UKRAINEGATE, COMPLOTTO DEEP STATE CONTRO TRUMP: tra i due informatori CIA spunta anche Renzi

UKRAINEGATE, COMPLOTTO DEEP STATE CONTRO TRUMP: tra i due informatori CIA spunta anche Renzi

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Tutti gli intrighi tra politica ed intelligence USA
a Roma, Washington e Kiev fino all’impeachment
I nomi dei whistleblower del dossier di Adam Schiff
il Dem sponsorizzato da un fabbricante di armi ucraino

ENGLISH VERSION HERE

«Grazie a Dio per il Deep State (Stato Profondo)». E’ questa la lezione propinata dall’ex direttore Cia John E. McLaughlin, alla presenza di John Brennan che ricoprì lo stesso ruolo sotto il presidente Barack Obama, agli studenti della Schar School of Policy and Government della George Mason University.

La frase conferma l’esistenza di quell’entità nascosta in cui si coagulano poteri forti, massoneria, lobby sioniste, servizi segreti internazionali e apparati militari.

E’ stata pronunciata dall’ex capo della Central Intelligence Agency, il controspionaggio americano, per commentare l’avvio dell’impeachment contro il presidente americano Donald Trump per l’UkraineGate, descrivendo i diplomatici e gli ufficiali dell’intelligence che testimoniano nel caso come “persone che stanno facendo il loro dovere o stanno rispondendo a un livello superiore di chiamata”. Tanto che qualcuno di loro ha persino cambiato la sua versione pur di inguaiare il presidente: successivamente prosciolto dal Senato, controllato dai suoi sostenitori Repubblicani, come avevamo previsto fin dal primo articolo...

L’intervento dell’ex CIA è stato riportato con risalto solo da Fox News nello spazio di Tucker Carlson e rilanciato da Russia Today che ha rammentato come proprio le impronte digitali di Brennan siano sul Dossier Steele da cui nacque il caso RussiaGate ora al centro di una contro-inchiesta del Dipartimento di Giustizia.

Gli ex direttori Cia John Brennan e John E. McLaughlin, durante una conferenza all’Università – clicca per il video

Ma il network di Mosca RT ha anche evidenziato che pochi media hanno dato risalto alla clamorosa affermazione ricordando invece una frase pubblicata in un articolo di opinione del New York Times sulla stessa lunghezza d’onda del pensiero di Laughlin: «Lo stato profondo non è una cabala segreta e antidemocratica. È una raccolta di dipendenti pubblici che cercano di proteggere la Repubblica dagli eccessi del presidente Trump».

L’attuale presidente americano è certamente un criminale internazionale. Lo è per come ha apertamente finanziato gli amici dell’Arabia Saudita nella guerra dello Yemen anche con la fornitura di armi, lo è per come ha portato avanti le operazioni militari finalizzate prima al fallito regime-change e poi al furto di petrolio in Siria, lo è anche per come ha continuato ad appoggiare l’Ucraina nel suo tentativo di conquista del Donbass, ricco di giacimenti ancora inutilizzati di gas naturali, in mano alle repubbliche separatiste filorusse di Doneck e Lugansk.

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L’INCHIESTA SUI BIDEN VOLUTA DA TRUMP

Ma nello scandalo UkraineGate sta dalla parte della ragione: perché ha semplicemente spinto affinchè si facesse luce su presunti reati commessi da altri criminali politici peggiori di lui. Mi riferisco all’ex vicepresidente americano Joe Biden, ora candidato dei Democratici contro il Repubblicano Trump alle prossime presidenziali del 2020, che sotto la regia dell’ex presidente Barack Obama, proprio ubbidendo al Deep State, ha fomentato e finanziato il golpe di Kiev per la rimozione del presidente della Repubblica filo-russo Viktor Janukovic, da cui è scaturita la Guerra Civile in Ucraina che ha provocato più di 10mila morti, e non è ancora terminata.

