CoVid-19 fa sempre più paura
stroncato a 67 anni un ex viceministro dell’Iran
contagiato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
dopo il Governatore del Lazio Zingaretti
Guarito quello del Piemonte Alberto Cirio
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO 10 MARZO 2020 – ORE 23
Dopo i governatori delle regioni Lazio e Piemonte anche il massimo ufficiale dell’esercito italiano è stato ritenuto positivo al COVID-19. Il capo di Stato Maggiore, il generale Salvatore Farina, ieri è risultato infetto dal coronavirus. È lui stesso a farlo sapere.
CORONAVIRUS – 10. IL COMPLOTTO IN 100 RIGHE: DALLE BIO-ARMI CIA AL NUOVO ORDINE MONDIALE
“Oggi mi sono sottoposto al test di Coronavirus, risultando positivo – spiega – Sto bene, sono in isolamento nel mio alloggio, nel rispetto delle direttive emanate dalle autorità governative e dei protocolli sanitari previsti; in base ai quali stiamo procedendo a verificare i contatti avuti negli ultimi giorni. Continuerò a svolgere le mie funzioni e verrò sostituito, per le attività alle quali non posso prendere parte, dal generale Bonato. Porgo un caloroso saluto e un sentito ringraziamento alle donne e agli uomini dell’Esercito che operano per fronteggiare questa emergenza nei settori operativi, logistico e della sanità”.
Il CoronaVirus ha ormai contagiato più di 100mila persone nel mondo e ne ha uccise oltre 3mila in un drammatico bilancio che per un webmedia d’inchiesta come Gospa News è quasi impossibile aggiornare quotidianamente.
L’intera Italia è stata dichiarata dal Governo “zona rossa” in tutte le limitazioni negli spostamenti e nei ritrovi pubblici già in vigore in Lombardia e in 14 province. Nel documento finale ci sono limitazioni generalizzate, tra cui lo stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro e altre molto più rigorose.
L’Iran è stato il paese più colpito del Medio Oriente, ed il terzo del mondo dopo la Cina e l’Italia.
AGGIORNAMENTO 8 MARZO 2020 – ORE 11
Mentre si apprende la notizia che anche il Governatore del Piemonte, Alberto Cirio (Forza Italia), è risultato positivo al CoronaVirus proprio nelle ore in cui stava monitorando la situazione per chiedere misure più restrittive al Governo della Repubblica Italiana.
Lunedì 23 marzo, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri tre pazienti tra cui anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che era posto in isolamento domiciliare.
«Sono guarito – dichiara il presidente Cirio -, ho appena ricevuto l’esito del doppio tampone di verifica ed entrambi hanno dato esito negativo al coronavirus. Ve lo dico mentre mi preparo per correre all’Unità di crisi, perché l’unica priorità è continuare a lottare».
ARTICOLO DEL 7 MARZO 2020
L’emergenza CoronaVirus a giorni sarà dichiarata pandemia globale anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità anche se per molti virologi, scienziati e giornalisti, tra cui chi scrive, è già stata definita e trattata come tale da almeno un mese.
Come già annunciato da Gospa News lo scorso 23 febbraio 2020, mentre i soliti ignoranti dell’ottimismo insultavano gli allarmisti ben informati, si tratta di una catastrofe mondiale di cui si conosceranno i danni economici e umani solto tra qualche mese. O anno.
Intorno ad essa si fa sempre più ingarbugliata la matassa di informazioni che partendo dalla teoria di un’arma biogenetica portano ad investigare sugli eventuali responsabili e su coloro che inevitabilmente diventeranno più ricchi grazie all’epidemia.
Tra questi ci sarà quasi sicuramente la regina-nera dei vaccini Glaxo Smith Kline, finanziata da varie agenzie del Pentagono e partecipata da numerosi fondi d’investimento americani, già individuati quali principali speculatori nella lobby delle corporations delle armi. Tra essi anche il famigerato BlackRock fondato dal sionista newyorkese Larry Fink.
