DEPUTATO UE DELLA “LISTA SOROS” MINISTRO ALL’ECONOMIA NEL CONTE BIS

DEPUTATO UE DELLA “LISTA SOROS” MINISTRO ALL’ECONOMIA NEL CONTE BIS

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DI MAIO E 5STELLE IN GINOCCHIO DAI MONDIALISTI:
IL PREMIER ED IL PARTITO DEMOCRATICO
SCELGONO IL PROFESSORE DI STORIA PRODIANO
GUALTIERI COME TITOLARE DEL DICASTERO MEF

ECCO TUTTI I NOMI DEI NUOVI MINISTRI
UN POSTO ANCHE ALL’EX RUTELLIANO SPADAFORA
ED ALLA PREFETTA BUONISTA NEMICA DELLA LEGA

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

«La nomina di Roberto Gualtieri a ministro dell’Economia sarebbe un bene per l’Europa e per l’Italia». L’ex direttore generale del Fmi e attuale presidente della Bce, Christine Lagarde, parlando oggi agli eurodeputati della commissione Affari economici, ha speso parole lusinghiere nei confronti dell’eurodeputato del Partito Democratico, che è stato ufficialmente scelto come nuovo ministro dell’Economia nel Governo Conte Bis della fragile alleanza M5S-PD.

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Il nuovo governo è stato fortemente voluto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, già deputato dello stesso Partito Democratico e con un’imbarazzante eredità della storia siciliana paterna, nonostante le Elezioni Europee del 36 maggio 2019 in Italia abbiano sancito il successo della Lega Nord col 34 % di preferenze e del centrodestra complessivamente al 49 % (con Fratelli d’Italia e Forza Italia), che chiedono a gran voce elezioni anticipate nella certezza di vincerle.

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Insieme a lei festeggerà sicuramente anche George Soros, il finanziere ungaro-americano di origini sioniste. Già perché proprio Gualtieri era uno dei 14 italiani nella lista dei 226 eurodeputati schedati nel settembre 2014 dall’agenzia Kumquat Consult di Bruxelles per conto della Open Society European Policy Institute. Il neoministro rappresenta quindi il perfetto punto di congiunzione tra i tecnocrati europeisti e i mondialisti internazionali che con la scusa della globalizzazione hanno messo le sorti delle finanze e di molteplici governi dell’Unione Europea e del mondo nelle mani delle banche.

La scheda dedicata a Roberto Gualtieri nello studio realizzatoi per la Open Society di George Soros

Un eccezionale lavoro di intelligence ed analisi in cui tutti i membri del Parlamento UE ritenuti fidati o affidabili per collaborare con Soros sono stati monitorati per anzianità parlamentare, curriculum politico essenziale, settori di competenza in ambito UE, aree geopolitiche di operatività, interessi di attivismo sociale, numeri di telefono, e-mail e account Twitter.

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Ebbene tra loro c’è anche il futuro ministro dell’Economia che prenderà il posto dell’uscente Giovanni Tria al MEF (Ministero Economia e Finanza) ed ha già ricevuto il plauso della n. 1 dei degli euroburocrati di Bruxelles, la direttrice Lagarde che a brevissimo riceverà le consegne da Mario Draghi alla guida della Bce.

E’ la risposta di orgoglio ed arroganza degli Europeisti estremisti dinnazi ai rigurgiti di Sovranismo e Populismo lanciati dagli italiani alle elezioni del 4 marzo 2018 che hanno votato Lega e M5S per un cambiamento. E’ la prova provata che le riunioni di Luigi Di Maio a Londra con i banchieri della City e le politiche compiacenti dei pentastellati nei confronti dell’alta finanza hanno indotto il Movimento 5 Stelle ha fare il passo senza ritorno verso l’inciucio con il Pd a favore dei mondialisti di sistema.

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Giovedì mattina alle 10.00 c’è stato il giuramento del nuovo esecutivo del premier Giuseppe Conte con 21 ministri (10 ai 5Stelle, 9 al Pd, 1 tecnico e 1 a LeU). Il governo giallorosso, quindi, è partito, dopo la crisi innescata da Matteo Salvini agli inizi di agosto. Ma dovrà fare i conti con una maggiuoranza risicatissima al Senato dove il pentastellato Gianluigi Paragone sta guidando la fronda che potrebbe contare su almeno 9 grillini ribelli, ammesso che non se ne aggiungano altri visto che quasi tutti i ministri uscenti dei 5Stelli non sono stati riconfermati.

Uniche eccezione di Di Maio, spedito agli Esteri per vagabondare nel mondo e lasciare tranquillo palazzo Chigi, ed Alfonso Bonafede, garante dello status quo al Ministero di Giustizia nell’anno dei più gravi scandali delle toghe che ha costretto alle dimissioni persino il Procuratore Generale della Corte di Cassazione per gli intrighi loschi nel Consiglio Superiore della Magistratura con il pm Luca Palamara, indagato dalla Procura di Perugia per corruzione in atti giudiziari e sospeso dalle funzioni senza stipendio.

