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L’Italia abbraccia Erdogan per la LIbia: ma i jihadisti Turchi fanno morti e bimbi feriti in Siria

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Ankara vuole la tregua per Tripoli
ma ad Aleppo i terroristi islamici
hanno violato il cessato il fuoco
facendo l’ennesima strage di civili

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Nella mia vita non sono mai stato esperto nella diplomazia: soprattutto quando di mezzo ci sono migliaia di morti ammazzati molti dei quali bambini.

Probabilmente è per questo motivo che non ho la minima fiducia nel presidente turco Recep Tayyip Erdogan e non ho esitato a definirlo più volte “dittatore islamico” dopo il decimo o quindicesimo reportage sulle complicità della Turchia con i terroristi quaedisti di Al Nusra, ora Hayat Tahrir al-Sham (HTS), e con i jihadisti dell’ISIS, incarcerai nelle “accoglienti” prigione turche solo per essere forzosamente reclutati e quindi liberati con la regia della potente intelligence di Ankara MIT (Millî İstihbarat Teşkilâtı – organizzazione d’informazione nazionale).

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Il premier italiano Giuseppe Conte queste cose dovrebbe saperle bene, essendo al vertice del presidente del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica cui fanno capo i tanti e ramificati organi d’intellgence italiana.

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Come dovrebbe essere a conoscenza dei voli sospetti partiti dal Belgio attraverso un compagnia charter di cargo arabo-moldava, riferiti da Gospa News, che hanno fatto ripetutamente spola tra Istanbul, Ostend e Misurata, in Libia, nei giorni in cui Erdogan ha spedito i jihadisti stipendiati 2.000 dollari al mese ad appoggiare Fayez Al Sarraj ed il suo Governo di Accordo Nazionale a Tripoli.

Conte dovrebbe anche sapere e ricordarsi delle centinaia di volte in cui il presidente turco ha concordato un cessate il fuoco per la roccaforte degli pseudo-ribelli siriani, in realtà qaedisti di HTS, nella provincia di Idlib. L’ultima è stata siglata da Erdogan nei giorni scorsi con il presidente russo Vladimir Putin che ha poi voluto che la tregua iniziasse alle 00 di domenica 12 gennaio proprio come quella definita per la Libia, ripetutamente violata sebbene soltanto con piccoli occasionali attacchi da entrambe le parti.

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Nella sua grande magnanimità lo zar di Mosca ha lasciato credere che siano state le mediazioni del presidente del Consiglio italiano ad ottenere questo minimo risultato, raggiunto e disatteso, dopo ore, giorni o mesi in Tripolitania numerose volte negli ultimi anni, ancor prima che sulle sponde del Mediterraneo di fronte all’Italia ci fosse lo sbarco dei mille, stavolta a Tripoli e non a Marsala, stavolta jihadisti e non garibaldini massoni.

E così mentre resta appeso ad un filo il cessate il fuoco sulle coste libiche, da cui parte il gasdotto Greenstream per la Sicilia costruito nei bei tempi in cui c’era Muhammar Gheddafi, mentre Conte fa la pantomima di uno statista stringendo la mano al presidente turco in cerca di mediazione per il destino di Tripoli, ad Aleppo si continua a crepare, per quegli stessi razzi lanciati dai soliti terroristi islamici coordinati, addestrati, armati e finanziati dalla Turchia.

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«Una fonte al comando di polizia di Aleppo ha detto domenica al reporter SANA che i gruppi terroristici posizionati nella periferia occidentale e nella campagna nord-occidentale della città di Aleppo hanno lanciato un numero di razzi contro i quartieri residenziali di Masaken al-Sabeel, Tishreen Street, al-Shahbaa al -Jadideh, al-Khaldiyeh e al-Nile Street. La fonte ha aggiunto che gli attacchi terroristici hanno causato il martirio di tre civili e la ferita di tre, tra cui due bambini, quando sono stati ricoverati in ospedale».

Uno dei bambini feriti dai razzi, ricoverato d’urgenza in terapia intensiva ad Aleppo

E’ la stringata comunicazione della Syrian Arab News Agency di Damasco che viene ampiamente confermata dal SOHR, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani.

«Gli attivisti dell’Osservatorio hanno documentato l’uccisione di tre cittadini dopo il lancio di missili da parte di gruppi jihadisti. Il bilancio delle vittime potrebbe aumentare a causa della presenza di cinque feriti tra cui due bambini».

La stessa organizzazione, da sempre ostile al presidente siriano Bashar Al Assad ma anche ai mercenari filo-turchi che continuano a massacrare i Curdi ad Afrin nell’operazione Olive Branch di Ankara, oltre a comunicare la violazione della tregua da parte dei terroristi islamici estremisti, con la conseguente inevitabile risposta dell’esercito siriano, riferisce che proprio gli elicotteri delle truppe governative hanno lanciato volantini per invitare gli abitanti a fuggire dalla zona ed a recarsi nei corridoi umanitari sotto il controllo delle truppe russe ad Al-Hbit, Abu Al-Duhur e Al-Hader.