Come le guerre sono necessarie per aumentare i guadagni del mercato della difesa, le epidemie sono fondamentali per consentire alle Big Pharma dei vaccini di poter continuare a garantire lauti dividendi agli investitori. Un vecchio filmato apparso negli anni ’70 sulla Tv italiana appare oggi come uno sciagurato spot di questa filosofia…
Ma ora è la Bill & Melinda Gates Foundation, attraverso un ente internazionale partecipato da vari paesei tra cui ben tre del circuito di intelligence “Five Eyes”, a sostenere GSK (negli anni condannata in vari stati per violazioni e reati) nella ricerca del vaccino che – ovviamente – potrebbe essere già stato individuato da tempo e solo da testare.
Gli intrecci finanziari e le coincidenze sospette sono tali e tante che il reportage non può essere breve. I numeri che citeremo servono solo per dare un riferimento sulle percentuali di mortalità di alcuni paesi in quanto il bilancio delle vittime purtroppo si aggrava di ora in ora rendendo sempre più fondata l’ipotesi di un’epidemia causata da un’arma biogenetica con “danni collaterali” per gli stessi che l’avrebbero potuta lanciare, meno preoccupati degli altri in quanto, in tale tragica eventualità, avrebbero sicuramente prima sviluppato l’indispensabile vaccino.
https://www.gospanews.net/2020/03/09/esclusiva-famoso-pneumologo-un-farmaco-vegetale-contro-il-covid-19/
Un allarme simile profeticamente è stato annunciato dal Center for the Study of Existential Risk (CSER) dell’Università di Cambridge che in un rapporto di agosto evidenziò i pericoli della tecnologia in campo bellico perché «potrebbe essere costruita una bio-arma per colpire un gruppo etnico specifico in base al suo profilo genomico» definendo tale eventualità «estremamente dannosa e potenzialmente inarrestabile».
POLITICI CONTAGIATI E MORTI DALLA PANDEMIA
Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su contagiati e deceduti, infatti, è già vecchio non appena viene pubblicato.
La rapidità dell’aumento di casi e decessi rende arduo avere un quadro aggiornato del fenomeno che, per ammissione del responsabile italiano OMS Walter Ricciardi, “entro sette massimo dieci giorni la sede di Ginevra l’Oms proclamerà lo stato pandemico” non appena avrà ricevuto i dati consolidati anche dall’Africa e dal Sud America sul numero di contagi.
Trale migliaia di infettati in auto-isolamento si è aggiunto anche il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, che ha annunciato su Facebook di essere positivo al CoronaVirus ma di stare bene.
Soltanto tra mesi, quando l’emergenza sarà terminata, si cominceranno a valutare i danni provocati dall’epidemia alle persone guarite che, nei casi più gravi, hanno subito blocchi e lesioni polmonari.
CORONAVIRUS: In Italia dilaga l’uso di un farmaco anche se può uccidere: per anafilassi
Molti sono gli interrogativi ancora senza risposta tra gli stessi scienziati che, per ora, distillano con il contagocce le poche certezze biochimiche ed azzardano solo ipotesi sulle differenze di mortalità provocate nei 79 paesi dove la SARS-Cov-2 si è già diffusa.
Basti notare che in Corea del Sud sono stati accertati solo 42 decessi su 6284 contagiati, pari allo 0,67 % mentre in Italia i morti, all’8 marzo, rappresentano il 4,1 % dei 5.644 contagiati totali (guariti compresi).
In Iran, alla data di questo articolo, ci sono stati 145 morti, ovvero il 2,5 % dei positivi (4 volte la Corea del Sud), tra cui Hossein Sheikholeslam, ex ambasciatore iraniano in Siria, consigliere del ministro degli Esteri Javad Zarif e viceministro degli esteri dal 1981 al 1997, scomparso giovedì 5 marzo a 67 anni a causa del CoVid-19 che ha infettato altri 23 parlamentari, vari alti funzionari pubblici e componenti del governo come Masoumeh Ebtekar, vicepresidente con delega alla famiglia, e Iraj Harirch, vice ministro della Salute.
Lunedì è morto anche Mohammad Mirmohammadi, consigliere senior della Guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei.
Sheikholeslam era stato uno dei leader del cosiddetto “Muslim Student Followers of Imam’s Line” che aveva preso in ostaggio 52 diplomatici statunitensi, il 4 novembre 1979, e li aveva rilasciati dopo 444 giorni, durante la Rivoluzione Islamica in Iran.
