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«LA MIA BIMBA MALATA DI CUORE RAPITA DALLO STATO E IMBOTTITA DI PSICOFARMACI»

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L’agghiacciante storia di Sabrina Soster
la mamma coraggio finita sui TG Mediaset
a cui ora è stato impedito di vedere e parlare
con la figlia di 9 anni invalida e cardiopatica
rinchiusa da 6 mesi in una struttura per minori

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION FOR US VETERANS TODAY HERE

Ylenia è una bambina speciale. E come tutti i fanciulli particolari che hanno ottenuto il riconoscimento di un’invalidità per patologia neuropsichiatrica ha tanto, tantissimo bisogno delle coccole della sua mamma, con cui viveva serenamente a Latina, vicino a Roma, fino a poco tempo fa… Lei l’ha cresciuta ed accudita fino all’età di 9 anni affrontando insieme al personale sanitario le difficoltà derivanti non solo dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività A.D.H.D. accertato dal Dipartimento di Salute Mentale ma anche le sue patologie cardiache e fisiologiche.

Ma dal 7 maggio non può più ricevere quelle coccole perché, in sei mesi ha potuto vedere la mamma solo 2 volte (il 13 e 22 agosto). Infatti è stata sospesa la responsabilità genitoriale a entrambi i genitori. Ma alla madre Sabrina Soster – in fase di separazione dall’ex marito per abbandono della dimora da parte di quest’ultimo – il Tribunale per i Minorenni di Roma ha imposto anche il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dai luoghi frequentati dalla figlia dopo le sue denunce alle forze dell’ordine, ai giornali e sui social.

La bambina è ora rinchiusa in una casa famiglia in luogo sconosciuto e «imbottita da sei mesi con un potente farmaco antipsicotico mai prescritto da nessun neuropsichiatra dopo quattro visite specialistiche quando era con me» precisa la madre riferendosi a quel Risperidone (Risperdal) che il foglietto informativo consiglia di usare con estrema prudenza nei confronti di chi ha patologie cardiovascolari, come riportato persino da Wikipedia.

BIMBA MALATA DI CUORE “RAPITA” DALLO STATO, MATTARELLA SE NE FREGA! Rigettata la Supplica della Madre

 

YLENIA INTERNATA PERCHE’ LANCIAVA OGGETTI A SCUOLA

Quale sarebbe la colpa della bimba? A causa della sua ADHD ha evidenziato disturbi oppositivi della condotta lanciando oggetti a scuola quando veniva interrotta nel completamento dell’attivivtà didattica che ovviamente realizzava con maggior lentezza rispetto ai compagni di cui non riusciva a tenere il passo nemmeno durante gli spostamenti, reagendo con violenza se forzata.

Quale sarebbe la colpa della madre? Prima è stata accusata di non essere “collaborativa” poi, insieme all’ex marito che viveva lontano chilometri, di aver avuto “condotte disfunzionali”. Infine di essersi interessata troppo della salute della bambina che le è stata portata via da un giorno all’altro. Le è stata tolta senza prove circostanziate di carenze educative o trascuratezze ambientali ma solo in virtù di quella drammaturgia dell’assurdo e dell’opinabile che soggiace alle ormai quotidiane tragedie italiane nel campo degli affidi dei minori.

Uno dei momenti felici di Ylenia in mezzo ai regali nel Natale 2018. La madre spera di poter festeggiare anche quello del 2019 con lei

Sul funzionamento del sistema socioassistenziale nella città di Latina, lo scorso 2 agosto, aveva già depositato una mozione in Consiglio Comunale il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Marchiella, sottoscritta anche dagli altri consiglieri comunali Fdi, il senatore Nicola Calandrini e Raimondo Tiero, oltre all’esponente della “lista Calandrini” Matilde Celentano, per scongiurare il rischio di affidamenti illeciti affinchè non si ripetesse anche in quella zona un caso Bibbiano «che ha messo in luce come il sistema degli affidi viva molte criticità, dall’eccessiva discrezionalità attribuita ai servizi sociali, alla mancanza di strumenti di controllo».