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Tutti questi morti sono anche sulla coscienza di Biden che nel 2016 ha persino ricattato Kiev affinchè non procedesse con l’inchiesta per la nomina del figlio Hunter nel Consiglio di Amministrazione di Burisma, società energetica ucraina con concessioni proprio nel Donbass, minacciando di interrompere i contributi finanziari Usa. Trump è sotto impeachment proprio per la telefonata del 25 luglio con cui ha sollecitato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ad indagare sul caso dopo aver paventato, con la medesima intimidazione di Biden mai indagato dal Congresso per quello, di ritirare 400 milioni di dollari di contributi, secondo quando sostenuto dalla denuncia ma negato dal presidente.

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La vicenda dei Biden è ancora oggetto di attenzione del procuratore generale dell’Ucraina Ruslan Ryaboshapka che si è premurato di chiarire che l’inchiesta era ripartita prima della telefonata e delle visite dell’avvocato di Trump Rudy Giuliani. Allo stesso tempo l’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (Nabu) ha avviato un’indagine penale per abuso d’ufficio contro l’ex procuratore generale Yuriy Lutsenko su richiesta del tribunale distrettuale di Solomyansky di Kiev. Il sospetto è che questa inchiesta sia in qualche modo collegata proprio alla riapertura del fascicolo Burisma avvenuta prima che Lutsenko desse le dimissioni (il 29 agosto scorso): va però ricordato che il NABU è un’organismo costituito e finanziato in Ucraina proprio dall’amministrazione Obama-Biden.

I DUE WHISTLEBLOWER DELL’IMPEACHMENT

A Washington è invece Trump ad essere stato posto sotto procedura di impeachment dalla Camera del Congresso, formalizzata nei giorni scorsi coi 232 voti favorevoli dei Democratici (tutti tranne tre) e 196 contrari dei Repubblicani in blocco, nonostante sia palese il complotto dell’intelligence internazionale, o del Deep State per dirla secondo Laughlin, che comincia con il democratico Adam Schiff, finanziato nella campagna elettorale del 2013 da un produttori di armi ucraino emigrato negli Usa che ha fatto molti affari grazie alle forniture per la guerra del Donbass, e culminato con la denuncia di un agente della Cia che si sarebbe vendicato contro la Casa Bianca per essere stato eliminato dal National Security Council (NSC), l’apparato governativo che coordina le attività del controspionaggio internazionale della Central Intelligence Agency, dei servizi segreti nazionali Nsa e della FBI.

Il democratico Adam Schiff, presidente del Comitato di Intelligence della Camera del Congresso Usa

Secondo alcuni siti americani l’informatore ora sotto protezione, il cosiddetto “Whistleblower”, sarebbe il veterano Michael Barry, ritenuto da vari media uno degli 007 dell’Assasination Program Cia, la sezione speciale con licenza di uccidere, attraverso operazioni militari clandestine, anche personaggi eccellenti. Ha prestato servizio nell’Aeronautica militare dal 1982 al 1992, anche come agente speciale nel suo Ufficio delle indagini speciali di tale corpo d’armata ed ha operato in Europa. E’ stato direttore Senior per l’Intelligence Program del NSC dall’agosto 2017, in sostituzione di Ezra Asa Cohen-Watnick, fino al luglio 2018 quando è stato rimosso per decisione dell’ex consulente di sicurezza della Casa Bianca John Bolton, ed è rientrato nei ranghi della Central Intelligence Agency.

I due funzionari della CIA Eric Ciaramella e John Brennan

Ma negli ultimi giorni è stato accreditato dai giornali come talpa il nome di un altro funzionario della CIA, quello dell’analista Eric Ciaramella che pur non vantando l’esperienza del suo collega è stato direttore per l’Ucraina nell’ambito dello stesso NSC durante la presidenza Obama quale stretto collaboratore dell’allora direttore CIA John Brennan, e lavorò soprattutto con il vicepresidente Biden proprio mentre il figlio intascava migliaia di euro da Burisma, tramite al società Rosemont Seneca Partners in cui era socio con Devon Archer, stretto collaboratore dell’ex Segretario di Stato John Kerry durante la sua campagna elettorale nei Democratici.

Come si spiega questa apparente contraddizione tra le indiscrezioni riportate dal sito The Conservative Tree House che già il 27 settembre menzionava Barry e Real Clear Investigations che in un articolo del 10 ottobre scorso ha fatto il nome di Ciaramella? Semplicissimo: perché come ammesso dagli stessi avvocati dell’autore della denuncia Mark Zaid ed Andrew Bakaj i whistleblowers sono due…

Ora resta da capire se davvero l’estensore della prima comunicazione sia stato Barry, e quindi Ciaramella sia il secondo informatore, oppure il contrario: ammesso che siano davvero loro gli agenti segreti coinvolti.

