Strage inarrestabile da arma biogenetica…
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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E’ però ormai impossibile riportare un aggiornamento in tempo reale di morti e infetti in Italia ed in Iran perchè aumentano di ora in ora: la tesi dell’arma biogenetica si fa sempre più concreta…
CORONAVIRUS – 10. IL COMPLOTTO IN 100 RIGHE: DALLE BIO-ARMI CIA AL NUOVO ORDINE MONDIALE
La pandemia ha colpito prima di tutto la Cina, scomodo rivale economico degli Usa: inutile scrivere il numero esatto perchè cresce ogni mezz’ora. La morbilità è stata così devastante nell’area del focolaio a Wuhan che le vittime del SARS-CoV-2 sono state migliaia nonostante la bassa percentuale di mortalità del 2 %.
Mentre l’indice di mortalità nel paese degli Sciiti, acerrrimi nemico della Casa Bianca alleata coi Sunniti di Arabia Saudita e Qatar, è assai più alto come in Italia.
Se si accredita la tesi sempre più fondata dell’arma biogenetica i moventi di un attacco chimico possono essere individuati in tre fattori. In primo luogo un avvertimento al primo paese europeo che ha firmato l’accordo commerciale della Via della Seta con Pechino, in secondo luogo i riavviati dialoghi tra Italia e Iran sull’Intelligenza Artificiale.
Infine questa epidemia “pilotata” potrebbe essere un segnale potente alla vasta comunità dei NO-VAX che ha contestato la legge Lorenzin (2017) sui 10 vaccini obbligatori del piano sanitario sperimentale voluto dall’amministrazione americana del presidente Barack Obama, nell’ambito dei 40 paesi aderenti alla Global Health Security Agenda, ed attuato dalle istituzioni sanitarie e farmaceutiche italiane in collaborazione con la multinazionale anglo-americana Glaxho Smith Kline.
Proprio GSK sta aiutando l’Università di Queensland a sviluppare il vaccino su incarico della britannica Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI).
L’Australia, membro del comitato internazionale d’intelligence FIVE EYES (con USA, Regno Unito, Canada e Nuova Zelanda) ha appena comunicato di aver già trovato il vaccino ma che ora dovrà essere ovviamente prima testato.
Una soluzione per gli scienziati potrebbe essere quella di usare come cavie gli italiani gravemente malati, ad elevato rischio di morte, visto che la mortalità sta diventando minacciosa e la morbilità sta crescendo in modo inarrestabile ed esponenziale?
Ci sono tanti modi per imporre il colonialismo geopolitico-militare: quello farmaceutico è sicuramente il più subdolo, vile ed orripilante…
ARTICOLO DEL 23 FEBBRAIO 2020 -ore 1,41
Anche se il CoronaVirus appare assolutamente letale soltanto per le persone più anziane o col sistema immunitario fragile la sua diffusione sta crescendo in modo esponenziale per la facilità del contagio tra esseri umani (saliva, respiro, mani) e la sua resistenza di durata ancora indefinita sulle superfici e sugli oggetti. E’ pur vero che con una spruzzata di etanolo o di un altro disinfettante domestico il virus può essere ucciso ma quel che preoccupa è il suo facile ritorno.
E’ stato infatti capace di uccidere sia il medico eroe cinese, Li Wenliang, l’oftalmologo che per primo aveva lanciato l’allarme in Cina lo scorso dicembre (ecco il motivo del numero in codice Covid-19), ma anche il direttore dell’ospedale di Wuhan, Li Zhiming.
Il primo aveva solo 33 anni, il secondo 51, entrambi sono stati ovviamente molte esposti a questa violenta patologia delle vie respiratorie ma entrambi erano anche attrezzati di ogni strumento sanitario necessario finora disponibile per combatterla. Sono circa un migliaio i medici contagiati in Cina e tra loro ci sono già 6 morti a conferma che il contatto prolungato con persone infette può essere esiziale anche per individui con buoni anticorpi, protezioni adeguate e cure efficienti.
Tutto ciò evidenzia la potenza del virus che, pur avendo una percentuale di mortalità oggi assestata intorno al 2 % e quindi inferiore alle sindromi delle vie respiratorie SARS (7%) ha una rapidità di contagio in alcune aree tragicamente alta e, soprattutto, inarrestabile. Si tratta di un ceppo virale della grande famiglia CoronaVirus: quella del semplice “common cold”, il disturbo delle vie respiratorie superiori comprensivo di raffreddore, tosse, maldigola, che però può degenerare in una polmonite così grave da paralizzare i polmoni bloccando così l’ossigenazione del sangue.