Leggere gli atti di questa vicenda all’inizio fa piangere… Anche chi come me ha scritto di bambini ammazzati dalla mafia, dai jihadisti o dai droni della CIA. Poi fa montare rabbia ed amarezza: le stesse con cui deve convivere ogni giorno la mamma Sabrina da quando non c’è più l’unica gioia della sua vita familiare, divenuta particolarmente drammatica dopo l’improvviso allontamento del marito.

 

LA MAMMA: «NON HO I SOLDI PER PAGARE IL RISCATTO»

«Mia figlia è stata rapita dallo Stato ma non ho i soldi per pagare il riscatto. Col mio modesto reddito non posso permettermi un avvocato famoso che vince tutte le cause. Devo ricorrere a quelli con gratuito patrocinio che dopo le prime attività legali si accorgono di non rientrare nei costi e rinunciano a seguirmi perché arrivano da lontano. Quelli di Latina, infatti, non vogliono mettersi contro il sistema…» afferma la cinquantenne Soster che in pochi mesi ha perso più di 10 chili e visto appannarsi la sua bellezza ma rinforzarsi la sua Fede…

«Io ed Ylenia siamo molto devote alla Madonna e spero davvero che Dio ci aiuti» dice mentre mi mostra gli ultimi messaggi nel quale la bambina aveva scritto con la sua grafia arruffata “Ti voglio tantissimo bene e noi due staremo sempre insieme”.

Parole nelle quali chiunque avrebbe letto il terrore della bambina di trovarsi isolata dalla madre dopo aver “perso” il padre per la sua scelta di iniziare un’altra convivenza abbandonando la casa familiare. Ma appare evidente che alcuni operatori nel pianeta minorile adoperano molto pragmatismo e poco il cuore…

«Ho presentato anche una petizione su Change nella quale ho pubblicato un selfie con Ylenia in un momento in cui eravamo felici e serene nonostante i suoi disturbi emotivi, la sua invalidità psichica accertata e i suoi gravi problemi di salute – aggiunge la donna – Per questo vi autorizzo a pubblicare la foto con la bambina benché minore al fine di attestare con quell’immagine lo stato di salute e benessere mio e di mia figlia prima che fosse data in affidamento ad una struttura».

La storia di Sabrina “mamma coraggio”, che per giorni quest’estate ha bivaccato davanti alla casa famiglia di una comunità religiosa di Frosinone preoccupata della salute della figlia malata, è finita su tutti i media locali ma anche sui TG Mediaset.

Ma più sono usciti articoli più il “sistema” ha alzato il muro di gomma tanto che, come racconta, la madre della fanciulla di 9 anni: «A giugno un giudice onorario non ha permesso al mio avvocato di assistere alla prima udienza davanti al Tribunale dei Minori sebbene fosse un suo diritto. Gli hanno chiuso la porta in faccia! Il legale ha allargato le braccia e mi ha detto: “Trovi uno più importante di me che non può essere trattato così”».

Adesso si avvicina l’udienza dell’11 dicembre 2019 e Gospa News, dopo aver letto gli atti sulla vicenda in possesso di Sabrina, ha deciso di essere al fianco della mamma e di tutelare quei diritti della minore malata che paiono essere secondari rispetto alla burocrazia socioassistenziale ed alla gestione della pratica di affido.

 

UN BUSINESS SULL’AFFIDO DA 9MILA EURO AL MESE

Proprio perché invalida ai sensi dell’articolo 3 della legge 104/1992, Ylenia può essere accolta solo da una struttura di accoglienza minorile con autorizzazione sanitaria: quelle in cui le rette di mantenimento a carico dello Stato possono arrivare sino a 400 euro al giorno.

«Si sono presi mia figlia che gli frutta 9mila euro al mese – precisa Soster dopo aver fatto due conti – E’ evidente che ora rappresenta un business troppo lucroso per lasciarla andare con facilità ammettendo di aver analizzato i fatti con superficialità e senza approfondimenti».

