di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Ha scelto di morire in un attacco suicida ed in nome della religione islamica estremista, che nel 2012 gli era costata già una condanna per terrorismo ispirato ad Al Qaeda, si è portato con sé le vite di altre due persone in un’aggressione improvvisa con un coltello, mentre altre tre sono rimaste ferite, uno di loro gravemente.
L’uom, ccittadino britannico, era libero, sebbene sorvegliato speciale per terrorismo jihadista avendo progettato persino di far saltare la Borsa di Londra…
Nelle ore successive l’ISIS ha rivendicato l’attentato dichiarando che l’aggressore era un suo combattente.
Usman Khan, il 28enne britannico ucciso dalla polizia sul London Bridge ieri pomeriggio intorno alle 14 GMT ha davvero trasformato in un Black Friday la giornata degli inglesi che si sono risvegliati con l’incubo del terrorismo, con la paura dei cosiddetti lupi solitari che colpiscono senza l’aiuto di una cellula terroristica, senza precisi obiettivi sensibili e possono uccidere chiunque si trovi ad incrociare il loro cammino nelle strade di una metropoli.
L’allerta in Europa è massima dopo che un altro attentatore armato di coltello, a distanza di poche ore, ha ferito tre minorenni nella città olandese de L’Aja. L’aggressore sarebbe un’uomo tra i 45 ed i 50 anni di carnagione scura, è ricercato dalla polizia che non ha ancora chiarito se possa essere considerato anche quello un atto terroristico.
Mentre è ormai certo che è stato un premeditato gesto terroristico solitario quello di ieri pomeriggio al London Bridge. Usman Khan era infatti in libertà vigilata dopo essere stato rilasciato nel dicembre 2018 in seguito ad una condanna per terrorismo islamico. Indossava anche un bracialetto elettronico alla caviglia che consentiva agli agenti di sorveglianza di seguirne i movimenti come spiegato ai giornali inglesi dal Met Police Assistant Commissioner Neil Basu.
Secondo quanto evidenziato dai reporter di cronaca e sicurezza della BBC l’uomo indossava un falso giubbotto esplosivo per due ragioni: per seminare il panico e per essere certo di trovare la morte evitando di tornare in carcere.
Alle 13:58 GMT è scattato l’allarme sul London Bridge quando il terrorista islamico ha sfoderato un lungo coltello cominciando ad aggredire a caso i passanti. Un uomo ed una donna sono stati uccisi dai fendenti dell’arma da taglio. Altre tre persone sono rimaste ferite prima che alcuni passanti riuscissero a disarmare il killer e la polizia intervenisse bloccandolo e sparandogli, sapendo la sua pericolosità in virtù dell’identificazione, avvenuta probabilmente proprio attraverso il braccialetto elettronico.
Pochi minuti prima Usman Khan aveva partecipato ad una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti organizzata dalla Università di Cambridge in una sala londinese, la Fishmongers’ Hall, che egli pare avesse minacciato di far saltare in aria, situata proprio nelle vicinanze del ponte.
«In questo momento non stiamo cercando attivamente nessun altro in relazione all’attacco – ha aggiunto il commissario Neil Basu – Tuttavia, continuiamo a fare indagini in tempi rapidi per garantire che nessun altro sia stato coinvolto in questo attacco e che non vi siano minacce eccezionali per la gente».
LA BOMBA DI AL QAEDA PER LA BORSA DI LONDRA
Nel 2012 Usman Khan era stato condannato a detenzione indeterminata per “protezione pubblica” con una pena detentiva minima di otto anni. Questa sentenza gli avrebbe permesso di essere tenuto in prigione anche oltre il termine minimo. Ma nel 2013 la Corte di Appello ha annullato la sentenza, sostituendola con un termine fisso di 16 anni, di cui il terrorista avrebe dovuto scontare metà della pena.
Nato e cresciuto a Stoke-on-Trent, Khan fu imprigionato insieme ad altri otto fondamentalisti islamici, ispirati dall’ideologia di al-Qaeda, dopo che era finito nel mirino dell’MI5, l’intelligence interna della Gran Bretagna.
«Il gruppo si era impegnato in diversi piani, uno dei quali prevedeva un complotto per piazzare una bomba a tubo alla Borsa di Londra (London Stock Exchange) – riferisce la BBC – Khan e altri cospiratori di Stoke erano stati anche intercettati mentre discutevano di potenziali attacchi nella loro città, incluso lasciare ordigni esplosivi nei bagni nei pub e nei club della loro zona.
