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“FRASI RAZZISTE SUL LAVORO: A CASA 20 SENEGALESI”. ll centrodestra appoggia la protesta CISL mentre la CGIL si defila

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Clamoroso contenzioso sindacale
a Vercelli in una ditta di logistica
che lavora per il gruppo Brendolan:
«bisogna dare una sbiancata al magazzino»
E i dipendenti di coloro sono lasciati a casa
Il Consiglio Comunale vota all’unanimità
un Ordine del Giorno contro l’odio etnico

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Sono trascorsi 70 anni da quando la prosperosa Silvana Mangano recitava tra le risaie vercellesi narrando in un film una storia di amori perduti e mondine sfruttate. A decenni di distanza da quel Riso Amaro ed a più di un secolo dalla conquista delle leggendarie 8 ore dopo gli scioperi che ebbero l’epicentro proprio quell’area della Pianura Padana, la città di Vercelli diventa teatro di un’altra battaglia molto più contemporanea: quella che contrappone gli immigrati africani agli italiani nella lotta per la conquista di un posto di lavoro.

Solo che stavolta non sono gli stranieri neri a strappare un contrattto a chi può vantare l’ascendenza tricolore. No! E’ esattamente il contrario. Sono gli italiani ad essere stati chiamati a sostituire gli onesti lavoratori venuti dal Continente Nero, per qualche arcano che già subodora di un patto occulto al ribasso ma, soprattutto, quel che è più grave, pare viziato da manifeste affermazioni di razzismo denunciate dai sindacalisti e riportati dai giornali locali. Una vicenda che rievoca il clima di terore di un altro film ancor più drammatico: Mississippi Burning…

Il contenzioso sindacale all’interno del magazzino MAXI-DI della nota azienda alimentare del triveneto Brendolan è diventato un braccio di ferro tra la società che gestisce il servizio di logistica e la Fisascat Cisl, il sindacato degli addetti del terziario, dopo che la Filcams Cgil, per misteriose ragioni che hanno lasciato di stucco i colleghi sindacalisti, si è defilata dalla difesa dei venti senegalesi che dal 15 ottobre scorso sono rimasti senza lavoro per il mancato rinnovo del contratto a tempo determinato.

Il sindacalista Luca Trinchitella in primo piano col giubbotto blu dopo il comizio davanti al Municipio di Vercelli accanto ai lavoratori senegalesi licenziati

Può certamente capitare l’interruzione del rapporto con dei dipendenti di fatto precari ma se ciò capita “per dare una bella imbiancata al magazzino” come sarebbe stato dichiarato dai nuovi dirigenti dell’azienda Manhandwork, subentrata nell’appalto, secondo quanto riferito da molteplici testimoni e dichiarato pubblicamente dal segretario generale Fisascat Cisl Piemonte Orientale, Luca Trinchitella, è ovvio che la battaglia diventa guerra: in difesa dei diritti umani prima ancora di quelli dei lavoratori.

La gravità della questione è comprovata dall’Ordine del Giorno presentato in Consiglio Comunale dall’ex senatore socialista Roberto Scheda, esimio avvocato della Vercelli che conta ma sempre attento alle cause dei più deboli, che ha recepito le proteste di Trinchitella facendole sue in un atto approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale (27 voti su 27 presenti) per un’immediata segnalazione del caso al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il consigliere comunale vercellese Roberto Scheda che ha presentato l’Ordine del Giorno sul caso di razzismo nei magazzini Brendolan

«Risulterebbero verificatisi episodi di discriminazione razziale nei confronti di lavoratori extracomunitari con attacchi indiscriminati e gratuiti, cui avrebbe fatto seguito la cessazione del rapporto di lavoro con lavoratori di origine senegalese» si legge nell’OdG di Scheda, firmato anche da Paolo Campominosi e Andrea Conte, che invita «l’Amministrazione Comunale a stigmatizzare espressamente episodi o anche solo contegni improntati alla discriminazione razziale e alla propalazione dell’odio etnico, in spregio a norme di rango Costituzionale e ai diritti sanciti dallo Statuto dei Lavoratori. L’accadimento di tali evenienze in un luogo di lavoro risulta infatti ancora più intollerabile».