Sabrina Soster con la figlia Ylenia fino al mese di marzo 2019 erano una famiglia felice

Prima dell’affidamento, infatti, non era stato recepito alcun parere neuropsichiatrico, tantomeno «è stato fatto un accertamento sull’esistenza di problematiche dello spettro autistico come suggerito da alcuni specialisti» e non è stato stato menzionato nel fascicolo il progetto di tutela elaborato dalle assistenti sociali con la madre.

Nella precedenti inchieste di Gospa News su Il Forteto e Bibbiano abbiamo riportato le autorevoli interviste di un senatore della Repubblica, Stefano Mugnai, e dell’avvocatessa Cristina Franceschini dell’associazione Finalmente Liberi che con molteplici esempi hanno evidenziato quanto il sistema affidi fosse lacunoso, discrezionale ed in alcuni casi marcio per meri interessi economici o ideologici.

“FORTETO E BIBBIANO: ORRORI ANNUNCIATI NEL SOLCO DELLA CULTURA DI SINISTRA”

Ancor peggio scrisse l’ultima Commissione parlamentare sull’Infanzia presieduta da Michela Brambilla rimarcando che si sconsigliava ai genitori in difficoltà di rivolgersi ai servizi di assistenza sociale perché la maggior parte dei minori venvano dati in affido per mere ragioni di problematiche finanziarie della famiglia: innescando così il paradosso di pagare fino a 400 euro al giorno per un bambino in struttura protetta quando con gli stessi soldi, una o due volte al mese, i genitori probabilmente sarebbero riusciti ad assisterlo meglio.

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Non solo: tra i dati ufficiali dell’inchiesta bicamerale scoprimmo che su 21mila minori dati in affido nel 2015, in aggiunta a quel 17 % di loro scappato volontariamente, ben 400 sono svaniti nel nulla, misteriosamente, senza nemmeno una relazione di fuga da parte dei tutori: come se fossero stati rapiti dagli alieni o da qualche gang di pedofili…

 

LA BIMBA RICONOSCIUTA INVALIDA NEUROPSICHIATRICA

Per Sabrina l’incubo è iniziato tre anni fa quando si è rivolta alle strutture sanitarie territoriali di Tutela della Salute Mentale e la Riabilitazione in Età Evolutiva come ben evidenziato dal suo successivo avvocato Graziano Di Carlo nell’ultima memoria integrativa del ricorso contro il trasferimento della bambina nelle strutture sociali.

«La madre ha sempre cercato di fare il possibile anche oltre le sue possibilità al fine di accertare la patologia di Ylenia e affrontare così il problema. Invero è proprio la stessa sig.ra Soster che chiede l’intervento del TSMREE di Latina nel mese di novembre 2016 perché la bambina non voleva andare a scuola (dopo un trauma violento subito in un altro istituto sotto inchiesta – ndr), a seguito del quale venivano proposti accorgimenti alla scuola, dimostrando in tal modo l’assoluta adeguatezza al ruolo genitoriale da lei svolto – scrive il legale – purtroppo le liste di attesa della ASL prevedevano un’attesa di 7/8 mesi e quindi la stessa Sig.ra Soster sollecitava più volte il TSMREE. Purtroppo attesa l’assenza dei test da somministrare consigliarono all sig.ra Soster di rivolgersi a Priverno al fine di effettuare le indagini necessarie; nelle ore delle attese delle chiamate per effettuare le visite la sig.ra Soster si adoperava al fine di prenotare una visita specialistica all’Ospedale Bambino Gesù».

Ylenia, nonostante i suoi disturbi, con la madre viveva serena e quando andavano insieme al bar la piccola si premurava di mettere lo zucchero nel caffè della mamma

Inizia così il calvario di una madre sola, sporadicamente assistita dal marito, che comincia a girovagare nelle carenti strutture sanitarie pubbliche dell’Italia del terzo millennio mentre, alle sue spalle, la persecuzione burocratica ben più celere e cinica è già stata avviata anche se, come scritto nel ricorso del legale, «la bambina durante il percorso alla scuola dell’infanzia, mai è stata oggetto di segnalazione da parte del corpo docenti». Ciò è avvenuto solo col passaggio alla scuola primaria.

