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OLOCAUSTO CRISTIANO: Tragedie, nomi, volti tra i 2.983 martiri del 2019. Stragi in aumento

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Eccidi infantili con missili e kamikaze
Missionari trucidati a colpi di machete
Suore decapitate, africane mutilate
Donne stuprate e lapidate, ragazze rapite
Bambino paralizzato per una tortura a vita

«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono Colui che mi ha mandato». Vangelo secondo Giovanni (15,18-21)

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

ENGLISH VERSION

«I Vescovi su sollecitazione del popolo di Dio, hanno deciso di consacrare il Burkina Faso al Cuore Immacolato di Maria, Nostra Signora di Yagma. È un atto di fiducia nella fede e nella speranza che con Maria, che intercede per noi, Dio ci darà la vittoria sul male e la forza di lavorare per l’avvento di un mondo più fraterno».

Prima di spalancare le porte dell’inferno degli orrori, delle tragedie, dei volti deturpati o le teste mozzate ai martiri Cristiani nel 2019 ho voluto riportare questo esemplare messaggio di speranza annunciato domenica 2 febbraio da monsignor Laurent Dabiré, Vescovo di Dori e Presidente della Conferenza Episcopale Burkina Faso-Niger. Lo ha pronunciato guidando il pellegrinaggio al Santuario di Yagma, nell’arcidiocesi di Ouagadougou, poche ore dopo una delle ultime stragi che stanno devastando il paese africano facendolo salire vertiginosamente nelle classifiche mondiali delle nazioni dove i Cristiani sono più perseguitati.

Gli ultimi attacchi di jihadisti in Burkina Faso risalgono a domenica 16 febbraio con 24 morti nella chiesa evangelica del villaggio di Pansi, situato non lontano da Sebba, nella provincia di Yahgha, nel nord del paese, a lunedì 10 febbraio, quando sempre a Sebba sono state rapite e successivamente uccisi cinque credenti tra cui un pastore protestante, e alla notte di domenica 2 febbraio quando una ventina di civili sono stati uccisi a Lamdamol, in villaggio nel nord del Paese.

«Il Burkina Faso ha bisogno di uomini e donne con un cuore puro, in questo periodo di violenza terroristica che insanguina il Paese. Ecco perché è necessario consacrare il Burkina Faso al Cuore Immacolato di Maria, in modo che cessino le violenze» ha sottolineato monsignor Dabiré. «La lotta contro l’insicurezza implica anche la lotta contro le piaghe dell’identità etnica e religiosa spesso sfruttate dai terroristi, ma anche contro la corruzione e l’ingiustizia» ha aggiunto. Le parole del vescovo africano sono importanti perché sintetizzano due dei drammatici aspetti della persecuzione contro i Cristiani, miseria e corruzione.

Gospa News segue l’emergenza con attenzione settimanale e vuole narrare le tragedie del 2019 andando oltre ai numeri dei dossier diffusi nelle scorse settimane prima dalla Fondazione Pontificia Cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre e poi dall’Ong Evangelica Open Doors (Porte Aperte). Grazie all’attento lavoro di ricerca ed analisi di questi operatori, primariamente impegnati a dare concrete risposte ai bisogni quotidiani nel cosiddetto Terzo Mondo, è sempre più chiara una delle peggiori piaghe del Terzo Millennio: l’olocausto silenzioso dei credenti in Cristo, un genocidio religioso che, per durata, è tra i più gravi nella storia dell’Umanità e s’inasprisce ogni anno di più a causa delle armi assai più potenti e sosfisticate, sia tecnologicamente che psicologicamente, oggi in mano ai differenti persecutori.

Da una visione globale dei resoconti annuali di ACS ed Open Doors, integrati dai reportages di Fides, agenzia stampa cattolica delle Pontificie Opere Missionarie, e quelli del portale Persecutions degli evangelici americani International Christian Concern, emerge chiaro il quadro che nel 2019 ci sono stati 15 milioni di cristiani perseguitati in più.

Anche se è calato il numero complessivo dei morti è aumentato invece quello delle vittime degli eccidi a riprova di un piano “scientifico” di eliminazione della Comunità Cristiana nel pianeta. Tutti gli opinionisti politici che criticano aspramente la Chiesa Cattolica in Europa e quella Evangelica Pentecostale negli Stati Uniti d’America dovrebbero per un istante svegliarsi dalle torpide ossessioni in cui i pregiudizi hanno rinchiuso le loro menti e i loro cuori. Dovrebbero guardare in faccia questa impietosa realtà…

PANDEMIA DI ODIO CONTRO I CRISTIANI

Proprio per questo Gospa News non vuole riferire solo i numeri di una pandemia di odio religioso ma mostrare soprattutto i volti delle bambine, delle ragazze, delle suore canute, degli anziani sacerdoti e dei giovani missionari stroncati nella vita ancor prima di iniziare il loro mandato. Come accaduto per uno dei primi martiri del 2020, il 18enne nigeriano Michael Nnadi, rapito insieme ad altri compagni di seminario e ritrovato cadavere nei giorni scorsi dopo la liberazione degli altri tre.

Altro sangue cristiano in Africa: jihadisti uccidono 3 insegnanti e un giovane seminarista

La sua vocazione spirituale è stata spezzata nel fiore dei suoi anni prima ancora che potesse portare frutto come accadde venerdì 13 aprile 1945 quando, 12 giorni prima della liberazione d’Italia, i partigiani rossi uccisero il quattordicenne seminarista Rolando Rivi in Emilia Romagna. I liberatori del cosiddetto “Triangolo della Morte”, in gran parte atei e comunisti, per rimediare alla Shoah Ebraica perpetrata dai regimi Nazi-Fascisti diedero così inizio al Genocidio Cristiano dell’era contemporanea, proseguito anche nei mesi di pace successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale con esecrabili e turpi femminicidi. Oggi questo olocausto demoniaco prosegue essenzialmente su quattro fronti.