L’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) lo ha già rinominato Sindrome Respiratoria Acuta Grave CoronaVirus 2 (SARS-CoV-2) vista la sua pericolosità già attestata in un dettagliato articolo pubblicato da alcuni scienziati cinesi sul numero di febbraio di “Science China Life Sciences” in cui si evidenziano anomalie biochimiche tali da indurre il Partito Comunista Cinese a ritenerlo senza ombra di dubbio un’arma biologica.
Secondo altri esperti americani è uno strumento bellico sfuggito di mano a Wuhan, secondi cinesi e analisti indipendenti è stato costruita e diffuso da qualche nemico di Pechino. Tra i sospettati numero uno ci sono gli Usa che in tutto il mondo, soprattutto nei paesi confinanti con Russia, Cina e Medio Oriente, hanno almeno 25 laboratori per la produzione di armi biogenetiche, ovvero calibrate sul genoma di alcune etnie. E alcuni 007 confermano che si tratti di un epidemia diffusa con nano-droni…
Oltre ad aver avviato studi sulla manipolazione genetica degli insetti quali veicoli virali come strumenti di difesa o attacco (ufficialmente contro i parassiti in agricoltura) gli Usa hanno già creato DragonflEye, la cyber-libellula a guida luminosa per voli di ricognizione, impollinazione mirata e consegna di “carico utile”. Vedremo più avanti nel dettaglio i laboratori partner del Pentagono che hanno sviluppato il progetto, avviato dalla Cia nel 1970 con il primo Insecthoper.
Questo fu il primo prototipo di “nano-drone” oggi evolutosi anche nel Black Hornet 3, l’elicottero UAV di soli 10 cm già in dotazione all’esercito americano e ad altri paesi Nato, il cui kit può stare nello zaino di un militare. O di un turista in visita ad un paese straniero…
CINA E IRAN: PIU’ MORTI NEI PAESI NEMICI USA
Col passare dei giorni la mappa delle vittime del CoronaVirus ha fatto altro che confermare questa tesi con un risvolto davvero inquietante per l’Italia. Ma la crescita del numero di morti e contagiati da COVID-19 (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata), come denominato dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale Sanitaria Tedros Adhanom Ghebreyesus l’11 febbraio 2020, è talmente vertiginosa che ormai nessun istituto sanitario o media al mondo è in grado di fornire un aggiornamento in tempo reale pertanto i dati che stiamo riportando saranno già superati mezz’ora dopo la pubblicazione.
A MILANO SOS CORONAVIRUS DELLA STUDENTESSA DI WUHAN: «La mia tragedia familiare vietata sui social»
Se prendiamo in esame il numero attuale dei morti vediamo che il secondo paese più colpito è un altro storico nemico degli Usa, l’Iran, al centro dei recenti scontri militari per l’uccisione del generale Qasem Soleimani, comandante delle Forze Quds dei Pasdaran iraniani, in un’operazione del Pentagono e della Central Intelligence Agency, l’attacco missilistico delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche di Teheran a due basi americani in Iraq con 109 soldati gravemente feriti per danni cerebrali, ed il disastro aereo del Comando volante CIA in Afghanistan, ancora avvolto dal mistero…
Il focolaio principale di infezione e morti in Iran sarebbe a Qom, luogo della principale moschea dove gli Sciiti issarono la bandiera rossa della vendetta per la morte di Soleimani, dove si trova, come evidenziato da Gospa News in un precedente reportage, la più importante centrale nucleare di arricchimento dell’uranio che ha ripreso a lavorare a pieno regime dopo l’uscita di Washington dall’accordo Joint Comprehensive Plan of Action, acronimo JCPOA, e ancor di più dopo l’uccisione dell’alto ufficiale dei Pasdaran (altro nome delle Guardie Rivoluzionarie IRGC). Un bunker sotterraneo inattaccabile coi missili ma non con un virus…
La vendetta dell’Iran comincia da Qom. Grazie al bunker nucleare di Fordow
In Iran continua a crescere il bilancio delle vittime del COVID-19. Ma la percentuale di mortalità è così alta da indurre a ritenere che i positivi al virus possano essere molti, molti più e venga comunicato il loro numero solo per evitare il panico nel paese nei giorni di elezioni parlamentari che ha portato alla vittoria dei fondamentalisti (30 seggi su 290 totali con l’ex generale dei Pasdaran ed ex sindaco di Teheran, Mohammad Bagher Qalibaf, tra i più votati). L’aumento dei casi e dei decessi nelle ultime ore ha indotto il governo ha chiudere cinema e teatri ead assumere altre iniziative di emergenza.
