UE condanna neofascisti e Stalin ma non il Comunismo: il PD vuole celebrarne il centenario con 400mila euro degli Italiani

UE condanna neofascisti e Stalin ma non il Comunismo: il PD vuole celebrarne il centenario con 400mila euro degli Italiani

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Leggere interamente i documenti politici è assai noioso. Perché sovente sono ridondanti, tautologici, ampollosi e soprattutto ambigui. E siccome i giornalisti dei quotidiani hanno fretta di scrivere e devono pensare ad un titolo ad effetto a volte vengono indotti a trascurare dettagli fondamentali inerenti a quelle sfumature che, soprattutto con l’avvento delle “menti raffinatissime” del mondialismo di eredità culturale massonica, servono a tracciare il solco sotterraneo di una semina ideologica occultata con astuzia diabolica.

E’ questo il caso della risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 (link a fondo pagina) che per accontentare i paesi dell’Est sitibondi di giustizia storica a causa dei massacri dell’ex Unione Sovietica in realtà propone ed approva un documento di 22 punti assai sibillino. In esso, con il movente di censurare tutti i regimi totalitari della storia del Vecchio Continente, pur equiparando il nazismo al comunismo, manca il coraggio per condannarlo schiettamente mentre viene utilizzato il pronunciamento dell’assemblea per censurare, come in una legge marziale d’emergenza, ogni rugurgito ideologico neofascista…

Contrariamente a quanto riportato da quasi tutti i giornali, infatti, il punto 6 della risoluzione votata a Strasburgo da 535 deputati a favore, 66 contro e 52 astenuti, è estremamente chiaro: «condanna tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come il nazismo e lo stalinismo, all’interno dell’Unione». Peccato che i comunisti italiani e di tutta Europa si unirono al cordoglio del Soviet di Mosca quando il 6 marzo 1953 morì proprio Iosif Stalin!

Probabilmente all’estensore si è inceppata la tastiera mentre stava scrivendo il sostantivo “comunismo”: esso aleggia nel testo equiparato al nazismo ma non viene mai condannato categoricamente, mentre sovrabbondano i riferimenti di censura al fascismo ma, in un certo senso, anche al sovranismo.

 

LA CONDANNA DEI MOVIMENTI RADICALI

Ciò si evenice dal punto 7 in cui il Parlamento Europeo «condanna il revisionismo storico e la glorificazione dei collaboratori nazisti in alcuni Stati membri dell’UE; è profondamente preoccupato per la crescente accettazione di ideologie radicali e per il ritorno al fascismo, al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza nell’Unione europea ed è turbato dalle notizie di collusione di leader politici, partiti politici e forze dell’ordine con movimenti radicali, razzisti e xenofobi di varia denominazione politica in alcuni Stati membri; invita gli Stati membri a condannare con la massima fermezza tali accadimenti, in quanto compromettono i valori di pace, libertà e democrazia dell’UE».

Ecco quindi che a fronte di due righe per condannare nazismo e stalinismo, senza tangere il comunismo, ne vengono sciorinate ben 8 per demarcare alcuni aspetti anch’essi assai sibillini che paiono la preparazione della trappola per i sovranisti dalle ideologie radicali…

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Fosse ancora vivo Mario Pannella probabilmente sarebbe sussultato sulla sedia nel vedere così deturpato l’aggettivo Radicali ma siccome tale storico movimento italiano progressista e filo-massonico si è evoluto in + Europa di Emma Bonino, propaggine politica del mondialista George Soros, sta bene a tutti condannare i movimenti radicali senza minimamente identificarli per poi buttarci nel calderone chiunque sia antagonista di Bruxelles, come accadeva a Roma quando governava Benito Mussolini o a Berlino quando comandava Adolf Hitler…

La fossa entro cui far piombare eventuali successi elettorali dei partiti italiani di Lega, Fratelli d’Italia o di quello tedesco Afd è già stata scavata proprio mentre si è fatto finta di condannare il comunismo senza scriverlo a chiare lettere.

 

400MILA EURO PER L’ANNOVERSARIO COMUNISTA

Forse anche alla luce di questo ambiguo testo tre senatori della Repubblica Italiana si sono sentiti in dovere di proporre un emendemanto al Documento di Economia e Finanza che sarà a breve in discussione in Parlamento al fine di stanziare ben 400mila euro per preparare nel 2020 e realizzare nel 2021 la celebrazione dell’anniversario della fondazione del Partito Comunista d’Italia: a spese degli italiani, naturalmente!!!

