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CRISTIANI PERSEGUITATI – Massacri jihadisti in Africa: 16 morti, 21 bimbi rapiti. Natale a Betlemme vietato agli ortodossi di Gaza

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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AGGIORNAMENTO 23 DICEMBRE 2019

Arrivano buone notizia per i Cristiani in maggioranza ortodossi della Striscia di Gaza in quanto le autorità israeliane dopo l’iniziale divieto a trasferirsi in Cisgiordania per un pellegrinaggio a Betlemme e Gerusalemme hanno concesso i permessi all’ultimo momento senza discriminazione. Lo ha annunciato il generale Kamil Abu Rukun a capo del COGAT, l’Unità di coordinamento delle attività del governo israeliano nei territori palestinesi. Nell’informazione diffusa dall’organismo israeliano veniva specificato che i permessi saranno concessi ai singoli sulla base di “valutazioni di sicurezza” e senza tenere conto dell’età dei richiedenti.

Cristiani perseguitati: Messe di Natale cancellate in India e Iraq

La decisione tardiva, però, ha impedito ai fedeli di organizzarsi e finora soltanto 60 persone hanno richiesto l’autorizzazione ad attraversare Israele per recarsi nei luoghi della Terra Santa in territorio Palestinese, secondo quanto riferito da Fides, l’agenzia di stampa delle Pontificie Opere Missionarie. Ma resta drammatica la situazione in Iraq e soprattutto in India dove le persecuzioni dei fondamentalisti Hindu si sono intensificate proprio per rovinare ai credenti in Cristo la celebrazione natalizia.

 

ARTICOLO 14 DICEMBRE 2019

Ancora mssacri, ancora ermarginazioni per motivi razziali e religiosi. Nel mirino sempre e soltanto loro: i Cristiani. Perseguitati non solo dai fondamentalisti islamici ma anche osteggiati dagli estremisti Sionisti come l’eternamente “provvisorio” premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Se i jihadisti in Kenya e Nigeria hanno fatte le ennesime stragi che ormai trovano molto più spazio sui social (pagina facebook del giornalista Giulio Meotti) che sui media europei, gli attuali governanti israeliani, eredi del Movimento Sionista e costretti a fingersi amici del Cristianesimo essendo la prima confessione religiosa occidentale, pur non arrivando ad uccidere si concedono il capriccio, da padroni in Terra Santa grazie ai potenti armamenti missilistici, di ghettizzare i palestinesi battezzati nel nome di Gesù Cristo per impedire loro di celebrare nelle vicine Betlemme e Gerusalemme una delle festività più importanti: la nascita del Creatore.

E’ indubbio che tra uccidere con premeditata, impietosa ferocia e privare di un diritto al pellegrinaggio in un luogo sacro una persona vi sia una distanza grande almeno quanto il Mar Rosso, attraverso il quale fuggì proprio il popolo Ebreo alla conquista della Terra Promessa, poi perduta, secondo i profeti biblici, per le sue infedeltà a Dio…

Ma l’ideologia latente rimane la medesima. Quella di voler annichilire, fino al martirio in un caso, fino all’emarginazione nell’altro, la dignità di persone devote ad una confessione religiosa differente. Come emerso anche nella tremenda vicenda della giovane pakistana Huma Younas, rapita a soli 14 anni da un musulmano che l’ha costretta a convertirsi all’Islam per avere il diritto legale di sposarla sebbene minorenne…

Appello al Papa per Huma Younas, la 14enne cristiana sequestrata e forzata all’Islam per sposare il rapitore

Scrivo queste cose sentendo il fiato sul collo della Commissione parlamentare Segre appena istituita in Italia che sarebbe nata per la censura di ogni forma di razzismo ma temo che finirà con l’occuparsi solo di Migranti ed Antisemitismo, ignorando le discriminazioni verso i Cristiani o altre etnie “scomode” come i Curdi, messi al bando dalla Turchia nel 1922 ed oggi perseguitati in Siria.