LE SOSPETTE MANIPOLAZIONI BIOCHIMICHE
Ancor prima che il bilancio in Cina superasse i 3mila morti e 90mila contagiati il Partito Comunista Cinese aveva definito la pandemia un’arma biologica degli Usa in seguito alle rivelazioni degli scienziati asiatici sull’anomalo “modellamento” della proteina S.
Come riportato prima da Veterans Today e poi da Gospa News, l giornalista americano Jeff Brown, fondatore con altri giornalisti ed autori internazionali della Bioweapon Truth Commission, un’organizzazione indipendente di ricerca sulla storia e le innovazioni delle armi biologiche, ha avvalorato tale tesi, che col passare delle ore trova sempre maggiori sostenitori.
«Credo che ciò che sta accadendo sotto il mantello della presunta epidemia di coronavirus è una guerra biologica condotta contro l’Iran da elementi sionisti che stanno approfittando della situazione» ha dichiarato James Fetzer, professore di filosofia in pensione presso l’Università del Minnesota.
«Questo è il motivo per cui l’Iran sembra essere colpito in modo così grave; in altre parole, il coronavirus viene utilizzato come cortina fumogena per nascondere il fatto che i veri nemici dell’Iran stanno deliberatamente prendendo di mira il popolo iraniano» ha detto Fetzer al network iraniano Press TV giovedì.
«Incoraggio gli scienziati iraniani a esaminare il virus per vedere se è o non è lo stesso del virus che si presume stia causando tali danni in tutto il mondo» ha aggiunto l’accademico facendo esplicito riferimento a «un complotto per danneggiare l’Iran».
In un precedente articolo abbiamo evidenziato come uno dei focolai maggiori si sia verificato nella città di Qom, non solo sede della più importante moschea Sciita del paese ma anche della centrale nucleare sotterranea praticamente inattaccabile dai missili.
La vendetta dell’Iran comincia da Qom. Grazie al bunker nucleare di Fordow
Nel vortice di notizie tragiche di decessi, comunicati ufficiali, indiscrezioni giornalistiche, e anche fake news è davvero difficile essere aggiornati perciò è comprensibile che Fetzer e Press Tv non si siano accorti che alcuni ricercatori cinesi hanno quantomeno già spiegato i probabili motivi della differente letalità del virus.
Uno dei nodi critici nelle indagini sulle cause della pandemia deriva proprio dal fatto che analisti di geopolitica, esperti di intelligence militare, scienziati di biologia e virologia procedono nelle loro investigazioni su campi differenti senza un efficiente scambio di informazioni in tempo reale.
I ricercatori della School of Life Sciences dell’Università di Pechino e dell’Institut Pasteur di Shanghai, sotto la supervisione dell’Accademia Cinese delle scienze, affermano di aver scoperto l’esistenza di due versioni di Covid-19 da uno studio preliminare dei casi di Wuhan condotto attraverso le autopsie sui corpi dei deceduti.
«Analisi genetiche della popolazione di 103 genomi SARS-CoV-2 hanno indicato che questi virus si sono evoluti in due tipi principali (designati L e S), che sono ben definiti da due diversi polimorfismi a singolo nucleotide» hanno scritto nel loro “summary” pubblicato sulla loro rivista accademica National Science Review.
«L’intervento umano potrebbe aver esercitato una pressione selettiva più pesante sul tipo L, che potrebbe essere più aggressivo e diffusosi più velocemente. D’altra parte, il tipo S, che è evolutivamente più vecchio e meno aggressivo, potrebbe essere aumentato nella frequenza relativa a causa della pressione selettiva relativamente più debole» aggiungono gli scienziati identificando la tipologia L come più letale.
Nel dettaglio del loro studio (non inserito nell’abstract sintetico ma solo nel documento pdf) essi però ipotizzano che “l’intervento umano” nel genotipo killer sia conseguente alle terapie successive alla diffusione del virus senza prendere in considerazione la teoria di una manipolazione di ingegneria biochimica anteriore alla propagazione del CoVid-19, come peraltro insinuato nel numero di febbraio della rivista in inglese Science China Life Sciences da altri colleghi della stessa accademia cinese sorpresi dalle mutazioni della proteina S.