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«Le organizzazioni terroristiche cercano di prenderti come scudi umani per impedire l’avanzamento delle unità dell’esercito che stanno arrivando per salvarti e liberare le tue aree dagli assassini terroristi. La decisione di eliminare tutte le aree dai terroristi è irreversibile, quindi è meglio per te stare dalla parte dell’esercito di origine e ottenere la vittoria» è stato scritto nei volantini.

I mezzi di trasporto che hanno accolto i proughi da Aleppo

L’appello è funzionato e numerose persone sono accorse nei luoghi di raggruppamento dove sono stati accuditi, rifocillati e poi trasportati con i bus verso centri di accoglienza sicuri organizzati da Damasco, come spiega l’ultima nota di Sana.

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Era il 17 settembre 2018 quando Erdogan firmò la prima tregua con Putin impegnandosi a far fuoriuscire dalla provincia di Idlib i jihadisti di Al Nusra per dare loro una via di fuga sicura in Turchia. Ieri per la millesima volta gli stessi terroristi hanno violato il cessate il fuoco.

Ma nel frattempo i gruppi estremisti islamici sono stati armati e rafforzati nel Rojava, con l’invasione del 9 ottobre 2019 dell’operazione turca Peace Spring, la missione “fonte di pace” in cui i feroci miliziani qaedisti Al Ahrar al-Sharqiya, la pià importante fazione di mercenari della Truchia, hanno massacrato a colpi di kalashnikov alla testa l’attivista curda Hevrin Haly Khalaf.

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Alla luce di tutto ciò mi chiedo con quale coraggio il pupazzetto del Deep State. il primo ministro italiano Giuseppe Conte. va a stringere la mano a nome dell’Italia al sanguinario presidente della Turchia.

Posso comprendere che lo faccia Putin che ha la necessità di dialogare con Ankara per la continua persecuzione degli Usa nei confronti della Russia. Ma Mosca ha anche l’autonomia e la forza per imporre ad Ankara, quando deciderà, un dietrofront nei teatri di guerra.

Il premier italiano Giuseppe Conte con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ad Ankara

E’ per questo che apprendo con estremo scetticismo le novità timidamente positive sul fronte della Libia che lascio alle veline dell’ufficio stampa Nato, ovvero l’Ansa in Italia, il compito di sintetizzare.

«Sarraj ha firmato l’accordo’ sulla tregua in Libia, “mentre Haftar ha chiesto tempo fino a domani mattina”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov – riferisce l’Ansa – “Spero che il maresciallo Haftar decida di firmare il documento”, ha detto Lavrov. Il presidente del Consiglio di Stato con sede a Tripoli, Khaled al-Mechri, ha invece firmato con Sarraj».

«Vertice ad Ankara tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il premier italiano, Giuseppe Conte. “Mi auguro che si arrivi al più presto al cessate il fuoco permanente” in Libia, dice Erdogan al termine del colloquio, parlando del lavoro diplomatico in corso a Mosca» riporta ancora l’Ansa che ovviamente ignora i morti ammazzati dai jihadisti in Siria.

«Il cessate il fuoco può risultare una misura molto precaria se non inserito in uno sforzo della comunità internazionale per garantire stabilità alla Libia. E per questo abbiamo condiviso la opportunità che si acceleri il processo di Berlino – queste le dichiarazioni di Conte riportate dall’agenzia di stampa – L’Italia, ha aggiunto, sostiene per la Libia il “percorso già disegnato sotto egida Onu. L’Ue a Berlino avrà un grande ruolo ma anche Turchia e Russia lo avranno».

In tutta risposta il generale Haftar ha lasciato Mosca senza firmare l’accordo che ritiene troppo vincolante per il ritiro delle sue truppe che hanno già accerchiato Tripoli ove ora si sono insediati i pericolosissimi e feroci mercenari jihadisti inviati dalla Turchia. I media sprecano le ipotesi sulle sue tattiche e su una sua eventuale partecipazione al vertice di Berlino voluto dall’Unione Europea.

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Dopo aver incontrato senza esiti conceti sia il generale Haftar che il presidente Serraj, il premier italiano Conte è volato ad Ankara pr genuflettersi alla Turchia, pronta ad inasprire il conflitto per rubare risorse energetiche libiche, anche quelle gestite dagli impianti italiani ENI di Safrata.

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Conte ha fatto tutto ciò solo per costruire intorno a sè quell’alone di credibilità internazionale che non ha mai saputo nè voluto avere. L’importante è far finta di credere a ciò che si dichiara. Oggi la politica è solo fatta di proclami.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI

GOSPA NEWS – REPORTAGES SUI JIHADISTI

GOSPA NEWS – WARZONE REPORTS

 

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