IL CARABINIERE TRUCIDATO DAL CALIFORNIANO CON 11 PUGNALATE
OMICIDIO VICEBRIGADIERE MARIO CERCIELLO:
L’AGGRESSORE REOCONFESSO ELDER LEE
ED IL SUO COMPLICE RESTANO IN CARCERE.
UNA FOLLA NELLA CAMERA ARDENTE A ROMA
OGGI DIRETTA RAI PER I FUNERALI SOLENNI
Il Sindaco proclama il lutto a Somma Vesuviana
La moglie resta vedova a 43 giorni dalle nozze
Eroe in servizio, altruista e volontario a Lourdes
____Fabio Giuseppe Carlo Carisio____
AGGIORNAMENTO 30 LUGLIO
Il Gip del Tribunale di Roma che ha convalidato il fermo e la detenzione in carcere dei due giovani americani Finnegan Lee Elder, reoconfesso dell’omicidio del carabiniere in servizio alla stazione Farnese di Roma, e del suo complice Gabrile Christian Natale Hjort, di remote origini italiane, ha spiegato nell’ordinanza di custodia cautelare che il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega è stato ucciso con 11 coltellate vibrate con un pugnale Trench knife ka.bar Camillus, in dotazione ai Marines Usa, che Elder si era portato dall’America nella valigia ed è stato ritrovato nella sua stanza d’abergo sporco di sangue dopo il delitto.
AGGIORNAMENTO 28 LUGLIO – ore 18
Una folla composta, sfidando anche un temporale, si è radunata a Roma in Piazza del Monte di Pietà per dare l’ultimo saluto al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso due notti fa Fino alle 20.30 sarà possibile rendere omaggio al 35enne nella cappella dove è stata allestita la camera ardente, a pochi passi dalla caserma dei carabinieri di piazza Farnese dove il miltare era in servizio.
La moglie Rosa Maria veglia il feretro del marito, con gli occhi gonfi di lacrime. Seduti accanto al feretro anche la madre del vicebrigadiere, la sorella e il fratello. Straziati dal dolore ma commossi dalla solidarietà di migliaia persone e centinaia di appartenenti alle forze dell’ordine.
Per onorare la memoria del carabiniere ucciso tutte le trasmissioni della Rai osserveranno un minuto di silenzio alle 11.30 di domani, lunedì 29 luglio. I funerali solenni saranno in diretta a partire dalle 11.55 su Rai1.
Intanto dall’autopsia emerge un ulteriore agghiacciante particolare ad attestare la barbarie dell’aggressione subita dal carabiniere: sono state ben 11 le coltellate inferte dal reoconfesso Elder Finnegan Lee al vicebrigadiere. L’esame sul corpo della vittima è stato eseguito ieri all’istituto di medicina legale della Sapienza ed ha rivelato la presenza di tre fendenti oltre agli 8 già accertati dalla prima sommario analisi necroscopica. Una circostanza che legittima il sospetto che Elder non abbia colpito da solo…
AGGIORNAMENTO 28 LUGLIO – ore 11
Restano in carcere Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, i due cittadini americani accusati per l’uccisione del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega nella notte tra giovedì e venerdì. Il gip di Roma Chiara Gallo ha convalidato il fermo così come sollecitato dalla Procura. I due sono accusati di concorso in omicidio e tentata estorsione.
“Siamo scioccati. Esprimiamo le più profonde condoglianze alla famiglia del brigadiere Cerciello Rega”. Lo afferma la famiglia di Finnegan Lee Elder in un comunicato pubblicato da Abc. “Non abbiamo informazioni indipendenti sull’accaduto, non siamo stati in grado di avere comunicazioni con nostro figlio. Chiediamo il rispetto della nostra privacy durante questo momento difficile. I nostri pensieri vanno a coloro che sono stati colpiti da questa tragedia”.
AGGIORNAMENTO 27 LUGLIO – ore 19
Elder Finnegan Lee di 19 anni e Christian Gabriel Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani e in vacanza a Roma, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per tentata estorsione e omicidio aggravato in concorso per l’uccisione del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega nella notte tra giovedì e venerdì.
Non erano quindi studenti universitari bensì semplici turisti statunitensi in cerca di una serata di sballo. Molti punti sono ancora da chiarire circa il furto del borsello. Davanti al Gip di Roma, Chiara Gallo, entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ed il giudice si era inizialmente riservato la decisione in relazione alla richiesta di convalida del fermo di Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Hjort, poi confermati.