SEMPRE PIU’ FONDATA LA TESI DELLA BIOARMA
«Diverse segnalazioni suggeriscono che ci sono componenti del virus correlati all’HIV che non avrebbero potuto verificarsi naturalmente. Se è corretto che il virus sia stato sviluppato o addirittura prodotto per essere armato, suggerirebbe inoltre che la sua fuga dall’Istituto di virologia di Wuhan e nella popolazione animale e umana avrebbe potuto essere accidentale. I tecnici che lavorano in tali ambienti sono consapevoli che spesso si verificano “perdite” dai laboratori».
Ha scritto invece in un articolo pubblicato dalla Strategic Culture Foundation, Philip Giraldi, ex specialista americano di antiterrorismo e ufficiale dell’intelligence militare della CIA (Central Intelligence Agency), sovente ospitato anche sul sito francese di geopolitica Reseau International (per cui mi onoro di scrivere anch’io).
Una tesi già sostenuta in un’intervista dal professor Francis Boyle, professore di diritto internazionale presso il College of Law dell’Università dell’Illinois, che ha redatto la legislazione nazionale degli Stati Uniti per attuare la Convenzione sulle armi biologiche, nota come “1989 Combat Terrorism Weapons Act”.
«C’è, ovviamente e inevitabilmente, un’altra teoria – aggiunge però l’ex agente segreto Giraldi – Si è ipotizzato che, poiché l’amministrazione Trump ha costantemente sollevato il problema della crescente competitività globale cinese come minaccia diretta alla sicurezza nazionale americana e al dominio economico, potrebbe essere possibile che Washington abbia creato e scatenato il virus nel tentativo di ottenere che la crescente economia di Pechino e le forze armate potessero abbassarsi di qualche gradino».
«È certo difficile credere che anche la Trump White House potrebber fare qualcosa di così spericolato, ma ci sono precedenti per quel tipo di comportamento. Nel 2005-9 i governi americano e israeliano svilupparono segretamente un virus informatico chiamato Stuxnet, che aveva lo scopo di danneggiare i sistemi operativi e di controllo dei computer iraniani utilizzati nel programma di ricerca nucleare di quel paese» ma finì per causare “danni collaterali” rilevanti anche in paesi lontani come la Cina, Germania, Kazakistan e Indonesia.
L’ex ufficiale CIA rileva inoltre una clamorosa coincidenza: «Gli scienziati del Galilee Research Institute israeliano affermano ora che tra qualche settimana riceveranno un vaccino contro il coronavirus che sarà pronto per la distribuzione e l’uso entro 90 giorni. L’istituto sostiene di essere stato impegnato in quattro anni di ricerca sul coronavirus aviario finanziato dai ministeri israeliani di scienza, tecnologia e agricoltura. Stanno sostenendo che il virus è simile alla versione che ha infettato l’uomo, il che ha portato a progressi nello sviluppo attraverso la manipolazione genetica».
La tesi del filosofo americano James Fretzer sulla complicità sionista nell’elaborazione della bioarma viene quindi indirettamente avvalorata dall’esperto del controspionaggio americano.
«È possibile che questo virus sia il prodotto di un attacco biologico dell’America che inizialmente si è diffuso in Cina e poi in Iran e nel resto del mondo» ha dichiarato Hossein Salami, comandante dell’IRGC, le Guardie Rivoluzionarie Islamiche, ovvero i cosiddetti Pasdaran della più potente organizazione paramilitare iraniana.
Secondo quanto riportato da PRESS Tv, il capo dell’Organizzazione per la difesa civile iraniana, il generale Gholam Reza Jalali, ha dichiarato martedì che i media hanno diffuso l’allarme per cui il nuovo corornavirus nel paese sostenendo che il virus è un attacco biologico alla Cina e all’Iran.
Ha detto che alcuni rapporti indicano che potrebbe essere uno stato ostile, ma ha aggiunto che il suo sospetto richiede un’indagine di laboratorio e uno studio del genoma del virus.