BEATO ROLANDO: A 14 ANNI MARTIRE CRISTIANO DEI PARTIGIANI ROSSI

Una delle prime cause è rappresentata dagli scontri etnici religiosi nei paesi affamati dell’Africa e dell’Asia acuiti dal nuovo Imperialismo Americano-Britannico-Francese sotto l’egida dei paesi Nato che con la mano ufficiale statale firmano l’invio di missioni militari di pace nel Sahel con quella ufficiosa delle corporations vendono armi ai jihadisti islamici integralisti in violazione ad ogni embargo. E’ in questi paesi che il numero di vittime è drammatico e la persecuzione è giudicata “estrema” dalle statistiche di Open Doors e l’allarme di ACS è più accentuato.

L’altra è determinata dalla lotta alla corruzione nei paesi dell’America Latina dove è in aumento la criminalità organizzata (anche grazie agli affari della mafia calabrese ‘Ndrangheta partita dall’Italia) contro la quale cercano di battersi i missionari cristiani pagando sovente con la vita il loro impegno.

Ma le persecuzioni in alcune nazioni sono pianificate scientificamente attraverso l’imposizione di una gabbia di restrizioni della libertà religiosa individuale da parte dello Stato in relazione ad orientamenti “politici” differenti come il Comunismo in Cina ed in Corea del Nord, l’Islamismo in Afghanistan, Pakistan, Somalia, Eritrea, Sudan, Iran e l’Induismo in India e nello Sri Lanka dove questa confessione nazionalista si scontra con le rivendicazioni dei musulmani Sunniti, culminate nei tremendi attentati esplosivi nelle Chiese della Domenica di Pasqua del 21 aprile 2019 che causarono 258 morti.

Le medie delle statistiche della World Watch List di Open Doors

Ed è proprio questo il dato più evidente da un’accurata analisi delle statistiche dell’anno scorso: ben 260 milioni di cristiani perseguitati per motivi religiosi nel mondo (rispetto ai 245 del 2018), un numero di religiosi e laici uccisi in calo ma stragi di massa in tragico aumento…

«Su circa 100 paesi potenzialmente interessati dal fenomeno monitorati dalla nostra ricerca, 73 hanno mostrato un livello di persecuzione definibile alta, molto alta o estrema. Il numero di cristiani uccisi per ragioni legate alla fede scende da 4.305 dello scorso anno a 2.983 del 2019, con la Nigeria ancora terra di massacri per mano soprattutto degli allevatori islamici Fulani, ben più letali dei terroristi Boko Haram» scrive Open Doors nel rapporto presentato a gennaio.

 

OMICIDI DI RELIGIOSI IN CALO, STRAGI IN AUMENTO

Anche la ricerca ACS denuncia la drammatica situazione in Africa, dove negli ultimi anni sempre più formazioni jihadiste hanno colpito i cristiani in sempre più Paesi. «Nell’ambito delle violenze anticristiane è alto il prezzo pagato da sacerdoti e religiosi. Infatti, dei 18 sacerdoti e una suora uccisi nel mondo nel 2019, ben 15 sono stati assassinati in Africa, di cui 3 in Burkina Faso».

In quest’ultima nazione, ha testimoniato il sacerdote burkinabé don Roger Kologo, «è in atto una vera e propria caccia ai cristiani, i quali vengono colpiti durante processioni ed espressioni della loro fede e perfino raggiunti nelle loro case e giustiziati. Dall’inizio dell’anno 2020 sono più di sessanta i fedeli uccisi».

CRISTIANI MASSACRATI: 4MILA VITTIME, 40 MISSIONARI

Consola davvero poco la circostanza che i missionari assassinati nel mondo siano passati dai 40 del 2018 ai 18 del 2019 perché l’emergenza è quotidiana anche per il quarto e più occulto metodo di pesercuzione: la sostituzione etnica in atto in Iraq e Siria a causa delle formazioni jihadiste di Islamici radicali di matrice Sunnita-Salafita-Wahabita, finanziate ed armate da paesi Nato come Turchia, Usa e Regno Unito nel tremendo ed annoso conflitto per l’eliminazione dei musulmani di confessione Sciita dal Medio Oriente, in ossequio agli alleati Sionisti di Israele, ed a quelli Sunniti dell’Arabia Saudita e dei Fratelli Musulmani del Qatar, solo per citare i principali attori della penisola araba.

In Iraq e Siria, come in Libano e nella Libia al tempo di Muhammar Gheddafi, gli Sciiti convivevano e convivono abbastanza pacificamente (con locali eccezioni e nel pur sempre autoritario predominio dei musulmani) con i Cristiani, con cui addirittura combattono per la libertà come nelle Forze di Mobilitazione Popolare irachene e nelle Syrian Democratic Forces dei curdi siriani, formazioni paramilitari nate per contrastare la diffusione dello Stato Islamico del califfo Abu Bakr al Baghdadi, considerato da molteplici analisti mediorientali due invenzioni dell’Occidente imperialista per giustificare le sue guerre a caccia di petrolio e gas in Medio Oriente.

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Il leader dell’Isis era infatti ritenuto un agente segreto dell’intelligence israeliana dei Mossad e di quella americana della CIA tanto da indurre i maggiori esperti di terrorismo a dubitare della sua effettiva morte annunciata dagli Usa nel raid aereo del 26 ottobre 2019 non rilevato da alcun radar delle Forze Aerospaziali dell’Esercito Russo.

Questa digressione geopolitica è indispensabile per comprendere anche il contesto dell’insorgenza dei terroristi islamici in Nigeria e nel Sahel in quanto rappresentano, come per la Turchia gli ex combattenti di Isis ed Al Qaeda inviati in Libia, l’avanguardia della guerra civile in seguito alla quale gli antichi colonialisti possono trovare giustificazione per un intervento armato guadagnadosi gli applausi dei media compiacenti per l’eliminazione dei jihadisti da loro stessi fomentati ed armati.

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Ecco perché la storia dei martiri cristiani del 2019 deve essere raccontata per tematiche partendo dalle stragi, per poi ricordare gli agguati assassini a sacerdoti, religiosi e volontari laici ed infine le violenze sessuali e le privazioni delle libertà personali. Ciò lo faremo attraverso i reportages di Gospa News integrati dall’elenco degli eventi più drammatici riportati dal dossier 2017-2019 di Aiuto della Chiesa che Soffre diffuso il 24 ottobre scorso quando la Basilica di San Bartolomeo a Roma fu illuminata di rosso in memoria del sangue dei martiri contemporanei (tutti i link a fondo pagina).