 

IL DOSSIER DI SCHIFF E LE ARMI IN UCRAINA

Se fosse Barry la prima talpa apparirebbe più chiaro il motivo per cui ha avuto tanta enfasi su alcuni media americani il secondo nome proprio nel momento in cui il presidente del Comitato d’Intelligence della Camera, Adam Schiff ha annunciato di aver cambiato strategia.

Schiff ha infatti disposto che il denunciante rilascerà solo una testimonianza scritta alla Commissione d’Inchiesta della Camera sulla procedura di Impeachment. La diffusione enfatizzata del nome di Ciaramella, tweettato anche da Trump junior, potrebbe forse essere una tecnica di depistaggio dell’attenzione dal più influente e potente Barry.

Il contributo da Igor Pasternak ad Adam Schiff – fonte Open Secrets

In qualsiasi caso emerge da tutti i reportage che la denuncia sarebbe stata maneggiata, rivista o secondo alcuni addirittura impostata dallo stesso democratico Schiff che ne era il destinatario: un palese conflitto d’interessi ingigantito dalla circostanza che lo stesso presidente dell’HIC (House Intelligence Commitee) nel 2013 ottenne un contributo per la sua campagna elettorale da Igor Pasternak, il proprietario dell’industria di armi americana Worldwide Aeros Corp originario dell’Ucraina, nazione in cui poi ottenne, durante l’amministrazione di Obama e Biden, un appalto per la fornitura di mitragliatori M16, come ben evidenziato da Fox News ed altri media.

Igor Pasternak, il rpduttore di armi di origini ucraine al centro dell’inchiesta di Fox News per i suoi contributi alla campagna elettorale di Adam Schiff – clicca sull’immagine per vedere il reportage di Fox News

Ecco perché sempre il sito The Conservative TreeHouse, di evidente impronta repubblicana GOP, riprende un intervento del deputato repubblicano Devin Nunes, membro del Comitato di Intelligence della Camera, e definisce l’UkraineGate il “Dossier Schiff” similare come tipologia al Russiagate: «Sembra che la rete Lawfare (un sito di intelligence – ndr) abbia costruito il Dossier Schiff e lo abbia consegnato all’agente della CIA alleato Michael Barry per presentare una denuncia formale IC. Questo processo è quasi identico alla rete Fusion-GPS / Lawfare che consegna il dossier Steele all’FBI da utilizzare come prova per la cospirazione della Russia 2016/2017».

In mezzo a questi dossier saltano fuori collegamenti anche con lo SpyGate italiano che ha indotto il procuratore generale William Barr ed il procuratore John Durham, titolare della contro-inchiesta dell’amministrazione Trump sul Russiagate, a venire a Roma per raccogliere informazioni.

Il libro in cui l’ex agente CIA a Roma Duane Clarridg rivela le relazioni con il PCI di Giorgio Napolitano

Proprio Ciaramella, infatti, come rivelato da InsideOver, rubrica di geopolitica de Il Giornale, sarebbe l’anello di congiunzione tra l’Ukraniagate e l’ex primo ministro italiano Matteo Renzi, già segretario del Partito Democratico, la cui nomina fu caldeggiata dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (anch’egli PD), ritenuto uno degli attori dell’accordo PCI-CIA ordito nel 1980 dallo stratega Duane Clarridge, capostazione della Central Intelligence Agency a Roma, e poi benedetta dall’immediata visita (una settimana dopo) dello stesso Obama a Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio.

LE ACCUSE PER SENTITO DIRE CONTRO TRUMP

La cospirazione nel segno Dem da Washington passa per Roma per arrivare a Kiev in quella nuova colonia degli Stati Uniti d’America che è diventata l’Ucraina dopo il golpe e la strage di piazza Euromaidan. Ma, come rivelato da Sean Davis sul Federalist, è stata attuata anche attraverso il cambio del modulo di denuncia di “Divulgazione Preoccupazione Urgente” degli informatori in virtù del quale è scattata la loro protezione.

