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Cristiani perseguitati: Messe di Natale cancellate in India e Iraq

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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A Baghdad quest’anno non ci sarà la Messa della Notte Santa di Natale, in India alcune famiglie cristiane sono state costrette a spostarsi in altri villaggi per celebrare le funzioni religiose perché alcune chiese sono state chiuse anche con gravi ritorsioni sui villaggi da parte degli estremisti Hindu che hanno tolto l’acqua potabile. Un pastore indiano da giorni sta cercando di ottenere le necessarie autorizzazioni per celebrare almeno la Messa del 25 nella festività solenne della nascita di Gezù Cristo.

Una messa di Natale in una chiesa di Baghdad lo scorso anno

«La Chiesa cattolica caldea irachena ha annunciato venerdì che le funzioni della vigilia di Natale a Baghdad saranno annullati a causa di problemi di sicurezza che coinvolgono le proteste in corso. La messa, tuttavia, si svolgerà il giorno di Natale – lo riferisce il sito Persecutions dell’International Christian Concern – Questo annuncio arriva pochi giorni dopo che la chiesa ha annunciato che non ospiterà celebrazioni natalizie come espressione di solidarietà con i manifestanti».

«Il paese è stato attirato dalle proteste dal 1 ° ottobre, senza una chiara risoluzione in vista. I manifestanti chiedono la fine della corruzione, la fine della politica settaria e la parità di diritti per tutti, indipendentemente dalla religione. La dura risposta del governo ha colto di sorpresa molti iracheni. Con centinaia di morti e forse migliaia di feriti, il governo è stato implacabile nella loro aggressione nei confronti dei manifestanti».

In un precedente reportage abbiamo analizzato l’esplosiva situazione dell’Iraq che sta vivendo insurrezioni pianificate e assai violente, con l’uccisione di adolescenti da parte dei manifestanti, in tutto simili a quelle già viste in Libano e prima ancora in Venezuela in un progetto di destabilizzazione più volte realizzato dal sedicente centro non-violento Canvas, con forti legami e supporti dagli Usa, per una strategia di regime-change finalizzata all’insediamento di governanti filo americani.

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Negli ultimi anni, infatti, la maggioranza politica che gfa riferimento agli Islamici Sciiti si è avvicinata sempre più ai musulmani della medesima confessione che governano l’Iran.

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Ciò ha determinato il paradosso che proprio il principale ayatollah iracheno Alī al-Husaynī al-Sīstānī ha sostenuto le ragioni della protesta per non perdere il consenso della popolazione. Ma l’escalation delle violenze di piazza è degenerata nonostante le dimissioni del primo ministro Adil Abdul-Mahdi. Identica situazione si è verificata in Libano dove le manifestazioni, anche se meno drammatiche, sono proseguite nonostante le dimissioni del primo ministro. Analoga la vicenda di Hong Kong dove i pacifisti con le molotov continuano le barricate nonostante il ritiro delle leggi sull’estradizione in Cina che avevano dato il via alle manifestazioni.

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Ma se in Iraq il problema dei Cristiani, abbastanza tollerati dagli Sciiti ad eccezione di quelli di Teheran che impediscono le riunioni dei gruppi di preghiera e culti pubblici, è di natura “geopolitica”, in India sono invece al centro di una persecuzione quotidiana religiosa che potrebbe diventare anche legalizzata con l’approvazione di un progetto di legge anti-conversioni del Bharatiya Janata Party, il Partito Popolare Indiano nazionalista e filo Hindu che oggi controlla il governo del paese.

LA PERSECUZIONE CONTRO I CRISTIANI INDIANI

Questo è per ora soltanto un incubo mentre sono invece realtà le vili aggressioni compiute in varie zone del paese proprio per privare i Cristiani del diritto di celebrare il Natale. Mentre la nazione è scossa dalla protesta per l’adozione del Citizenship Amendment Act 2019, che discrimina la concessione del diritto di cittadinanza, negandolo ai rifugiati musulmani, anche le comunità cristiane denunciano atti ed episodi che violano la libertà di culto e di pratica religiosa, in diversi stati della Federazione.

Come comunicato dall’Agenzia Fides, una riunione di canti natalizi è stata bruscamente interrotta il 17 dicembre a Permuapalayam, in Tamil Nadu, da cinque uomini che hanno aggredito le persone presenti, tra i quali un ragazzo di 17 anni. Il Pastore protestante Giosuè, che guida la una comunità locale, aveva riunito alcuni fedeli per celebrare l’Avvento nella propria casa, quando si è verificata l’aggressione dei militanti, contrari alla celebrazione del Natale.

In una sola settimana di dicembre, International Christian Concern (ICC) ha documentato varicasi di persecuzione religiosa contro i cristiani indiani.

«Almeno 10 cristiani sono stati arrestati con accuse penali, 25 famiglie cristiane sono state private fuori dall’acqua potabile e diverse chiese, tra cui una con quasi 600 membri, sono state chiuse» riporta il sito Persecutions.

«Abbiamo cancellato tutti i nostri eventi natalizi nel villaggio di Banni Mardatti, inclusi canti natalizi, riunioni di cottage ed eventi pre-natalizi. C’è la paura di essere attaccati dai radicali Indù » ha detto all’ICC il pastore Raja Bhovi, capo pastore della chiesa di Sua Grazia, nello stato indiano del Karnataka.

Il 4 dicembre, la comunità ecclesiale del pastore Bhovi è stata attaccata da una folla di nazionalisti indù radicali mentre stavano sgombrando un appezzamento di terra per la costruzione di una chiesa. Di conseguenza i cristiani furono brutalmente picchiati dagli estremisti.

«Tutte le 25 famiglie cristiane erano presenti alla stazione di polizia per presentare una denuncia, tuttavia, la polizia ci ha detto che i cristiani non possono tenere riunioni nel villaggio e che i pastori esterni al villaggio non possono visitare le famiglie cristiane, anche durante questa festività stagione» ha raccontato il religioso.

Dopo questo, gli estremisti nel villaggio hanno interrotto l’approvvigionamento idrico per tutte e 25 le famiglie cristiane. Secondo la gente del posto, i radicali avrebbero detto ai cristiani che sarebbero stati cacciati fuori dal villaggio se non avessero concordato di ritrattare la loro fede.

“Stiamo portando tutte e 25 le famiglie cristiane ad Arsikare, una città a 30 chilometri dal villaggio di Banni Mardatti, per celebrare il Natale. La nostra speranza è che avremo una serena festa di Natale, anche se è lontano dalle nostre case ” ha detto il pastore Bhovi all’ICC.

«In un altro episodio di persecuzione che ha colpito le vacanze di Natale, una chiesa nell’Uttar Pradesh è stata chiusa dagli estremisti dopo una falsa denuncia penale contro il pastore della chiesa. L’8 dicembre, il pastore Ramjit è stato chiamato alla stazione di polizia locale dove gli è stato detto che era stato accusato di essere coinvolto in conversioni religiose forzate e che non gli era più permesso tenere servizi di culto domenicale nella sua chiesa» riferisce il website cristiano.

“Siamo molto incerti sul Natale di quest’anno. A differenza degli anni precedenti, ci è stato detto di chiudere la nostra chiesa dall’8 dicembre. È una situazione molto dolorosa per noi adesso. Speriamo tutti che le cose cambino” ha detto il pastore Ramjit all’ICC mentre sta lavorando duramente per ottenere l’autorizzazione dalle autorità locali per consentirgli almeno di tenere un servizio di Natale il 25 dicembre.

“Se non riusciremo a ottenere il permesso, dovremo organizzare diversi piccoli incontri nelle case il giorno di Natale. Avremo le funzioni in un modo o nell’altro” ha aggiunto il religioso.

 

L’INCUBO DELLA LEGGE BJP ANTI-CONVERSIONE

In India i casi come quelli del pastore dell’Uttar Pradesh sono assai frequenti: per ostacolare il culto cristiano gli estremisti Indù denunciano conversioni forzate o addirittura arrivano ad uccidere i convertiti, come accaduto ad un fedele Evangelico, decapitato nei mesi scorsi come documentato da Gospa News.

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Ecco perché la sola circostanza che sia allo studio una legge contro le conversioni da parte del partito BJP rappresenta un vero incubo non solo per i Cristiani ma anche per i Musulmani. Ciò avviene poco dopo che il governo guidato dal BJP approvò una controversa legge che spogliava il Jammu e il Kashmir, l’unico stato a maggioranza musulmana dell’India, del suo stato e del suo status autonomo speciale.

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Secondo Zee News, il governo ha già iniziato a redigere un disegno di legge analogo per l’intero paese. «I nazionalisti indù radicali hanno spesso usato lo spettro delle conversioni religiose di massa per approvare leggi e regolamenti che limitano la libertà religiosa. I cristiani indiani sono falsamente accusati di cospirazioni in cui i poveri indù sono convertiti fraudolentemente al cristianesimo» riporta ICC.

Tuttavia, secondo i dati sulla popolazione dell’India, la cospirazione delle conversioni di massa al cristianesimo non regge. Nel 1951, primo censimento dopo l’indipendenza, i cristiani costituivano solo il 2,3% della popolazione complessiva dell’India, percentuale confermata dai dati del 2011.

«Negli stati in cui sono attualmente emanate leggi anti-conversione, tra cui Odisha, Madhya Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Himachal Pradesh, Jharkhand e Uttrakhand, sono ampiamente abusate. I nazionalisti radicali hanno accusato falsamente leader cristiani ed evangelisti di convertire con forza le persone al cristianesimo per giustificare molestie e aggressioni, trascurate dalla polizia» aggiunge il website Persecutions.

Fino ad oggi, nessun individuo è stato condannato per conversioni forzate in India anche se alcune delle leggi anti-conversione a livello statale sono in circolazione dal 1967. Purtroppo, però, si verifica sempre più di frequenza la prassi occulta dell’eliminazione fisica del convertito, adottata dai fondamentalisti Islamici Sunniti in Pakistan dove gli imputati di blasfemia contro l’Islam spesso non arrivano nemmeno a processo perché vengono uccisi prima in cella da fanatici integralisti.

 

IL TARDIVO PERMESSO PER I CRISTIANI DI GAZA

Per fortuna arrivano buone notizia per i Cristiani in maggioranza ortodossi della Striscia di Gaza in quanto le autorità israeliane dopo l’iniziale divieto a trasferirsi in Cisgiordania per un pellegrinaggio a Betlemme e Gerusalemme hanno concesso i permessi all’ultimo momento senza discriminazione. Lo ha annunciato il generale Kamil Abu Rukun a capo del COGAT, l’Unità di coordinamento delle attività del governo israeliano nei territori palestinesi. Nell’informazione diffusa dall’organismo israeliano veniva specificato che i permessi saranno concessi ai singoli sulla base di “valutazioni di sicurezza” e senza tenere conto dell’età dei richiedenti.

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La decisione tardiva, però, ha impedito ai fedeli di organizzarsi e finora soltanto 60 persone hanno richiesto l’autorizzazione ad attraversare Israele per recarsi nei luoghi della Terra Santa in territorio Palestinese, secondo quanto riferito da Fides, l’agenzia di stampa delle Pontificie Opere Missionarie. Ma resta drammatica la situazione in Iraq e soprattutto in India dove le persecuzioni dei fondamentalisti Hindu si sono intensificate proprio per rovinare ai credenti in Cristo la celebrazione natalizia.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES

GOSPA NEWS – CHRISTIANS PERSECUTED

PERSECUTION – IRAQ CANCELS CHRISTMAS EVE MASS

PERSECUTION – BITTER CHRISTMAS IN INDIA

PERSECUTION – BJP PARTY’S BILL AGAINST FORCED CONVERSION

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