 

IL SORRISO DI CAMILLA SPENTO DA DUE BOMBE

Il 27 gennaio, due ordigni sono stati fatti esplodere durante la Messa domenicale nella cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo a Jolo, nelle Filippine. La responsabilità dell’attentato, che ha causato 22 morti e oltre 100 feriti, è stata rivendicata dal gruppo islamista affiliato ad ISIS dell’Abu Sayyaf, i cui leader sono stati esclusi dai negoziati tra governo e ribelli che la settimana precedente avevano portato al referendum con cui è stata istituita la regione autonoma di Bangsamoro, nel Mindanao musulmano.

Chieny Camille Tabas Rubio, la ragazzina filippina di soli 14 anni morta solo per essere andata alla Messa nella Cattedrale di Jolo

Dopo un giorno di agonia nell’ospedale Zamboanga City Medical Center si è spento per sempre il luminoso sorriso della 14enne Chieny Camille Tabas Rubio, la più giovane delle vittime dell’attentato. Un eccidio così cruento da essere persino capace di toccare il cuore del presidente filippino Rodrigo Duterte, il dittatore comunista ateo e dileggiatore del Cristanesimo, che ha incrementato le attività di polizia per scongiurare altri attentati contro le comunità religiose.

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TARUSHI MORTA A 2 ANNI NELL’ECCIDIO DELLO SRI LANKA

La domenica di Pasqua, 258 persone, di cui almeno 45 bambini, sono state uccise e più di 500 sono rimaste ferite nell’ambito di molteplici attentati terroristici avvenuti in tre chiese e in alcuni hotel in tutto lo Sri Lanka. Le esplosioni hanno colpito la chiesa di Sant’Antonio nel quartiere Kotahena di Colombo, la chiesa di San Sebastiano a Negombo e la chiesa di Sion a Batticaloa, oltre a due alberghi di turisti occidentali. Gli attacchi sono stati rivendicati dal gruppo affiliato allo Stato Islamico.

«I due volti dell’orrore tremendo che hanno travolto lo Sri Lanka in una Pasqua di Sangue sono tutti in due immagini: quella del malvagio fondatore del gruppo jihadista srilankese National Thowheed Jamath che giura davanti alla bandiera dell’Isis e quella della piccola Tarushi di soli 2 anni, il nome è di fantasia ma è molto diffuso tra le bambine dell’isola e significa coraggio. In due foto c’è tutto il dramma assurdo di una violenza torva ed atroce soprattutto perché premeditata quanto bestiale: capace di strappare la vita anche ad almeno 27 bambini (una è dispersa) tra le vittime accertate» ha riferito Gospa News nelle ore successive alla tragedia.

SRI LANKA: STRAGE DI 27 BAMBINI. MISTERI SULL’IMAM ISIS

Un odio sanguinario versato dai musulmani sunniti jihadisti contro i cristiani in particolare e contro gli occidentali infedeli in generale: in un oceano di misteri inquietanti sul fallimento dell’intelligence allertata dagli stessi musulmani dello Sri Lanka. Dubbi che i 24 fondamentalisti islamici arrestati dalla polizia dopo le nove esplosioni (3 chiese, 4 alberghi, 1 supermarket e 1 casa privata) non bastano a fugare il fondato timore che siano finiti in carcere solo i gregari e i pesci piccoli di una potente ed articolata rete del terrore capace di procurarsi chili di esplosivi, uomini e veicoli per compiere il suo diabolico piano. Non bastano a spiegare perché la presunta mente, l’imam fedele all’Isis, non sia stata fermata prima pur essendo a tutti nota la sua pericolosità, segnalata persino da altri islamici.

JIHAD SAUDITA, TOP SECRET FILES: DAI DETENUTI INVIATI IN SIRIA ALLE BOMBE IN SRI LANKA

Pochi giorni dopo sono emersi i collegamenti di Moulvi Zahran Hashim, l’imam fondatore dei terroristi del National Thowheed Jamath, con i kamikaze della famiglia benestante di un islamico finanziatore del locale partito comunista, poi arrestato, e quelli con l’Arabia Saudita: terribili per la piena cosapevolezza dell’intelligence di Riad su ora e luoghi degli attentati…

Rebecca, 24 anni cristiana evangelica, rimasta sfigurata

Tra le vittime del terribile attentato ci sono anche i sopravvissuti con lesioni permanenti. Come riferisce il reportage di Open Doors, tra questi c’è la cristiana evangelica Rebecca, 24 anni: il suo volto è stato parzialmente sfigurato dal fuoco. Debbie, 6 anni, invece, ha perso suo padre Ranjith, sua madre Verlini (sorella di Rebecca) e il cugino Jackson. Lei stessa ha subito gravi ferite ed ha perso la vista. Debbie è tornata a casa solo il 20 giugno dopo essere stata confinata in terapia intensiva per più di un mese. Si sta riprendendo dai traumi e sta imparando di nuovo a camminare. Il fratello maggiore Rufus e sua nonna la portano ancora con sé in chiesa di tanto in tanto…

 

IL GENOCIDIO DI CRISTIANI IN BURKINA FASO

In Burkina Faso si sta consumando il sistematico genocidio dei Cristiani da parte degli islamisti radicali dei gruppi armati terroristici (GAT). I primi attacchi contro i cristiani si sono verificati il 13 maggio 2019 nella parrocchia di Bam, uccidendo quattro persone seguito il 26 giugno 2019 dall’assalto alla parrocchia di Titao, provocando quattro morti e alcuni feriti.

Quattro laici cattolici sono stati uccisi a Bani, a circa 12 km da Bourzanga, capoluogo dell’omonimo dipartimento della provincia di Bam, nel nord del paese, nell’assalto da parte di un gruppo jihadista del villaggio la sera del 27 giugno.

AFRICA: 14 CRISTIANI TRUCIDATI, SACERDOTE UCCISO A COLPI DI MACHETE

Fonti locali vicine ad ACS hanno riferito di migliaia di fedeli in fuga da villaggi nel nord del Paese nel mese di settembre. «A Hitté e a Rounga – afferma la fonte – i jihadisti hanno imposto ai cristiani di convertirsi o di lasciare le proprie case. L’attacco più recente è avvenuto a Hitté ad inizio settembre. Il terrore seminato dai fondamentalisti ha causato la fuga di 2.000 persone».

