L’osceno spettacolo della drag queen
Conchita Wurst nel Duomo di Vienna
E l’irriverente Paradiso omosessuale
nella chiesa luterana di Malmo
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Diavoli, ballerini a petto nudo con le corna e le tute in latex con l’inguine fiammeggiante, fibbie con teschi, drag queen, piume, calze a rete, candele rosse in una cupa atmosfera tenebrosa, musica elettronica e fumogeni rubenti come le fiamme infernali. E tutto intorno il Sacro dissacrato: crocifissi, paramenti sacerdotali e leggii con la Bibbia.
Non servono tante parole per commentare la vergogna che la nota drag queen barbuta Conchita Wurst ha messo in scena nella Cattedrale di Santo Stefano di Vienna con la benedizione del cardinale Christoph Schönborn. “Il diavolo sta nei dettagli” riconosce un antico motto.
Ed è proprio in uno di questi ben visibile nelle fotografie in posa dei protagonisti dello spettacolo dell’ideologia LGBT in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids del 30 novembre scorso che affiora un riferimento nemmeno troppo subliminale alla devozione satanica, già cara a molti esponenti massoni, come l’americano Albert Pike. che anche in un recente convegno a Trento hanno irriso Papa Leone XIII per la sua scomunica alla Massoneria.
Il fanciullo spettrale tenuto in braccio dal cantante nello show di Conchita Wurst rievoca capziosamente la celebre Pietà di Michelangelo Buonarroti ma anche una scena famosa del film La Passsione di Cristo di Mel Gibson: quella in cui il demonio interpretato da Rosalinda Celentano passa con in braccio il frutto dei peccati umani mentre Gesù viene fustigato a sangue alla colonna.
E’ soltanto una mera coincidenza? Come le corna sul capo dei ballerini che attraverso una scenografia tenebrosa illuminata da ceri rosso fuoco hanno trasformato la chiesa viennese in un inferno dantesco?
Non è certo un caso la parodia del dipinto Adamo ed Eva (1528) del pittore tedesco Lucas Cranach, detto il Vecchio, elaborata in un’ambientazione “gay-friendly” dalla fotografa e artista lesbica Elisabeth Ohlson Wallin.
L’opera, in cui il Paradiso Terrestre viene popolato dai gesti di seduzione tra coppie omosessuali e dalla presenza di figure smaccatamente transgender, era stata realizzata nel 2012 per essere esposta nella Cattedrale di Skara in occasione del primo matrimonio gay legittimato dalla Chiesa Luterana in Svezia sin dal 2009.
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Ma, come evidenziano sia GloriaTv che Russia Today, fu ritenuta troppo provocatoria e non fu accolta nel tempio dei protestanti seguaci di Martin Lutero. A distanza di 7 anni, però, l’attivista LGBT Wallin l’ha proposta alla chiesa di San Paolo dell’altra città svedese di Malmò che l’ha accolta e innalzata come pala d’altare nello sconcerto di molti fedeli.
«La chiesa di St. Paul a Malmo ha accettato il dipinto chiamato “Paradise” come nuova pala d’altare e lo ha svelato domenica, il primo giorno di Avvento. Helena Myrstener, pastore, ha affermato che “la storia è stata scritta” nell’’innalzamento della “pala d’altare LGBT” mentre twittava una foto del dipinto» riporta Russia Today. Un doppio sfregio in considerazione che il santo patrono Paolo fu uno dei principali apostoli a condannare la sodomia nella prima lettera ai Corinzi.
La rivisitazione dell’Eden è stata ipirata da una delle opere del maestro del Rinascimento Lucas Cranach, tra i primi interpreti della riforma luterana nell’arte, come risulta ben visibile dal serpentello alato che contraddistingue la tavola Adamo ed Eva conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
«L’artista-attivista Wallin ha dichiarato di voler dimostrare che, fin dall’inizio dei tempi, il posto per i gay era in paradiso piuttosto che all’inferno – aggiunge RT – L’interpretazione moderna sembra interessante più prudente in termini di nudità rispetto agli originali del XVI secolo poiché entrambe le “Eva lesbiche” hanno il seno coperto da foglie piuttosto che nascondere solo i loro genitali, come è tradizionale».
Secondo Russia Today ciò è avvenuto perchè la pittrice svedese avrebbe un riferimento ambiguo e problematico con la nudità. Il network russo ricorda infatti che la sua mostra fotografica più famosa – l’Ecce Homo ispirata alla Bibbia del 2012 a Belgrado – presentava un’immagine raffigurante il battesimo di Gesù con il modello che rappresenta Cristo che ha il suo pene completamente esposto.
“La politicizzazione è andata troppo oltre”, ha commentato un membro della Chiesa Luterana notizia mentre annunciava di lasciare la chiesa dopo l’ostensione del dipinto col nuovo Paradiso omosessuale.
Un sentimento condiviso da molti fedeli cattolici dopo l’osceno spettacolo LGBT nella Cattedrale di Vienna, legittimato dal cardinale Christoph Schönborn che già il 30 novembre 2018 si era goduto le performance “gay-friendly” in prima fila, accanto a trangender ed omosessuali.
Se nel Sacro Tempio di Gerusalemme entrarono i mercanti di monete ed animali sacrificali che furono cacciati da Gesù Cristo, ora in quelli della Cristianità dilagano i commercianti di un’ideologia storicamente condannata dalla Bibbia tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento. Persone che vanno rispettate come esseri umani ma non dovrebbero essere celebrati anche in chiesa come paladini della cultura sodomita e transgender…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – INCHIESTE MINORI E PEDOFILIA