«Ho scoperto solo dopo che la scuola aveva segnalato il caso alla Procura minorile nonostante io mi fossi presa l’impegno di affrontare la questione con il servizio di Tutela della Salute Mentale e la Riabilitazione in Età Evolutiva con le assistenti sociali – precisa la donna – Il procuratore minorile aveva chiesto la sospensione della responsabilità genitoriale ma nel 2017 era stata sempre rigettata dal Tribunale. L’istituto, nonostante ci fosse già una prima certificazione provvisoria del TSMREE e potesse quindi richiedere un insegnante di sostegno, non lo fece sostendendo che erano necessarie ulteriori valutazioni».

Ma paradossalmente la situazione è precipitata proprio quando ci fu la certezza che la piccola era davvero malata: il 16 aprile 2018 l’Unità di Neuropsichiatria Infantile del Dipartimento di Salute Mentale di Priverno (Latina) accerta il disturbo «da deficit di attenzione e iperattività A.D.H.D.», della «sfera emotiva» e quello della «coordinazione motoria».

Emblematiche la relazione del neuropsichiatra: «La bambina ha inizialmente mostrato un comportamento oppositivo/aggressivo e difficoltà a separarsi dai genitori. Accolta e contenuta è riuscita a rimanere nella stanza con gli operatori ad effettuare le prove valutative e si è mostrata sempre più partecipativa». Tradotto dal linguaggio scientifico in quello umano: la bimba ha solo bisogno di amore, affetto e coccole dalla mamma, unica sempre al suo fianco.

«Dall’analisi dei test protettivi e colloqui clinici emerge un discontrollo del comportamento e impulsività ad indicare la necessità di un contenimento affettivo da parte delle figure primarie (genitori) e dell’ambiente» scrive ancora lo specialista medico: ovvero proprio per i suoi disturbi Ylenia sta bene solo a casa e nell’abbraccio della madre.

IN LISTA D’ATTESA PER L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO

Ma come vedremo, per gli esperti della gestione socioassistenziale minorile di Latina, su cui ci riserviamo di fare approfondimenti prima di scrivere nomi e cognomi, la soluzione è esattamente l’opposta: strappare una bambina fragile e malata di cuore dall’unico abbraccio in cui si sentiva sicura e serena: quello della mamma. E poco importa se per “contenerla” hanno dovuto utilizzare antipsicotici…

Acclarata la patologia A.D.H.D. della bambina scattano le procedure previste dal sistema socioassistenziale e sanitario di un paese della moderna Unione Europea: «In data 08/6/2018 veniva portata nuovamente a visita presso l’A.S.L. dove veniva redatto verbale di accertamento dell’invalidità civile ex art. 20 legge 102/2009 con il quale è stata dichiarata invalida con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della sua età con riconoscimento dell’indennità di frequenza. Purtroppo ad oggi le provvidenze economiche ancora non sono pervenute alla famiglia di Ylenia» scrivono i legali di Soster negli atti.

La fanciulla di 9 anni è invalida per patologia neuropsichiatrica. Purtroppo. Ora si può mettere in coda con tutti gli altri disabili italiani in attesa di adeguata assistenza! L’Italia incivile della politiche sociali carenti per le fasce più deboli comincia a fare la sua comparsa davanti al destino della bambina e di sua mamma che la segue giorno per giorno, minuto per minuto, «fino a dover sostare per tre anni ogni mattina nelle vicinanze della scuola pronta ad intervenire qualora mia figlia dovesse avere qualche crisi» ricorda la donna.