Burkina Faso e Siria: stragi di bambini. Occultato il massacro fatto ad Afrin da jihadisti e turchi NATO

Sarebbero innumerevoli gli episodi sulle stragi nel martoriato paese africano dove secondo alcune stime nel 2019 almeno un migliaio di cristiani avrebbero perso la vita in seguito ad attacchi jihadisti accuratamente premeditati. Pertanto riferiamo solo di una delle ultime, quella di domenica primo dicembre, che suscitò l’afflizione internazionale per la strage di 14 cristiani avvenuta nella piccola chiesa protestante – poco più di 30 fedeli in tutto – Hantoukoura, nella parte orientale del Burkina Faso. Cinque delle vittime, infatti, furono fanciulli tra i 10 ed i 14 anni.

 

I MASSACRI DI FULANI, BOKO HARAM E AL SHABAAB

Tra febbraio e marzo oltre 280 persone sono state uccise da estremisti islamici dei mandriani Fulani nell’ambito di una serie di attacchi a insediamenti prevalentemente cristiani dello Stato di Kaduna, in Nigeria. Sono state segnalate aggressioni e mutilazioni sessuali..

La furia omicida di Boko Haram, il gruppo radicale islamico nigeriano che vanta legami con organizzionazioni terroristiche internazionali come l’Isis, dal primo dicembre sta spargendo terrore e sangue nel Nord del Cameroon. Lo scorso 10 dicembre l’agguato proditorio è avvenuto nel distretto di Mayo Sava durante un rito funebre, come riferisce BarnabasAid, una fondazione africana di supporto ai cristiani. Sette persone sono rimaste uccise mentre sono stati rapiti 21 bambini destinati ad un orribile futuro: le fanciulle come schiave sessuali, i maschi come combattenti in tenerà età…

CRISTIANI PERSEGUITATI – Massacri jihadisti in Africa: 16 morti, 21 bimbi rapiti. Natale a Betlemme vietato agli ortodossi di Gaza

Pochi giorni prima, il 6 dicembre 2019, secondo quanto riferito da International Christian Concern, 11 passeggeri cristiani non locali sono stati attaccati e uccisi a Kotulo, nel nord-est del Kenya, mentre si trovavano su un autobus durante un viaggio a Mandera da Nairobi. Secondo quanto riferito, sono stati separati dalle loro controparti musulmane ed ammazzati da terroristi di Al Shabaab, la costola somala di Al Qaeda, per non aver recitato lo Shahada islamico, l’atto di consacrazione ad Allah.

Alcune donne cristiane del Camerun sfregiate da Boko Haram con l’amputazione di un orecchio

Il 29 luglio 2019, come riferisce nel dossier la fondazione pontificia cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre, miliziani di Boko Haram hanno attaccato Gagalari, nella diocesi di Yagoua, nell’estremo nord del Camerun. Secondo quanto riferito ad ACS da fonti locali, i terroristi stanno mutando il loro modus operandi. Arrivano nella notte e rapiscono solo le donne, trascinandole via di fronte ai figli. Ad ogni vittima viene amputato un orecchio. Successivamente vengono rilasciate dopo essere state minacciate di ulteriori imminenti violenze. Questa sarebbe la nuova tecnica per seminare terrore fra quanti, secondo i jihadisti, seguono il governo e sono avversi all’ideologia di Boko Haram.

La sera del 29 aprile 2019, i medesimi terroristi erano andati di porta in porta, uccidendo fino a 25 membri di una comunità in gran parte cristiana a Kuda, vicino Madagali nello Stato nordorientale di Adamawa.

 

I MISSILI DI TURCHI E JIHADISTI IN SIRIA

Una raffica di 15 razzi ha colpito Qamishlo, importante insediamento urbano di circa 80mila abitanti in gran parte cristiani nella Siria nordorientale, vicino al confine con la Turchia, dove ha sede anche un simbolo curdo: l’University of Rojava. Sara, mercoledì 9 ottobre 2019, è stata ferita in modo gravissimo ad una gamba che ha dovuto essere amputata. Dopo alcune ore di agonia, è fallito il tentativo dei medici di salvarla: è morta!

I BAMBINI MARTIRI IN SIRIA. Cristiani tra due fuochi. Rojava senz’acqua. Autobomba Isis

 

Una bambina di 10 anni è stata tra le prime vittime dell’operazione “Peace Spring”, ovvero Fonte di Pace, avviata dal presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, prima con i raid di bombardamento dei jet cacciabombardieri e poi con le bocche di fuoco di carriarmati e artiglieria terrestre. Nel giro di un mese, però, si è compreso che il pericolo peggiore per i cristiani sarebbe arrivato dai mercenari jihadisti reclutati da Ankara anche tra ex miliziani di ISIS e Al Qaeda come comprovato da molteplici reportage Gospa News.

Siria: 76 capi ISIS tra i mercenari turchi, anche i killer del ranger Kassig e dell’attivista Hevrin. Ucciso prete cristiano

L’11 novembre, sempre a Qamishlo, sono esplose tre autobombe uccidendo 7 persone e ferendone almeno 70 di cui alcune in modo grave. Le prime due sono stata fatte deflagrare in Wahid Street, vicnino all’hotel Soufaraa, l’ultima vicino alla chiesa Cattolica Caldea. Nella medesima città il 12 luglio un’autobomba era esplosa all’esterno della chiesa siro-ortodossa della Vergine Maria: 13 cristiani rimasero feriti nell’attentato che fu rivendicato dall’ISIS.

Il sacerdote armeno Hanna Ibrahim ucciso in un agguato rivendicato dall’ISIS

Mentre sulla strada tra Hasaka e Dei Ezzor è stata intercettata l’auto di due religiosi da un commando di jihadisti: sono stati ammazzati a colpi di kalashnikov il sacerdote Hanna Ibrahim Hovsep Petoyan, morto per le ferite, e suo padre Ibrahim Hanna Bido Abraham Petoyan, ucciso sul colpo, mentre il diacono che viaggiava con loro rimase solo ferito.

