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I missili iper-tecnologici dell’Iran a segno contro le basi Usa in Iraq. Voli sospesi

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MISSILI IPER-TECNOLOGICI E MISTERO SUI MORTI

AGGIORNAMENTO 9 GENNAIO 2019 – ORE 10,35 (Italia – GMT+1)

E’ mistero sugli 80 morti e 200 feriti che gli attacchi missilistici iraniani avrebbero provocato, secondo la Tv dell’Iran, nelle basi americane di Al Asad ed Erbil in Iraq. Sia il presidente Usa Donal Trump che le autorità irachene hanno smentito la circostanza. In particolare da Baghdad è giunta la notizia che Teheran aveva avvertito il governo e l’esercito iracheno dell’operazione militare, consentendo sia agli iracheni che agli americani (e stranieri del contingente Nato tra cui gli italiani) di nascondersi nelle zone fortificate.

Ma un’immagine satellitare inequivocabile smentisce anche Trump in merito alla circostanza che i missili hanno fatto “piccoli danni”. La foto con vari crateri dimostra le numerose zone della base di Al Asad dove sono stati danneggiati depositi, aerei, droni ed elicotteri in un bilancio che il Pentagono non ha la minima intenzione di rivelare per non riconoscere la potenza di fuoco dell’avversario.

I crateri creati dai missili nella base americana di Ain Al Asad in Iraq

Ciò è stato ben evidenziato in un articolo su Veterans Today (pubblicato in precedenza su Russia Today) da Scott Ritter, un ex ufficiale dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Ha prestato servizio in Unione Sovietica come ispettore per l’attuazione del Trattato INF, nello staff del generale Schwarzkopf durante la guerra del Golfo, e dal 1991-1998 come ispettore delle armi delle Nazioni Unite.

Secondo Ritter Teheran in risposta all’assassinio di Qassem Soleimani non ha colpito per uccidere ma per dare dimostrazione di forza coi nuovi missili di crociera iper-tecnologici, utilizzati con precisione chirurgica insieme a quelli balistici, che a differenza dei primi non sono teleguidati ma lanciati con un bersaglio prefissato aumentando il margine di errore.

Sono stati infatti impiegati razzi di medio-lungo raggio (da 500 a 800 km) Qaim 1 e Fahad 313, il primo estremamente veloce e preciso, il secondo dotato di un congegno tipo “jammer”, un disturbatore di frequenza usato per i telefoni cellulari, in grado di evitare l’intercettazione dei sistemi di difesa anti-missile Patriot in dotazione agli americani e già risultati di scarsa efficacia nell’attacco agli impianti petroliferi Aramco in Arabia Saudita.

Una cosa certa sull’attacco è che nemmeno uno dei razzi iraniani è stato abbattuto dagli americani. Le Guardie Rivoluzionarie di Teheran hanno sparato 17 missili, 15 hanno raggiunto l’obietivo e 2 non sono esplosi come il presunto razzo balistico Zelzal caduto vicino ad Erbil della foto principale.

“Il generale Soleimani ha combattuto eroicamente contro l’Isis, al Nusra, Al Qaeda e altri. Se non fosse stato per la sua guerra al terrorismo, le capitali europee sarebbero ora in grande pericolo”, ha scritto su Twitter il presidente iraniano Hassan Rohani. “La nostra risposta finale alla sua uccisione consisterà nel cacciare tutte le forze Usa dalla regione”, ha aggiunto.

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Parole ancora più infuocate sono giunte dal capo culturale iracheno di Hashid al-Shaabi (Forze popolari di mobilitazione – PMF) Seyed Hashem al-Heidar.

«L’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad e tutti i loro soldati sono nel raggio di missili della resistenza perché l’annichilimento di Israele e degli Stati Uniti è il prezzo del sangue del martire Soleimani, e se Dio vuole che l’intera regione sarà liberata “, ha detto al-Heidari, rivolgendosi a un incontro a Qom nell’Iran centrale martedì notte.

in effetti anche la scorsa notte alcuni razzi hanno colpito la Green Zone dove si trova la sede diplomatica americana a Baghdad. Mentre altri, lanciati dagli Usa, hanno preso di mira alcune postazioni delle Quds Forces dei Pasdaran iraniani a Deir Ezzor senza che i media occidentali dessero minimo risalto all’attacco (è riportato solo dall’agenzia siriana SANA).

La vendetta dell’Iran comincia da Qom. Grazie al bunker nucleare di Fordow

Il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, ha descritto gli attacchi effettuati dal suo paese contro le basi Usa come “misure proporzionate di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”. Zarif ha concluso osservando che “Non cerchiamo l’escalation o la guerra, ma ci difenderemo da qualsiasi aggressione”.