Le falsità della senatrice Segre sui migranti ignorano la Mafia Nigeriana e l’allarme DIA

Prima di narrare gli ultimi tremendi fatti di cronaca premetto di non essere affatto AntiSemita perché, da cristiano, riconosco la stirpe di Sem (figlio benedetto di Noè) e il popolo eletto della tribù di Giuda quali depositari della Rivelazione riferita nei libri sacri ebraici della Torah (Pentateuco) e quindi Tanach, e rispetto tutti i credenti in tale culto, anche se non hanno creduto nel Messia.

Mi arrogo però il diritto di proclamarmi AntiSionista. Chi ha studiato la storia sa che il Sionismo è quel movimento POLITICO nato alla fine dell’800 per proteggere la dinastia Askenazita (in maggioranza di orgine Kazara e quindi non Giudea) dai rancori sociali suscitati dal controllo e dalla speculazione del sistema bancario mondiale attraverso l’usura. Pertanto dichiararsi AntiSionista equivale a dichiararsi AntiNazista o AntiComunista.

E se qualcuno volesse obiettare che questi ultimi hanno fatto olocausti e gli altri no si legga tutti i dettagliati reportage sulla Siria e sulla Lobby delle Armi che ho scritto in merito alle scellerate azioni belliche di Benjamin Netanyahu: lì ci sono fatti, non opinioni, tra cui gli accordi sulle forniture militari israeliane ai neonazisti ucraini, un palese oltraggio alla memoria della Shoah avallato dalla Nato…

BOKO HARAM: MASSACRO CON RAPIMENTO AL FUNERALE

Esaurita questa doverosa premessa, cui dedicherò presto una più ampia riflessione dopo Natale, veniamo ai cruenti fatti di questa settimana in Africa, un Continente sempre più Nero proprio per i ciclici massacri di cristiani.

La furia omicida di Boko Haram, il gruppo radicale islamico nigeriano che vanta legami con organizzionazioni terroristiche internazionali come l’Isis, dal primo dicembre sta spargendo terrore e sangue nel Nord del Cameroon. Lo scorso 10 dicembre l’agguato proditorio è avvenuto nel distretto di Mayo Sava, come riferisce BarnabasAid, una fondazione africana di supporto ai cristiani.

Un gruppo di jihadisti di Boko Haram con la bandiera nera che rievoca quella dell’Isis

La premeditazione e la ferocia ricordano il recente attacco in Burkina Faso durante una Messa e quello avvenuto in  Egitto di un anno fa ai fedeli Copti al ritorno di un battesimo. I jihadisti, armati dei soliti fucili semiautomatici kalashnikov, sono piombati sparando sulla folla. riunitasi per un funerale a Kotserehé. costringendo tutti darsi alla fuga. I più fortunati sono riusciti a scappare. Ma 7 persone sono rimaste uccise. «Il luogo di lutto si è trasformato in un teatro di guerra culminato in un massacro» ha riferito un testimone della cruenta tragedia.

EGITTO: STRAGE DI BAMBINI COPTI

L’assalto è stato così repentino che le donne sono fuggite senza avere il tempo di portare via i bambini distanti da loro. Pertanto 21 fanciulli e alcuni giovani adulti sono stati rapiti da Boko Haram che utilizza le ragazzine come schiave sessuali e costringe invece alla conversione e militanza forzata ragazzi e uomini.

 

UCCISI SUL BUS PER NON AVER RECITATO LA SHAHADA

Proprio per non aver accettato di comvertirsi sono invece morti altri cristiani qualche giorno prima in Kenya.

«International Christian Concern ha appreso che il 6 dicembre 2019, 11 passeggeri cristiani non locali sono stati attaccati durante un viaggio a Mandera da Nairobi e uccisi a Kotulo, nel nord-est del Kenya. Secondo quanto riferito, sono stati separati dalle loro controparti musulmane e uccisi per non aver recitato lo Shahada islamico. Confermando l’incidente, un agente di polizia keniota ha detto all’ICC: “Un autobus passeggeri appartenente alla compagnia di autobus Medina che viaggia tra Wajir e Mandera è stato attaccato da una banda criminale”».