STRAGE DI BAMBINI CRISTIANI SEPOLTA DALLE FAKE NEWS

Sempre in Siria, domenica 12 maggio, un attacco missilistico delle fazioni jihadiste anti-governative aveva colpito l’area antistante la chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel villaggio cristiano di Al-Sekelbiya. Sei le vittime, tra cui quattro bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni e la loro insegnante, tutti trucidati durante una lezione di catechismo.

La sessantenne cristiana Suzan Der Kirkour violentata, torturata e lapidata dai jihadisti

Nell’estate scorsa un branco di terroristi islamici delle fazioni di Al Qaeda ha perpetrato un barbaro stupro di gruppo nei confronti di una credente prima di ucciderla. I jihadisti, finanziati ed armati dalla Turchia e in precedenza anche dagli Usa come provato da molteplici dossier, l’hanno rapita, stuprata a ripetizione, torturata per nove ore e poi lapidata.

IDLIB: JIHADISTI STUPRANO E LAPIDANO UNA CRISTIANA, IL PAPA BACCHETTA LA SIRIA

È morta così Suzan Der Kirkour, cristiana armena di 60 anni, residente nel villaggio siriano di Yacoubieh, nella provincia di Idlib. La donna è scomparsa l’8 luglio ed è stata ritrovata il giorno dopo morta da uno dei pochi sacerdoti della zona, l’ultima rimasta sotto il controllo dei gruppi estremisti qaedisti.

 

 

SALESIANO FUCILATO, INDIANO DECAPITATO

Nel febbraio 2019 si registrano i primi gravissimi agguati nei confronti di due cristiani in Africa e Asia. Mentre il brutale assassinio di padre Antonio Cesar Fernandez, 72enne, chierico spagnolo della Congregazione internazionale di San Giovanni Bosco in Burkina Faso, avvenuta il 15 febbraio balza subito all’attenzione dei media internazionali grazie alla capillare rete d’informazione cattolica in tutto il mondo ed in particolare all’agenzia vaticana Fides, quello del quarantenne Anant Ram Gand scoperto l’11 febbraio è stato reso noto solo da poche ore dalla rete Persecution Relief che si occupa della difesa dei cristiani discriminati in India.

MARTIRI CRISTIANI: INDIANO DECAPITATO. SALESIANO FUCILATO

 

L’indiano, pochi giorni dopo la sua conversione al Cristianesimo, fu catturato, lapidato e poi decapitato in sfregio alla salma da fanatici estremisti Indù che privarono così del padre i suoi quattro figli piccoli, da quel momento sostenuti solo dalla carità della comunità cristiana evangelica.

 

BAMBINO PARALIZZATO E PRETI UCCISI IN NIGERIA

Massacri, decapitazioni, roghi, stupri e supplizi di ogni genere. Anche quello più diabolico, torvo, spietato e infame: la tortura a vita. E’ quella che in Nigeria i mandriani fulani musulmani estremisti hanno inflitto a un bambino di 5 anni solo perché cristiano. Lo hanno bastonato selvaggiamente fino a lesionargli il midollo spinale per paralizzarlo, per farne un monito vivente a tutta la comunità dei cattolici colpevoli di credere nel loro Dio. Comincia a marzo la scia di sangue nello stato africano che più di altri ha visto i sacerdoti nel mirino.

NIGERIA: PRETE UCCISO E BAMBINO CRISTIANO PARALIZZATO A BASTONATE

Nello stato nigeriano di Enugu, nella zona di Ezeagu, è stato trovato morto il sacerdote cattolico padre Clement Ugwu, della chiesa di San Marco (Obinofia Ndiuno) e del quale mancavano notizie da una settimana, dopo il suo rapimento avvenuto il 13 marzo.

Padre Clement Ugwu

Un padre cappuccino di nazionalità centrafricana è stato ucciso in Camerun mentre rientrava nella sua fraternità di Mbaibokoum in Ciad. Padre Toussaint Zoumaldé si era recato nella Diocesi di Bouar, nella parte occidentale del Centrafrica, della quale era originario, per animare un corso di formazione per i sacerdoti locali.

Il padre cappuccino Toussaint Zoumaldé ucciso in Camerun

Il cappuccino aveva poi preso la via del ritorno nella sua fraternità in Ciad passando per il Camerun. Nella notte tra il 19 e il 20 marzo ignoti lo hanno assalito e ucciso a colpi di arma bianca a Ngaoundéré (Camerun) dove si era fermato per riposare.

NIGERIA: STRAGE DI CRISTIANI, UCCISI 2 PRETI. IL PAPA: «ATTENTATI DISUMANI»

 

LA SUORA DECAPITATA NELL’INFERNO SAHEL

Minuta, gentile, assolutamente pacifica. Così chi l’aveva conosciuta descrive suor Inés Nieves Sancho. La religiosa, 77 anni, è stata trovata morta lunedì mattina nel villaggio di Nola, diocesi di Berberati, nella Repubblica Centrafricana, nei locali dove insegnava alle ragazze in primo luogo a cucire e poi a provare a costruire una vita migliore.

La suora uccisa e decapitata a 77 anni Ines Nieves Sancho

Il suo corpo è stato orrendamente mutilato e decapitato. Suor Inés apparteneva alla piccola comunità locale delle Figlie di Gesù. Da molti anni era impegnata in questo grande agglomerato della prefettura di Sangha-Mbaéré, nel sudovest della Repubblica Centrafricana, al confine con il Ciad.

INFERNO SAHEL: JIHADISTI AFRICANI TRUCIDANO PRETI E CRISTIANI

Nella notte tra il 19 e il 20 maggio, gli assassini sono entrati nell’abitazione della religiosa, l’hanno trascinata nel Laboratorio in cui teneva lezioni di cucito e le hanno tagliato la gola. È stato accusato dell’omicidio un gruppo di ex militanti Séléka, a maggioranza musulmana, che si fa chiamare 3R.