Al vertice mondiale di questa drammatica classifica c’è la Corea del Sud certamente penalizzata dalla sua estrema contiguità con la Cina ma anche con l’altro acerrimo nemico degli Usa, la Corea del Nord: il primo paese al mondo a definire la nuova epidemia un’arma biologica, per bocca del dittatore comunista Kim Jong-un, e a blindare le frontiere. Anche negli altri paesi asiatici come Giappone, Singapore e Hong Kong i contagiati sono numerosi, ma con pochi morti nipponico, a riprova di un virus che sembra davvero colpire quell’etnia.
L’intero Nord Italia sta pian piano entrando in quarantena mentre le scuole sono già state chiuse temporaneamente in tutto il paese. Cosa c’entra però l’Italia in questa rotta di collisione sul fronte di questa presunta arma biologica? Va ricordato che nel marzo scorso Roma ha firmato con Pechino gli accordi preliminari del piano di accordi commerciali per la Via della Seta, biasimati da Washington ma fortemente voluti dall’ex sottosegretario allo Sviluppo Economico Michele Geraci, ex funzionario di banche internazionali poi businessman in Cina, politico indipendente in quota Lega, e dal Movimento 5 Stelle.
Va anche segnalato che proprio un esponente di questo partito, ora in maggioranza col PD nel secondo governo del premier Giuseppe Conte, ha pensato bene di avviare relazioni internazionali con Teheran proprio nel periodo di massima tensione con Washington. L’ambasciatore italiano in Iran, Giuseppe Perrone, ha incontrato martedì 18 febbraio il ministro iraniano per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Azari Jahromi, per incrementare la cooperazione bilaterale tra Italia e Iran in materia di intelligenza artificiale.
Come riferisce il sito Sicurezza Nazionale dell’università Luiss di Roma «l’intenzione dell’Italia di ripristinare l’agenda bilaterale con l’Iran era già stata confermata lo scorso 27 gennaio, quando il ministro degli Affari Esteri dell’Italia, Luigi Di Maio, aveva avuto un colloquio telefonico con il suo omologo in Iran, Javad Zarif». La notizia è stata riferita anche da FarsNews di recente oscurato per alcuni giorni dal Dipartimento del Tesoro Usa per una delle tante sanzioni di Washington contro Teheran. E’ evidente che l’inesperto Di Maio non ha minimamente colto la gravità delle tensioni in essere tra il più potente alleato della Nato e il paese mediorientale…
GRAVI RISCHI PER L’UMANITA’ DALL’ARMA BIOGENETICA
Vista l’enormità del contagio, per un organo d’informazione indipendente, ormai non è solo lecito ma anche doveroso riferire tutte le fonti che descrivono SARS-CoV-2 come un’arma biologica. Queste curiose coincidenze sulla sua diffusione geografica in Cina, rivale degli Usa sul piano commerciale per la battaglia sui dazi superata da un accordo guardacaso pochi giorni prima dello scoppio dell’epidemia, e l’Iran, antagonista sul fronte militare ed energetico, sono state riportate per giustificare la credibile fondatezza dell’affermazione di una fonte con importanti relazioni con la Russia e contatti con l’intelligence di vari paesi stranieri che ovviamente ci premuriamo di mantenere anonima.
«CoronaVirus è un’arma biologica diffusa da un agente della CIA in Cina con nano-droni. Gli Usa hanno già il vaccino» ci ha riferito un soggetto internazionale. Inquietanti parole da prendere con cautela almeno quanto i comunicati ufficiali di paesi NATO ormai abituati da anni a dichiarare menzogne per il presunto bene dell’Occidente.
Poche parole per una pandemia immane che di giorno in giorno assume sempre più i contorni di un attacco militare criminale e che conferma l’allarme lanciato alcuni mesi fa dal Regno Unito evidenziato nel precedente reportage di Gospa News sul sospetto – oggi quasi certezza – che l’epidemia sia stata causata da una arma biogenetica.
Il Center for the Study of Existential Risk (CSER) dell’Università di Cambridge in un rapporto di agosto evidenziò i pericoli della tecnologia in campo bellico perché «potrebbe essere costruita una bio-arma per colpire un gruppo etnico specifico in base al suo profilo genomico» definendo tale eventualità «estremamente dannosa e potenzialmente inarrestabile».
GLI ESPERTI AMERICANI: «COVID-19 E’ UNA BIO-ARMA»
Nel medesimo precedente reportage
abbiamo anche riferito del primo esperto mondiale che ha affermato di ritenere il CoronaVirus un’arma biologica. Si tratta di Francis Boyle, professore di diritto internazionale presso il College of Law dell’Università dell’Illinois, che ha redatto la legislazione nazionale degli Stati Uniti per attuare la Convenzione sulle armi biologiche, nota come “1989 Combat Terrorism Weapons Act”, approvata dal Congresso americano e promulgata dal presidente George W. Bush. Lo ha dichiarato in un’intervista al website americano Geopolitics and Empire ipotizzando che questo strumento bellico sia sfuggito di mano al laboratorio di livello di biosicurezza 4 (BSL-4) di Wuhan.