I gravi problemi amministrativi di Latina evidenziati dall’avvocato di Soster nel primo ricorso

«La problematica del mancato rilascio di certificazione idonea a consentire l’assegnazione di un insegnante di sostegno alla piccola Ylenia è pertanto imputabile non al ritardo dei genitori, ma alle carenze del sistema sanitario locale, che a causa di vicissitudini politico amministrative, a tutt’oggi, ancora non versa in condizioni operative – si legge nel primo ricorso – L’A.S.L. distretto di Latina, servizio territoriale ben avrebbe potuto subito attivarsi con la scuola superando le difficoltà del dirigente scolastico al fine di far ottenere un sostegno adeguato alle necessità della bambina e lavorando di concerto con questa figura, piuttosto di adottare misure di riduzione della presenza della bambina a scuola, che le hanno provocato un ulteriore frustrazione, vedendosi allontanare prima dei compagni dall’ambito scolastico, e ciò in contrasto con tutte le direttive sull’inclusione scolastica». Numerosi articoli di giornali allegati attestano i problemi del sitema latinese.

IL FATALE LITIGIO CON L’IMPRESSIONABILE MAESTRA

In ogni storia umana e sociale, però, c’è sempre però un’anima cupa capace di trasformare un dramma in tragedia: stavolta è una maestra!

«L’11 marzo 2019 ho avuto una vibrante discussione con una delle insegnanti che ha usato toni minacciosi che sono già oggetto di un esposto ai Carabinieri – riferisce Sabrina – Il 22 la stessa maestra ha accusato un malore nelle ore di gestione della bambina richiedendo addirittura l’intervento dell’ambulanza e della Polizia».

In un paese normale sarebbe scattata una verifica delle facoltà psico-attitudinali della docente che oltre alla bambina problematica deve gestire altri suoi compagni… Nell’Italia degli affidi facili no!

Il 23 marzo si tiene l’udienza davanti al giudice onorario che rispolvera la vecchia richiesta della procura minorile del 27 novembre 2017 per «l’emissione di un provvedimento di sospensione in via provvisoria ed urgente, dall’esercizio della responsabilità genitoriale da emettersi a carico di entrambi i genitori». Un’istanza mai accolta dal Tribunale dei Minorenni soprattutto alla luce della successiva scoperta del disturbo certificato dall’Asl alla bambina nell’aprile 2018.

«In data 01 aprile 2019 il Tribunale minorile, seppur accennando ad un temporaneo miglioramento, osservava che da ultimo si era verificato un aggravamento della condizione psichica della bambina con il susseguirsi a scuola di comportamenti critici, provvedendo all’emissione del decreto in via provvisoria ed urgente di misura sospensiva della genitorialità» rileva il primo ricorso della mamma che evidenzia quanto la discussione con la maestra abbia avuto un effetto immediato e devastante.

La legge procede; sebbene «in nove anni di vita di Ylenia le problematiche relative alla stessa si sono verificate solamente nell’ambito scolastico laddove non si è riusciti a garantire un adeguato sostegno alla minore così come prescritto dalla stessa Asl attraverso un insegnante di sostegno e un assistente comunale. Infatti nessun intervento della Polizia, nessuna richiesta di interventi dei servizi sociali, nessuna rimostranza è stata effettuata al di fuori dell’ambito scolastico nonostante il fatto che la Sig.ra Soster e la figlia abitino in un condominio di ventisei appartamenti e svolgano una vita regolare anche al di fuori delle mura domestiche» ha scritto ancora l’avvocato Di Carlo nella memoria integrativa chiedendo, insieme al collega che l’ha poi supportato, anche la citazione di alcuni testimoni di parte della madre per la prossima udienza dell’11 dicembre 2019: ma non sono stati ammessi.

Sarebbe troppo lungo narrare qui tutti i passaggi burocratici e gli aneddoti sconcertanti di questa terribile storia che vede una bambina cardiopatica sedata con farmaci invasivi per contenerne i disturbi emotivi dovuti al suo internamento in una struttura a lei sconosciuta. Ma se al più presto non ci sarà un esito positivo della vicenda ci riserviamo di farlo in un eventuale prossimo reportage con tanto di nomi e cognomi dei protagonisti oggetto delle molteplici denunce fatte alle forze dell’ordine dalla madre che, per un approccio diplomatico, oggi decidiamo di non utilizzare.