Don Siméon Yampa, parroco di Dablo, ucciso durante la Santa Messa

Domenica 12 maggio 2019 sei persone sono state uccise durante la celebrazione di una Messa in una chiesa cattolica della parrocchia cattolica del Beato Isidore Bakania a Dablo, villaggio a 90 chilometri da Kaya, nel nord del Paese, nella provincia di Sanmatenga, in Burkina Faso. Fra i deceduti vi fu don Siméon Yampa. Dopo l’eccidio gli assalitori hanno dato fuoco al luogo di culto.

Il pastore protestante Pierre Ouédraogo ucciso coi suoi due figli dopo una celebrazione

Domenica, 28 aprile, alla fine della celebrazione di una messa solenne a Silgadji, nella provincia settentrionale di Soum, il pastore protestante Pierre Ouédraogo è stato assassinato da due uomini armati di fucile insieme ai suoi due figli e e a tre fedeli.

TRE PRETI ACCOLTELLATI IN SOLI DUE GIORNI

«Di fronte alla morte del nostro fratello Landry Ibil Ikwel, nell’ospedale di Beira (Mozambico) a seguito di un brutale attacco nella casa della comunità a Beira, uniamo i nostri cuori a quelli dei nostri fratelli e sorelle in Africa nel dolore, nella preghiera e nella fiducia in colui che è morto violentemente sulla croce perdonando i suoi aggressori, chiediamo al Signore che, ovunque la morte cerchi di prevalere, prevalga invece la vita».

Padre Landry Ibil Ikwel, direttore dell’Istituto per ciechi in Mozambico, accoltellato a morte il 19 maggio 2019

E’ il comunicato della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria sulla tragica morte di padre Landry Ibil Ikwel, 34 anni, accoltellato mortalmente il 19 maggio. Di nazionalità congolese, padre Landry era entrato in noviziato nel 2008 ed era stato ordinato sacerdote tre anni fa, il 7 febbraio 2016, a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo. Era il direttore dell’Istituto dei ciechi a Beira (IDV-B).

Padre Fernando Fernández, salesiano di nazionalità spagnola, era stato invece pugnalato intorno a mezzogiorno del 17 maggio, nel centro salesiano di Don Bosco nella città di Bobo Dioulasso, nel sud-ovest del Burkina Faso.

Padre Cecilio Pérez Cruz con il cardinale

In Salvador, sempre il 19 maggio, era stato ucciso in seguito ad un tentativo di estorsione padre Cecilio Pérez Cruz, sacerdote diocesano, era originario della località Sabana San Juan Arriba, comune di Nahuizalco, nello stesso dipartimento di Sonsonate, a circa 15 chilometri dalla parrocchia San José a La Majada a cui era stato assegnato quattro anni fa.

Padre Paul Mbon ucciso in Congo

Il corpo di padre Paul Mbon in stato di decomposizione, con ferite, probabilmente colpi di machete, è stato ripescato nelle acque del Sangha. La sua sepoltura è avvenuta il 4 luglio a Ouesso, nel nord della Repubblica del Congo.

 

OMICIDI D’ESTATE DALL’AFRICA ALL’ASIA

Nello stato di Taraba, nell’est della Nigeria, il 28 agosto don David Tanko è stato fermato da uomini armati sulla strada per il villaggio di Takum, dove avrebbe dovuto partecipare ad un incontro per mediare un accordo di pace volto a mettere fine alla crisi che oppone le popolazioni Tiv e Jukun. Secondo fonti locali, i malviventi, forse appartenenti ad un milizia Tiv, dopo aver ucciso don Tanko hanno dato fuoco al corpo del sacerdote e alla sua automobile.

Padre Davd Tanko e il suo corpo orrendamente bruciato dopo l’omicidio

Agosto era già iniziato nel segno del sangue. Il primo del mese si era consumanto l’assassinio del prete cattolico Paul Offu, parroco della chiesa di San Giacomo maggiore a Ugbawka, nella Diocesi di Enugu, la capitale dell’omonimo stato nella Nigeria settentrionale.

Il sacerdote Paul Offu, accoltellato in Nigeria all’inizio di agosto

Il sacerdote, è caduto sotto i colpi di arma da fuoco sparati da un gruppo di pastori fulani mentre percorreva in automobile la Ihe-Agbudu Road a Awgu. Per i diritti dei più poveri stanno lottando anche i sacerdoti dell’America Latina esponendosi così al rischio di rappresaglie delle gang malavitose che invece vivono sull’estorsione e lo sfruttamento della popolazione.

Padre José Martín Guzmán Vega, ucciso in Messico

Il 22 agosto José Martín Guzmán Vega, 55 anni, parroco di Cristo Rey de la Paz, Ejido Santa Adelaida, nella Diocesi di Matamoros, Tamaulipas, in Messico, è stato raggiunto da un crminale all’interno degli uffici parrocchiali e aggredito a morte.

La segretaria di una parrocchia Faustine Brou N’Guessan, mutilata e uccisa a colpi di machete in Costa d’Avorio

Ma il più brutale e insensato degli omicidi del mese era avvenuto in Costa d’Avorio. L’uccisione della segretaria della parrocchia Sainte-Cécile du Vallon era stata preceduta dalla profanazione di alcune statue della Vergine Maria e da aggressioni contro sacerdoti e laici impegnati in servizi parrocchiali.

PRETI E VOLONTARI PUGNALATI, MUTILATI E BRUCIATI PERCHE’ CRISTIANI

 

Il corpo agonizzante di Faustine Brou N’Guessan, attinto da colpi di machete, è stato trovato in una pozza di sangue intorno alle 11 del mattino del 10 agosto nel suo ufficio situato nell’edificio Jean Pierre Cardinale Kutwa della parrocchia. Portata alla clinica più vicina purtroppo è spirata poco dopo a soli 60 anni.

La volontaria gesuita Genifer Buckley, pugnalata a morte nelle Filippine

Misterioso, invece, il delitto crudele avvenuto nelle Filippine ai danni di una giovane volontaria gesuita che stava prestando servizio presso la Pangantucan Community High School, Bukidnon, in un progetto del movimento JVP. Il 23 agosto scorso, Genifer Buckley, filippina di 24 anni, originaria di Zamboanga del Sur, è stata ripetutamente pugnalata a morte da un aggressore all’interno della casa dove risiedeva con una collega. L’altra volontaria era stata ferita ma era riuscita a scappare dopo essere stata inseguita.

