLLO CAUSATO DAI CAVI CORROSI NEI TIRANTI»
IL MINISTRO: «REVOCARE CONCESSIONE AI BENETTON»
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIONAMENTO 1 AGOSTO 2019
«”Difetti esecutivi” rispetto al progetto originario e degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla “mancanza di interventi di manutenzione significativi”. Lo scrivono i tre periti del gip Angela Nutini nella risposta al secondo quesito del primo incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi». A riferirlo è l’Ansa in un lancio del primo agosto che conferma in toto le anticipazioni di uno dei tre consulenti, un ingegnere svizzero, rilasciate dalla RSI e riprese da Gospa News nelle scorse settimane.
«I periti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate. I periti hanno analizzato i reperti, ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila 9) che quelle rimaste in piedi – aggiunge l’Ansa – Per quanto riguarda il reperto 132 (l’ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud), considerata dalla procura la prova regina perché è il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti hanno individuato nei trefoli “uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri e cloruri”».
ARTICOLO 2 LUGLIO 2019
Il procuratore della Repubblica di Genova Francesco Cozzi ha fnalmente autorizzato la Guardia di Finanza a diffondere il video delle telecamere di sicurezza della Ferrometal sequestrato nei giorni successi al crollo del Ponte Morandi che, il 14 agosto 2018, collassò in parte causando 43 morti.
Il filmato mostra in modo inequivocabile il cedimento di uno degli stralli che ha fatto precipitare la soletta stradale e subhito dopo l’intero pilone n. 9. Le riprese, mantenute top secret dagli inquirenti, confermano la tesi del super-perito svizzero che aveva imputato ai cavi arrugginiti dei tiranti il cedimento della stuttura, come anticipato da Gospa News nei mesi scorsi.
Il filmato sgombera il campo dalle ipotesi strambe di cospirazioni per fantasiose esplosioni pilotate e inchioda alle proprie responsabilità l’ente gestore della rete autostradale: la società Autostrade per l’Italia (Aspi), controllata dalla finanziaria Atlantia che ha come socio di maggioranza la famiglia Benetton.
Il video mostra chiaramente le pessime condizioni atmosferiche di quella giornata d’agosto e, durante alcune fortissime raffiche di vento, lo strallo del lato sud-est del pilone 9 che si spezza determinando il collasso dell’intera antenna del viadotto Polcevera.
Il cedimento sarebbe quindi da ascrivere ad una cattiva manutenzione di questi tiranti del ponte, rattoppati in qualche modo negli ultimi anni con alcuni tacconi di rinforzo, a riprova della consapevolezza dei gestori delle evidenti criticità.
LA TESI DEI CAVI ARRUGGINITI DEL SUPER-PERITO SVIZZERO
Come riferito dall’Ansa per gli inquirenti il collasso del viadotto è stato causato dal cedimento iniziale di quel tirante «determinato dalla corrosione dei cavi interni». In quel tipo di ponte, infatti, proprio gli stralli di ogni pilone sono determinanti per reggere il peso dell’intera struttura.
Ma secondo i consulenti tecnici della società Autostrade il video «non chiarisce le cause del crollo». Lo afferma la stessa Aspi, sottolineando che viene «mostrata la cinematica del cedimento, ma il video non inquadra tutti i componenti essenziali del ponte. I consulenti tecnici della società continueranno a collaborare per accertare le cause dell’accaduto».
Era stato per primo il super-perito svizzero incaricato dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Genova, dottoressa Angela Maria Nutini, ad anticipare le problematiche dei tiranti giungendo a queste conclusioni dopo l’analisi dei detriti. L’ingegnere elevetico Bernhard Elsener, docente del Politecnico di Zurigo e a Cagliari, uno dei consulenti nominati dal magistrato nell’incidente probatorio sul disastro, aveva lasciato trapelare le sue opinioni nel corso di un reportage dedicato dalla Radiotelevisione della Svizzera Italiana (Rsi) al collasso del viadotto Polcevera, mostrando anche alcune immagini dei cavi corrosi.
PONTE MORANDI, IL PERITO DEL GIUDICE ACCUSA: «CROLLO PER INCURIA»
IL MINISTRO: «INADEMPIMENTI DI AUTOSTRADE NELLA MANUTENZIONE»
«Abbiamo avuto modo in questo fine settimana di leggere nel dettaglio tutte le 62 pagine del parere tecnico di una commissione tecnico-giuridica dello Stato in appoggio al mio ministero e questa relazione dice una cosa chiara, ci sono le condizioni per un grave inadempimento sia degli obblighi giuridici della custodia del bene dato in concessione, sia dell’obbligo di restituzione».
A dichiararlo è stato il Ministro di Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli che spinge per una revoca della concessione alla società Autostrade per l’Italia, come già ipotizzato dallo schieramento di governo dei 5 Stelle nei giorni immediatamente successivi al crollo. Il suo intervento giunge dopo l’ultima relazione della commissione del Mit che ha acclarato le gravi lacune nella gestione del viadotto, anche se Aspi ritiene il rapporto pilotato e ne contesta le conclusioni.
«Tu concessionario – ha sottolineato il titolare del Dicastero Mit – devi custodire il bene, fargli manutenzione e devi custodirlo com’era prim. Aspi non è in grado di gestire la rete autostradale perché ha fatto crollare un ponte causando 43 morti».
«Il Movimento 5 stelle – ha concluso Toninelli – ritiene che, essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia nei confronti di un concessionario che si è dimostrato incapace di gestire un bene pubblico, questo deve portare ad una evidente revoca della concessioni perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato sul Ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3mila Km: la revoca delle concessioni riguarda l’intera rete concessa».
Nei giorni scorsi, intanto, è stato abbattuta l’intera struttura del ponte attraverso l’esplosione controllata degli ultimi piloni che rappresenta il primo passo verso la ricostruzione del viadotto, la cui ultimazione è prevista all’inizio del 2020 per renderlo funzionale nella successiva primavera.
Il ministro ha poi lanciato un chiaro messaggio alla Lega perchè «non faccia l’avvocato dei Benetton». Quali retroscena si nascondano dietro a questa affermazione lo scopriremo in un prossimo reportage su alcuni clamorosi conflitti d’interessi pubblico-privati riguardanti un sottosegretario leghista…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Se esiste un video che mostra integralmente la dinamica del crollo, le testimonianze visive che peso possono mai avere ?, un video e di per se testimonianza reale, altro discorso invece se le immagini sono manipolate, l incongruenza con i racconti dei testimoni sarebbe un grosso problema. Una banale verifica del ponte con street view mostra la parte inferiore degli stralli poi spezzati con rigonfiamenti non presenti negli altri, una differenza nell unica prova visiva pubblica e oggettivamente presente se si vuole tener conto di tutto. Gli stralli allungano nello spazio la funzione di portanza del cavalletto che da terra sale verticale oltre il piano della strada, non vedo come gli stessi rompendosi possano far crollare il cavalletto integralmente, non sono gli stralli a sostenerlo. Come gia scritto, non lo faranno mai, ma esistono altri due cavalletti integri, su cui si potrebbe effettuare un test, replicare il crollo come sopra indicato, se la dinamica risultasse diversa allora avrebbero mentito, questi misteri e censure alimentano nelle persone il dubbio di una diversa dinamica del crollo. Il comportamento ha la sua importanza nella formazione delle opinioni umane.