La maggioranza di centrodestra del Comune di Vercelli, guidato dal sindaco Andrea Corsaro, si è schierata compatta a favore del documento dimostrando ancora una volta che sulle questioni davvero concrete ed essenziali esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia sanno scendere in campo dalla parte dei lavoratori, bianchi o neri che siano, senza distinguo. Il documento è passato quindi all’unanimità anche con i voti degli esponenti di centrosinistra.

Il presidio organizzato dalla Fisascat Cisl ieri davanti al Municipio di Vercelli dove era in discussione l’OdG contro il razzismo nei confronti dei lavoratori senegalesi

Come ha rimarcato con amarezza il sindacalista Trinchitella in molteplici comunicati il grande assente è invece il sindacato di sinistra della Cgil che si è meritato le severe critiche di un consigliere comunale in particolare. Ma cerchiamo di ricostruire la vicenda in ordine cronologico.

«Il giorno 7 ottobre si è svolta un’assemblea nel magazzino MAXI-DI nella quale le lavoratrici e i lavoratori presenti ci hanno riferito di continue minacce da parte dei responsabili con ripercussioni sulla conferma o meno dei tempi determinati a seconda delle prestazioni lavorative (medie di movimentazione e straordinari effettuati) e trasferimenti per i tempi indeterminati che non rispettano i diktat – racconta Luca Trinchitella di Fisascat Cisl che oggi si sta battendo anche per i lavoratori iscritti alla Cgil – Ci è stato riferito inoltre nella suddetta assemblea di gravi atteggiamenti di carattere “razzista” nei confronti di lavoratori di colore che a detta loro sarebbero stati oggetto di scherno perché non avrebbero rinnovato loro il contratto “per dare una bella imbiancata al magazzino”. A fronte di quanto emerso dall’assemblea abbiamo dichiarato uno stato di agitazione con una giornata di astensione dal lavoro per il giorno 11 ottobre».

Ma la protesta non induce la dirigenza a desistere, anzi: «A seguito del nostro comunicato l’Amministratore Unico della Manhandwork si è presentato sul magazzino il giorno 9 ottobre per parlare con le maestranze e nel corso del colloquio lo stesso ha proferito gravi minacce all’indirizzo del Sindacato usando frasi del tipo “chi ha scritto il comunicato e anche chi lo ha appeso se ne pentirà” o frasi del tipo “se il sindacato mi viene a dire che io non posso parlare con i miei dipendenti lo piallo… gli passo sopra con la macchina”».

Soprattutto sarebbe venuta a galla la vera natura dell’operazione: «Nel corso del colloquio sono emerse le stesse cose riferite al Sindacato, ovvero un clima di terrore imposto nel magazzino e frasi razziste riferite ad un gruppo di senegalesi che avevano il contratto a termine in scadenza al 15 di ottobre e che avrebbero lasciato a casa “per dare una bella imbiancata al magazzino”. La Società ha scritto al Sindacato chiedendo un’incontro urgente e il Sindacato a fronte di ciò ha sospeso lo sciopero in attesa del confronto con il mantenimento dello stato di agitazione».

La manifestazione della Cisl Fisascat guidata da Luca Trinchitella insieme all”Anolf che segue gli immigrati nello stesso sindacato, sorvegiata da una reporter aziendale…

«Il giorno 18 ottobre si è svolto presso il magazzino il suddetto incontro nel quale la Società ci ha riferito di non essere riuscita a capire chi avesse detto le frasi razziste e che rispetto al comportamento dei responsabili avrebbe avviato un percorso formativo per migliorare le attitudini comportamentali nei confronti dei lavoratori da coordinare. Non avendo ritenuto soddisfacenti le risposte ottenute come Fisascat abbiamo organizzato un presidio venerdì 25 ottobre davanti i cancelli del magazzino MAXI DI a sostegno e per chiedere alla Società la reintegra dei lavoratori senegalesi lasciati a casa» aggiunge Trinchitella.