Anche se i cittadini del tricolore, soprattutto dopo aver maldigerito il primo comunista divenuto Presidente della Repubblica, ovvero Giorgio Napolitano, hanno quasi radiato dalle urne “falce e martello” i politici nostalgici, le piazze degli estremisti di sinistra travestiti da sardine, gli ex terroristi mai pentiti, i centri sociali violenti e gli ultras anche immigrati dell’Anpi ancora li sbandierano; ancora li covano dentro al petto al posto del cuore, nonostante quei simboli siano stati all’origine di un olocausto mondiale altrettanto crudele di quello nazista ma ancor più devastante per durata e per numero di vittime.

«Al fine di consentire l’organizzazione e lo svolgimento di iniziative culturali previste in occasione del centesimo anniversario del Partito comunista italiano, avvenuto a Livorno in data 21 gennaio 1921, è autorizzata la spesa di 200.000 euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021».

Vasco Errani, iscritto al Pci dal 1970, nel 2017 lasciò il Partito Democratico. che lui aveva contribuito a fondare 10 anni prima, per dissidi con il segretario Matteo Renzi

Questo è l’emendamento proposto dai senatori del Partito Democratico Daniele Manca e Francesco Verducci insieme al collega di Leu Vasco Errani, fuorisciuto due anni fa dal Pd e storico presidente dell’Emilia Romagna dal 1999 fino al 2014, quando fu travolto dall’inchiesta giudiziaria Terremerse quando fu condannato ad un anno dalla Corte d’Appello di Bologna.

Ma l’anno dopo la Cassazione accolse il suo ricorso e nel 2016, nell’Appello bis fu definitivamente e completamente assolto. La Corte dichiarò che il fatto non costituiva reato sebbene  il procuratore generale Nicola Proto avesse chiesto la riconferma della condanna perché a suo giudizio l’ex governatore emilano avrebbe “coperto” la coop Terremerse di Bagnacavallo (Ravenna) quando era presieduta dal fratello, Giovanni Errani, con una relazione scritta dalla Regione che voleva esplicitare la trasparenza di un finanziamento pubblico da un milione di euro alla cantina Terremerse.

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Come quasi tutti i veraci comunisti Verrani fu graziato per mancanza di dolo nel presunto falso ideologico mentre il fratello beneficiò della spugnetta amica della prescrizione… Mi pareva giusto ricordare la vicenda visto che l’ex governatore ora in veste di senatore sta cercando di mungere dallo Stato cospicui finanziamenti per una grande celebrazione comunista.

Ma se ciò può avvenire è solo ed esclusivamente perché l’Unione Europea, così attenta ad ogni gradazione cromatica di pelle e di gusto sessuale, diventa saltonica quando vede il rosso e non è stata capace di mettere al bando il comunismo al pari del nazismo e del fascismo.

 

LA CONDANNA DEI CRIMINI NAZISTI E COMUNISTI

Le premesse del documento erano sicutramente ottime e prendevano spunto dalla dichiarazione di Varsavia del 23 agosto 2011 sulla Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari e da quella del 23 agosto 2018 dei rappresentanti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea per commemorare le vittime del comunismo.

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La risoluzione è partita dalla considerazione «che ottanta anni fa, il 23 agosto 1939, l’Unione Sovietica comunista e la Germania nazista firmarono il trattato di non aggressione, noto come patto Molotov-Ribbentrop, e i suoi protocolli segreti, dividendo l’Europa e i territori di Stati indipendenti tra i due regimi totalitari e raggruppandoli in sfere di interesse, il che ha spianato la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale».

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«Come diretta conseguenza del patto Molotov-Ribbentrop, seguito dal “trattato di amicizia e di frontiera” nazi-sovietico del 28 settembre 1939, la Repubblica polacca fu invasa prima da Hitler e due settimane dopo da Stalin, eventi che privarono il paese della sua indipendenza e furono una tragedia senza precedenti per il popolo polacco; che il 30 novembre 1939 l’Unione Sovietica comunista iniziò una guerra aggressiva contro la Finlandia e nel giugno 1940 occupò e annesse parti della Romania, territori che non furono mai restituiti, e annesse le Repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia» aggiunge ancora il testo approvato da Strasburgo che alla premessa “E” lambisce il tasto dolente…

«Sebbene i crimini del regime nazista siano stati giudicati e puniti attraverso i processi di Norimberga, vi è ancora un’urgente necessità di sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini dello stalinismo e di altre dittature» ha evidenziato il Parlamento Europeo che poi alcune righe dopo, finalmente, afferma «che la memoria delle vittime dei regimi totalitari, il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, nonché la sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale importanza per l’unità dell’Europa e dei suoi cittadini e per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne».

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Alla luce di tutto ciò al punto 3 della risoluzione «ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità, e rammenta l’orrendo crimine dell’Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari».

