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IL CAPITANO ANTI-PIRATI HA SUONATO IL TROMBONE DEL QUIRINALE

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IL PREMIER CONTE ANNUNCIA LE DIMISSIONI
DOPO LA MOZIONE DI SFIDUCIA DELLA LEGA.
FINISCE IL GOVERNO GIALLO-VERDE
SCACCO MATTO DI SALVINI A MATTARELLA:
O SI VOTA O PRENDERA’ ULTERIORI CONSENSI

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

Martedì 20 agosto ore 15,59. E’ caduto il Governo Conte… Finalmente! Finalmente si rompe l’alleanza gialloverde che si dimostrò perversa fin dalla sua sofferta gestazione e proseguì annaspando su molte delle grandi tematiche fin dai primi mesi di amministrazione condivisa. Lega e Movimento 5 Stelle furono apparentate per forza.

Il matrimonio misto tra due cultura tanto differenti, la prima conservatrice e cattolica, la seconda progressista, ateista e fan LGBT, fu accettato per i rispettivi interessi riformistici basilari: la pensione a quota 100 imposta dai leghisti, il reddito di cittadinanza voluto dai pentastellati, che hanno lasciato la loro impronta concreta a favore del popolo italiano più di tante visioni economiche proiettate solo alla difesa dello spread, degli investitori e degli speculatori dell’alta finanza.

Il premier Giuseppe Conte ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili al termine del suo discorso in Senato oggi alle 15,49 a Palazzo Madama

Ma quel matrimonio fu solo in minima parte voluto dai leader dei partiti usciti vincenti dalle elezioni del 4 marzo 2018, Matteo Salvini con la Lega e Luigi Di Maio con 5Stelle. In realtà fu un esperimento politico prodotto nel laboratorio del Quirinale con la finalità di addomesticare il leghista ed intorpidire nel lusso ministeriale il pentastellato.

Se la seconda operazione è perfettamente riuscita tanto che Gigino pur di non lasciare la poltrona avrebbe governato e sarebbe disposto a governare con chiunque, la prima missione studiata da Sergio Mattarella, Euroburocrate integralista e compagno del Partito Democratico ancor prima di essere Presidente della Repubblica Italiana, per mettere la museruola al “ringhio” della politica italiana, capace di sbranare gli avversari come faceva Gennaro Gattuso nel centrocampo del Milan e della Nazionale Campione del Mondo 2006, è fallita miseramente.

A fare la guardia a Salvini il Quirinale scelse un premier che avrebbe dovuto essere superpartes: come per Costituzione dovrebbe essere il Capo dello Stato secondo una tradizione frantumata dall’ex presidente Giorgio Napolitano, pur di essere comunista e mondialista al tempo stesso.

Fu scelto un avvocato tecnocrate, membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa nominato dalla maggioranza del Partito Democratico a tale incarico, nobile di nome, Giuseppe Conte, e certamente nei modi e nella dialettica. Un premier appoggiato dagli stessi pentastellati i quali covano l’anima della sinistra radicale nascosta per pudore dietro ad una foglia di Fico (Roberto, presidente della Camera per i 5Stelle e già militante di Rifondazione Comunista)

Possiamo ora ben definire Conte il volto “occulto” dell’intellighenzia mondialista di sinistra, estratto dal cilindro magico per far dimenticare le buffonate del coniglio Matteo Renzi, ex premier incapace di lasciare la politica persino dopo essere stato ripetutamente trombato alle urne ed essersi ritrovato con buona parte di parenti ed amici sotto inchiesta per illeciti finanziari tutt’altro che modesti.

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Conte aveva il garbo, lo stile ed il sorriso necessari per chetare i moti d’ira di Salvini come quelli d’idiozia di Di Maio. Sulla carta avrebbe potuto essere l’arbitro perfetto se avesse saputo togliersi la divisa da Euroburocrate mondialista e fosse stato capace di indossare un abito tutto suo, griffato Italia, capace di sfruttare il potere cadutogli nelle mani dal Colle.

Purtroppo, però, nel tentativo di appiattire la Lega sulle posizioni di un governo europeista, Mattarella gli impose due ministri talmente spudoratamente asserviti a Bruxelles e talmente astuti da ricordare il Gatto e la Volpe nella favola di Pinocchio. Mi riferisco a Giovanni Tria all’Economia e ad Enzo Moavero Milanesi agli Esteri. Cosa ci facesse quest’ultimo, esponente di Scelta Civica, partito dei massoni banchieri, e già titolare del Dicastero degi Affari Europei con il premier Mario Monti, in un governo del cambiamento gialloverde me lo sono sempre domandato fin dal primo istante…

Perché in qualsiasi missione di sabotaggio, come voleva essere quella di Mattarella per far perdere consenso a Salvini ed alla Lega, l’infiltrato avrebbe dovuto essere minimamente credibile in quel ruolo, capace cioè di camuffarsi tra gli ideali altrui. E’ evidente che la prosopopea del Colle fu tale e tanta da ritenere che pur di governare i partiti avrebbero ingoiato qualsiasi rospo.