 

RAPIMENTI E STUPRI DI GIOVANI DONNE

Questo tipo di violenze, anche se a volte non stroncano la vita, la segnano in modo indelebile. Sono i rapimenti per scopi sessuali commessi da molti musulmani in alcuni stati del mondo in cui si sentono in qualche modo protetti dalla loro fede religiosa islamica e dalle autorità giudiziarie che fanno sovente prevalere la Sharia anche sulle leggi dello stato. Come vorrebbe fare anche la Turchia dove il partito AKP del presidente Recep Tayyip Erdogan sta predisponendo un progetto di legge sul matrimonio riparatore valido anche nel caso di vittime di stupro minorenni.

La 14enne cristiana Huma Younas

Il caso più clamoroso del 2019 è quello della 14enne cristiana cattolica Huma Dounas, rapita a Karachi da un islamico che dopo aver abusato di lei l’ha forzosamente costretta a convertirsi all’Islam al fine di avere la motivazione legale per compiere il matrimonio riparatore e farla sua schiava sessuale per tutta la vita.

LA SHARIA ISLAMICA LEGALIZZA LO STUPRO DI MINORENNI. In Pakistan il caso di Huma, in Turchia la nuova legge

Nella causa legale intentata dai genitori la Corte ha già emesso un primo pronunciamento sostenendo che la minore età della ragazza è ininfluente avendo già lei avuto il ciclo mestruale ed essendo pertanto idonea al matrimonio secondo la Sharia, nonostante una legge nazionale abbia imposto il divieto del matrimonio con ragazze under 18. La battaglia giudiziaria prosegue sostenuta dalla fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre.

NATALE DI ORRORI PER SILVIA, LEAH E HUMA: Nelle grinfie dei Jihadisti

E proprio ACS ricorda un’altra terribile vicenda capitata in Pakistan. Domenica 9 giugno, la 15enne cristiana Maria è stata rapita dalla sua abitazione a Sheikhupura e poi violentata da cinque uomini musulmani. Le autorità si sono rifiutate di indagare sul crimine. Il padre della ragazza, Jalal Masih, ha sporto denuncia alla polizia accusando dell’aggressione un uomo d’affari locale e altri quattro uomini, insieme a diversi testimoni. Masih ha dichiarato: «Il giorno seguente ci hanno contattato ed hanno minacciato di restituirci nostra figlia cadavere se solo avessimo informato la polizia».

 

LE PERSECUZIONI COMUNISTE IN ASIA

Oltre alle persecuzioni più gravi ne esistono altre che rappresentano una palese violazione dei diritti umani dei cristiani. Esse sono portate avanti soprattutto dai regimi comunisti asiatici che davanti al mondo vogliono mostrare il volto di una finta democrazia popolare popolare.

IL QUIRINALE BENEDICE LA VIA DELLA SETA E DEL SANGUE

In Cina, come riferisce ACS, le difficoltà per i credenti sono aumentate in seguito all’approvazione, nel 2018, della nuova Normativa che limita molte attività religiose ai luoghi di culto registrati e introduce ulteriori restrizioni. Il 21 marzo 2018 la supervisione degli affari religiosi è stata trasferita dall’Amministrazione statale per gli affari religiosi al Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito, un’agenzia del Partito comunista cinese.

L’OLOCAUSTO ROSSO COMUNISTA COSPIRATO DA ROTHSCHILD & MASSONI. Contro i Regni Cristiani di Francia, Russia e Italia

Alle ore 20 di domenica 24 febbraio, 44 membri della Early Rain Covenant Church – tra cui 11 bambini – sono stati presi in custodia nella città di Chengdu. Due di loro, «Tang Chunliang e sua moglie, sono stati colpiti in faccia da un poliziotto in borghese alla stazione di polizia». Un agente ha picchiato selvaggiamente la madre del pastore afferrandola per i capelli e prendendola a calci, mentre un altro la teneva ferma.

La maggior parte dei membri della chiesa sono stati rilasciati nelle prime ore del lunedì 25 tra le 2 e le 6 di mattina, mentre 11 sono stati posti in detenzione amministrativa. Nel dicembre 2018 le autorità locali avevano ufficialmente chiuso la chiesa ed arrestato sia il pastore Wang-Yi che 160 dei suoi fedeli per «incitamento alla sovversione statale». Una repressione di cui il regime comunista sta abusando anche nell’odierna emergenza per la pandemia del CoronaVirus come risulta da molteplici storie…

A MILANO SOS CORONAVIRUS DELLA STUDENTESSA DI WUHAN: «La mia tragedia familiare vietata sui social»

Nella città di Guangzhou, funzionari pubblici hanno introdotto premi in denaro per coloro che forniscono informazioni in merito a chiese sotterranee e altri luoghi di culto “non ufficiali”. Chi procura informazioni utili riceve in cambio 100 yuan (€ 12,85), che possono diventare ben 10.000 yuan – circa due mesi di stipendio medio – per chi aiuta il governo ad identificare ed arrestare ministri e membri di gruppi religiosi non ufficiali.

Monumento con falce, martello e pennello a Pyongyang, capitale della Corea del Nord, realizzato nel 1995 in occasione del 50º anniversario della fondazione del Partito del Lavoro coreano.

Repressioni ancor peggiori sono avvenute in Corea del Nord, come riporta il dossier ACS. A Seoul un disertore ha riferito di una donna detenuta assieme a lui, di nome Hyun, la quale aveva dichiarato alle guardie la sua fede e chiesto più volte che queste si rivolgessero a lei con il nome di battesimo durante l’interrogatorio da lei subito nel 2004. «[Durante gli interrogatori] lei ripeteva, “sono figlia di Dio e io non ho paura di morire. Quindi, se vuoi uccidermi, vai avanti e uccidimi”». Il disertore ha raccontato di aver visto Hyun tornare dall’interrogatorio con evidenti lividi sulla fronte e il naso che le sanguinava. Le guardie hanno in seguito portato via la donna e nessuno l’ha più vista.