«Khan è stato registrato dirante una conversazione su “come costruire una bomba a tubo” da un progetto di una rivista di al-Qaeda» aggiunge la tv britannica in un reportage sul sito. I complici jihadisti avevano anche finanziato un piano all’estero per una Madrassa – una scuola per l’istruzione islamica integralista – che doveva essere usato per l’addestramento con le armi da fuoco e al quale avrebbe partecipato Khan».
La sentenza della Corte di Appello ha dichiarato: «I gruppi stavano chiaramente considerando una serie di possibilità, tra cui la raccolta di fondi per l’istituzione di una Madrassa di addestramento militare in Pakistan, dove avrebbero intrapreso l’addestramento da soli e avrebbero reclutato altri a fare altrettanto, inviando lettere di posta attraverso la posta, attaccare case pubbliche utilizzate da gruppi razzisti britannici, attaccare un bersaglio di alto profilo con un dispositivo esplosivo e un attacco in stile Mumbai».
I giudici hanno quindi rimarcato i «seri piani a lungo termine» per inviare Khan e altre reclute ad una «formazione ed esperienza terroristica» e pertanto se fossero poi tornati «nel Regno Unito, lo farebbero addestrati ed esperti nel terrorismo». Per questo fu condannato come pericolo pubblico a 16 anni. A soli 5 anni dalla sentenza di Appello è uscito dal carcere rimanendo comunque sorvegliato speciale a Stafford, dove si era trasferito e dove ha premeditato la sua folle azione suicida.
L’ALLARME LUPI SOLITARI DELL’INTELLIGENCE E DELL’EUROPOL
L’attacco terroristico di Londra riporta l’incubo dei lupi solitari islamici che già avevano colpito lo scorso hanno a Strasburgo e prima ancora a Berlino. Già nel 2017 l’intelligence italiana AISI (servizi interni) aveva segnalato la gravità del problema in Europa.
Nel luglio scorso proprio Gospa News aveva pubblicato in anteprima i contenuti del rapporto TeSat, l’annuale relazione sul terrorismo elaborata dall’Europol, in cui era chiaramente evidenziato il rischio di attentati da parte di estremisti radicali islamici.
L’episodio avvenuto in Gran Bretagna non fa altro che confermare la pericolosità del fenomeno che non essendo basato su una rete organizzata è più difficile da individuare e prevenire da parte degli investigatori.
Tutto ciò avviene peraltro nel momento in cui molteplici dossier accusano la Turchia, un paese Nato affacciato sul Mediterraneo dove transitano i migranti dall’Africa all’Europa, di utilizzare i jihadisti per le sue operazioni militari nella Siria Nord-Orientale, dopo l’avvio dell’invasione del Rojava amministrato dai Curdi, popolazione bandita da Ankara fin dal 1922.
LA RETE DI TUNISINI “AL-NUSRA” SMANTELLATA IN ITALIA
Nel mese di settembre, in Italia, un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di L’Aquila ha portato all’arresto di dieci persone nell’inchiesta sul finanziamento al terrorismo: 8 tunisini e 2 italiani, fra cui l’imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, in provincia di Teramo, e una commercialista italiana.
Gli arrestati sono indagati per reati tributari e di autoriciclaggio, con finalità di terrorismo. Secondo l’accusa, infatti, attraverso alcune società giravano soldi, destinati al finanziamento di attività riconducibili all’organizzazione radicale islamica “Al-Nusra”, la filiale siriana di Al Qaeda ora denominata Hayat Tahrir al-Sham (HTS) che controlla la provincia di Idlib. Proprio la formazione supportata dal MIT (Millî İstihbarat Teşkilatı), l’intelligence turca.
Queste somme di denaro, inoltre, erano in parte frutto di evasione fiscale ideata e gestita dalla commercialista italiana, accusata di essere la contabile del gruppo che avrebbe mascherato gli illeciti tributari, servendosi di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di due milioni di euro. Tale documentazione è stata trovata nel corso delle perquisizioni fatte in Abruzzo e in Piemonte.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS
no reproduction without authorization
GOSPA NEWS – TUTTE LE INCHIESTE SUI JIHADISTI
L’AQUILA – TUNISINI DI AL-NUSRA ARRESTATI
BBC – IL PROFILO DEL KILLER JIHADISTA
TG LA7 – SERVIZIO COMPLETO SU LONDON BRIDGE