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Ma, come detto all’inizio, la parola perentoria di “condanna” è stata associata sempre e solo allo stalinismo e non al comunismo: sebbene fosse insita nella sua stessa ideologia la lotta violenta del proletariato poi degenerata nei gruppi terroristici delle Brigate Rosse e di Prima Linea dove agirono cinici assassini che ancora oggi non sono affatto pentiti…

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Infatti più avanti, al punto 10, il Parlamento UE «chiede l’affermazione di una cultura della memoria condivisa, che respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato come modalità per promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani; incoraggia gli Stati membri a promuovere l’istruzione attraverso la cultura tradizionale sulla diversità della nostra società e sulla nostra storia comune, compresa l’istruzione in merito alle atrocità della Seconda guerra mondiale, come l’Olocausto, e alla sistematica disumanizzazione delle sue vittime nell’arco di alcuni anni».

 

LA DIFESA DELLA NATO E L’ATTACCO ALLA RUSSIA

Da lì in poi il documento degnera nella mera propaganda politica utilizzata per attaccare la Russia e cantare il peana della Nato, sotto l’egida della quale la Turchia sta oggi massacrando i Curdi nel Rojava siriano e commettendo gli stessi crimini denunciati dal documento.

«L’integrazione europea, in quanto modello di pace e di riconciliazione, è il frutto di una libera scelta dei popoli europei, che hanno deciso di impegnarsi per un futuro comune, e che l’Unione europea ha una responsabilità particolare nel promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, sia all’interno che all’esterno del suo territorio» riporta il documento sottolineando «che, alla luce della loro adesione all’UE e alla NATO, i paesi dell’Europa centrale e orientale non solo sono tornati in seno alla famiglia europea di paesi democratici liberi, ma hanno anche dato prova di successo, con l’assistenza dell’UE, nelle riforme e nello sviluppo socioeconomico; sottolinea, tuttavia, che questa opzione dovrebbe rimanere aperta ad altri paesi europei, come previsto dall’articolo 49 TUE».

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Ma nel finale ecco le stoccate minacciose: «sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l’élite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato».

Nelle postille conslusive «esprime inquietudine per l’uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni paesi europei hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti» ma non si spinge a condannare la svastica perchè altrimenti dovrebbe fare altrettanto con la falce e il martello…

 

DIVIETI AI NEOFASCITI MA NON AI COMUNISTI ESTREMISTI

Ma «condanna il fatto che forze politiche estremiste e xenofobe in Europa ricorrano con sempre maggior frequenza alla distorsione dei fatti storici e utilizzino simbologie e retoriche che richiamano aspetti della propaganda totalitaria, tra cui il razzismo, l’antisemitismo e l’odio nei confronti delle minoranze sessuali e di altro tipo».

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E poi al punto 20 compie il grande capolavoro: «esorta gli Stati membri ad assicurare la loro conformità alle disposizioni della decisione quadro del Consiglio, in modo da contrastare le organizzazioni che incitano all’odio e alla violenza negli spazi pubblici e online, nonché a vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o qualsiasi altra forma di totalitarismo, rispettando nel contempo l’ordinamento giuridico e le giurisdizioni nazionali».

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Ed infine: «sottolinea che il tragico passato dell’Europa dovrebbe continuare a fungere da ispirazione morale e politica per far fronte alle sfide del mondo odierno, come la lotta per un mondo più equo e la creazione di società aperte e tolleranti e di comunità che accolgano le minoranze etniche, religiose e sessuali, facendo in modo che tutti possano riconoscersi nei valori europei».

Ecco il vero volto dell’Unione Europea: il documento diventa una falce per estirpare la zizzania dei gruppi neofascisti ma non quelli comunisti, leninisti o stalinisti.

Diventa un martello per inculcare a forza l’accoglienza indiscriminata, anche di terroristi ISIS e mafiosi nigeriani protetti dall’autocertificazione di essere senza documenti, in paesi e in società con l’economia verso il collasso a causa dell’euro e delle perverse logiche usuraie della BCE, la Banca Centrale Europea di proprietà di banche private.

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Finchè a Bruxelles e Strasburgo ci saranno europarlamentari, anche di centrodestra, che votano documenti simili i senatori del Partito Democratico e di Leu fanno benissimo a chiedere i soldi per la commemorazione della fondazione del Partito Comunista Italiano (1921-1991) di Antonio Gramsci. E i deputati UE di sinistra fanno benissimo a riunirsi nell’aula parlamentare per cantare Bella Ciao…

Ma temo – e spero – che a breve saranno molti gli stati europei a salutare loro con un… Ciaone! Belli!

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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RISOLUZIONE UE – IL TESTO INTEGRALE

CASO ERRANI – REPUBBLICA

 

 

 

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