Il bus assaltato a colpi di kalashnikov dai terroristi islamici di Al Shabaab

I militanti hanno diviso i passeggeri in gruppi, prendendo di mira solo quelli che non erano del posto. E quelli che non hanno voluto o saputo recitare la Shahada, la testimonianza di fede ad Allah, sono stato uccisi a fucilate. Nove sono i morti accertati: Athanus Kiti, Enos Odhiambo, Kelvin Mandela, Wisely Meli, Tikane Kasale, Leonard Mukanda, Francis Mbuvi, Rodgers Machuka e Anchari Okerosi. Mentre due risultano scomparsi (Emmanuel Barasa e Nathan Bett). Tra loro ci sarebbero almeno un poliziotto, un’insegnante e un medico.

I fondamentalisti islamici militanti del gruppo terroristico somalo Al Shabaab vicino ad Al Qaeda

L’agguato terroristico è stato attribuito ai jihadisi dal governatore di Mandera che ha espresso il suo rammarico e la condanna per la vile aggressione.

«Sono profondamente rattristato di apprendere dell’odioso attacco di autobus vicino a Kotulo, Wajir. Sono informato che i sospetti, combattenti di al-Shabaab, hanno con codardia separato i non locali diretti a Mandera da Nairobi. È estremamente triste e umanamente inquietante apprendere che, ancora una volta, hanno distinto i locali dagli altri prima di uccidere quelli che credevano essere non locali».

È comune nel nord-est del Kenya che i terroristi prendano di mira gli autobus, separino i passeggeri per identità religiosa e uccidano i cristiani. La formazione islamista di al-Shabaab è affiliata ad Al Qaeda ed è originaria della Somalia dove, proprio nelle mani di questi jihadisti, si troverebbe prigioniera la giovane cooperante italiana Silvia Romano, rapita il 20 novembre 2018 a Chakama, un villaggio keniota a 80 chilometri da Malindi.

La strage ndi 148 studenti nell’università di Garissa nel 2015

Nel 2018, Fredrick Ngui Ngonde e Joshua Ooko Obila furono uccisi in una maniera simile per aver rifiutato di recitare il credo islamico lungo la strada di Garissa Masalani. Nel 2015 148 studenti della Garissa University sono stati uccisi da uomini armati dopo il rilascio di quelli musulmani.

Nel 2014, 28 insegnanti in viaggio a Nairobi per le vacanze di Natale sono stati uccisi per non aver recitato la dichiarazione di fede islamica. Nathan Johnson, direttore regionale dell’ICC per l’Africa, ha commentato: «Preghiamo per le famiglie dei defunti e per la pace. Speriamo che il governo prenderà provvedimenti efficaci per fermare l’assassinio senza senso di così tanti cristiani in Kenya per mano di estremisti islamici come al-Shabaab. Lodiamo Dio come rifugio e forte torre che è per i nostri fratelli e sorelle perseguitati in Cristo che continuano a sopportare così tanto».

PRETI E VOLONTARI PUGNALATI, MUTILATI E BRUCIATI PERCHE’ CRISTIANI

 

NEGATO IL NATALE A BETLEMME AI CRISTIANI DI GAZA

«Tutti i dati raccolti negli anni recenti confermano il costante aumento del numero di pellegrini e turisti che da tutto il mondo giungono a Gerusalemme e Betlemme per visitare i Luoghi Santi soprattutto in occasione delle solennità cristiane del Natale e della Pasqua. Ma quest’anno, tra i tanti che celebreranno le festività natalizie dove Cristo è nato, morto e risorto, non potranno esserci i cristiani della Striscia di Gaza».

Comincia con questo filo di amarezza la nota di Fides, l’agenzia di stampa delle Pontificie Opere Missionarie, per informare di quanto ancora non ha avuto grande risalto sui media nonostante il lancio della Reuters di ieri: il mancato rilascio dei permessi ai palestinesi cristiani, anche solo per recarsi in visita alla Basilica della Natività di Betlemme. Il famoso monumento, situato nella Cisgiordania palestinese, è patrimonio Unesco dal 2012 ed è costituito dalla combinazione di due chiese e da una cripta, detta la grotta della Natività, che rappresenta il luogo preciso in cui Gesù è nato.

La stella d’argento inascyonata nel marmo dai Cristiani Cattolici (1717) nella grotta della natività con l’iscrizione: Hic de Virgine Maria Jesus Christus natus est (link video a fondo pagina)

«Due volte l’anno, a Natale e a Pasqua, il Cogat, organismo del ministero della Difesa israeliano che coordina le attività governative nei Territori palestinesi sotto occupazione, rilascia delle autorizzazioni che consentono a un certo numero di abitanti di Gaza di uscire ed incontrare i parenti che vivono fuori dalla Striscia e trascorrere qualche giorno di vacanza insieme» riferisce anche il sito TerraSanta che poi entra nei dettagli.