Il presidente Usa Donald Trump – Ph. Carolyn Kaster

«Tra maggio 2018 e agosto 2019, la comunità dell’intelligence ha segretamente eliminato l’obbligo per gli informatori di fornire una conoscenza diretta di prima mano di presunti illeciti – scrive Sean Davis sul Federalist come rimarcato da The Conseravtive TreeHouse – La nuovissima versione del modulo di denuncia per informatori, che non è stata resa pubblica fino a dopo che la trascrizione della telefonata del 25 luglio di Trump con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la denuncia indirizzata al Congresso sono state rese pubbliche, elimina il requisito della conoscenza diretta e consente ai dipendenti intenzionati a presentare denunce di informatori anche se non hanno una conoscenza diretta delle prove sottostanti e solo “sentito parlare di [illeciti] da parte di altri”».

Proprio come la segnalazione del whistleblower dell’UkraineGate che riferisce per sentito dire… Ma il giornalista investigativo nota un’altra curiosa coincidenza: le caratteristiche del nuovo modulo “Divulgazione della preoccupazione urgente” risultano aggiornate il 24 settembre 2019 , alle 16:25, pochi giorni prima che al denuncia contro Trump fosse declassificato e rilasciato al pubblico.

GLI INTRECCI CIA-ITALIA E QUELLI DI SOROS IN UCRAINA

Vediamo ora più nel dettaglio gli intrecci tra Ucraina, Usa e Italia e i vari attori del Deep International State di cui abbiamo più volte parlato in varie inchieste precedenti che cominciano, tanto per cambiare, dalle operazioni di progaganda del plutarca ungaro-americano George Soros…

I forti condizionamenti della Cia nella politica italiana dopo lo sbarco degli Alleati inj Sicilia nel 1943 sono ben descritti in precedenti reportage in cui si illustra l’inizio della carriera politica di Bernardo Mattarella, padre dell’ex deputato Pd Sergio, attuale presidente della Repubblica.

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Passiamo quindi a tempi più recenti. Nel 2006 il futuro premier italiano Renzi, in qualità di Presidente della Provincia di Firenze, organizza un convegno sui Neocoon ed ospita un importante esperto di geopolitica ed intelligence internazionale: il giornalista americano Michael Ledeen, già informatore del Sismi, consulente dell’appena citato Comitato di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.

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Nell’aprile 2007 in Ucraina viene organizzata la prima edizione del convegno internazionale Kiev Security Forum da parte dell’ong Open Ukraine dell’economista ed avvocato Arseniy Yatsenyuk, che diventerà premier con la benedizione di Obama dopo il golpe 2014: l’evento è finanziato da International Renaissance, braccio ucraino della Open Society di New York di Soros. Oggi lo stesso forum vanta come sponsor anche il Centro Ricerca Nato e dal Dipartimento di Stato Usa.

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Pochi mesi dopo, a giugno, la stessa ong di Soros dà un contributo alla conferenza internazionale Democrazia e Sicurezza organizzata a Praga da “Adelson Institute for Strategic Studies”, la fondazione del sionista americano Sheldon Adelson, grande amico e sponsor di Benjamin Netanyahu, e dalla “Prague Security Studies Institute” (PSSI) che poteva vantare tra i suoi consiglieri anche James Woolsey, ex direttore della CIA (ed ex presidente del Board di Freedom House), e Madeleine Albright, la 64° segretaria di Stato USA e, a tempo perso, presidente del Board di NDI. Ci parteciperanno anche il presidente George Bush junior ed Eli Khouri, regista della Rivoluzione dei Cedri in Libano e poi fondatore del colosso mediatico Omnicom Media Group MENA (Medio Oriente e Nord Africa) a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

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MILIONI DAGLI USA AI PARENTI DI RENZI

Il 27 giugno 2007 la senatrice democratica Hillary Clinton, futuro Segretario di Stato, vola a Firenze per incontrare Matteo Renzi grazie alla mediazione dell’ex Sindaco di Roma Francesco Rutelli, membro dell’Alleanza dei Democratici Americani ed Europei. che l’anno successivo porterà a Washington il suo protetto esponente della Margherita (partito disciolto per un ammanco di 25 miliondi euro).