Nel mezzo di tutto ciò si è verificato l’inspiegabile forfait della Camera del Lavoro. «La Fisascat Cisl comunica che l’assemblea prevista per il giorno 29 ottobre 2019 non verrà svolta in quanto la Filcams Cgil ha ritenuto di non farla, perché a detta del suo Segretario Generale la Fisascat e la Filcams hanno visioni diverse. La Fisascat ritiene sbagliata questa impostazione perché avere visioni diverse non è un problema ma un opportunità per un sano confronto, specie se questo avviene in presenza delle lavoratrici e dei lavoratori (veri ed unici giudici) che possono dire quale visione sia la più coerente con il loro pensiero».

Ma lo scontro sindacale raggiunge il culmine il 30 ottobre: «Le parole della Filcams Cgil in merito alla tutela di tutti i lavoratori al di là del colore della pelle… sono davvero “curiose” dato che la stragrande maggioranza dei lavoratori rimasti a casa sono senegalesi (peraltro alcuni dei quali iscritti alla Filcams Cgil)… peccato che a manifestare per loro venerdi 25 ottobre davanti ai cancelli di Maxi DI era presente solo la Fisascat».

Riteniamo del tutto inutile ascoltare chi non ha voluto essere presente dinnanzi ad una manifestazione che ha voluto denunciare l’impronta a sfondo razziale resa palese dal posto di lavoro perso dai venti senegalesi ed ha dovuto essere supportata da un’amministrazione comunale di centrodestra nella speranza che si possa addivenire ad una soluzione ragionevole.

 

L’ATTACCO DEL CONSIGLIERE CANNATA ALLA CGIL

Estremamente dura, in Consiglio Comunale, è stata la dichiarazione di voto del consigliere indipendente Giuseppe Cannata, dimessosi dall’incarico di vicepresidente dell’assemblea dopo l’aggressivo post su Facebook contro gli abusi sui minori di Bibbiano e il Forteto finito su tutti i media d’Italia: «Apprezzo di cuore l’iniziativa del senatore Scheda che si concentra sulla situazione di lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro, a quanto pare, solo per il colore della loro pelle. E’ scandaloso che una società che opera per il famoso gruppo Brendolan abbia deciso di lasciare a casa questi dipendenti da un giorno all’altro».

Il consigliere comunale Giuseppe Cannata ex direttore del 118 di Vercelli

«Ciò è scandaloso almeno quanto il fatto che, come segnalato dai comunicati della stessa Fisascat Cisl di Vercelli, la CGIL si sia chiamata fuori da questa storia. Non posso fare a meno di ricordare che sono stato attaccato ufficialmente dalla stessa CGIL di Vercelli per un post infelice su Facebook che ho subito rimosso. Ora che la sorte di lavoratori di origine straniera è in pericolo il medesimo sindacato si defila? – si domanda sconcertato Cannata – Non è questa la prova pià evidente del buonismo della sinistra che perseguita le opinioni ma si rivela incapace di aiutare gli immigrati volenterosi e regolari in difficoltà per un rapporto contrattuale certamente assai precario?»

Le falsità della senatrice Segre sui migranti ignorano la Mafia Nigeriana e l’allarme DIA

«Senza se e senza ma bisogna difendere la dignità di questi lavoratori: il colore della loro pelle non ha nessuna importanza. Io voto a favore di questa mozione perché il razzismo e la discriminazione, di qualsivoglia genere, non sono nelle mie corde come ho sempre dichiarato e ribadito» chiosa il consigliere esponente del centrodestra vercellese al fianco della Cisl nel tentativo di togliere le castagne dal fuoco che il sindacato di sinistra non vuole toccare forse per paura di bruciarsi i sensibili polpastrelli buonisti.

Nella stessa assemblea il Consiglio Comunale, proprio grazie al voto di Cannata (decisivo per il numero legale), ha approvato il riconoscimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, la donna ebrea sopravissuta ai campi di concentramento nazisti.

Si spera dunque che la neonata Commissione parlamentare Segre contro le discriminazioni non si occupi solo dei diritti dei migranti clandestini sui barconi ma anche e soprattutto di quelli che in Italia lavorano onestamente…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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