RICERCHE AUSTRALIANE CON GSK FINANZIATE DA BILL GATES
Uno studio sul corona virus, un ceppo virale cui appartengono le comuni influenze stagionali come i virus più gravi e letali (MERS 2012, 858 morti e SARS 2003, 814 morti) tra cui il nuovo SARS-CoVid-2 (già 3.045), è stato avviato negli Usa nel novembre 2018 attraverso il brevetto n. 10130701 del Pirbright Institute che, subito finito nel mirino dei giornalisti d’inchiesta, si premurò di dichiarare che riguardava un genotipo indebolito ed era finalizzato esclusivamente ad alcune ricerche nel campo della bronchite aviaria che infetta il pollame.
Da ulteriori approfondimenti, però, emerge un intreccio di nomi di fondazioni, enti di ricerca, big pharma e azionisti che mettono in sempre più stretta correlazione quello studio e coloro che potrebbero domani arricchirsi ulteriormente grazie alla pandemia Covid-19.
Tra questi c’è la già citata regina nera dei vaccini Glaxo Smith Kline plc (Pharmaceuticals) di cui abbiamo narrato parte del “curriculum “giudiziario” sancito da sentenze pubbliche nel precedente reportage.
Scavando più a fondo, grazie al sito di analisi delle società quotate nelle borse mondiali MarketScreener, emergono anche le persone ed i ruoli che evidenziano le relazioni tra le holdings interessate alla gigantesca torta miliardaria del vaccino contro la pandemia più devastante degli ultimi decenni per morbilità ma anche, in alcuni paesi, per mortalità.
A soli 49 anni Emma Walmsley si trova nelle stanze dei bottoni di due imperi finanziari: è infatti CEO e Direttore esecutivo della GSK dal 2017 ma dal 2019 è pure direttore (non esecutivo) di Microsoft Corporation, il colosso dell’informatica che ha reso stramiliardario il suo fondatore Bill Gates (al secolo William Henry Gates III).
LOBBY ARMI – 1: BLACKROCK E GLI ALTRI AFFARISTI DELLE GUERRE USA
Sebbene GSK abbia sede nella più granitica città finanziaria del mondo, a Londra, è in realtà partecipata per circa il 15 % da alcuni fondi speculativi internazionali americani come BlackRock, The Vanguard, Capital & Research Management che Gospa News ha ben analizzato nei vari dossier sugli azionisti delle più importanti corporations dell’industria militare del mondo.
Il fondo BlackRock del sionista newyorkese Larry Fink (sostenitore dei Democratici ma in ottima confidenza con l’attuale presidente Usa Donald Trump, espressione dei Repubblicani) da solo detiene oltre il 5 % di GSK tra i cui investitori specializzati nel settore bellico c’è anche Norge Bank Investment Management, l’istituto di credito nazionale di Oslo.
E proprio la Norvegia, insieme a Germania, Giappone, Etiopia, Regno Unito, Canada, Australia, da alcuni anni sostiene il CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations), un ente di ricerca lanciato a Davos nel 2017 che ha tre uffici operativi a Oslo, London e Washington D.C., grazie al fondamentale contributo della Bill & Melinda Gates Foundation e Wellcome Trust (ente benefico rimasto dopo l’acquisizione dell’attività farmaceutica commerciale Wellcome da parte di GSK).
«CEPI e GSK hanno annunciato oggi una nuova collaborazione volta a contribuire all’impegno globale nello sviluppo di un vaccino contro il virus 2019-nCoV. Nell’ambito di questa collaborazione GSK metterà a disposizione la propria tecnologia con la piattaforma adiuvante già consolidata per il vaccino pandemico e disponibile per consentire il progresso verso lo sviluppo di un vaccino efficace contro il virus 2019-nCoV» si legge nel comunicato pubblicato lo scorso 3 febbraio sul sito ufficiale GSK.
«GSK è un’azienda leader nello sviluppo di vaccini innovativi attraverso l’impiego di numerosi sistemi adiuvanti. Un adiuvante viene aggiunto a specifici vaccini per favorire la risposta del sistema immunitario, creando una immunità più forte e durevole nel tempo contro le infezioni rispetto a quanto farebbe un vaccino privo di adiuvante. L’utilizzo di adiuvanti è particolarmente importante in una situazione di pandemia perchè può consentire la riduzione della quantità di antigeni necessari per ogni dose di vaccino, permettendo in tal modo di produrre un maggior numero di dosi di vaccino e di metterle a disposizione di un maggior numero di persone».