Una forte emorragia è stata la causa della morte militare. È quanto emerge dai primi risultati della autopsia svolta sul suo corpo. L’emorragia è stata causata dalle 8 coltellate inferte da Lee, il giovane che ha confessato di essere l’autore dell’aggressione con il coltello. “Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato”, ha dichiarato Elder che era stato raggirato cercando di acquistare cocaina ma ricevendo in cambio solo un’aspirina pestata: da lì lo scippo degenerato nello scontro con gli uomini dell’Arma in borghese e l’omicidio brutale.
https://www.gospanews.net/2019/07/28/carabiniere-ucciso-uno-di-meno-per-la-prof-giornalista-di-sinistra/
AGGIORNAMENTO 27 LUGLIO – ore 11
Trovati nella stanza dell’albergo dove sono stati rintracciati i due ragazzi americani di 19 anni fermati per la morte del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega un coltello di notevoli dimensioni sporco di sangue, nascosto dietro a un pannello del soffitto, e i vestiti indossati durante l’aggressione.
AGGIORNAMENTO 27 LUGLIO 2019 – ore 00,15
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due studenti americani volevano comprare droga da un pusher a piazza Mastai a Roma. Quando si sono accorti che gli aveva dato semplice aspirina, lo hanno seguito e gli hanno rubato il borsello per riavere i soldi. Sarebbe stato lo stesso spacciatore, ora ai domiciliari, a contattare i carabinieri, dicendo di aver preso appuntamento con i due statunitensi per la restituzione della borsa. All’incontro uno dei due giovani avrebbe perso la testa davanti ai militari in borghese uccidendo il vicebrigadiere con 8 pugnalate. Ad ammettere l’accoltellamento è stato il ragazzo incastrato da un video e dai suoi capelli mesciati, Dopo 10 ore di interrogatorio ieri notte ha ammesso l’aggressione mortale. Si tratterebbe di un ragazzo falcoltoso. I due avevano già prenotato un volo per fare ritorno negli Usa nella serata di ieri. Proprio per questo sono stati sottoposti a fermo. Resta da chiarire il ruolo del secondo americano e quello dei quattro nordafricani interrogati per un presunto coinvolgimento nella vicenda.
ARTICOLO 26 LUGLIO 2019 ORE 23,30
Ha confessato l’assassino del carabiniere 35enne Mario Cerciello Rega intervenuto nel centro storico di Roma per sventare un furto ed il successivo tentativo di estorsione. Il vice-brigadiere è stato colpito con almeno otto coltellate, una delle quali al cuore, che hanno reso inutile la corsa dell’ambulanza all’ospedale Santo Spirito dove il militare dell’Arm, intorno alle 4 di venerdì, è morto durante un disperato tentativo di rianimazione per i fendenti fatali, vibrati con violenza inaudita: per ammazzare. Altri aggiornamenti qui.
Mentre l’Italia intera si stringe intorno alla Benemerita ed ai parenti della vittima caduta nell’adempimento del suo dovere e tornata solo dieci giorni fa dal viaggio di nozze, i suoi colleghi dei reparti investigativi hanno portato in caserma i primi sospettati: si tratta di quattro nordafricani. Sembrava che tra loro ci fossero i due autori autori dello scippo conclusosi con l’efferato omicidio.
Ma col passare delle ore il quadro investigativo si complica perchè assume sempre più peso l’ipotesi che i due ladri siano differenti da quelli del tentativo di estorsione e del conseguente accoltellamento esiziale. Due 19enni americani sono infatti stati fermati. Sebbene inizialmente fossero indiziati solo del borseggio del pusher piano piano è poi emersa la verità.
Elder Lee, no dei due statunitensi ieri a tarda notte sarebbe crollato ammettendo di essere l’autore dell’accoltellamento senza peraltro chiarire movente e dinamica: si tratterebbe del ragazzo con i capelli schiariti dalle meches. Ad incastrarlo un video con la fuga ma altre persone sarebbero implicate nell’aggressione mortale e resta da chiarire il ruolo dei nordafricani. Intanto si è già messa in moto la diplomazia dell’Ambasciata Usa a Roma per l’assistenza legale ai propri cittadini.
DALLO SCIPPO ALL’AGGRESSIONE MORTALE
Secondo una prima ricostruzione una persona, poi rivelatosi un pusher di droga, è stata borseggiata in piazza Mastai, a Trastevere, nella notte tra giovedì e venerdì. Per riavere il borsello ed il telefono cellulare la vittima ha chiamato subito il suo stesso numero per mettersi d’accordo con i ladri. Ha concordato così quello che in gergo si definisce “cavallo di ritorno” dicendosi pronta a pagare i 100 euro richiesti dai malviventi come ricatto per resituirle la borsa. Ma all’appuntamento in piazza Cavour la persona derubata si è presentata insieme ai militari che aveva precedentemente allertato.
Quando i Carabinieri (pare in borghese) li hanno bloccati in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati. uno dei due, come un esperto delinquente di strada, ha estratto un coltello e pugnalato il vice brigadiere Mario Cerciello Rega ben otto volte: non solo per cercare la via di fuga ma per uccidere, vibranto una coltellata anche alla schiena ed una al cuore che probabilmente è stata fatale al militare dell’Arma.
