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TURISTE DECAPITATE IN MAROCCO: TRE JIHADISTI CONDANNATI A MORTE. MA DECIDERA’ IL RE

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PER L’ORRENDA ESECUZIONE DELLE RAGAZZE NORDICHE
TRE SENTENZE DI PENE CAPITALI E UN ERGASTOLO:
ORA TOCCA AL SOVRANO VALUTARE GRAZIE SPECIALI
CONCESSE A CENTINAIA DI CONDANNATI OGNI ANNO
PER LA FESTA CHE SEGNA LA FINE DEL RAMADAN

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

AGGIORNAMENTO DEL 9 SETTEMBRE 2021

I giudici del tribunale antiterrorismo della corte d’Appello di Salè, in Marocco, hanno confermato, in appello, la condanna a morte per i tre principali imputati dell’omicidio delle due turiste scandinave, decapitate a Imlil, alle pendici del monte Toubkal, nel dicembre del 2018. I magistrati hanno anche deciso di commutare in pena capitale l’ergastolo comminato in primo grado al quarto uomo, che ha partecipato all’organizzazione del duplice delitto ma non, di fatto, all’assassinio.

Due svizzeri tra i condannati

Il tribunale ha poi confermato la condanna a 20 anni di carcere per un cittadino con la doppia nazionalità, svizzera e spagnola. A un altro svizzero, coinvolto nello stesso caso giudiziario, la pena per aver “formato una banda terroristica” era stata invece già ridotta due settimane fa (da 10 a cinque anni di reclusione).

I condannati facevano parte di un gruppo organizzato di 24 persone, tutte coinvolte, in modo diverso, nel duplice assassinio di Luisa Vesterager Jesperse, danese, 24 anni, e Maren Ueland, norvegese di 28 anni, decapitate mentre erano accampate per un trekking sulle montagne dell’Alto Atlante.

TURISTA NORDICA DECAPITATA DALL’ISIS

ARTICOLO DEL 19 LUGLIO 2019

Avevano giurato fedeltà allo Stato Islamico in un filmato prima di sgozzare le turiste scandinave, catturate e violentate mentre sostavano in tenda per la notte, durante un’escursione nella regione dell’Alto Atlante del Marocco. Una di loro fu orribilmente decapitata in un video diffusosi in tutto il mondo. Ora i quattro principali indagati di quella tremenda esecuzione, individuati dalla Polizia anche grazie alle loro stesse riprese, sono stati ritenuti colpevoli di terrorismo e duplice omicidio di Louisa Vesterager Jespersen, 24enne danese, e Maren Ueland, 28enne norvegese: a tre di loro la Corte di Salé, vicino a Rabat, ha comminata la condanna a morte, al quarto l’ergastolo.

 

Abdessamad el Joud, venditore ambulante 25enne, Youness Ouziad, falegname di 27 anni e Rachid Afati, falegname 33enne, saranno giustiziati per impiccagione, se eventuali ricorsi in appello non ribalteranno la sentenza e se non interverrà una grazia del re maorcchino.

El Joud, considerato la mente del gruppo terroristico, ha ammesso di aver sgozzato Maren, Ouziad è l’autore della decapitazione di Louisa e Afati sarebbe stato suo complice nel tenere ferma la ragazza con un piede sul volto mentre filmava la scena, come visibile nell’agghiacciante filmato pubblicato da Gospa News a riprova della spietata ferocia dei jihadisti islamici. Abderrahim Khayali, il quarto uomo comparso nel video di adesione all’Isis, l’autista che impaurito si è allontanato al momento del delitto, è stato condannato all’ergastolo.

Maren e Louisa, le due turiste scandinave uccise nella notte tra il 16 ed il 17 dicembre

Era la notte tra il 16 e il 17 dicembre quando a una settantina di chilometri da Marrakech, le due ragazze scandinave Louisa e Maren, furono uccise alle pendici del monte Toubkal. Le due ragazze, da sole e senza l’accompagnamento di una guida, si erano fermato per un bivacco notturno mentre erano impegnate in un’impegnativa escursione di trekking con la salita alla cima più alta del Nord Africa.