LA BIMBA PRELEVATA IN OSPEDALE E SEDATA CON PSICOFARMACI

Fatto sta che il 7 maggio 2019 Ylenia viene prelevata, con l’assistenza della forza pubblica, presso l’ospedale S. Maria Goretti di Latina, dove era stata ricoverata il giorno precedente per gravi problemi fisiologici certificati da un’ecografia del 26 aprile in cui si evidenziava un lieve aumento di dimensioni di fegato e milza ma soprattutto, nella regione inguinale, «una linfoadenite aspecifica con almeno 3 linfonodi aumentati di dimensioni».

“MIA FIGLIA DEVASTATA DAGLI PSICOFARMACI, SEGREGATA E COSTRETTA AD ABORTIRE DALLO STATO”

Ma la procedura di affido alla casa famiglia risultano impellenti: «Le assistenti sociali ci hanno messo un’ora e mezza per trascinarla via facendola strisciare sul pavimento» ricorda tra le lacrime Sabrina.

Inizia così l’inferno di Ylenia che al posto della mamma, cui è stata tolta la responsabilità genitoriale, trova un nuovo compagno dei suoi giorni e delle sue notti: il RISPERIDONE!

L’istanza per l’accertamento clinico sul rischio di abuso dell’antipsicotico Risperidone da usare con cautela sui cardiopatici

Un potente antipsicotico sedante da usare per periodi limitati nel tempo come attestato dalla perizia medica che ha suffragato l’istanza dell’avvocato Domenico Gorziglia che il 15 ottobre 2019 ha chiesto l’anticipazione dell’udienza al fine di valutare il quadro clinico della minore onde scongiurare un abuso del medicinale.

Nelle settimane successive al ricovero sono però piovute perizie neuropsichiatriche commissionate dai responsabili del procedimento di affido che ribaltano la precedente relazione dell’Unità Neuropsichiatrica di Piverno Latina sostenendo che il problema è la mamma: come se fosse stato fatto un copia-incolla della tesi della maestra…

Pur essendo i problemi della bambina nella sfera dei disturbi emotivi-psicologici di cui è assai difficile appurare l’eziologia. Pur non essendo ancora stati compiuti gli accertamenti dello spettro autistico consigliati da alcuni medici, la sentenza clinica è stata emessa.

«Ed io non ho i soldi o le conoscenze necessarie per ottenere una contro-perizia autorevole che confuti quanto sostenuto da neuropsichiatri ovviamente di fiducia del tutore. Per questo faccio appello a chiunque di sostenere la mia petizione su Change.org e a professionisti qualificati nel campo della giurisprudenza e della neuropsichiatria di contattarmi, anche tramite Gospa News, per darmi una mano a liberare Ylenia dalla prigione dorata, in quanto assai costosa per tutti i contribuenti, dove è stata rinchiusa» sbotta Sabrina.

LA MAMMA DENUNCIA MALTRATTAMENTI: BLOCCATI I CONTATTI

La mamma ora ha un problema in più: le restano meno di 30 giorni per opporsi al decreto che le impone il divieto di avvicinarsi a più di 500 metri dai luoghi frequentati dalla figlia che nel frattempo, da Frosinone è stata trasferita prima a Frattaminore (Napoli) e poi in una località sconosciuta dopo che la madre si è presentata davanti alle strutture: «Sono andata lì perchè la tutrice mi ha bloccato telefonate ed incontri per poter dare ad Ylenia l’abbraccio e le coccole che mi aveva chiesto nell’ultima telefonata e per sincerarmi delle condizioni di salute come è mio diritto sancito anche dal decreto». Di questi colloqui struggenti la donna, ormai costretta a fare l’investigatore privato a tutela della figlia, ha anche le registrazioni…

