FINANZA SPERONATA DALLA SEA WATCH:
MEDAGLIA PER LA CAPITANA RACKETE
DAI FRANCESI STROZZINI DEGLI AFRICANI
REGISTI DELLA STRAGE IN LIBIA
E FOMENTATORI DELL’ISIS NEL SAHEL
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Scrivere di cronaca nel Terzo millennio non ha più alcun senso. Lo tsunami elettronico pilotato dal mainstream mediatico è tale e tanto da banalizzare gli argomenti seri ed aggravare le fake news come gli intrallazzi tra il quaquaraquà leghista in gita a Mosca ed occulti finanziatori russo per l’ennesimo farlocco RussiaGate mirato solo a far crescere la russofobia. Nell’era in cui il jihadista va tutelato e difeso da un carcere troppo atroce (sentenza della Corte di Strasburgo come per i capimafia pluriomicida) i russi sono animali di serie B, esseri umani contaminati per la principale e gravissima colpa di essere ritornati ad un credo religioso morigerato ed umano come quello Ortodosso Cristiano. Contro di loro vale ogni fobia…
Ciò premesso ogni giorno sui media internazionali va in scena il gioco delle parti dei giganti della montagna, per citare il teatro dell’assurdo del nostro amato Luigi Pirandello, dove Uno, Nessuno o Centomila, diventano qualcuno senza avere altri titoli o meriti di essere protetti da una schiera di papponi dell’alta finanza pronti a finanziare qualsiasi migrazione pur di legittimare il triplice progetto massonico-mondialista: annientare a colpi di nascite e sharia musulmane la cultura cristiana residua nel Vecchio Continente; costruire nuovi servi della gleba manifatturiera; scatenare scontri razziali e proliferazione di delinquenza smisurata per giustificare uno stato di polizia permanente con il potere di reprimere chiunque, grazie all’allarme terrorismo, anche per un mero pregiudizio nei confronti delle sue intenzioni politiche-sociali.
In questo sordido scenario che travalica la concezione orwelliana della Fattoria degli Animali perché molti politicanti da bestie di cortile diventano fiere da savana, il piano Kalergi appare un disegno da bambini ingenui ed un po’ ritardati. Perché la realtà che si palesa davanti ai nostri occhi è peggiore di ogni incubo di Dario Argento, oscurato nella memoria dalla perversa cinofilia di sua figlia. In questa saga degna delle intuizioni dei migliori geni letterari del Novecento, dal Maestro alle Uova Fatali di Bulgakov, dal fatalismo gioviale del Perdigiorno di Heichendorff ai Demoni di Dostoeskij, dal Processo di Kafka alla Forza della Ragione della Fallaci, l’immaginato si fa carne dei giorni sanguinanti di violenza politica, intellettuale e psicologica contro l’ideologia differente. Se non è sinistra…
Perché stupirsi dunque se gli eredi dei ghigliottinari giacobini, fieri del Regime del Terrore e del Comitato di Salute Pubblica della Comune di Parigi da cui presero esempio Lenin e successori per i Gulag ed i Progrom, osannano la nuova eroina dei migranti. In un paese così ancorato alla sete di sangue come la Francia – libertà, uguaglianza e fratellanza solo se la pensi di sinistra – perché stupirsi che coloro che ancora festeggiano pubblicamente le stragi di aristocratici e cristiani (fomentate e progettate dai massoni come più volte narrato con ampie ricostruzioni storiografiche da Gospa News) siano i fans della capitana sbruffoncella della Sea Watch 3 che ha speronato una motovedetta militare della Guardia di Finanza pur di portare in Italia su una nave di fatto negriera un altro carico di futuri schiavi del sistema mondialista e para-schiavista?
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Perché stupirsi, quindi, che in pompa magna, il Comune di Parigi, figlio mai redento del terrorismo sanculotto, oggi indugi a premiare con una medaglia la comandante tedesca Carola Rackete per essere entrata in porto a Lampedusa con la forza trascinandosi dietro un altro simbolico carico di migranti africani? Non siamo mica il Regno Unito che alcuni mesi fa scoraggiò l’unica nave carica di profughi inviando subito a bordo i reparti speciali armati fino ai denti dei Royales Marines facendo poi sparire nel segreto di stato il successivo dirottamento dell’imbarcazione…
Sono quasi due secoli che la Francia continua ad esercitare il controllo finanziario su 14 stati del Continente Nero per non perdere le rendite della moneta FCFA (Franco delle Colonie Francesi d’Africa). Ogni movimento para-negriero atto a mantenere il disordine in quelle nazioni è funzionale alla garanzia di tale regime economico di squallido signoraggio. In particolare nella regione del Sahel da cui parte il maggior numero dei migranti a causa del dilagare del terrorismo Isis e Al Qaeda esploso casualmente proprio dopo l’arrivo dei marine francesi nel 2015.
