Website della News Agency dei Pasdaran Iraniani bloccato dagli Usa. Visibile solo a pochi

Website della News Agency dei Pasdaran Iraniani bloccato dagli Usa. Visibile solo a pochi

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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Il website della più importante, affidabile e seguita agenzia d’informazione dell’Iran è stato bloccato dagli Usa nella giornata di domenica 26 gennaio e da allora è in corso una vera e propria battaglia informatica tra gli esperti iraniani e quelli americani.

Pare incredibile ma è quanto accaduto in rete nelle ultime 24 ore quando numerosi indirizzi web sono stati colpiti da Washington con una strategia molto ingegnosa…

FarsNews.com è una delle principali agenzie di stampa in Iran, ha iniziato a lavorare come prima agenzia di stampa non statale nel 2003 e con il nome di registro del Fars Press and Culture Institute. E’ affiliata al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) ed è stata colpita nel mezzo dello scontro con il presidente americano Donald Trump che ha ordinato l’uccisione del generale Qasem Soleimani, comandante delle Forze Quds, il reparto speciale per le missioni estere degli stessi Pasdaran (altro nome di IRGC).

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Ma siccome gli hacker del Pentagono avranno incontrato difficoltà a violare i sofisticati Firewall del sistema di protezione iraniano hanno trovato un altro trucco…

«In una e-mail alla Fars News Agency, il fornitore di servizi internazionali ha chiaramente spiegato che“ l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha incluso l’agenzia di stampa nel suo elenco SDN e le ha ordinato di interrompere i servizi di dominio a Fars News Agency ”in una mossa illegale» riporta l’agenzia che nel frattempo è ritornata online solo per chi aveva in memoria nella cache l’indirizzo IP del dominio .com che  stato dirottato in automatico sul dominio nazionale iraniano .IR anche per l’edizione FarsNews in inglese.

«La Fars News Agency è ancora attiva e disponibile sul suo dominio .ir. La sezione IT dell’FNA sta lavorando per rimuovere gli attuali problemi su questo dominio poiché un numero enorme di lettori si è spostato dal .com – che di solito era più riferito – al dominio .ir – si legge ancora – FNA estende le sue scuse al nostro caro lettori per disagi e problemi derivanti da questa mossa incivile da parte dell’amministrazione americana».

Il caso è stato in gran parte ignorato dai media occidentali ad eccezione di Radio Farda, la filiale iraniana del servizio di radiodiffusione esterna Radio Free Europe / Radio Liberty finanziata dal governo degli Stati Uniti che trasmette 24 ore al giorno in persiano dalla sua sede nel distretto di Hagibor in Praga, Repubblica Ceca.

Maryam Sinaiee, giornalista iraniano-britannica, analista politica ed ex corrispondente di The National, ha scritto in merito su Radio Farda per spiegare la situazione.

Ovviamente, essendo il media finanziato da Washington, la reporter si è concentrata di più sulle presunte violazioni commesse dall’Iran per porre rimedio al problema che all’atto palesemente antidemocratico di blocco del sito che Far News ritiene assolutamente illegale.

«Un funzionario di una società di proprietà del ministero delle telecomunicazioni iraniano ha ammesso sabato che la società ha ripristinato il dominio .com dell’Agenzia di notizie Fars ricorrendo allo spoofing DNS o alla pirateria informatica in termini semplici. Questa è la prima volta nella storia di Internet in Iran che il regime ha ammesso lo spoofing DNS, dicono gli esperti».

«L’ammissione allo spoofing, noto anche come avvelenamento da cache DNS, è arrivata sabato in un tweet di Sajad Bonabi, membro del consiglio di amministrazione della società delle infrastrutture di telecomunicazione di proprietà del ministero delle telecomunicazioni» ha aggiunto Radio Farda

Sajad Bonabi, membro del Consiglio di amministrazione di Telecommunications Infrastructures Company

«Nel suo tweet Bonabi ha affermato che, grazie alle misure adottate [dalla società], il problema che Fars News stava affrontando era stato risolto. Ha inoltre avvisato i siti Web e le società “che sospettano di essere presi di mira dalle vili sanzioni degli Stati Uniti” potrebbero mettersi in contatto con la società per essere informati delle misure precauzionali» ha scritto Maryam Sinaiee.