Il primo accordo per formalizzare questa intesa è stato siglato tra GSK e la University of Queensland (Australia), nel gennaio 2019, attraverso una collaborazione con CEPI per lo sviluppo di una piattaforma vaccinale dotata di una “pinza molecolare” con l’obiettivo di consentire la rapida produzione di vaccini mirati contro patogeni virali diversi.
CEPI ha esteso il finanziamento per sostenere il lavoro di sviluppo di un candidato vaccino contro il virus 2019-nCoV e l’accesso alla tecnologia adiuvante di GSK consentirà ora di supportare questa ricerca ancora alle prime fasi.
LA SFIDA PER IL VACCINO D’ORO
Miracolosamente, mentre gli scienziati cinesi ancora stanno cercando di capire come abbia fatto a mutare la proteina S e perché il genotipo L del virus sia più letale dell’altro, il 22 febbraio è giunta dall’Australia la buona notizia.
«È stata conclusa la sperimentazione in laboratorio del vaccino-candidato contro il Covid-19 fatto nel Paese. Ad annunciarlo è il team di ricercatori dell’Università del Queensland che stanno così per procedere verso la sperimentazione sugli animali. Lo studio in laboratorio è durato tre settimane» ha riportato il Messaggero mentre Gospa News già riferiva le strane coincidenze di queste scoperte.
«Esistono ancora numerosi test per garantire che il vaccino-candidato sia sicuro e che crei un’efficace risposta immunitaria, ma la tecnologia e la dedizione dei ricercatori vogliono testimoniare che il primo ostacolo è stato superato», ha detto Peter Hj, vicecancelliere e presidente dell’ateneo australiano.
Lui stesso ha spiegato che la Cepi supportata dalla Bill Gates Foundation aveva chiesto aiuto dell’Università del Queensland perché ha la tecnologia necessaria per produrne uno «entro sei mesi». Gli studiosi hanno affermato che le prime ricerche sono andate «come previsto» e che il materiale creato ha le proprietà che consentono al team di procedere allo sviluppo del vaccino.
Giunge invece in questi giorni la clamorosa notizia ripresa da Inside Over, rubrica del quotidiano Il Giornale: «Come fa notare il Financial Times, la Moderna è in testa a una corsa molto affollata, con 20 diverse compagnie che stanno lavorando e, in certi casi, cooperando in tutto il mondo. I laboratori di Norwood, Massachussets, sono attivi a pieno regime: la Moderna utilizza una metodologia basata sulla genetica virale che, piuttosto di cercare indipendentemente singoli vaccini per malattie specifiche, mira a costruire piattaforme per avere una base di partenza per uno sviluppo parallelo di più vaccini per malattie affini».
GSK è già proiettata verso un colossale business nel prossimo futuro. Dopo aver incrementato i suoi laboratori in Italia grazie al Decreto Lorenzin del 2017 sui 10 vaccini obbligatori, con un incremento del suo fatturato nel settore specifico del 19 % in tutto il mondo (vedi immagine sopra su azionisti e core-business), anche se non ha ancora disponibile il vaccino, sta già siglando un’alleanza commerciale con l’industria cinese Clover Biopharmaceuticals, a cui con ogni probabilità seguiranno altri accordi nel resto del mondo.
«Chiunque vorrà il vaccino immediatamente ma potrebbe volerci tempo per creare la necessaria struttura e la catena organizzativa» dichiara al Financial Times Roger Connor, presidente della divisione vaccini del colosso farmaceutico GSK.
DALLA BRONCHITE DEI POLLI ALLA BIOARMA
Ecco perché viene accolta con entusiasmo anche la scoperta che giunge da Israele cui accennava l’ex agente CIA Philip Giraldi: «Tra poche settimane avremo il vaccino contro il coronavirus», scrive Maayan Jaffe-Hoffman sul Jerusalem Post, riportando quanto dichiarato dai biologi israeliani e precisando che saranno necessari almeno 90 giorni per completare le procedure di sicurezza atte ad inserirlo nel mercato farmaceutico.