Già il 22 novembre 2018 scrssi un editoriale in cui esprimevo la necessità che Salvini staccasse la spina al Governo: per poter organizzare le nuove Elezioni Politiche italiane in contemporanea alle Elezioni Europee del 26 maggio 2019. In modo da poter contare sul consenso sempre più crescente e ritrovarsi pronto a governare da solo con qualche secondario alleato di centrodestra. Non lo fece. Ma la Lega ottenne comunque un successo strepitoso alle Europee salendo al 34 % di gradimento.

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Il capitano della Lega, così impulsivo e debordante nel dire ai cittadini ciò che vogliono ed hanno bisogno di sentirsi dire per credere ancora nel Tricolore sbiadito da troppe centrifughe europeiste e mondialiste, fu un saggio colonnello. Non staccò la spina al Governo. Restò in attesa degli inevitabili “Casus Belli” che sarebbero arrivati a breve sul percorso dell’alleanza gialloverde, insanabilmente fratturata su posizioni ideologiche antipodiche su grandi tematiche come la Tav ma ancor più sulla riforma del sistema giudiziario ed il controllo dell’immigrazione clandestina.

Matteo Salvini in piazza del Popolo a Roma l’8 dicembre 2018

Davanti a questi scenari conflittuali il premier Conte, abile nel risolvere a “tarallucci e vino” i più semplici bisticci da monelli tra il vicepremier leghista e quello pentastellato, sopra la livrea da mondialista ha indossato l’usbergo da corazziere fornitogli direttamente dal Quirinale.

Sebbene Conte giungesse proprio dalla supervisione della Giustizia Amministrativa si è letteralmente “impippato” della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio di ribaltare il senso di ogni Decreto Sicurezza, a fatica approvato dal Parlamento, per concedere il diritto allo sbarco ad Open Arms, nave di un’ong spagnola già finita sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Anzi…

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E’ andato oltre:  pensando ai desiderata del presidente Mattarella il premier Conte ha scritto una commovente lettera istituzionale (su Facebook) al Ministro dell’Interno per invitarlo a far sbarcare almeno i naufraghi di minore età (un terzo dei quali poi rivelatisi maggiorenni). E’ stata l’ultima concessione di Salvini ad un Presidente del Consiglio capace di trattare con la Commissione UE di Bruxelles solo alle condizioni dettate da… Bruxelles! Un premier che ha cercato di mediare sul caso Tav (progetto Treno Alta Velocità Torino-Lione) le posizioni inconciliabili di Lega (favorevole) e 5Stelle (contrario) lasciando di fatto i due galli ad azzuffarsi nel pollaio…

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La breve parabola (dal 1 giugno 2018, 445 giorni) a Palazzo Chigi del Conte, paggio del Quirinale, finisce così oggi, 20 agosto 2019, alle ore 15,59, quando, dopo 50 minuti di bolsa retorica da solone accademico sui risultati positivi del suo Governo, e senza alcuna minima autocritica, dopo aver lanciato dardi di fuoco a Salvini ed alla Lega, ha annunciato al Senato riunitosi a Palazzo Madama l’intenzione di salire al Colle per presentare le sue dimissioni irrevocabili.

Salvini nei giorni scorsi aveva suonato la tromba d’attaco con una mozione di sfudicia perentoria dei parlamentari leghisti ma seguita da alcuni segnali di fumo di aperture possibili, come ogni buon generale deve fare prima di sferrare l’attacco decisivo. Conte ha risposto concentrandosi sugli affari dei migranti della Open Arms invece che sugli interessi del futuro del Governo e degli Italiani…

Il capitano lo ha suonato come un trombone: prima e dopo il discorso! Da oggi la Lega è libera di correre verso il sogno di una nazione sovranista e populista nella valenza più democratica di questi termini cui i mondialisti dell’alta finanza, sostenuti dai media del mainstream, hanno voluto affibbiare un senso altamente dispregiativo. Corri capitano. Corri! Continua la tua lotta contro i pirati della tratta degli esseri umani anche se i cattocomunisti clericali ti danno contro… Anche se le toghe rosse cercheranno di farti vedere i sorci verdi…

Guardati solo alle spalle: perché insieme a quasi il 40 % degli italiani ti porti dietro (nel tuo partito) alcuni infiltrati veri del mondialismo internazionale. E sono gli unici che possono mettere a rischio la tua nomina a premier che sarà stavolta sancita dagli elettori italiani e non dal Quirinale.

Qualsiasi mossa faccia il Presidente della Repubblica con governi tecnici o consultazioni ritardate servirà solo a far volare ancora di più nei consensi la Lega e Salvini.

Scacco Matto, don Mattarella!!!

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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