TURISTA NORDICA DECAPITATA DALL’ISIS

Le studentesse in vacanze furono individuate dai quattro magrebini che prima le violentarono e successivamente, per accreditarsi di fronte ai combattenti Isis, fecero un video con la bandiera nera prima di assassinarle in un’esecuzione premeditata e sanguinaria. I loro corpi sono stati trovati la mattina seguente, da un pastore, a poca distanza dalla tenda, nella piana dove si erano accampate,

I quattro marocchini davanti alla bandiera nera dell’Isis durante la rivendicazione delle feroci esecuzioni

Oltre alle tre pene capitali comminate ad altrettanti imputati, il processo per l’uccisione e lo sgozzamento delle due turiste scandinave, svoltosi a porte chiuse, ha portato a condanne di altri 21 imputati, da cinque anni di reclusione all’ergastolo. A vario titolo i 24 erano tutti accusati di “costituzione di banda per preparare e commettere atti terroristici, omicidio premeditato, possesso d’armi, tentativo di fabbricare esplosivi, nel quadro di un progetto collettivo che voleva portare grave attentato all’ordine pubblico”. Tra i colpi di scena del processo, anche la ‘chiamata in causa della responsabilità di Stato’, obbligato ad ‘assicurare protezione a cittadini e turisti’, avanzata dalle parti civili per indennizzare le famiglie delle due vittime.

 

LE GRAZIE DI RE MOHAMED AI CONDANNATI A MORTE

In Marocco l’ultima esecuzione di una pena capitale risale al 1993 ma il caso delle studentesse scandinave aveva sconvolto l’opinione pubblica mondiale per il cruento assassinio e la crudele mutilazione della ragazza danese ed ha indotto i giudici ad emettere il verdetto di una sentenza di morte che nel paese è applicabile solo per terrorismo. Un centinaio di condannati alla pena capitale si trovano nei bracci della morte. Molti di questi vengono però graziati ogni anno dal Re Mohammed VI in occasione dell’Eid Al Fitr, la festa che celebra la fine del Ramadan.

Re Mohamed VI, il sovrano musulmano del Marocco

Lo scorso 5 giugno il regnante del Marocco ha concesso la grazia a 755 persone condannate dai diversi tribunali, come reso noto dal Ministero della Giustizia e riportato dal sito Nessuno Tocchi Caino, Hands Off Cain che si batte contro la pena di morte nel mondo. Tra costoro ci sono 576 detenuti che hanno beneficiato di una riduzione degli anni di carcere ma anche due di loro che hanno visto la condanna a morte commutata in ergastolo e 19 ergastolani ai quali è stato concesso il beneficio di pene detentive a termine. Sono invece 179 coloro che hanno ottenuto la libetyù in virtù della grazia: 120 di questi dalle multe non pagate per le quali in Marocco scatta la detenzione.

Nella stessa occasione, Mohamed VI ha concesso la grazia a 11 condannati per casi di estremismo e terrorismo che hanno partecipato alla terza edizione del programma di “Riconciliazione” (Musalaha), in risposta alle richieste di grazia che questi detenuti hanno presentato al Re dopo aver ufficialmente annunciato il loro rifiuto di tutte le forme di estremismo e terrorismo e il loro fermo impegno in favore dei valori supremi e della sacralità della Nazione e delle istituzioni nazionali. I destinatari di questa iniziativa reale sono divisi in 8 detenuti che hanno beneficiato della grazia sulla restante pena carceraria; 1 detenuto che ha ricevuto la commutazione dell’ergastolo in pena detentiva a termine; 2 prigionieri che hanno visto ridotte le loro pene detentive.

La reale esecuzione delle pene capitali nei confronti dei tre jihadisti accusati di terrorismo e dell’orrendo crimine nei confronti delle due turiste scandinave è pertanto ancora soggetta ad un’eventuale revisione o grazia di re Mohamed VI.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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