MAXI OPERAZIONE DI INTELLIGENCE “NETTUNO”
IN 7 SCALI STRATEGICI DEL MEDITERRANEO
TRA ALGERIA, FRANCIA, ITALIA E TUNISIA:
12 INCHIESTE SU PERICOLOSI FOREIGN FIGHTERS
RESTA IL MISTERO SU QUELLI CATTURATI IN SIRIA
___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___
«Un’operazione di frontiera marittima coordinata da Interpol ha rilevato più di una dozzina di sospetti combattenti terroristi stranieri (FTF) che viaggiano attraverso il Mediterraneo. L’operazione Nettuno II (24 luglio – 8 settembre) si è concentrata sulle minacce poste da sospetti FTF che potenzialmente utilizzano rotte marittime tra il Nord Africa e l’Europa meridionale durante la fitta stagione turistica estiva».
A rivelarlo è un comunicato pubblicato a Lione dalla stessa Interpol sul sito ufficiale. E’ l’ultima, ennesima conferma che pericolosi terroristi, affestrati dall’Isis o da Al Qaeda, utilizzano il mare – e come già emerso in passato anche i barconi – per infiltrarsi in Europa con la missione di diventare “lupi solitari” per eventuali attentati o creare piccole cellule come quella realizzata dal tunisino Anis Amri, l’attentatore tunisino della strage di Berlino del 2016, ucciso a Sesto S. Giovanni da due agenti della Polizia Italiana ed arrivato in Italia grazie ad un barcone approdato a Lampedusa.
Mentre il nuovo Governo Conte Bis, sostenuto da 5Stelle e Partito Democratico, sta lavorando al progetto di aprire i porti e i vescovi della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) sostengono non sia nemmeno abbastanza, ecco un’inchiesta internazionale che conferma l’allarme già lanciato nel 2017 dall’intelligence AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna, ex Sisde) e nel 2018 da The Sat, il dossier annuale sui fenomeni terroristici dell’Europol, pubblicati nei mesi scorsi da Gospa News.
«Supportata da un team Interpol sul campo, l’operazione guidata dall’intelligence ha preso di mira anche le reti criminali coinvolte nel traffico di esseri umani, nel traffico di persone, nel traffico di armi da fuoco e nel traffico di droga – spiega l’agenzia internazionale di polizia – I funzionari di sette porti marittimi nei sei paesi partecipanti – Algeria, Francia, Italia, Marocco, Spagna e Tunisia – hanno effettuato oltre 1,2 milioni di ricerche nelle banche dati Interpol per documenti di viaggio rubati e persi, dati nominali e veicoli rubati tramite I-24 / 7 rete globale sicura di comunicazioni di polizia. Ciò ha portato a 31 indagini investigative attive, di cui oltre 12 legate al movimento di sospetti terroristi». Dalle immagini diffue sal sito della polizia internazionale l’attività in Italia si sarebbe concentrata soprattutto negli scali di Palermo e Catania.
L’attività Interpol è stata sostenuta dalla cooperazione inter-agenzia internazionale, regionale e nazionale. L’operazione Nettuno II si è concentrata sulle minacce poste da sospetti Foreign Terrorist Fighter) che potenzialmente utilizzano rotte marittime tra il Nord Africa e l’Europa meridionale.
E’ massimo il riserbo degli investigatori sulle piste d’indagine appena avviate. Ma l’azione di monitoraggio rappresenta la maggiore garanzia di sicurezza per prevenire attentati. «Quando le informazioni sono condivise tra le regioni tramite le reti di Interpol a livello globale, ogni controllo, controllo di frontiera o ricerca casuale è una potenziale interruzione in un’indagine sul terrorismo – ha dichiarato il segretario generale di Interpol Jürgen Stock – Questo è il modo in cui Interpol agisce come un tripwire globale, interrompendo il movimento di persone legate ad attività criminali e terroristiche».
L’efficacia della prevenzione fu confermata dalle statistiche del Dossier The Sat 2018 dell’Europol: «Nel 2018, il numero di attacci terroristici jihadisti sventati, falliti e completati è diminito in modo significativo rispetto al 2017: da 33 a 24.Questo numero comprende 16 incidenti segnalati dalla Francia (7), dal Regno Unito (3), dal Paesi Bassi (2), Germania (2), Italia (1) e Svezia (1) come trame terroristiche sventate. In particolare, per il secondo anno consecutivo, il numero di segnalati attacchi terroristici sventato ha superato di gran lunga gli attacchi completati».