«Secondo l’agenzia di stampa americana Reuters, ieri – 12 dicermbre – un portavoce di Cogat ha annunciato che stavolta i cristiani di Gaza non potranno recarsi in Israele e nella Cisgiordania. Non saranno quindi in grado di visitare città come Betlemme, Gerusalemme o Nazaret».

La navata centrale della Basilica della Natività di Betlemme

«Giovedì 12 dicembre, le autorità israeliane hanno comunicato che ai battezzati palestinesi potranno essere concessi solo permessi per andare all’estero, passando per la Giordania, ma nessuno di loro potrà recarsi in Israele o nella Cisgiordania per trascorrere i giorni nel Natale presso i Luoghi Santi cristiani. La portavoce del ufficio militare israeliano che si occupa dei rapporti coi palestinesi ha giustificato tale disposizione facendo riferimento a motivi di sicurezza» riferisce Fides, senza ovviamente specificare che le continue escalations in Cisogiordania e nella striscia di Gaza di rcente, sono state sovente conseguenti a provocazioni militari dell’Israeli Defences Forces, l’esercito di Tel Aviv, disposte dal premier Nethanyahu (in prorogatio dopo due elezioni parlamentari terminate senza una maggioranza e quindi senza la nomina di un nuovo primo ministro).

«Solo i criminali di guerra uccidono nove civili innocenti nel sonno»

«La misura presa quest’anno dalle autorità israeliane rappresenta un ulteriore passaggio nel processo di progressiva restrizione dalle disposizioni messe in atto da Israele in circostanze analoghe – aggiunge l’agenzia delle Opere Pontificie Missionarie – In anni recenti, le autorità israeliane avevano a volte garantito un numero limitato ma consistente di permessi riservati ai cristiani di Gaza che volevano recarsi soprattutto a Betlemme, Nazareth o Gerusalemme per celebrare lì le feste cristiane del Natale o della Pasqua. Già lo scorso anno si era registrata una limitazione consistente dei permessi concessi dalle autorità di Israele, che erano stati riservati solo a persone con età superiore ai 55 anni».

Il luoghi della Terra Santa tra Israele e Cisgiornadia palestinese

I cristiani nella Striscia di Gaza sono ormai poco più di un migliaio, per lo più greco-ortodossi, su una popolazione complessiva di 2 milioni di palestinesi. La piccola realtà cristiana di quel lembo di territorio a maggioranza islamica continua ad assottigliarsi: i giovani che ci riescono, lasciano la terra in cui sono nati per emigrare, mentre nelle chiese si celebrano spesso i funerali degli anziani che terminano la loro vita terrena.

Siria: 76 capi ISIS tra i mercenari turchi, anche i killer del ranger Kassig e dell’attivista Hevrin. Ucciso prete cristiano

E’ un esodo analogo a quello che sta accadendo in modo più rapido e massiccio nel Rojava siriano da quando c’è stata l’invasione dell’esercito turco che attacca le postazioni delle milizie SDF ed YPG dei Curdi mentre lascia ai suoi alleadi jihadisti, sovente comandate da ex capi di fazioni affiliate ad Al Qaeda o all’Isis, il compito di attaccare e massacrare i civili sia Curdi che Cristiani, di fatto spingendoli ad emigrare per realizzare il piano di una sostituzione etnica, sotto gli occhi indifferenti della Nato e della senatrice Segre.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – REPORTAGE CRISTIANI PERSEGUITATI

GOSPA NEWS – INCHIESTE SUI JIHADISTI

GOSPA NEWS – LE AZIONI MILITARI DI ISRAELE

BARNABASAID – CAMEROON CARNAGE

PERSECUTIONS – KENYA MASSACRE

FIDES – BETLEMME VIETATA AI PALESTINESI

TERRA SANTA – NIENTE PERMESSI AI CRISTIANI

 

https://www.youtube.com/watch?v=XON39v_NJyQ

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