A ritenere fondata tale ipotesi c’è oggi anche uno studioso della Cina, Jeff Brown, fondatore con altri giornalisti ed autori internazionali della Bioweapon Truth Commission, (www.bioweapontruth.com), un’organizzazione indipendente che sull’argomento ha creato il più grande archivio di documentazione, film e pubblicazioni audio sugli Stati Uniti e sull’Occidente. Brown ha infatti iniziato a studiare il fenomeno fin dagli attacchi con armi biologiche degli Usa contro la Cina durante la guerra di Corea (1950-1953) e sulla famigerata “Unit 731” del Giappone.
La sua storia è ben sintetizzata in un articolo del quotidiano britannico The Guardian: «Formata a metà degli anni ’30 ad Harbin, nella Cina nord-orientale, l’Unità 731 condusse esperimenti letali su circa 3.000 prigionieri, che erano principalmente cinesi e coreani. Furono sottoposti a vivisezione senza anestesia dopo essere stati deliberatamente infettati da malattie come il tifo e il colera. Alcuni avevano gli arti amputati o gli organi rimossi».
«Mentre il Giappone si avviava verso la sconfitta nell’estate del 1945, il leader dell’unità, il tenente Shiro Ishii, proibì ai ricercatori di discutere del loro lavoro e ordinò la demolizione del quartier generale dell’unità di Harbin. Alla fine della guerra, le autorità statunitensi hanno segretamente concesso l’immunità ai funzionari di unità dall’accusa in cambio dell’accesso alle loro ricerche. Numerosi ex funzionari dell’Unità 731 hanno continuato ad avere carriere di successo in medicina, università e affari» si legge nell’articolo.
Ecco perché lo stesso Brown oggi, in un’intervista con Kevin Barrett, esperto di terrorismo internazionale e conduttore della trasmissione radiofonica Truth Jihad Radio, accusa gli Usa di essere i manipolatori dell’epidemia: «Sono in contatto con persone ogni giorno in Cina. E sono in uno stato di guerra. Stanno mobilitando centinaia di milioni di persone. Hanno mobilitato l’esercito. Si sono messi in quarantena 50 milioni di persone e centinaia di milioni di persone stanno andando a lavorare fuori casa. E’ per questo che il tasso di mortalità è così basso e il numero di incidenti è relativamente basso, anche se gli Stati Uniti hanno il motivo. Hanno il modus operandi e hanno i mezzi per farlo. Sta uccidendo solo persone col DNA cinese. Sta uccidendo la razza cinese. È estremamente selettivo».
L’intervista, pubblicata integralmente sul sito Veterans Today, gestito da ufficiali dei Marines reduci del Vietnam ed esperti di intelligence militare ex agenti CIA, è stata diffusa alcuni giorni fa prima che giungesse la notizia dei 6 morti in Iran. Questo fatto, però, non smentisce il ragionamento di Brown ma semplicemente lo amplia ad un’altra etnia, quella appunto islamica di Teheran.
A rivelare l’esistenza di studi specifici di bioingegneria genetica sperimentata sugli insetti e sui pipistrelli (tra i primi sospettati quale animale veicolatore dell’infezione) è stata la stessa Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia di ricerca sulle armi del Pentagono che nel 2014 ha aperto ufficialmente il settore di biologia.
A confermare che in almeno 25 laboratori controllati dal Dipartimento della Difesa americano ci fossero esperimenti di elaborazione di armi biochimiche con interazioni tra virus e insetti fu la giornalista bulgara Dilyana Gaytandzhieva nella sua inchiesta sulle attività di un altro ente del Pentagono ancora più specifico: la Defense Threat Reduction Agency (DTRA)-
DOSSIER TURCO: I 21 GRUPPI JIHADISTI FINANZIATI DA USA E CIA: armati coi micidiali missili TOW
Come riportato da Gospa News la reporter, prima al mondo a scoprire le armi convenzionali consegnate dalla CIA ai terroristi ISIS prima che il dossier turco SETA rivelasse tutte le formazioni jihadisti rifornite di missili TOW dall’agenzia di controspionaggio americana, scoprì l’esistenza di ricerche nel campo della bio-genitica in riferimento ai genomi di Cinesi e Russi.