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E se qualcuno vuole scoprire come avvengano i movimenti di armi in Africa vada a scoprire se corrisponde al vero che, a colpi di occulte tangenti, alcuni porti sono stati presi in gestione da una delle più grandi multinazionali della comunicazione, ovviamente francese, che prima prepara i golpe, poi fa eleggere il buon presidente amico e poi si aggiudica appalti lucrosi e soprattutto strategici nella logistica di ogni mercato internazionale: lecito ed illecito.
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Di questa holding parleremo poi. Oggi basti ricordare che chi cercò di ribellarsi al colonialismo francese fu Muhammar Gheddafi massacrato insieme a migliaia di connazionali dai missili lanciati soprattutto dalla marina comandata da Parigi. Da lì scaturì la guerra in Libia che sta continuando a fare un ecatombe di morte sempre grazie alle armi di fabbricazione francese che possono vantare la multinazionale Thales al 9° posto nel mercato mondiale degli armamenti.
Secondo i dati riportati da le Monde, nel 2017 nel dipartimento delle Alpi Marittime – quello al di là del confine di Ventimiglia – sarebbero stati 44.433 gli stranieri a cui è stato impedito l’accesso nel territorio francese (tra cui 13.500 minori), contro gli appena 1.193 del 2015. Oltre al danno la beffa: in Francia respingono i migranti ma esigono che l’Italia li accolga senza riserve.
Ancora attende un chiarimento, dopo quasi quarant’anni, il ruolo degli aerei militari francesi intorno al DC-9 Itavia precipitato ad Ustica il 27 giugno 1980 con una strage di 81 persone (tra cui 11 bambini) perché abbattuto da un missile di sconosciuta provenienza.
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Dinnanzi ad eredi dei ghigliottinari, usurai tracotanti ed impenitenti nell’Africa dove si muore di fame e di sete nell’era dei Mc Donald’s e degli stellati Ducasse, guerrafondai impuniti ed inveterati per la difesa dei priopri interessi è comprensibile il tentativo di distrarre media e gente normale. Attraverso l’assegnazione di un premio alla capitana capace di sfidare le navi militari di un altro stato pur di portare in salvo nuova carne da macello nella fabbrica di terroristi, mafiosi nigeriani, clandestini con lavori abusivi e forse, dicasi forse, un migrante su 100 che sarà integrato ma che avrebbe potuto essere sicuramente più aiutato nel suo paese se non regnasse lo strozzinaggio transalpino.
DALLA MAFIA AGLI STROZZINI: TUTTE LE SCHIAVITU’ DEI MIGRANTI
In questa logica ha senso persino un premio alla comandante della nave negriera di turno che, puntuale come un orologio di Ginevra, sede Onu per i Diritti Umani, si presenta all’arrivo del barcone pilotato da scafisti di professione. Perché stupirsi dunque se chi amò la ghigliottina come soluzione rapida di regime-change, si direbbe oggi, ed ama appassionatamente l’usura dal signoraggio bancario su 14 paesi africani ricchi di risorse naturali nel sottosuolo, per lavarsi l’anima si faccia paladina della Rackete dandole una medaglia?
La capitana tedesca ringrazia e forse si sente persino onorata di guidare una nave negriera, magari con la consulenza esterna del padre ex ingegnere militare espertissimo di apparecchi informatici di controspionaggio. La sua chioma rasta, la sua soprannaturale sicurema ricordano quelle di una negromante che sa di avere quel potere soprannaturale – il denaro – al di là di ogni legge umana.
Decida il lettore se sembra più negromante nell’esercizio della magia occulta tale da sfuggire alle maglie della giustizia, oppure necro-mante perché attraverso le sue traversate mediterranee diventa interprete del futuro di quei morti che periranno tra le acque dopo aver lasciato la tranquilla Lagos in Nigeria abbacinati dalla chimera di una vita facile in Italia ed in Europa. Così è se vi pare, avrebbe detto il drammaturgo di Girgenti.
Il suo sprezzo per i reali pericoli dei suoi viaggiatori prelevati dalle lontane acque libiche e la sua sfrontatezza aggressiva sono tali da mostrarla come il prototipo di una discendente delle Erinni, da farla apparire come pilota non di salvezza ma della forca di Poseidone, mitologica divinità maligna ed umorale del mare tonitruante, e perciò vera complice di speranze purtroppo vane e di future stragi di disperati negli inevitabili naufragi, illusi di rivivere con lei le gesta di un sicuro approdo.
Di una cosa sono certo. Nè i politicanti del Comune di Parigi, nè Carola Rackete, nè i mondialisti plutocrati che la finanziano, hanno mai letto le teorie della Nregritude, l’orgoglio dei negri rivendicato da Aimèè Caesar proprio nella capitale francese o riecheggiante nelle bellissime “Poesie dell’Africa” di Leopold Sedar Senghor, che tengo sul comodino.
In esse c’è l’amore per la loro magnifica terra e cultura. In esse c’è il desiderio di restarci per viverci e morirci nella fierezza di essere Negri e Africani. In esse c’è il dolore delle navi negriere che hanno rubato la vita a uomini, donni e bambini nei secoli della deportazione nelle Americhe: esattamente come queste illusorie migrazioni di massa architettate dal business dei trafficanti umani stanno facendo con i loro figli e nipoti.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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