L’azione di Trump è comunque servita a rimpattare i vertici della Nato che hanno espresso solidarietà agli Usa nonostante l’agguato a tradimento Soleimani che si stava recando a Baghdad per una missione diplomatica tra Iran, Iraq e Arabia Saudita per allentare le tensioni nel Golfo Persico della scorsa estate culminate nei sequestri reciproci di petroliere.

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Una manovra utile a rimpolpare le case della Nato con nuovi investimenti nel campo della difesa ed ad arricchire la Lobby delle Armi ma certamente anche destabilizzante nelle tensioni sui trattati nucleari: Trump, infatti, contrinua a ripetere che non consentirà mai all’Iran di avere la bomba atomica ma sta facendo azioni propedeutiche a legittimare il diritto di Teheran a proseguire l’arricchimento dell’uranio nel bunker inattaccabile di Fordow.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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ARTICOLO VETERANS TODAY

 


VOLI SOSPESI PER BAGHDAD E TEHERAN. ITALIANI SALVI NEL BUNKER

AGGIORNAMENTO 8 GENNAIO 2019 – ORE 8,35 (Italia – GMT+1)

ENGLISH VERSION HERE

L’Iran, all’1,20 ora di Baghdad (GMT+3), ha lanciato l’operazione ‘Soleimani Martire’ sferrando un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. La stessa ora in cui fu lanciato il drone dagli Usa che ha ucciso il generale iraniano nell’aeroporto di Baghdad venerdì notte.

Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil, come prima rappresaglia per l’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa. Secondo la tv di Stato iraniana, ci sarebbe stata anche una seconda ondata di attacchi.

I resti di uno dei missili balistici iraniani Zelzal, nome in codice Great Prophet-6, caduto nelle vicinanze della base di Erbil – clicca sull’immagine per vedere il video di un lancio

Un primo bilancio delle vittime parla di 80 morti. Il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza – secondo quanto appreso dall’ANSA – e gli uomini si sarebbero rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi.

La base Usa di Ambar a Assad in Iraq

Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente americano Donald Trump sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva.

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L’IRGC, il Corpo delle guardie della rivoluzione dell’Iran, ha anche avvertito tutti gli alleati degli Stati Uniti nella regione che saranno presi di mira se qualsiasi azione aggressiva viene intrapresa dal loro territorio, mettendo in guardia Kuwait, Bahrain, Arabia Saudita, Giordania e Israele.

 

MOLTE COMPAGNIE AEREE SOSPENDONO I VOLI

Diverse linee aeree hanno deciso di evitare lo spazio aereo iraniano, in una fase di altissima tensione tra la Repubblica islamica e gli Stati Uniti dopo gli attacchi missilistici sulle basi americane in Iraq. Nella stessa notte è precipitato un Boeing ucraino in volo tra Teheran e Kiev causando 176 morti e nessun superstite. L’Ambasciata ucraina a Teheran ha parlato – a pochissime ore dai fatti – di un incidente dovuto a un problema del motore, non a un’azione terroristica.

Air France sospende sorvoli di Iran e Iraq Air France ha sospeso fino a nuovo avviso “tutti i sorvoli dello spazio aereo iraniano e iracheno”, poche ore dopo gli attacchi iraniani.

Alitalia: nessun volo su Teheran Alitalia non opera voli per l’Iran, mentre per quanto riguarda i collegamenti con Nuova Delhi (India) e con le Maldive, gli aerei della compagnia, così come quelli delle altre aviolinee, utilizzano rotte alternative a quelle che sorvolano l’Iraq e l’Iran.

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La Federal Aviation Administration statunitense ha, ovviamente, emesso un avviso per gli aerei commerciali, vietando loro di “operare nello spazio aereo di Iraq, Iran e sulle acque del Golfo persico e del Golfo dell’Oman”. Questo avviso ha un impatto relativo sul traffico aereo, perché le principali compagnie aeree Usa non operano sull’Iran. Solo la United ha dovuto cambiare la rotta di di un suo volo. Singapore ed EVA Air

La Singapore Airlines, dal canto suo, ha comunicato oggi che i suoi voli da e per l’Europa non passeranno più per lo spazio aereo iraniano. Altrettanto ha fatto una portavoce di EVA Air, il vettore di Taiwan.

 

I MILITARI ITALIANI IN IRAQ

Il quartier generale della Coalizione internazionale che opera in Iraq “al momento sta pianificando una parziale ridislocazione degli assetti al di fuori di Baghdad”. Lo aveva affermato poche ore prima degli attacchi lo Stato Maggiore della Difesa precisando che ciò “non rappresenta un’interruzione della missione e degli impegni presi” dall’Italia con i partner internazionali e con la NATO che attraverso il segretario generale hs di fatto sostenuto la legittimità dell’attacco americano coi droni a Soleimani.