L’allora Presidente della Provincia Matteo Renzi, con il ministro e vicepremier Francesco Rutelli e la futura Segretaria di Stato degli Usa Hillary Clinton durante la sua visita a Firenze il 27 giugno 2007

Nel 2008 Unicef International di New York stipula un contratto per una missione di aiuto ai bambini etiopi con la società Play Therapy Africa diretta da Alessandro Conticini, fratello di Andrea, cognato del futuro premier Renzi. Le erogazioni proseguirono fino a raggiungere la cifra di 3,9 milioni di dollari nel 2013 durante la direzione Unicef di Anthony Lake, un politico democratico americano nominato da Barack Obama che lo propose quale direttore della CIA ricevendo però la bocciatura del Congresso.

I fratelli Conticini sono indagati dalla Procura di Firenze per appropriazione indebita perché quei soldi sarebbero finiti in una società dei genitori di Renzi (poi arrestati per operazioni finanziarie gravitanti intorno a tale società) e sui loro conti alle Seychelles. Loro si dichiarano innocenti ed incredibilmente Unicef International non ha presentato querela.

https://www.gospanews.net/2019/04/08/ciclone-giudiziario-sui-parenti-di-renzi-fondi-unicef-nei-conti-alle-seychelles/

Mentre per lo stesso motivo e per un finanziamento ancora superiore pari a 5,5 milioni di dollari la fondazione Operation Usa che ha come testimonial la famosa attrice Julie Andrews ha presentato denuncia contro i parenti di Renzi. E’ curioso notare come nel Board of Directors di Operation Usa siede Gary Hart, il senatore democratico vicepresidente del Comitato di Sicurezza Nazionale con Obama e divenuto famoso per aver previsto l’attentato aereo dell’11 settembre a New York. Secondo il magistrato Luca Turco, procuratore aggiunto di Firenze, su 10 milioni di euro di fondi ricevuti ben 6,6 sarebbero stati sottratti….

Mentre dagli Usa piovono milioni di euro per i suoi parenti che finiscono anche nella società di famiglia, Renzi brucia le tappe grazie a campagne elettorali ben orchestrate dalla fondazione Open per circa 6,6 milioni di euro (la stessa somma del presunto ammanco, ma non esiste prova di una minima correlazione al momento): prima viene eletto Sindaco di Firenze nel 2009, quindi segretario del Partito Democratico nel 2013, infine premier il 22 febbraio 2014.

Due giorni prima, nella piazza Euromaidan di Kiev, 70 manifestanti e 17 poliziotti vengono uccisi dal fuoco di cecchini ancora non identificati dalle autorità ma individuati e intervistati dal reporter di guerra Gian Micalessin come mercenari georgiani. Il presidente ucraino Janukovic è costretto a fuggire: il golpe Usa è compiuto!

 

LE OMBRE DELLO SPYGATE ANCHE SULL’EX PREMIER

Al Presidente del Consiglio in Italia è affidata l’alta direzione e la responsabilità generale della politica dell’informazione per la sicurezza, ovvero l’Intelligence, che secondo alcune fonti avrebbe svolto un ruolo nella vicenda SpyGate italiana nella quale si toccano gli scandali RussiaGate e UkraineGate, sebbene intrinsecamente antipodici: il primo Dossier Steele accusa infatti Trump di essere stato appoggiato dalla Russia, il secondo, da alcuni denominato, Dossier Schiff, sostiene che il presidente americano abbia condizionato il presidente dell’Ucraina che sta portando avanti la guerra civile contro le Repubbliche del Donbass alleate di Mosca. Anche un bimbo capirebbe la contraddizione logica… Ma le inchieste proseguono e fanno saltare fuori anche le relazioni di Renzi.

L’ex presidente degli Usa Barack Obama accanto all’ex premier Matteo Renzi a Roma nel marzo 2014

Come riportato dal giornalista Roberto Vivaldelli su Il Giornale, secondo George Papadopoulos, l’ex consigliere di Trump «Renzi è stato usato da Barack Obama per attuare questo colpo basso nei confronti di Trump» e ora lo stesso ex premier «rimarrà esposto e a causa di questa storia la sua carriera politica verrà distrutta, così come quella di altri esponenti di sinistra in Italia. Ritengo impossibile che un’operazione del genere si potesse svolgere senza che il governo dell’epoca ne fosse a conoscenza. Renzi stava prendendo ordini da qualcuno, ed era ben felice di obbedire».

