RAFFICA DI MISSILI VICINO A DAMASCO
DRONI SUICIDI IN LIBANO
L’ESERCITO DI ISRAELE CERCA LA GUERRA
NUOVI STRAGI DEI JIHADISTI ISIS
CIVILI RAPITI DAI TERRORISTI A IDLIB
BAMBINO UCCISO DA MILIZIE SDF
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
Ormai è certo. Proprio nei giorni in cui si fanno sempre più roventi le tensioni in Siria per ben cinque zone di battaglia, il gangster internazionale sionista Benjamin Netanyahu, sebbene sia un il premier di Israele in prorogatio (in attesa delle nuove elezioni del 17 settembre 2019) ne approfitta per cercare di scatenare l’inferno. Al grido “kill first”, uccidi per primo ha inviato gli f 16 dell’Israeli Defense Forces a colpire le postazioni militari delle Forze Quds iraniane e degli Hezbollah libanesi nei pressi di Damasco, alleati del Governo siriano di Bashar Al Assad.
A nulla è servito l’accordo ottenuto dalla Russia nelle scorse settimane che per dimostrare la buona volontà della Siria nella de-escalation delle tensioni ha concordato con Assad il trasferimento delle milizie Sciite (e perciò nemiche religiose degli arabi Sunniti amici di Tel Aviv) dalle zone di confine con l’altopiano del Golan, territorio siriano illegalmente occupato dal 1967 da Israele, per trasferirle dall’area di Al Qunaytirah in zone più interne a sudest di Damasco.
Proprio lì, nei pressi del villaggio di Aqraba, i raid hanno cercato di colpire le milizie iraniane e libanesi che hanno aiutato Assad a sconfiggere l’Isis. La notizia è stata confermata sia dall’esercito di Tel Aviv che dall’agenzia siriana Sana.
In una rara ammissione delle responsabilità sugli attacchi, sovente smentiti o non commentati dal governo di Netanyahu, l’IDF ha rilasciato una dichiarazione ufficiale su Twitter: «Abbiamo appena prevenuto un attacco su larga scala in corso di più droni killer su Israele colpendo gli agenti della Forza Quds iraniana e gli obiettivi della milizia sciita in Siria». Nell’attacco sono morti due ingegneri libanesi esperti nella guida dei droni.
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«Una fonte militare ha riferito a SANA che alle 23:30 di sabato, le difese aeree hanno rilevato obiettivi ostili che si avvicinavano da sopra il Golan verso i dintorni di Damasco, e l’attacco è stato affrontato immediatamente ed efficacemente, distruggendo la maggior parte dei missili israeliani prima che potessero raggiungere i loro obiettivi».
L’azione militare israeliana in Siria è stata poi ufficialmente motivata sempre su Twittere al premier Netanyahu: «In un grande sforzo operativo, abbiamo contrastato un attacco contro Israele da parte della forza iraniana dei Quds e delle milizie sciite. Ribadisco: l’Iran non ha immunità da nessuna parte. Le nostre forze operano in ogni settore contro l’aggressione iraniana. Se qualcuno si alza per ucciderti, uccidilo per primo».
Non vi è stata alcuna conferma immediata di morte o feriti, anche se il portavoce militare israeliano Jonathan Conricus ha affermato che potrebbero esserci vittime tra la “milizia”, riferisce il network Russia Today. In un precedente attacco nelle scorse settimane, invece, erano state colpite anche abitazioni civili causando pure l’uccisione di un neonato. Ma l’azione di guerra di Israele nelle ore successive si è estesa anche al Libano.
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I DRONI SUICIDI CONTRO IL LIBANO
«Secondo quanto riferito, gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato incursioni di bombardamenti finti sulla città libanese di Sidone a seguito degli attacchi delle forze di difesa israeliane contro “obiettivi iraniani” nella vicina Siria» riporta RT.
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La National News Agency del Libano riferisce che i jet israeliani hanno volato a bassa quota sopra la terza città più grande del paese, che si trova a circa 40 km a sud della capitale Beirut. Le incursioni riportate seguono una raffica di attività israeliana in Libano e nella vicina Siria. Nelle prime ore di domenica mattina, un’esplosione ha colpito un sobborgo meridionale di Beirut in quello che Hezbollah ha definito un “attacco israeliano di droni”.