LA PROTEINA “MODELLATA” PER ESSERE AGGRESSIVA
Ebbene i sospetti di manipolazione biogenetica di Gaytandzhieva, componente della Bioweapon Truth Commission di Brown menzionata prima, trovano oggi parziale conferma nella ricerca scientifica divulgata tramite un video da alcuni esponenti del Partito Comunista Cinese (CPP) che il sito in doppia lingua sino-inglese GNews (vicino all’esperto di comunicazione Stephen Bannon, già coordinatore della campagna elettorale vincente di Donald Trump) ha tradotto dalla lingua originale.
«Il 21 gennaio, tre ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze hanno pubblicato un articolo congiunto sulla rivista “Science China Life Sciences”, scritto in inglese. Hanno rivelato la verità sulla storia del coronavirus» si legge.
Si tratta di Pei Hao, ricercatore dell’Istituto Pasteur di Shanghai e dell’Accademia cinese delle scienze, Wu Zhong, ricercatore del Centro nazionale di ricerca ingegneristica per le droghe emergenti, Accademia delle scienze mediche militari e Xuan Li , ricercatore del Key Laboratory of Synthetic Biology, CAS Center for Excellence in Molecular Plant Sciences.
«I ricercatori sono rimasti scioccati quando hanno confrontato la proteina “S” SARS con la proteina “S” di Wuhan CoV e hanno scoperto che non altera la composizione strutturale del virus anche se sono stati sostituiti quattro aminoacidi».
«Questa ricerca indica un’importante scoperta che la proteina S Cohan di Wuhan supporta una forte interazione con le molecole umane di ACE2, che può portare a infettare le cellule epiteliali nel tratto respiratorio superiore. Questa scoperta ci ha anche detto che Wuhan CoV è altamente contagioso in termini di progettazione. Il punto chiave di tutte queste scoperte è che “quattro importanti proteine “S” sono state sostituite nel coronavirus di Wuhan”».
«In primo luogo, lo scopo è quello di mascherare Wuhan CoV come SARS per rendere più difficile per i ricercatori medici e i medici distinguerlo dalla SARS. Ciò li induce a prendere misure di prevenzione simili alla SARS, che possono comportare un ritardo del trattamento e una maggiore diffusione del virus. In secondo luogo, è così contagioso che si diffonde rapidamente in base al design – dichiara ancora il Partito Comunista Cinese – Questo tipo di crimine attraverso la biotecnologia contro l’umanità può essere commesso da pipistrelli o ratti di bambù? Diecimila anni di evoluzione non possono produrre questo tipo di alterazione precisa di quattro importanti proteine S! Il fatto che il virus Wuhan sia stato creato in un laboratorio sotto l’influenza umana è indiscutibile. Questo è disumano all’estremo. Nel 2010, la Cina ha vinto la battaglia contro il virus SARS. Nel 2015 l’ospedale PLA ha vinto battaglie contro il virus Ebola in Africa. Questa volta, il nostro nemico ha scelto il capodanno cinese per un nuovo focolaio virale».
I ricercatori nel documento sintetico denominato “Evoluzione della storia del CoronaVirus dall’epidemia in corso a Wuhan e modellamento della proteina di punta per il rischio di trasmissione umana” pubblicato nella rivista scientifica come “lettera all’editore” sono più cauti ma evidenziano le stesse preoccupazioni.
«Secondo la struttura cristallina della proteina S SARS-CoV Dominio RBD complessato con il suo recettore ACE2 (codice PDB:2AJF), la struttura complessa 3D della S protein CoV Wuhan rilegata all’ACE2 umano è stata modellata con strutturale sovrapposizione e docking molecolare (orientamento) rigido – scrivono i biochimici cinesi – Quindi con nostra sorpresa, nonostante la sostituzione di quattro di cinque importanti residui di amminoacidi di interfaccia, nella proteina S CoV Wuhan è stata trovata un’affinità di legame significativa all’ACE2 umano. Guardando più da vicino la sostituzione, nelle posizioni residue 442, 472, 479 e 487, la proteina S CoV Wuhan non ha alterato la sua conformazione strutturale».
«In sintesi, la nostra analisi ha dimostrato che il Wuhan CoV condivide con i coronavirus SARS / e simili antenati SARS che assomiglia al coronavirus HKU9-1 del pipistrello. Il nostro lavoro indica l’importante scoperta che il dominio RBD della proteina S Cohan di Wuhan supporta una forte interazione con molecole umane di ACE2 nonostante la sua diversità di sequenza con Proteina S SARS-CoV. Pertanto, il Wuhan CoV rappresenta un fattore significativo di rischio per la salute pubblica per la trasmissione umana».