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Il quotidiano La Stampa ieri scriveva che i soldati italiani avevano lasciato, nel corso della notte, la base americana a Baghdad, da due giorni sotto il tiro dei mortai. Secondo il quotidiano il trasferimento dal compound “Union 3” ha riguardato tutti gli uomini italiani impegnati nell’operazione di addestramento delle forze di sicurezza irachene – un cinquantina di carabinieri – ed è stato deciso dallo Stato maggiore della Difesa in accordo con i vertici della Nato. I soldati, che partecipano alla “Nato Mission Iraq”, non sono stati riportati in Italia, riferisce ancora il giornale torinese, dopo che il Parlamento Iracheno ha votato una risoluzione per l’espulsione di tutte le truppe Usa dal Paese e anche di quelle degli altri paesi stranieri.

«L’Emergency response division addestrata dagli italiani, una delle punte di lancia dell’offensiva che ha liberato Mosul dal Califfato è composta in gran parte da sciiti, che oramai fanno di tutta l’erba un fascio chiedendo il ritiro delle truppe straniere in Iraq – ha scritto il reporter di guerra Fausto Biloslavo su Il Giornale – E proprio noi italiani con 926 uomini in Kurdistan, nel nord del Paese, ci troveremo in estrema difficoltà».

«La missione, Prima Parthica con sede ad Erbil, ha addestrato i combattenti curdi dall’arrivo dell’Isis in Iraq, ma fa parte dell’intervento a guida Usa con comando a Baghdad – ha aggiunto il giornalista – Non a caso nella zona verde della capitale c’è il generale Paolo Attilio Fortezza, un incursore, che comanda tutto il contingente italiano e ricopre l’incarico di Direttore dell’addestramento della coalizione contro lo Stato islamico».

DOSSIER TURCO: I 21 GRUPPI JIHADISTI FINANZIATI DA USA E CIA: armati coi micidiali missili TOW

Anche la Germania ritirerà alcune delle sue truppe schierate in Iraq nell’ambito della della coalizione anti Isis. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Berlino, nella bufera seguita all’uccisione da parte degli Stati Uniti del comandante del Qods iraniano, Qassem Soleimani. Circa 30 soldati di stanza a Baghdad e Taji saranno trasferiti in Giordania e in Kuwait, ha detto un portavoce del ministero della Difesa ad AFP, aggiungendo che il ritiro “inizierà presto”.

 


PIOGGIA DI MISSILI SULLE BASI USA IN IRAQ

ARTICOLO 8 GENNAIO 2019 – ORE 1,12 (Italia – GMT+1)Breaking News da Veterans Today – Gordon Duff Senior Editor I Veterans Today sperano che nessun americano sia ferito in questo attacco di ritorsione estremamente giustificato contro le azioni codarde dell’esercito americano di stanza in questa base.   30 missili guidati iraniani hanno finora colpito la base aerea di Al Asad in Iraq, sede dell’Aeronautica degli Stati Uniti e la più grande base in Iraq. Gli Stati Uniti hanno dispiegato diverse batterie di missili Patriot alla base a maggio in caso di tale attacco. A partire dalle 18:20 EST, gli Stati Uniti hanno riconosciuto che 6 missili iraniani hanno colpito la base e nessuno, finora, è stato intercettato con successo.

Confermato dalla CNN. Sotto attacco missilistico dall’Iran. Questi sono o missili da crociera o missili balistici a corto raggio. In tutto il paese “, ha affermato una fonte militare statunitense di stanza in Iraq, ha riferito Jennifer Griffin della Fox News.

Dall’ABC: Numerosi missili sono stati lanciati in Iraq dall’Iran contro bersagli militari americani, secondo un funzionario americano. “Questa mattina, coraggiosi combattenti dell’Air Force dell’IRGC hanno lanciato un’operazione di successo chiamata Operazione Martire Soleimani, con il codice” Oh Zahra “sparando decine di missili terra-terra alla base delle forze terroristiche e invasive degli Stati Uniti”, ISNA ha riferito il punto di notizie gestito dallo stato.

Un funzionario statunitense conferma ad ABC News che missili balistici sono stati lanciati dall’interno dell’Iran in diverse strutture militari statunitensi all’interno dell’Iraq mercoledì mattina, ora locale. Le strutture includono Erbil nell’Iraq settentrionale e la base aerea di Al Asad nell’Iraq occidentale, ha detto il funzionario. “Siamo a conoscenza delle notizie di attacchi alle strutture statunitensi in Iraq”, secondo una dichiarazione della segretaria stampa della Casa Bianca Stephanie Grisham. “Il presidente è stato informato e sta monitorando attentamente la situazione e consultandosi con il suo team di sicurezza nazionale”.

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