«Per la prima volta nella storia di Internet in Iran, il regime iraniano ha confermato di aver fatto lo spoofing DNS. Lo spoofing DNS è un metodo utilizzato dagli hacker per reindirizzare il traffico di un determinato sito Web verso un’altra destinazione» ha detto a Radio Farda l’esperta di sicurezza digitale e cacciatore di hacker con sede a Londra, Amin Sabeti.

Nel caso di Fars News, significa che l’Iran ha iniziato a reindirizzare il traffico di Farsnews.com a Farsnews.ir a livello di infrastruttura per i lettori del sito Web in Iran.

“Possiamo chiamare questo, in termini semplici, un” hack “,” dice Sabeti. Per quasi un giorno i visitatori di Farsnews.com vedranno un messaggio che dice che l’indirizzo IP non è stato trovato.

Come la maggior parte degli altri siti Web, Fars ha nomi di dominio alternativi, come Farsnews.ir. Attualmente, chiunque all’interno dell’Iran che tenta di accedere a Farsnews.com viene automaticamente reindirizzato a Farsnews.ir, un dominio nazionale che non può essere influenzato dalle sanzioni statunitensi.

«Tuttavia, al di fuori dell’Iran, Farsnews.com non può essere raggiunto a meno che Farsnews.ir non sia stato visitato in precedenza e l’indirizzo IP sia ancora presente nella cronologia di navigazione del dispositivo utilizzato per accedere al sito – ha sottolineato ulteriormente Radio Farda – I visitatori all’interno dell’Iran ora hanno accesso a il sito web della Fars News Agency ma perdendo il dominio .com significa che la News Agency perderà la sua visibilità nei motori di ricerca e tutti i collegamenti al suo sito Web, almeno per i visitatori esterni al Paese».

Fars News Agency pubblica notizie in persiano, inglese, arabo e turco, quindi la perdita del dominio .com lo priverà del pubblico che ha fuori dall’Iran.

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In un tweet precedente di venerdì sera Bonabi aveva affermato che i suoi “colleghi” stavano offrendo consigli alle compagnie colpite dalla sanzione da parte degli Stati Uniti dei domini .com utilizzati in Iran. “L’infrastruttura esistente nella National Information Network (NIN) risolve molte di queste preoccupazioni riguardo a sanzioni sleali”, ha affermato nel suo tweet.

NIN è una rete intranet e si basa su Internet per funzionare. È lo strumento che il regime prevede di utilizzare per censurare Internet perché fornisce accesso solo a contenuti selezionati e impedisce alle VPN di essere utilizzate per accedere ai siti bloccati dalle autorità iraniane.

«Bonabi ha anche rassicurato i proprietari di siti web iraniani che il problema riguardava solo i domini .com venduti da “registri” di domini americani e domini .com potevano anche essere acquistati da “registri” non americani o potevano semplicemente usare i nomi di domini con la fine .ir nazionale» ha spiegato la giornalista Sinaie.

Gli scontri tra l’Iran e gli Usa su Internet sono iniziati pochi giorni dopo l’uccisione di Soleimani è in un attacco di droni a Teheran lanciato dall’US Air Force. Gli hacker iraniani hanno bloccato per alcune ore il sito web della Federal Depository Library, un archivio federale degli Stati Uniti, ed è stato pubblicato l’immagine sanguinante di Trump dopo un pugno dall’Islamic Revolutionary Guard Corps (IRGC).

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Il Pentagono ha sviluppato una tecnologia potentissima per gli attacchi cibernetici e gli hackeraggi informatici. L’esercito americano, infatti, può combattere con CyberCom a Fort George G. Meade, nel Maryland, e NetCom a Fort Huachuca, in Arizona.

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Può essere che la sofisticata protezione della sicurezza iraniana sia stata troppo difficile da hackerare.

O, probabilmente, che la Casa Bianca volesse dare non solo un danno temporaneo, ma anche permanente, facendo perdere la visibilità di FarsNews in tutti i motori di ricerca web.

Sta iniziando un nuovo tipo di guerra. Quanto è legale questa mossa degli Usa? La risposta è simile a quella sull’assassinio del generale Soleimani, considerato una grande violazione delle leggi internazionali da parte di Iran, Russia e molti altri paesi.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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SOURCES

FARS NEWS.IT

RADIO FARDA

GOSPA NEWS – WARZONE REPORTS

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Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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