Un drone non è riuscito a far esplodere e si è schiantato, mentre un secondo UAV è esploso vicino al centro media di Hezbollah, ha detto un portavoce del gruppo militante. Nessun incidente è stato segnalato dagli incidenti, che l’organizzazione e l’esercito libanese hanno incolpato Israele. Il primo ministro Saad Hariri ha confermato l’azione dei “droni suicidi” dell’IDF definendola «un attacco aperto alla sovranità libanese».
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Seguo dall’inizio del 2018 la guerra in Siria e non ho mai avuto notizia di un “reale” attacco compiuto da Forza Quds ed Hezbollah contro Israele che, esattamente come gli Usa negli attacchi chimici false-flag di Douma, poi risultati organizzati da terroristi con la complicità di White Helmets, lanciano accuse per giustificare i loro attacchi volti a provocare una controffensiva del Syrian Arab Army e l’esplosione di un conflitto senza limiti per strappare altre terre al paese confinante e ricco di petrolio.
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I CIVILI RAPITI DAI TERRORISTI A IDLIB ED AFRIN
Questo attacco si rivela ancor più grave perché avviene in un momento assai delicato per la Siria che si trova a dover fronteggiare ben 5 zone di tensioni.
La prima è ad Idlib dove l’esercito di Assad ha liberato la città di Khan Sheikhoun dai terroristi di Hayat Tahrir Al Sham (HTS), i qaedisti prima chiamati Al Nusra finanziati ed armati dalla Turchia. Il punto di ossrvazione n- 9 dell’esercito turco a Morek si ritrova così completamente circondato. E le stesse milizie di Ankara sono state bombardate dal Syrian Arab Army, con l’appoggio della Russia. Inoltre due jet militari turchi sono stati intercettati dai Su-35 dell’aviazione russa che li ha costretti a rientrare alla base.
Mentre l’esercito siriano avanza nella provincia di Idlib riducendo l’area controllata dagli estremisti islamici sunniti di HTS ad Homs ben 115 ribelli si sono consegnati alle autorità e ceduto le armi per aderire al progetto di reinserimento sociale previsto da Damasco. Ma i miliziani Hayat Tahrir Al Sham, come riferito da Syrian Observatory Human Rights (SOHR), hanno sequestrato numerosi civili, probabilmente per farne scudi umani da utilizzare come vittime nei bombardamenti dell’aviazione Russa e Siriana sulle postazioni di artiglieria dei terroristi.
L’allarme rimane alto anche ad Afrin dove i jihadisti protetti dai turchi nell’operazione Olive Branch continuano a sequestrare civili curdi per chiederne poi il riscatto alle famiglie ed autofinanziarsi. Sei persone sono state rapite negli ultimi giorni. Chi non ha i soldi per pagare rischia di vedere uccisi i parenti come accaduto nel mese scorso persino ad un bambino down.
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Ancora più grave è la situazione nel Governorato di Deir Ezzor dove agiscono ben tre differenti milizie in complotto con soldati mercenari americani ed esercito Usa come riportato nel precedente articolo sul contrabbando di petrolio.
SIRIA: TERRORISTI RECLUTATI DAGLI USA PER CONTRABBANDO DI PETROLIO
IL RITORNO DEI JIHADISTI ISIS
«Il caos della sicurezza si intensifica prendendo di mira civili e militari, in concomitanza con la maggiore attività delle cellule dell’Organizzazione “Stato islamico” a nord-est della Siria, dove l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha appreso che sconosciuto Ieri hanno assassinato un cittadino nella città di al-Kashkiyyeh, nella campagna orientale di Deir Ezzor, dove gli hanno sparato direttamente con mitragliatrici – riporta SOHR negli aggiornamenti del 23 e 24 agosto – E’ salito a 352 combattenti, civili, lavoratori petroliferi e funzionari in servizio, il numero di persone uccise nelle aree all’interno delle 4 province di Aleppo, Deir Ezzor, Al-Raqqah e Al-Hasakah, oltre all’area di Manbij nel nord-est della provincia di Aleppo, che è controllata dalle forze democratiche siriane, dove l’Osservatorio siriano ha monitorato che queste cellule hanno assassinato 96 civili tra cui 5 bambini e 4 donne nella campagna orientale di Deir Ezzor, nella campagna di al-Hasakah, nella campagna di al-Raqqah e l’area di Manbij».