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In questo clima traballante e rovente appare davvero sconcertante la nomina di Gualtieri, personaggi di spicco della cosiddetta lista Soros, tanto esperto di storia quanto poco di economia. Romano, classe 1966, è professore di storia contemporanea all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Vicedirettore della Fondazione Istituto Gramsci, ha intrapreso la carriera politica nei primi anni 2000.

Membro della segreteria romana dei Democratici di Sinistra tra il 2001 e il 2006, nell’ottobre 2006 è stato uno dei tre relatori del convegno di Orvieto che ha dato il via alla costruzione del nuovo partito e ha successivamente fatto parte della commissione di saggi nominata da Romano Prodi che ha redatto il “manifesto” per il Partito democratico. Da ortodosso veterocomunista divenne famoso anche per la sua performance musicale suonando e cantando la canzone partigiana Bella Ciao…

Autore di numerosi libri ed articoli sulla storia italiana e internazionale del XX secolo, grande esperto del processo di integrazione europea, è eurodeputato per il Pd da tre legislature. Entrato a Strasburgo nel 2009, è stato rieletto due volte. Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari dell’Europarlamento (carica assunta al secondo mandato e confermata nel 2019), da luglio è anche vicepresidente del gruppo dei socialisti e democratici (S&D).

«Tra i negoziatori per conto del Parlamento europeo del Fiscal Compact – il trattato che ha obbligato l’Italia a inserire in Costituzione l’obbligo di pareggio di bilancio – nel 2016 Gualtieri è stato inserito dal magazine Politico nella lista degli otto deputati europei più influenti. La sua nomina a ministro del Mef è un modo per avvicinare l’Italia all’Europa, dove Gualtieri è molto conosciuto e apprezzato. Il suo primo impegno sarà il negoziato con l’Unione europea sulla prossima manovra di bilancio, con la quale il Conte-bis sarà chiamato a evitare l’aumento dell’Iva e l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo» scrive Il Giornale che pubblica l’elenco completo dei futuri ministri.

Giuseppe Conte e Sergio Mattarella

Non ci soffermiamo a commentare oltre perché il rischio che il Conte Bis non raccolga la fiducia al Senato è davvero alto. Ecco la lista letta dal presidente del Consiglio Conte: Interno, Luciana Lamorgese (tecnico); Economia e Finanze, Roberto Gualtieri (Pd); Affari Esteri e Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio (M5s); Lavoro e Politiche Sociali, Nunzia Catalfo (M5s); Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli (M5S); Difesa, Lorenzo Guerini (Pd); Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà (M5s); Innovazione, Paola Pisano (M5S); Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone (M5S); Affari regionali, Francesco Boccia (Pd); Sud, Giuseppe Provenzano (Pd); Pari Opportunità e Famiglia, Elena Bonetti (Pd); Affari europei, Vincenzo Amendola (Pd); Giustizia, Alfonso Bonafede (M5S); Ambiente, Sergio Costa (Pd); Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli (Pd); Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova (Pd); Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti (M5S); Beni e Attività Culturali e Turismo, Dario Franceschini (Pd); Salute, Roberto Speranza (Leu); Sport e alle Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora (M5S). Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro (M5S).

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Da notare l’incredibile carriera del rutelliano Spadafora che dopo essere saltato dalla Margherita all’Udeur e poi al Movimento 5 Stelle ora da Sottosegretario del Conte 1 diventa Ministro in un governo Conte bis smaccatamente di sinistra a trazione PD.

L’ex prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, ai Sindaci della Lega sulle politiche anti-migranti, è il nuovo Ministro dell’Interno

Il governo del Conte Bis nasce nel segno della “discontinuità” soprattutto nello strategico Dicastero dell’Interno affidato Luciana Lamorgese, l’ex prefetta “buonista” di Milano che cancellò alcune ordinanze dei Sindaci lombardi della Lega di contrasto all’immigrazione clandestina e fu tra le prime a contestare il Decreto Sicurezza voluto dal suo predecessore al Viminale, Matteo Salvini.

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«Vediamo sindaci che non sempre fanno la loro parte e io dico loro che è importante accettare la diversità, che è ricchezza e procedere con l’integrazione» commentò Lamorgese incurante di fenomeni come la Mafia Nigeriana capace di mettere in allarme la Direzione Investigativa Antimafia o lo sfruttamento dei molti immigrati clandestini a cui viene respinta la domanda di asilo per ragioni umanitarie a causa della mancanza di requisiti: perchè non fuggono né da guerre né da carestie.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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UCCISO IL RAIS LIBICO PAGATO DALL’ITALIA: ottenne $5 milioni per fermare i migranti

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