Nel febbraio 2019 il racconto di una prigioniera nordcoreana è stato pubblicato da Open Doors. La prigioniera 42 ha riferito che ogni giorno le veniva chiesto se fosse cristiana. «Sapevo che se lo avessi ammesso sarei stata uccisa. Ogni giorno sono stata picchiata … Mi costringevano a sedermi in ginocchio con i pugni chiusi e non mi permettevano mai di aprirli». La donna è stata condannata ad un periodo in un campo di rieducazione. Un altro credente che ha incontrato nel luogo di detenzione è stato portato via e lei non lo ha mai più incontrato.

CHIESE ED OSPEDALI CHIUSI IN AFRICA

Secondo l’Humanitarian Aid Relief Trust (HART), negli ultimi 12 mesi sui Monti Nuba del Sudan sono state attaccate oltre 70 chiese, 32 delle quali incendiate. L’HART sostiene che le chiese siano state prese di mira dalle forze governative sudanesi nell’ambito della campagna governativa contro il Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan (SPLM-N). Il generale Jagot Mukwar, vicepresidente dell’SPLM-N, ha dichiarato: «Il governo sta uccidendo il suo stesso popolo».

In Egitto, dove a fine 2018 fu perpetrato un cruento attentato ai danni di cristiani Copti in cui morirono anche bambini, la polizia ha chiuso l’unica chiesa esistente nel villaggio di Manshiyet Zaafarana, vicino Minya, lasciando 1.000 copti senza un luogo di culto in cui pregare. I residenti musulmani hanno circondato l’edificio e hanno chiesto che la chiesa fosse chiusa, usando un linguaggio che l’arcidiocesi di Minya ha descritto come «offensivo e provocatorio». Secondo quanto riferito, la polizia ha accontentato i manifestanti e chiuso l’edificio. La stessa chiesa era stata presa d’assalto qualche giorno prima, il 7 gennaio 2019, poche ore dopo la messa di Natale. La polizia ha successivamente allontanato i manifestanti.

EGITTO: STRAGE DI BAMBINI COPTI

Nel giugno scorso in Eritrea sono stati chiusi 22 centri sanitari di proprietà di congregazioni religiose o diocesi cattoliche, in applicazione di una legge del 1995 che individua lo Stato quale unico gestore delle opere di carattere sociale. Altri 8 centri cattolici erano già stati confiscati tra il 2017 e il 2018. In alcuni casi le strutture sanitarie sono presidiate da militari, ai pazienti è stato intimato di tornare a casa, il personale sanitario è stato minacciato.

«Ci hanno impedito di offrire quel poco che riuscivamo a dare, in luoghi in cui nessuno si prende cura della popolazione, neanche lo Stato. Se il governo ci costringerà a chiudere anche le scuole, i nostri sacerdoti e le nostre religiose troveranno un modo per sopravvivere. Ma il popolo come farà?». È l’amaro interrogativo posto da una fonte vicina alla Chiesa eritrea – che per motivi di sicurezza preferisce restare anonima – durante una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre. Le strutture dovrebbero divenire pubbliche ma, come spiega la fonte, «non vi è stato alcun trasferimento: gli agenti si sono limitati a sigillare tutto privando la popolazione di un servizio vitale. I pazienti erano di ogni fede, noi cattolici in Eritrea siamo appena il 5%».

IN INDIA OSTELLO PER BAMBINI DISTRUTTO E LINCIAGGI

Il 3 febbraio una folla di 40 persone ha attaccato la Philadelphia Church, situata nel villaggio di Karkeli vicino a Raipur, la capitale dello Stato di Chhattisgarh in India. I fedeli sono stati picchiati con dei bastoni e 15 di loro hanno riportato ferite tali da dover essere ospedalizzati. Alcuni politici locali sono stati accusati di aver incitato gli abitanti del villaggio ad attaccare la Chiesa.

Secondo quanto riportato, dopo che i cristiani si sono rifiutati di prendere parte a delle cerimonie induiste, gli abitanti indù del villaggio li hanno esclusi dal rifornimento idrico, hanno vietato loro di seppellire i propri defunti e si sono rifiutati di offrire loro un lavoro. Gli agenti di polizia incaricati di indagare sull’aggressione hanno inoltre minacciato i cristiani che sarebbero stati cacciati qualora non avessero smesso di pregare.

Nel maggio 2019 locali hanno ordinato a 50 operai di demolire una scuola ed un ostello per bambini tribali gestiti dalla Chiesa vicino al villaggio di Lichapeta, nelloStato di Orissa. Il preside della scuola,Vijay Kumar Pusuru, ha così dichiarato: «Noi abbiamo protestato pacificamente e loro ci hanno picchiati». I problemi sono iniziati dopo che un leader del gruppo locale Rashtriya Swayamsevak Sangh ha affermato che la scuola stava facendo proseliti tra i bambini, un’accusa tuttavia negata da Pusuru. La demolizione è stata ordinata dopo che le autorità avevano “smarrito” i documenti relativi alla domanda di assegnazione del terreno avanzata dalla scuola. 100 dei 250 alunni della scuola vivevano nell’ostello e dopo la demolizione 12 di loro sono rimasti senza una casa.

Queste sono le vicende più inquietanti emerse nel 2019 in vari paesi del mondo. Il timore è che non siano ovviamente tutte le più gravi poiché in molte nazioni come Cina, Corea del Nord, India, Arabia Saudita e in modo minore anche in Iran la libertà religiosa dei cristiani ed i loro diritti umani sono considerati contrari alle politiche di stato e, pertanto, nel migliore dei casi tollerate tra tante persecuzioni, nel peggiore represse anche con la sparizione delle persone.

CINQUE CONDANNE A MORTE PER L’OMICIDIO DI KASHOGGI. Assolto e scarcerato il console saudita

Se i Sauditi sono riusciti ad ammazzare un giornalista musulmano sunnita come loro, il famoso Jamal Kashoggi del Washington Post, nel loro consolato di Istanbul è evidente che nel loro stesso paese possono osare molto di più all’insaputa del mondo intero…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI

GOSPA NEWS – REPORTAGES CRISTIANI PERSEGUITATI

GOSPA NEWS – INCHIESTE SU TERRORISTI JIHADISTI

ACS – DOSSIER PERSECUZIONI 2017-2019

OPEN DOORS – RELAZIONE CRISTIANI PERSEGUITATI 2019

ICC – PERSECUTIONS REPORTS

 

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