A ciò si aggiunge l’assassinio di 252 combattenti delle Forze Democratiche Siriane (SDF) tra cui leader locali nelle stesse aree, e 4 membri della Coalizione Internazionale sono stati uccisi, anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani documentato decine di feriti a causa di questi omicidi.
Sempre secondo SOHR membri delle cellule dell’ISIS hanno attaccato un’auto appartenente alle forze democratiche siriane con mitragliatrici, uccidendo un soldato e ferendone gravemente un altro, lunedì mattina, nella città di al-Sabha, ad est di Deir Ezzor.
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E’ invece l’agenzia Sana a riferire degli attentai delle milizie a maggioranza curda SDF, chiamate Qasad (o Qasd) dagli arabi: «I residenti dei due villaggi di al-Azba e M’eizila nella campagna settentrionale di Deir Ezzor hanno tenuto sabato una manifestazione per protestare contro i crimini della milizia separatista di Qasad, sostenuti dalle forze di occupazione statunitensi. Fonti locali hanno riferito al corrispondente della SANA che dozzine di residenti dei due villaggi di al-Azba e M’eizila nel nord di Deir Ezzor erano usciti in una manifestazione contro i membri della milizia di Qasad e hanno cantato slogan che chiedevano di espellerli dall’area. Le fonti hanno aggiunto che i residenti che hanno partecipato alla protesta hanno condannato le pratiche dei membri della milizia di Qasad, che rubano il petrolio e la proprietà siriani e attaccano civili ogni giorno».
«La milizia appoggiata dagli USA di Qasd continua la sua brutale politica contro i civili della regione siriana al-Jazeera orientale. Fonti locali nell’area meridionale di Hasaka parlano della morte del bambino Osama Obeid, 13 anni, a causa delle ferite subite in proiettili lanciati dai membri di Qasd dopo aver preso d’assalto la casa del bambino. Temendo di essere portato nei campi di reclutamento coercitivo, Osama è fuggito quando la milizia prese d’assalto la sua casa, ma è stato colpito a morte – scrive Mazen Eyon per SANA – Le fonti hanno aggiunto che quando le famiglie hanno cercato di salvare il bambino, i membri di Qasd hanno sparato anche contro di loro, ferendo altri tre civili. Le milizie di Qasd assaltano sempre le case nei villaggi della campagna di Hasaka con il pretesto di cercare “cellule dormienti” dei terroristi di Daesh per arrestare giovani e bambini per i campi di reclutamento coercitivo. Quelle milizie hanno dato fuoco a decine di migliaia di ettari, piantati con grano e orzo in questa stagione perché le famiglie hanno rifiutato di cooperare con loro».
LA ZONA CUSCINETTO DI USA E TURCHIA NEL ROJAVA
In aggiunta di ciò un ulteriore focolaio di tensione si sta creando al confine tra Rojava, l’area del deserto sirinano ad est dell’Eufrate (e dei giacimenti petroliferi di Deri Ezzor) controllata dalle Unità di protezione popolare curda YPG, e la Turchia. L’esercito Usa ha raggiunto un accordo per la creazione di un centro operativo comandato da un generale dell’esercito americano e da uno di quello turco e sono arrivati i primi elicotteri per realizzare la base militare. Le Forze Democratiche Siriane (SDF) riunitesi per la conferenza annuale a Heseke con la partecipazione di 600 delegati hanno apprezzato gli sforzi di mediazione americana per prevenire l’attacco turco nella regione ma come dichiarato dal comandante generale Mazlum Abdi «la pace non ci potrà mai essere finchè non ci sarà il ritorno della popolazione curda ad Afrin», occupata dalla Turchia e dai criminali jihadisti al loro servizio.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
SYRIAN OBSERVATORY HUMAN RIGHTS
JIHAD SAUDITA, TOP SECRET FILES: DAI DETENUTI INVIATI IN SIRIA ALLE BOMBE IN SRI LANKA
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