I motivi per l’interruzione dei contatti? «Continuano gli atteggiamenti oppositivi, aggressivi e diffamatori della signora Soster all’indirizzo del tutore di Ylenia e degli operatori» scrivono i giudici nel decreto rilevando «i comportamenti intemperanti della madre» così preoccupata della salute della minore invalida e cardiopatica da esigere ragguagli quotidiani e, avendoli ricevuti in modo parziale ma soprattutto sospettando maltrattamenti e terapie farmacologiche invasive, ha fatto denunce alle autorità, ai giornali e su Facebook…

https://www.tg24.info/frosinone-bambini-maltrattanti-in-una-casa-famiglia-manifestazione-in-piazza/

A Frosinone, inoltre, lo scorso agosto il suo caso ha suscitato la protesta di altri genitori che hanno colto l’occasione per ricordare le loro denunce per maltrattamenti nei confronti della stessa struttura che ha ospitato Ylenia, come risulta dall’articolo del TG24 di Mediaset.

L’INCHIESTA DELLA PROCURA SULLA CARDIOPATIA IGNORATA

Sabrina, infatti, si era trovata costretta a fare un altro esposto dopo un episodio talmente grave da essere riferito anche dallo stesso Tribunale dei Minori e riguardante un mancato accertamento medico per un dolore al petto che «Ylenia accusava già il giorno prima di vedermi».

L’insufficienza cardiaca attestata dall’ospedale Bambin Gesùe ignorata dalla responsabile di una struttura

«Secondo quanto riferito dalla responsabile della Casa Famiglia sita in Frosinone, dopo il primo incontro con la madre che ha avuto luogo il 13-8-2019, la minore, al momento del distacco, ha lamentato un dolore al petto per il quale, a seguito dell’arrivo dei Carabinieri in serata su richiesta della Soster, la bambina è stata condotta al Pronto Soccorso, ove è stato riscontrato solo uno stato ansioso (v. referto del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Frosinone in data 13-8-2019, ove si dà atto che la minore ha riferito solo di un dolore di breve durata al momento del distacco della madre)».

Questo scrivono gli stessi giudici nel decreto di convocazione dell’udienza dell’11 dicembre 2019 non accorgendosi forse nemmeno della gravità di quanto riferiscono trattandosi di una bambina cardiopatica.

«In quell’occasione seppi soltanto dopo che era stata portata d’urgenza in ospedale ma quando mi precipitai sul posto mia figlia era già stata dimessa perché né al Pronto Soccorso né al pediatra di turno era stato comunicata l’insufficenza cardiaca di Ylenia. Per questo ho sporto denuncia contro la suora responsabile della casa famiglia per omissione di soccorso, essendo il dolore al petto anche precedente alla mia visita, e sull’episodio la Procura ordinaria di Frosinone ha aperto un’inchiesta anche perché nella stesso occasione ho segnalato una grave anemia sideropenica (carenza di ferro) che lei non aveva mai avuta. L’ho scoperto grazie ai prelievi ottenuti direttamente dal laboratorio perché la trutrice mi aveva inviato solo analisi non aggiornate» racconta la donna.

Quindi se la mamma non avesse chiamato i Carabinieri il dolore al petto di una bambina cardiopatica e psicologicamente invalida sarebbe stato ritenuto irrilevante dal tutore… Ma ciò non pare avere grande importanza nemmeno per gli stessi giudici.

Mamma e figlia unite nella devozione alla Madonna: il braccialetto col Rosario di Ylenia

L’ultima Unità Neuropsichiatrica che l’ha visitata a maggio dopo dieci giorni dal suo ricovero in una struttura protetta ha sancito “un elevato rischio evolutivo psicopatologico” che nessun altro specialista aveva mai riscontrato nella bambina prima che fosse tolta alla madre e rinchiusa in una struttura per minori.

Tenetela ancora qualche settimana lì e il rischio diventerà certezza. Ma, se Dio vuole, e per intercessione della Madonna cui la piccola Ylenia è devota come la mamma, prima o poi, di tutti questi seri traumi e atroci sofferenze qualcuno dovrà rispondere!

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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