“Quando li abbiamo visti ci siamo avvicinati, ci siamo qualificati e dopo pochi istanti ne è nata una colluttazione“, ha raccontato il collega di Cerciello, Andrea Varriale, ai superiori. “Dopo poco ho sentito Mario urlare colpito da più coltellate – ha detto all’Adnkronos – Mi sono precipitato per soccorrerlo mentre i due si davano alla fuga. Ho chiamato subito i soccorsi e la centrale operativa per chiedere aiuto e dare la descrizione dei due aggressori“.
Il collega è rimasto lievemente ferito nela collutazione ma ha dato subito l’allarme. Inutile la corsa in ambulanza per Cerciello Rega. Subito è in Trastevere e Prati è scattata la caccia all’uomo e la ricerca si è indirizzata verso dei nordafricani di circa un metro e ottanta di altezza, uno con una felpa nera, l’altro viola.
QUATTRO NORDAFRICANI PORTATI IN CASERMA, DUE STUDENTI FERMATI
Al seguito delle indagini quattro nordafricani sono stati portati nella caserma del Nucleo Investigativo dei Carabinieri in via In Selci a Roma per essere interrogati sulla vicenda. Il sito delle forze dell’ordine Puntato ne mostra già l’immagine riportando anche i dati anagrafici. Tra loro c’è 44 anni, un cittadino marocchino disoccupato e domiciliato a Roma di 44 anni, un libero professionista algerino di 43, ed altri due maocchini trentenni, il primo disoccupato ed il secondo operaio. Ma dopo l’interrogatorio sono stati rilasciati perchè non ritenuti implicati nel brutale omicidio.
I sospetti degli inquirenti, forse proprio grazie alle testimonianze dei nordafricani, si sono anche oncentrati su due cittadini americani ascoltati a lungo dal pomeriggio fino alla tarda serata dagli investigatori alla presenza dei magistrati. A mezzogiorno, come rivelato dal Giornale.it, i carabinieri hanno fatto un blitz nell’hotel Le Meridien Visconti di via Cesi, in zona Prati, e ed hanno prelevato due ragazzi per portarli in caserma. Si tratta di due cittadini americani fortemente sospettati del furto. Sono stati identificati grazie a un video registrato proprio in piazza Masai e mostrato in anteprima dal Giornale.it.
La Procura indaga per omicidio e scippo, titolare del fascicolo, coordinato dall’aggiunto Nunzia D’Elia, è il pm Maria Sabina Calabretta. A carico dei 6 sospetti al momento non sarebbe stata ancora formalizzata alcuna accusa ma da ambienti investigativi trapela la circostanza che la dinamica dello scippo, della tentata estersione e del successivo accoltellamente potrebbe nascondere qualche aspetto oscuro su cui i Carabinieri stanno cercando di fare piena luce. Nel corso delle ricerche, gli inquirenti hanno estratto da una grata un oggetto appuntito, simile a un punteruolo. Resta da capire se sia riconducibile all’omicidio. Come del resto il comune coltello da cucina che è stato estratto dal fondo di un’altra grata sul lato opposto del palazzo, all’altezza del civico 54 di via Belli.
In tarda serata si è appreso che i due universitari statunitensi sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria in quanto indiziati soprattutto per il borseggio. Uno di loro, però, messo alle strette, avrebbe confessato anche di essere l’autore materiale dell’omicidio. Ma le indagini proseguono per fare piena luce sull’accoltellamento, sul ruolo dell’altro universitario statunitense e su eventuali complici.
UN RAGAZZO D’ORO APPENA SPOSATO, ANCHE PELLEGRINO A LOURDES
Mentre i colleghi della Benemerita stanno lavorando a ritmi serrati per dare un volto all’assassino l’Italia intera piange il vice-brigadiere che era anche un esempio di eroismo umanitario nell’aiuto del prossimo, noto anche per i suoi viaggi a Lourdes e Medjugorie. Cerciello aveva frequentato la scuola superiore al Manlio Rossi Doria di Marigliano. Era originario di Somma Vesuviano dove la sua brutale uccisione ha gettato nello sgomento l’intero paese ed in particolare il sindaco Salvatore Di Sarno: «Proclameremo il lutto cittadino – dichiara – Andrò a trovare i genitori del ragazzo e della moglie, che vivono qui a Somma Vesuviana. Sono addolorato: Mario e la moglie Rosa si erano sposati da poco più di un mese. Avevano fatto grandissimi sacrifici per trasferirsi a Roma».