IL VACCINO AUSTRALIANO GIA’ QUASI PRONTO…
A smontare l’ipotesi di un virus da laboratorio ci provano i ricercatori americani nella discussione con vari profili sul sito specializzato Virologica.org dove il dibattito è focalizzato sul genoma e sulla sua provenienza animale (il profilo genetico si avvicina al 99 % a quello di un virus coltivato nel pangolino malese). Uno di questi scienziati, al termine della sua digressione in cui esclude categoricamente la manipolazione umana con argomentazioni biochimiche cavillose, ringrazia Wellcome Trust per il contributo…
Con ciò palesa un’evidente relazione con uno dei principali finanziatori sulle sperimentazioni sullla famiglia CoronaVirus prima dell’epidemia. Come riferito nel precedente articolo, infatti, questa fondazione, è nata dopo la trasformazione della holding farmaceutica americana Wellcome rilevata dal gruppo Glaxo SmithKline, il famigerato GSK, leader nella produzione dei vaccini nel mondo ma anche ripetutamente indagato e condannato per innumerevoli violazioni penali in tema di corruzione e leggi sanitarie, già incaricato formalmente di contribuire alla ricerca di un vaccino insieme all’Università australiana del Queenslan (vedi precedente articolo).
A tempo record il vaccino australiano avrebbe già superato i primi test e sarebbe già iniziata la sua sperimentazione sulle cavie animali. Non bisogna dimenticare che l’intelligence dell’Australia SIS fa parte del gruppo internazionale dei servizi segreti dei cosiddetti “Five Eyes” insieme a Usa, Regno Unito, Canada e Nuova Zelanda.
Pertanto il brevetto di un nuovo vaccino da parte degli australiani con l’aiuto della big pharma britannica GSK che è partner dell’agenzia Darpa del Pentagono in molteplici progetti è sicuramente un ulteriore motivo di sospetti…
Wellcome Trust è invece tra i finanziatori del Pirbright Institute depositario del brevetto n. 10130701 negli Usa per una ricerca ConoraVirus sull’aviaria nei polli. Il nome di questo centro di ricerca britannico viene citato nel contesto della conversazione radiofonica tra i giornalisti americani Kevin Barrett e Jeff Brown.
«Beh, sai, penso che la gente debba capire che il virus Ebola è brevettato dai militari statunitensi. Il virus Zika è brevettato dalla Fondazione Rockefeller. Ho appena appreso che il coronavirus, il nostro amico preferito in queste ultime quattro settimane, è brevettato dal Pirbright Institute, che è finanziato da Bill Gates».
Pirbright Institute ha ovviamente subito smentito ogni coinvolgimento con la tipologia “umana” del virus ribadendo che gli studi erano solo sui polli. Ma è altresì evidente che se avesse davvero allargato il campo della ricerca si guarderebbe bene dal dichiararlo in questi giorni di emergenza mondiale.
GRAVI DANNI IN CINA ANCHE PER L’INFLUENZA SUINA
Lo stesso Brown conferma di aver avuto indicazione su una proiezione stimata di 65milioni di morti nel mondo da un informatore dell’intelligence che si è presentato col curioso soprannome di Uriah Reep.
«Uriah Heep e io abbiamo parlato di come sono stati ovviamente attaccati con un virus dell’influenza suina, l’influenza suina africana, che è balzata dalla zona della Georgia, con il Richard Lugar Bioweapons Lab (tra i centri DTRA del Pentagono – ndr) direttamente in Cina. E poi è balzato in tutto il paese, spazzando via il 40 percento del porco, nella più grande industria suina del mondo. E poi hanno anche fatto la stessa cosa con l’influenza aviaria. Quando segui il modo in cui questi due virus, sai, si diffondono in tutta la Cina come un incendio. Voglio dire, proprio come su un treno ad alta velocità, non c’è modo che ciò possa essere accaduto naturalmente, attraverso il normale movimento di bestiame e pollame».
A causa della gravità della pandemia umana, infatti, è passata completamente in secondo piano l’epidemia suina. Ciò mette sotto pressione il sistema finanziario cinese a causa dell’inflazione indotta dall’aumento dei prezzi della carne di maiale. Il media GNews rimarca una circostanza assai sospetta: «l’influenza suina africana della Cina proviene da suini russi importati mentre la Cina ha tentato di smettere di acquistare prodotti americani per ferire gli agricoltori americani».
«Il 1 ° febbraio 2020, il sito Web militare cinese più influente www.xilu.com ha pubblicato un articolo in cui si riconosce che il CoronaVirus di Wuhan è stato creato dall’uomo accusando gli Stati Uniti di creare tale arma biologica contro la Cina» riporta Gnews che poi cita integralmente alcune frasi riprese dal portale cinese.
«È possibile che i nostri nemici vogliano distruggere la nostra produttività. È la cosiddetta guerra senza restrizioni che colpisce tutti gli aspetti della nostra economia. La CIA può infiltrarsi in Cina attraverso la guerra di propaganda e provocare una “rivoluzione del colore” a Hong Kong, perché non può iniziare un attacco biochimico in Cina attraverso la manipolazione?».
Dalla sua nascita nel luglio 2018 Gospa News ha elaborato molteplici reportage investigativi sul tentato golpe in Venezuela, quando nel 2019 il paese fu messo in ginocchio da continui blackout causati da sabotaggi elettromagnetici partiti dagli Usa che oltre a distruggere varie centrali impianti elettrici uccisero varie persone negli ospedali rimasti senza luce.
Abbiamo scritto sulla guerra civile in Ucraina causata dalla rivoluzione arancione culminata nella strage di piazza Maidan a Kiev causata da cecchini mercenari georgiani, sul conflitto in Siria, dove i White Helmets finanziati da Londra e Washington sono stati accusati di gravissimi crimini tra cui quello dei bimbi uccisi con il cloro a Douma per inscenare un finto attacco chimico dell’esercito di Damasco, e sugli attacchi dei droni americani contro i separatisti Houti nello Yemen che hanno causato migliaia di vittime tra i civili.
DOUMA: MASSACRO JIHADISTA CON ARMI CHIMICHE SU 35 VITTIME LEGATE
Pertanto, in questo momento, mi è più facile credere alle accuse dei comunisti di Pechino piuttosto che ai silenzi della NATO o alle smentite che giungono dalla Casa Bianca.
SARS-CoV-2 ha tutte le caratteristiche per essere considerato un’arma biogenetica studiata apposta per colpire alcune etnie, sicuramente i cinesi ma probabilmente anche gli islamici iraniani alla luce degli ultimi decessi, e si è manifestata come una tempesta virale perfetta: proprio nel periodo del Capodanno cinese, quando gli asiatici sparsi in tutto il mondo tornano a casa per festeggiare coi parenti, e poche settimane prima delle consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento di Teheran (in questo week-end), un altro momento di grandi movimenti e contatti tra la popolazione. Quel che è accaduto altrove possono essere i cosiddetti “danni collaterali” di ogni missione militare.
Secondo la nostra fonte vicina ad intelligence straniere il virus sarebbe stato diffuso in Cina (e probabilmente anche altrove) da agenti della CIA munito di “nano-droni” facili da occultare durante il trasporto e da utilizzare senza dare nell’occhio anche per il trasporto di materiale di contagio in capsule o vitro da far esplodere con microcariche o scariche elettromagnetiche al momento opportuno.
La tecnologia sviluppata dall’agenzia DARPA del Pentagono e messa al servizio dell’Us Army o del National Clandestin Service, l’ufficio delle operazioni killer della CIA, è tra le più sofisticate al mondo come riferito nel precedente reportage sulle armi biochimiche. Tra i possibili mezzi a disposizione dei militari americani per la diffusione di armi di massa ci sono due nuovissimi gioielli di micro-ingegneria.
Il primo va oltre ad ogni umana immaginazione per chi non è del settore e prende le mosse da un rudimentale progetto.
LA CYBER-LIBELLULA E IL NANO-DRONE
«La CIA ha creato un drone di dimensioni nanometriche negli anni ’70. In un momento in cui il governo richiedeva un dispositivo di ascolto in miniatura, inventarono un calabrone meccanico. Il loro progetto iniziale era troppo difficile da controllare, quindi abbandonarono l’idea e inventarono l’Insectothopter, un mini drone di libellula» si legge sul sito della società cinese Globaldroneuav, specializzata nella fornitura di ricambi per gli Unmanned Aerial Vehicle, ovvero veicoli senza pilota, e amministrata come CEO dal colonnello dell’esercito di Pechino in pensione Qin Ren-ping.
L’Insectothopter è ora nel museo della Cia ma nello stesso sito si fa riferimento al nuovo ed attualissimo progetto: DrangonflEye, ovvero l’occhio-libellula.
«DragonflEye è una libellula geneticamente modificata con “neuroni dello sterzo” sensibili alla luce impiantati nel midollo spinale. Gli insetti dotati di uno zaino personalizzato pieno di sensori possono essere controllati, ma è ancora in fase di sviluppo. I lampi di luce vengono utilizzati per far volare o muovere gli insetti».
Ora sembra che il progetto abbia superato il primo ostacolo dopo che alcune delle libellule geneticamente modificate hanno preso il loro primo volo. L’idea è stata sviluppata dai ricercatori del Charles Drak Stark Laboratory e dell’Istituto Medico Howard Hughes HHMI, specializzato in ricerche biomediche e partner di vari progetti DARPA. Nell’estate 2017 i loro primi test positivi ebbero grande visibilità sui media e su YouTube anche con l’intervista ai ricercatori.
https://www.gospanews.net/2020/03/09/esclusiva-famoso-pneumologo-un-farmaco-vegetale-contro-il-covid-19/
«Questo sistema spinge ai confini della raccolta di energia, del rilevamento del movimento, degli algoritmi, della miniaturizzazione e dell’optogenetica, il tutto in un sistema abbastanza piccolo da poter essere indossato da un insetto» riferì in un comunicato stampa J. Wheeler, ingegnere biomedico del Draper and HHMI, come riportato da Us TomoNews.
Le libellule cyborg potrebbero essere trasformate in piccoli sistemi di sorveglianza. Altre applicazioni di questa tecnologia possono includere l’impollinazione guidata, la consegna del carico utile e la medicina e la diagnostica di precisione» viene specificato.
Da due anni a questa parte non si sa più nulla di DragonflEye e del suo eventuale utilizzo in campo militare vista la collaborazione consolidata tra l’instituto Hughes e il Pentagono. E’ però evidente che se una libellula può essere geneticamente modificata e teleguidata per l’impollinazione alla stessa stregua può essere facilmente pilotata per la diffusione di un virus…
Se questa appare la soluzione più avveniristica per tutte le sue implicazioni, ovviamente a discapito del povero insetto completamente snaturato con una sofferenza che nessuno potrà mai conoscere, esiste un’alternativa molto meno fantascientifica e più pragmatica già ampiamente utilizzata da vari eserciti della NATO. Si tratta del nano-Uav Black Hornet prodotto dalla norvegese Prox Dynamics e già impietato dalla British Armed Forces in Afghanistan fin dal 2012 come drone da sorveglianza e ricognizione.
Adottato anche da Us Marines, Australian Army e dai reparti speciali dell’esercito tedesco Bundeswehr e di quello norvegese Forsvaret, è il più piccolo apperecchio volante a pilotaggio remoto esistente poiché misura soltanto 10 cm di lunghezza con un diametro del rotore di 12 cm.
L’azienda scandinava è stata poi acquisita dalla corporation americana FLIR Systems, Inc., leader nella progettazione e produzione di videocamere ad infrarossi e tra i principali fornitori del Dipartimento della Difesa Usa.
Nel giugno 2018 è stata così presentata la versione aggiornata Black Hornet 3 che al sistema di ricognizione personale (Personal Reconnaissance System, PRS) del nano-drone originale ha aggiunto la possibilità di navigare in ambienti GPS-denied, consentendo al combattente di mantenere la consapevolezza situazionale, il rilevamento delle minacce e la sorveglianza ovunque lo porti la missione.
Avendo la possibilità di volare senza un collegamento GPS può quindi sfuggire al rilevamento dei radar in considerazione delle sue microscopiche dimensioni. Sta nelle dita della mano di un militare, ha un peso a vuoto di 18 g, una velocità di crociera di 36 km/h, un’autonomia di 25 minuti (ma in caso di problemi o batteria insufficiente torna alla base in modo autonomo) ed un raggio di azione di 1.600 metri. Viene pilotato attraverso un monitor collegato alla telecamera installata sul velivolo. Il kit di controllo con due apparecchi pesa meno di 1kg e può stare nello zaino di un militare come in quello di un qualsiasi turista in visita alla Cina…
Con questi riferimenti abbiamo quindi dimostrato come la diffusione di un’arma biologica tramite nano-droni rferita da fonti d’intelligence internazionali sia perfettamente concepibile e praticabile. Chi possa averla attuata, come, dove e quando rimangono ovviamente dei misteri.
Capo CIA in Medio Oriente ucciso nell’aereo Usa caduto in Afghanistan
Di questi misteri era certamente a conoscenza “dark prince” Michael d’Andrea, comandante delle operazioni speciali in Medio Oriente della Central Intelligence Agency, scomparso sull’aereo-spia Bombardier/Northrop Grumman E-11A precipitato – o abbattutto – in Afghanistan pochi giorni prima che il virus si rivelasse come una tremenda epidemia in Cina e in molti paesi del mondo. Il boss degli 007 americani è così sparito all’improvviso insieme a tutti i suoi segreti…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – OSINT INVESTIGATIONS
VETERANS TODAY – CORONAVIRUS BIOWAR
SICUREZZA INTERNAZIONALE – SINERGIE ITALIA E IRAN
THE GUARDIAN – UNIT 731 IMPERIAL ARMY
GLOBALDRONEUAV – CIA INSECTHOPER
US TOMONEWS – DRAGONFLEYE PROJECT