Si sa che Israele ha infatti meno adempimenti normativi cui sottostare nel suo paese, visto che non ha mai adempiuto alla risoluzione ONU per il rilascio dei territori occupati nel Golan siriano, e pertanto potrà rifornire gli amici di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti in breve tempo, lasciando che siano i contagiati più poveri a fare da cavie…
«Congratulazioni al MIGAL – The Galilee Research Institute, per questa eccitante svolta, sono fiducioso che ci saranno ulteriori rapidi progressi, consentendoci di fornire una risposta necessaria alla grave minaccia globale del COVID-19» ha affermato il ministro israeliano della scienza e della tecnologia Ofir Akunis.
«Negli ultimi quattro anni – riporta il Jerusalem Post – un team di scienziati del MIGAL ha sviluppato un vaccino contro il virus della bronchite infettiva (IBV), che provoca una malattia bronchiale che colpisce il pollame, la cui efficacia è stata dimostrata in studi preclinici condotti presso l’Istituto veterinario».
Ecco un’altra clamorosa coincidenza!!!
Lo studio sul pollame appare del tutto analogo a quello già accennato in precedenza del brevetto USA n. 10130701 del Pirbright Institute, sostenuto sia dalla Bill & Melinda Gates Foundation che da Wellcome Trust in un perfetto anello di interessi epidemioligici-finanziari che parte sempre dal CEPI per arrivare fino alla GSK.
GlaxoSmithKline è un partner talmente consolidato del Dipartimento della Difesa di Washington da avvalorare anche l’ipotesi che dietro la pandemia ci possa essere davvero lo zampino malefico del Pentagono, e di conseguenza della CIA, come sostenuto nel precedente reportage grazie a fonti d’intelligence.
«Per prepararci alle future emergenze in materia di salute pubblica, continuiamo a far progredire le tecnologie della piattaforma per vaccini a risposta rapida e stiamo collaborando allo sviluppo di un candidato universale per il vaccino antinfluenzale – scrive sul suo stesso sito GSK – Nella nostra pipeline di prodotti farmaceutici stiamo progredendo nello sviluppo della gepotidacina, la prima di una nuova classe di antibiotici. La gepotidacina è il risultato di partnership di successo tra pubblico e privato tra GSK, la Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) e la Defense Threat Reduction Agency (DTRA)».
A chi non avesse letto i precedenti reportage ricordiamo che DTRA è una delle agenzie del Pentagono che ha aperto almeno 25 laboratori di ingegneria biochimica per la ricerca sulle armi batteriologiche anche biogenetiche, ovvero tarate sul genoma di precise etnie come possono essere Cinesi ma in questo caso anche Iraniani e Italiani (il perché lo abbiamo spiegato sempre nel precedente articolo).
Fu la stessa GlaxoSmithKline, già nel 2007, ad affermare di aver siglato un accordo con la Defense Threat Reduction Agency del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per identificare e sviluppare una nuova classe di antibatterici che si rivolgono sia ai biotest Gram negativi che ai patogeni ospedalieri Gram negativi convenzionali: «Ciò premia GSK fino a $ 41,0 milioni in un periodo di cinque anni, mentre la società contribuirà in modo sostanziale a questa collaborazione fornendo personale supplementare e coprendo altri costi del programma».
Ma la stessa GSK ha consolidate collaborazioni anche con lo Defense Sciences Office dell’agenzia DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) degli USA, un altro ente del Pentagono che nel 2014 ha aperto ufficialmente il settore Biologico investendo 65 milioni di dollari sull’editing genetico, quello che può aiutare per riparare i tessuti delle ferite dei militari come per modificare con l’ingegneria biochimica il DNA di un pipistrello o di un virus…
In ultimo non dimentichiamo che il già citato CEPI, sostenuto da Bill Gates e promotore della ricerca sul vaccino Covid-19 con l’interessamento di Glaxo, è finanziato da sei nazioni tra cui ben tre (Regno Unito, Canada ed Australia) fanno parte dell’alleanza anglofona di intelligence “Five Eyes” (accordo UKUSA) composta anche da Usa e Nuova Zelanda.