Nel corso dell’intervista Papadopoulos racconta del suo primo incontro con il docente maltese della Link University di Roma, Joseph Mifsud, ritenuto al centro di un complotto dell’intelligence internazionale e svanito nel nulla… Nei giorni scorsi ecco emergere un altro dato a conferma di questi intrighi.

«L’ufficiale della Cia specializzato in Russia e Ucraina, Eric Ciaramella ha collaborato con il Consiglio di sicurezza nazionale dall’estate del 2015, lavorando sotto Susan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Obama – scrive Inside Over – Ha anche lavorato a stretto contatto con l’ex vicepresidente Joe Biden. I registri federali, riporta RealClear Investigations, mostrano che l’ufficio di Joe Biden ha invitato Ciaramella a un pranzo di stato nell’ottobre 2016 con l’allora premier italiano Matteo Renzi. Tra gli altri erano presenti John Brennan e l’allora direttore dell’Fbi James Comey, oltre all’allora direttore dell’intelligence nazionale James Clapper».

L’agente CIA Eric Ciaramella che partecipò ad un pranzo di Statoi con l’ex premier italiano Matteo Renzi

Laureato a Yale, l’analista della Cia parla russo, ucraino e arabo, ha solo 33 anni ma è già stato promosso da John Brennan, direttore sotto l’amministrazione Obama, che come ipotizza Antonio Grizzuti su La Verità, potrebbe essere un legame fra Ciaramella, lo Spygate che coinvolge anche l’Italia e l’impeachment contro Trump.

Ecco quindi tutte le ombre del Deep State, pubblicamente ringraziato dall’ex capo della Cia McLaughlin, pian piano prendere un volto mentre pochi si pongono la domanda cruciale su cui si avvita tutta la vicenda UkraineGate: ha il diritto il presidente di una nazione straniera di segnalare e sollecitare indagini a carico di un concittadino che, come nel caso dei Biden, potrebbe aver favorito illeciti guadagni per il figlio Hunter in contropartita a finanziamenti di stato del padre Joe?

Se la risposta è sì l’impeachment, destinato a sciogliersi in Senato dove i Repubblicani detengono la maggioranza, non è altro che un tentativo di occultare l’inchiesta riavviata dalla Procura generale di Kiev. Se la risposta è no significa che in politica vale ormai tutto e pertanto le ingerenze di Trump sono acqua fresca rispetto alle azioni dei suoi predecessori alla Casa Bianca che hanno sostenuto un sanguinario golpe sfociato in una guerra civile ancora in essere.

La presenza del Deep Stete ormai confermato dalla CIA aleggia anche su altre tremende storie di delitti eccellenti e stragi che vanno dall’assassinio del presidente Usa Abramo Lincoln a quello dello statista democriatiano Aldo Moro, di cui riportiamo tutti i precedenti reportage di Gospa News nelle categorie Massoneria – Cospirazioni, Inchieste – Osint e Giustizia – Mafia

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
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MAIN SOURCES

RUSSIA TODAY – DEEP STATE EX CIA BOSS

THE CONSERVATIVE TREE HOUSE – BARRY WHISTLEBLOWER

REAL CLEAR INVESTIGATIONS – CIARAMELLA WHISTLEBLOWER

THE CONSERVATIVE TREEHOUSE – THE SCHIFF DOSSIER

KIEV POST – LUTSENKO UNDER INVETIGATION

IL GIORNALE – PAPADOPOULOS ACCUSA RENZI

INSIDE OVER – CIARAMELLA INFORMATORE CIA CONTRO TRUMP

MASSONERIA E GRANDI DELITTI: DAL GIUDICE AL PRESIDENTE USA

MASSONERIA, STRAGI E MISTERI: DA BOLOGNA A VIA FANI. Omicidi Moro e Dalla Chiesa nelle Rivelazioni di Imposimato

CIA-MAFIA-MASSONERIA: L’ITALIA NELLA MORSA

DELITTO MORO SEPOLTO IN UN SARCOFAGO DI MENZOGNE DI STATO

 

 

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio