BUONA NOVELLA: Orfana liberiana operata in Italia grazie alle Missionarie. Ecco come si aiuta l’Africa!
Questo sito di Informazione Giornalistica Cristiana è focalizzato sulle persecuzioni ai Cristiani ma anche sulle investigazioni internazionali per analizzare le cause delle guerre e delle emergenze sociali. Pertanto crimini e tragedie sono purtroppo all’ordine del giorno.
Per questo, infervorati dal clima lieto del Natale di Gesù, abbiamo deciso di aprire una nuova finestra sul mondo: la Buona Novella (in sintonia con il significato originario del termine greco ευ-αγγέλιον e poi latino Evangelium, ovvero “lieto annunzio”).
Ogni domenica, a meno che non capitino eventi di portata eccezionale, tralasceremo la cronaca per dedicarci ad una storia cristiana che sia esempio di Fede, Speranza e Carità. (potete segnalare casi via email a: redazione@gospanews.net)
La prima l’abbiamo trovata sul sito della Comunità Cenacolo di Saluzzo (Cuneo) fondata da suor Elvira per il recupero dei giovani emarginati, disagiati e con varie problematiche sociali come la tossicodipendenza.
All’interno “del carisma e del servizio apostolico” di questo centro di aiuto è nata la famiglia religiosa delle Suore Missionarie della Risurrezione che sono presenti in 11 stati in Europa, 6 in America Latina, due negli Usa, uno in Asia ed uno anche in Africa.
Ed è proprio in Liberia che comincia questa piccola grande storia di Fede, Speranza e Carità, ma anche di Fortezza, Consiglio e Intelligenza, tre grandi doni dello Spirito Santo.
Una bambina africana rimasta orfana fu affidata alle suore in quanto malnutrita. Ma negli anni successivi è poi risultata affetta da una gravissima patologia cardiovascolare in un paese come la Liberia dove la sanità pubblica versa in condizioni tragiche.
Le missionarie, però, si sono ingegnate e sono riuscite a trovare chi le ha aiutate a finanziare il trasporto della bambina in Italia per una delicatissima operazione al cuore.
Lasciamo alle parole pubblicate da Comunità Cenacolo il compito di raccontare questa emozionante Christmas Carol (canto di Natale) di ringraziamento al Signore Onnipotente ed alla sua Divina Provvidenza che opera attraverso il nostro amore per il prossimo.
Vogliamo ringraziare con voi il Signore per la provvidenziale porta che si è aperta per salvare una bambina della nostra missione della Liberia, che chiameremo Jamila (per rispetto della privacy).
Alcuni anni fa è stata portata nella nostra missione Saint Josephine Bakita in Liberia dalle Suore di Madre Teresa: rimasta senza genitori, il nonno l’aveva consegnata a loro perché in fin di vita, molto denutrita.
L’amore delle suore è riuscito a salvarla, ma non potevano tenerla con loro a lungo. Così è stata accolta nella nostra missione che è diventata la sua famiglia e dove è rimasta in questi anni.
Negli ultimi due anni la salute di Jamila ha vacillato: ha manifestato in modo sempre più grave un problema cardiaco che in Liberia era irrisolvibile; là infatti non ci sono cardiologi né apparecchiature cardiologiche per la diagnostica, figuriamoci poi pensare a un intervento al cuore!
Che fare? Le nostre Suore della missione unite ai volontari/e hanno insistito bussando con fede al cuore di Dio con la preghiera e chiedendo con insistenza aiuto qui in Italia a noi: per una serie di coincidenze provvidenziali in quel tempo abbiamo conosciuto la meravigliosa associazione “Cuore Fratello Onlus”, fondata da don Claudio Maggioni che ne è presidente, che dopo essere stata da noi contattata si è adoperata senza sosta perchè la piccola potesse arrivare in Italia per essere operata al Policlinico San Donato.
È stato edificante per noi incontrare questa Associazione e vedere la professionalità con cui tutto è stato preparato nei dettagli: dal viaggio in aereo all’arrivo con ambulanza sotto l’aereo per prendere la bimba, al ricovero, ai volontari presenti in ospedale per seguire il decorso di Jamila…
Conoscendo “Cuore Fratello” ci è venuta in mente un’espressione molto usata dalla nostra Madre Elvira: “Il bene va fatto bene!”. È bello contemplare come i poveri ci fanno incontrare, ci uniscono nel bene, ci fanno scoprire la ricchezza che siamo gli uni per gli altri!
Sembrava un sogno impossibile salvare il “cuore” di Jamila, invece che dono contemplare ciò che Dio ha pensato per questa sua piccola e povera figlia, per darle la possibilità di continuare a vivere. E che stupore vedere quanti cuori si sono messi in moto per amare e rendere possibile il tutto!
Con la presente vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno “partecipato” a questo miracolo: grazie a chi ha pregato con fede chiedendo a Dio il miracolo; grazie all’Associazione Cuore Fratello per il pieno supporto ricevuto; grazie all’Ambasciata Italiana in Costa d’Avorio nella persona dell’ambasciatore Dott. Stefano Lo Savio per la sollecitudine, una volta presentati i documenti necessari, al rilascio del visto necessario per le cure; grazie ai medici, infermieri e personale del fantastico reparto di Cardiopediatria del Policlinico San Donato, dove abbiamo incontrato professionalità e umanità eccellenti. Grazie di cuore poi a tutti coloro che hanno contribuito e contribuiranno con generosità, facendosi Provvidenza, per l’operazione e il decorso della piccola Jamila: Dio vi ricompensi tutti!
Per chi desidera conoscere l’Associazione Cuore Fratello Onlus ed eventualmente sostenere l’intervento che Jamila ha subito oppure aiutare l’Associazione stessa nella sua “mission”, lasciamo qui il link al loro sito dove troverete tutte le informazioni necessarie.
Ecco il racconto felice di Jamila come è stato riportato dal sito della Comunità Cenacolo.
Questa storia è l’esempio di come vanno aiutati davvero gli africani, investendo risorse ed energie per accogliere e curare i più deboli e fragili piuttosto che per dare una temporanea illusione a migranti adulti (o pseudominorenni) in perfetta salute, che dopo 18 mesi vengono buttati fuori dai Centri di Accoglienza, in mezzo a una strada, muniti unicamente di un permesso di soggiorno per cercare un lavoro in Italia, in questo momento difficile da trovare anche per gli stessi italiani… E’ questo infatti il perverso percorso generato dal buonismo di facciata dell’Europa che non sa o non vuole affrontare la sostanza del problema costruendo o potenziando le strutture di sostegno nei paesi africani ed investendo risorse come stanno facendo paesi del Brics come Russia e Cina.
Come media di Informazione Giornalistica Cristiana non possiamo nemmeno lontanamente sognarci di essere contrari all’accoglienza dei profughi delle guerre, di bambini malnutriti e minori o anziani malati. Ma proprio perchè è materialmente impossibile accogliere l’intera Africa in Italia vorremmo che ci fosse un’accurata distinzione tra i veri disperati in difficoltà ed i migranti economici per avventura, tra i quali spesso si annidano clandestini senza alcun diritto all’asilo politico o addirittura pericolosi delinquenti affiliati alla Mafia Nigeriana o all’Isis, come ampiamente dimostrato dai nostri molteplici reportage.
Redazione Gospa News
SUORE MISSIONARIE DELLA RISURREZIONE
MADRE ELVIRA E LA COMUNITA’ CENACOLO
“Sono sposata felicemente,
ormai da tanti anni,
con il Figlio del “falegname di Nazaret”,
di professione anche lui carpentiere,
e ogni giorno di più, camminando con Lui
in una novità perenne di vita e di gioia,
sto scoprendo che “servire è regnare.
Non c’è regno più affascinante,
più grande, più stupendo,
più ricco del cuore dell’uomo”
Madre Elvira
RITA AGNESE PETROZZI, conosciuta come MADRE ELVIRA e da tanti identificata come “la suora dei drogati”, nasce a Sora (FR) il 21 gennaio 1937. Ama definirsi “figlia di gente povera“. Durante la seconda guerra mondiale, insieme alla sua povera famiglia, emigra ad Alessandria, dove vive i disagi e la miseria del dopoguerra, divenendo in casa la “serva” di tutti. A 19 anni entra in convento a Borgaro Torinese, presso le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, dove da Rita Agnese diventa suor Elvira.
Intorno alla metà degli anni Settanta sente nascere dentro di lei come “un fuoco, una forte spinta interiore” a dedicarsi ai giovani che vede in quegli anni sbandati, persi, smarriti. Dopo una lunga, paziente e fiduciosa attesa, il 16 luglio 1983, a Saluzzo (CN), fonda la Comunità Cenacolo, che non è solo un’opera sociale o assistenziale, ma è soprattutto una “famiglia” fondata sulla fede, dove l’uomo ferito può incontrare un amore che lo accoglie gratuitamente, lo aiuta a guarire le ferite, lo sostiene e lo guida per ritrovare la Via della Verità, un amore esigente che lo educa alla bellezza della Vita vera.
e ch paga per tutti costoro che vengono a farsi operare in italia?
chi altro potrebbe pagare se NON MAMMA ITALIA…
poi per noi italiani mesi di attesa per qualsiasi cosa!!!
Come anche un rimbambito avrebbe capito leggendo l’articolo sono contributi privati volontari reperiti dalle associazioni in questione… Signor Lodovico ci pare che lei sia in attesa della Grazia di diventare intelligente…
Redazione Gospa News