LE TRUPPE AMERICANE SENZA PAURA DEL VIRUS
Non solo: GSK è stato anche il fornitore dei vaccini alle truppe americane su disposizione della Defense Logistics Agency.
Se la GlaxoSmithKline fosse già in possesso del vaccino (e per ragioni di segretezza industriale potrebbe anche non rivelarlo…) questo spiegherebbe perché lo stesso Pentagono ha inviato 20mila soldati dell’Us Army in Europa, nel pieno della pandemia, per le più grandi esercitazioni militari della NATO degli ultimi 25 anni.
«Gli Stati uniti hanno alzato l’allerta Coronavirus per l’Italia a livello 3 (“evitare viaggi non essenziali”), portandolo a 4 per Lombardia e Veneto (“non viaggiare”), lo stesso che per la Cina. Le American Airlines e le Delta Air Lines hanno sospeso tutti i voli tra New York e Milano. I cittadini Usa che vanno in Germania, Polonia e altri paesi europei, a livello 2 di allerta, devono “adottare accresciute precauzioni”» ha scritto il reporter di guerra Manlio Dinucci sull’agenzia Pressenza.
«C’è però una categoria di cittadini Usa esentata da tali norme: i 20.000 soldati che cominciano ad arrivare dagli Stati uniti in porti e aeroporti europei per l’esercitazione Defender Europe 20 (Difensore dell’Europa 2020), il più grande spiegamento di truppe Usa in Europa degli ultimi 25 anni. Compresi quelli già presenti, vi parteciperanno in aprile e maggio circa 30.000 soldati Usa, affiancati da 7.000 di 17 paesi membri e partner della Nato, tra cui l’Italia» riferisce il giornalista che scrive anche su Il Manifesto e Reseau International.
Questa situazione è in perfetta sintonia con i Tweet del presidente americano Trump che in certi momenti esprimono preoccupazioni per i morti negli Usa (gIà 12) e sul reale numero dei decessi nel mondo e in altri appaiono spavaldi come quelli di un governante che si sente ben protetto nel suo bunker inattaccabile dal virus ed è felice perché i suoi connazionali per il momento possono spendere i soldi soltanto negli USA.
Ogni giorno che passa la trama della pandemia CoronaVirus si arricchisce di una nuova intrigante puntata come se fosse la perfetta sceneggiatura di una telenovela scritta nei minimi dettali.
Gospa News ed altri siti di contro-informazione come Russia Today e Veterans Today cercano di fare luce sugli aspetti più tenebrosi. I media del mainstream, invece, cestinano le ipotesi sulla bioarma… Come mai?
Ops! Mi stavo quasi scordando di parlare di un altro manager della GSK Pharmaceuticals: Manvinder Singh Banga, un intrapredente 64enne indiano la cui presenza nel direttivo è ben comprensibile in considerazione del fatto che GlaxoSmithKline plc ha società del gruppo quotate in Borsa nella penisola indiana operative in vari settori (GSK Pharmaceuticals Ltd. a Mumbai, GSK Consumer Healthcare Ltd. a Gurgaon, e GSK Pakistan Ltd. a Karachi).
Ma Banga, fin dal 2009, è anche indipendent director della Thomson Reuters, la corporation canadese proprietaria dell’agenzia d’informazione finanziaria, e non solo, Reuters, una delle più importanti e potenti del mondo. Tutto, così, appare molto, molto più chiaro…
Per fortuna alcuni giornalisti, anche in Occidente, non sono polli! Come quelli su cui sarebbe stato fatto uno studio “coronavirus”, negli Usa come in Israele, che per incredibile combinazione si è rivelato utile a chi sta oggi cercando il vaccino per la pandemia.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – OSINT INVESTIGATIONS
INSIDE OVER – PANDEMIA IMMINENTE
IL GIORNALE – DUE CEPPI DI CORONAVIRUS
VETERANS TODAY – CORONAVIRUS BIOWAR
PRESS TV – CORONAVIRUS PRODUCED IN LAB
RUSSIA TODAY – IRANIAN IRGC, BIOLOGICAL ATTACK
PRESS TV – AMERICAN ACADEMIC AND ZIONIST ELEMENTS
PRESSENZA – TRUPPE USA SENZA PAURA DEL VIRUS