Cierciello era un grande tifoso del Napoli: su Facebook aveva postato recentemente una foto della maglia di Insigne. Quattro anni fa aveva ricevuto anche un encomio per aver accompagnato una bambina in difficoltà all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Da soli dieci giorni era rientrato con la moglie dal Madagascar dove avevano trascorso una felice luna di miele, era sposato da 43 giorni (19 giugno) e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno.
Sandro Ottaviani, comandante della stazione dei Carabinieri di piazza Farnese, diretto superiore del vicebrigadiere, ricorda cosi il suo uomo: «Mario era un ragazzo buono, un carabiniere preparato. Era una persona che pensava sempre al prossimo, sia durante i turni di servizio sia quando non indossava la divisa. Era solito fare pellegrinaggi a Lourdes e a Loreto per dare una mano alle persone che soffrono, ogni settimana. Senza dirlo a nessuno, faceva volontariato. Agli ultimi donava i suoi vestiti portava loro anche la colazione. Non muore solo un valoroso carabiniere, ma un grande uomo».
COMMOZIONE E RABBIA TRA LE AUTORITA’ ITALIANE
“Ho appreso con profonda tristezza la notizia del decesso del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega, ferito mortalmente mentre era impegnato in un controllo di polizia” scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di C.A. Giovanni Nistri. “Nel confidare che si arrivi rapidamente alla cattura dei criminali responsabili – prosegue il capo dello Stato – desidero esprimere a lei, signor Comandante Generale, e all’Arma dei Carabinieri, la mia solidale vicinanza, rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori dell’Arma a servizio dei cittadini”. “La prego di far pervenire ai familiari del militare le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore – conclude Mattarella – e gli auguri di pronta guarigione al carabiniere rimasto ferito”.
“La morte del giovane vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso stanotte nell’esercizio delle sue funzioni, è una profonda ferita per lo Stato – ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – Faremo il massimo per assicurare i responsabili alla giustizia. La mia vicinanza alla famiglia e all’intera Arma dei Carabinieri”.
“Caccia all’uomo a Roma, per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un carabiniere a coltellate – ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini – Sono sicuro che lo prenderanno, e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa”. Il titolare del Viminale è intervenuto anche al Giornale Radio Rai: “Il primo pensiero va a questo ragazzo di 35 anni, che si era sposato da un mese e aveva appena festeggiato il compleanno e ai due bastardi – stiamo lavorando perché vengano presi il prima possibile – per cui la vita di un ragazzo di 35 anni vale un cellulare e un portafogli con 100 euro. E poi l’impegno ad assumere sempre più uomini e donne in divisa e ad accendere sempre più telecamere e a migliorare sempre più la dotazione, penso alla pistola elettrica che tra poche settimane sarà in dotazione di migliaia di uomini e donne in divisa e che spero potrà evitare altri drammi. Per il momento c’è la preghiera e l’abbraccio ai colleghi dell’arma e alla famiglia di Mario”. Secondo il vicepremier “il fatto di stanotte ci insegna che con pistola elettrica probabilmente si sarebbe potuta salvare una vita”.
La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, si è stretta “in un forte abbraccio alla moglie e alla mamma del vice brigadier Mario Cerciello Rega e all’Arma dei Carabinieri – ha scritto in un tweet – Chiedo tolleranza zero per i delinquenti autori del vile atto”. Poi, intervistata ai microfoni di Uno Mattina, ha scandito: “Tolleranza zero: non è ammissibile che un vice brigadiere dei carabinieri, 35 anni, sposato da un mese, venga ucciso in un modo cosi barbaro, così efferato, con otto coltellate. C’è qualcosa di inumano in tutto questo. Non può essere tollerato”. Ed ha aggiunto: “I colpevoli siano trattati in modo adeguato. Senza attenuanti”.
“Il mio abbraccio alla famiglia del militare e a tutta l’Arma – ha scritto su Twitter il vicepremier Luigi Di Maio – È un momento di grande dolore per lo Stato”. “Quello che è successo stanotte è un atto vile non solo nei confronti dell’Arma ma dello Stato. Non so se gli aggressori sono stranieri o no, ma se dovessero essere persone non italiane, spero che il carcere se lo facciano a casa loro. Se sono irregolari non dovrebbero stare qui”. “Sul sistema dei rimpatri dobbiamo agire ancora con più forza”, ha rimarcato il capo politico del Movimento 5 Stelle.
Una messa in suffragio del vice brigadiere ucciso verrà celebrata questa sera alle 18.30, nella chiesa Santa Maria dei Pellegrini, proprio di fronte alla stazione dei carabinieri di piazza Farnese. I funerali si terranno lunedì 29 luglio, alle 12, nella chiesa di Santa Croce, in via Santa Maria del Pozzo numero 114 a Somma Vesuviana. parere natio del carabiniere e della moglie rimasta tragicamente vedova, dopo neanche due mesi di matrimonio, per un feroce agguato criminale.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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