«Come riconosciuto dalla risoluzione 2178 (2014) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la condivisione di informazioni attraverso i sistemi globali di Interpol è fondamentale per identificare e prevenire meglio il viaggio di sospetti combattenti terroristi stranieri. A questo proposito, le banche dati di Interpol attualmente contengono dettagli di oltre 50.000 combattenti terroristi stranieri e circa 400.000 note informative relative al terrorismo. L’operazione ha inoltre messo in evidenza il ruolo della cooperazione inter-agenzia internazionale, regionale e nazionale nel rafforzamento della sicurezza, con la partecipazione di esperti dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e dell’Organizzazione mondiale delle dogane (OMC)» riferisce ancora il comunicato dell’agenzia internazionale di polzia.
I TERRORISTI IN EUROPA E GLI FTF PRIGIONIERI IN SIRIA
In precedenti reportage Gospa News aveva pubblicato la sconcertante notizia secondo la quale i terroristi dello Stato Islamico avevano potuto guadagnarsi viaggi premio in Europa grazie a comportamenti valorosi nel combattimento in Siria ed Iraq, ricevendo addirittura un premio in denaro qualora fossero riusciti a reclutare nell’Isis altri islamici nel tragitto sui barconi.
Alcuni mesi fa si era scoperto che uno dei peggiori boia dell’organizzazione terroristica guidata dal misterioso e latitante califfo Al Baghdadi, sospettato di essere agente della Cia, si trovava tranquillamente in Ungheria e beneficiava addirittura di una carta di credito dell’Unione Europea per l’aiuto umanitario ai migranti.
TERRORISTA ISIS CON CARTA DI CREDITO UE: UNGHERIA CONTRO BRUXELLES
Nei giorni scorsi abbiamo riferito che rais di un clan tribale libico, pagato 5 milioni dall’Italia per fermare i migranti e morto nella battaglia contro l’esercito del generale Haftar alle porte di Tripoli, fosse sospettato di essere non solo un trafficante di migranti ma anche di terroristi Isis, come i suoi parenti in carcere per tale motivo.
UCCISO IL RAIS LIBICO PAGATO DALL’ITALIA: ottenne $5 milioni per fermare i migranti
Ora resta ancora da capire cosa sia accaduto o cosa accadrà ai circa 800 Foreign Terrorist Fighters imprigionati dalle milizie curde SDF in Siria con l’appogioo dell’esercito Usa. Quasi un anno fa il presidente americano Donald Trump aveva chiesto ai governi delle nazioni di appartenza di rimpatriare gli arrestati per sottoporli ad un regolare processo. Ad oggi non si conosce la loro sorte.
Il tema era tornato d’attualità nell’agosto scorso durante la Conferenza Annuale di Monaco sulla Sicurezza in Germania. Come riferito dal Syrian Observatory for Human Rights (SOHR) il vicepresidente Usa Mike Pence ed il senatore Lindsey Graham riportarono la stupore di Trump sostenendo che il presidente si aspettava che le forze europee prendessero il controllo del ritiro Truppe americane.
Il ministro degli esteri spagnolo Josep Borrell è stato l’unico tra i funzionari europei a dire rapidamente che non hanno intenzione di soddisfare l’istanza di ulteriori truppe. «Le richieste tra paesi non sono state presentate nei comunicati stampa o nei commenti alla conferenza – riferì Borrell ai giornalisti a Monaco- La Spagna e la maggior parte dei paesi non sono pronti a intervenire per gli Stati Uniti dopo un ritiro che è stato deciso in modo unilaterale, a sorpresa».
Com’è noto l’esercito Usa non soltanto non si è ritirato, per il repentino cambio di strategia della Casa Bianca, ma ha rafforzato ulteriormente il suo contingente nella Siria occidentale negli ultimi mesi e ancor più negli ultimi giorni. Sui Foreign Terrorist Fighter è calato il silenzio: non è da escludere che siano stati costretti ad arruolarsi dalle milizie curde SDF (Syrian Democratic Forces) proprio come l’Arabia Saudita aveva impiegato i condannati a morte nelle fila di Al Qaeda.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI
JIHAD SAUDITA, TOP SECRET FILES: DAI DETENUTI INVIATI IN SIRIA ALLE BOMBE IN SRI LANKA
AL BAGHDADI, IL CALIFFO ISIS E AGENTE MOSSAD-CIA NASCOSTO DAGLI USA
CALIFFATO D’EUROPA: LA JIHAD IN BOSNIA ARMATA DA SAUDITI E CIA
JIHADISTI ISIS LIBERATI DAGLI USA AMMASSATI VICINO ALLA RUSSIA
https://www.gospanews.net/2019/01/24/dalla-mafia-agli-strozzini-tutte-le-schiavitu-dei-migranti/