di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO DEL 26 MARZO 2020
Si conclude nei migliori dei modi la tremenda vicenda dei quattro operatori cristiani rapiti circa due mesi fa in Iraq.
E’ stato il presidente francese Emmanuel Macron a diffondere un comunicato ufficiale comunicato la liberazione degli attivisti dell’associazione d’ispirazione religiosa cristiana SOS Chrétiens d’Orient con sede a Parigi, rendendo anche noti i nomi dei tre francesi e del loro collega arabo svaniti nel nulla lo scorso 20 gennaio proprio vicino all’ambasciata della Francia a Baghdad.
«Il presidente della Repubblica si felicita per la liberazione dei nostri tre compatrioti Antoin Brochon, Julien Dittmar, Alexandre Goodarzy e dell’iracheno Tariq Mattoka».
Si legge nel comunicato ufficiale rilasciato dall’Eliseo e postato dall’Ong sul suo profilo Twitter: «La Francia ha impiegato tutti i suoi sforzi per raggiungere questo risultato. La Repubblica esprime la sua gratitudine alle autorità irachene per la cooperazione».
Sulle modalità del rilascio c’è il massimo riserbo come sull’identità dei rapitori, ritenuti dai media dei jihadisti islamici. E’ assai probabile che la liberazione sia avvenuta dopo lunghe trattative e con il pagamento di un riscatto. Ma ciò difficilmente si potrà venire a sapere…
ARTICOLO DEL 26 GENNAIO 2020
Spariti nel nulla. Nella capitale dell’Iraq dove da mesi infiammano le proteste di rivoltosi anti-governativi all’interno dei quali si sarebbero infiltrati mercenari killer e terroristi dell’Isis, come denunciato dagli alti ufficiali dell’Esercito Iracheno in varie dichiarazioni pubbliche riportate da Gospa News.
Da lunedì 20 gennaio non si hanno più notizie di tre operatori francesi ed uno iracheno dell’associazione d’ispirazione religiosa cristiana SOS Chrétiens d’Orient con sede a Parigi. Proprio dalla capitale francese venerdì il direttore generale dell’Ong, Benjamin Blanchard, e Jeanne Der Agopian, la responsabile della comunicazione con la stampa, hanno tenuto una conferenza stampa per portare a conoscenza dei media l’ormai preoccupante sparizione avvenuta a Baghdad.
Dopo cinque giorni di mistero totale sulla loro sorte il cauto termine “scomparsi” può ormai ritenersi superato dalla più realistica e tremenda definizione di “rapiti”.
SOS Chrétiens d’Orient non ha voluto rilasciare né i nominativi né le fotografie che avrebbero certamente potuto aiutare le ricerche. A conferma che probabilmente ci sono già attività diplomatiche segrete molto delicate in atto anche se i responsabili affermano di non aver ancora ricevuto nessuna rivendicazione o richiesta di riscatto.
«Per motivi di sicurezza e in accordo con le autorità, in questa fase non possiamo comunicare la loro identità. Sono quattro impiegati esperti, in buona salute e con una perfetta conoscenza delle zone di crisi» specifica l’associazione cristiana. Al momento si sa soltanto che gli operatori scomparsi sono quattro uomini di età compresa tra i 20 ed i 40 anni.
Ulteriori elemeti che confermano la gravità del “rapimento” lasciando aperto il vasto campo delle ipotesi su chi possa essere stato a compierlo, anche se lo spettro dell’Isis aleggia sulla vicenda…
L’IMPROVVISA E MISTERIOSA SPARIZIONE
«Questi collaboratori erano andati a Baghdad per svolgere una serie di formalità amministrative: rinnovare i loro visti e proseguire la procedura per la registrazione dell’associazione con le autorità irachene. Dovevano anche monitorare le operazioni dell’associazione in Iraq, inclusa l’apertura di una nuova scuola» hanno spiegato Blanchard e Der Agopian nel comunicato stampa.
Secondo la ricostruzione dei responsabili dell’ONG francese i quattro hanno lasciato il loro albergo senza problemi e si sono diretti in auto verso il consolato francese, nella Green Zone della capitale irachena super protetta dopo l’escalation di tensioni internazionali tra Usa e Iran e l’assedio dell’ambasciata americana da parte di manifestanti Sciiti.
Ma nella sede diplomatica francese loro non sono mai arrivati.
Erano attesi ad un appuntamento intorno alle 17 ma non si sono presentati e non sono nemmeno più rientrati in albergo.
«Dopo diversi tentativi di contatto che non hanno avuto successo per tutto il giorno martedì, abbiamo registrato la loro scomparsa mercoledì e quindi abbiamo immediatamente avvisato le autorità francesi. Oggi le autorità francesi e irachene si stanno coordinando per indagare e rintracciarle» ha aggiunto SOS Chrétiens d’Orient.
«Ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di riscatto, né informazioni sul destino dei nostri quattro amici e collaboratori. Siamo ovviamente in stretto contatto con le loro famiglie. L’associazione e tutti i nostri team condividono la loro terribile preoccupazione si legge ancora nel comunicato ufficiale – Precisiamo che questa missione è stata organizzata in perfetto coordinamento con le autorità consolari francesi in Iraq. Tutti i nostri dipendenti vivevano in un hotel che è uno degli stabilimenti che ricevono regolarmente personale internazionale e hanno seguito un protocollo di sicurezza adattato alla regione».
Fondata nel 2013, SOS Chrétiens d’Orient è costantemente presente in Siria, Iraq, Libano, Giordania ed Egitto. Svolge anche missioni ad hoc in Pakistan, Etiopia e Armenia. Lavora con i cristiani perseguitati in Iraq dal 2014, quando i jihadisti dello Stato Islamico hanno invaso la provincia di Mosul, facendo uccidendo, imprigionando o facendo fuggire decine di migliaia di cristiani, di yazidi e di altre minoranze. È principalmente attivo nella capitale del Kurdistan iracheno Erbil, dove molti cristiani hanno cercato rifugio.
Fornisce aiuti di emergenza in aree di crisi. Svolge inoltre progetti relativi allo sviluppo economico, all’istruzione, allo sviluppo culturale e contribuisce alla costruzione o alla ricostruzione di aree danneggiate dalla guerra. In sei anni, SOS Chrétiens d’Orient ha inviato 2.000 volontari nei cinque paesi missionari per aiutare regolarmente 20.000 famiglie e diverse centinaia di migliaia di persone. L’associazione ha distribuito 60 tonnellate di materiale medico e logistico – generatore, kit medici, 9 milioni di euro di medicinali, ecc. – e 95 tonnellate di giocattoli, vestiti, igiene e cestini alimentari. (Link sede Francia, link Italia)
L’OMBRA DELL’ISIS DIETRO AL RAPIMENTO
Il loro enigmatico rapimento, trattato con estrema riservatezza dall’Ong e dalle autorità, avviene a Baghdad a poche settimane di distanza dal sequestro di una giornalista irachena prelevata in casa da un commando in un azione di stampo militare.
Questi particolari rendono ancora più misteriosa la loro scomparsa e fanno temere, come già ipotizzato dal website francese Famille Cretienne, che siano stati rapiti per motivazioni politiche da qualche milizia locale o, aggiungo io, una fazione estremista come quella dei terroristi dello Stato Islamico, ancora ben radicati in Iraq come dimostrato dai recenti reportage di Gospa News.
Assai improbabile, invece, che si tratti di un’azione di paramilitari in ritorsione dell’attentato compiuto dall’Us Air Force nei confronti del vice-comandante delle Forze di Mobilitazione Popolare Hashid, Abu Mahdi al-Muhandis, ucciso vicino all’aeroporto di Teheran lo scorso 3 gennaio isieme al comandante delle Forze Quds iraniane Qasem Soleimani.
In questo momento, infatti, la componente Sciita, dopo il pronunciamento del Parlamento iracheno per il ritiro dei miltari americani e di ogni truppa straniera Nato, sta spingendo per ottenere questo risultato tramite i politici e la popolazione, in un’azione culminata nella pacifica manifestazione oceanica di oltre un milione di persone venerdì scorso a Baghdad, e pertanto non si possono permettere incidenti diplomatici.
Inoltre all’interno del gruppo Hashid, creato nel 2014 per sconfiggere l’Isis di confessione Sunnita Salafita del califfo Al Baghdadi, militano combattenti in maggioranza Sciita ma anche Sunniti e Cristiani: appare pertanto assurdo che possano avvenire rappresaglie contro persone di un’Ong cristiana, che ha aiutato la popolazione irachena di ogni etnia perseguitata dagli estremisti della Bandiera Nera, solo perché sono stranieri di un paese del Patto Atlantico come la Francia.
Risale invece ai giorni scorsi la segnalazione dei comandanti Hashid della mobilitazione di terroristi dello Stato Islamico da parte dell’esercito Usa nel deserto di Al Anbar...
ITALIANA E IRACHENA SEQUESTRATE DAI COMMANDO
Il misterioso rapimento riporta alla memoria il caso della cooperante italiana Silvia Costanza Romano, 21 anni, rapita in un villaggio del Kenya, vicino a Malindi, il 20 novembre 2018, da uomini armati di kalashnikov, il fucile assalto AK 47 comunemente usato dai jihadisti africani e mediorientali. La polizia e l’intelligence imposero il massimo riserbo sulla vicenda smentendo anche le voci di un rapimento da parte dei terroristi di Al Shabaab, la costola somala di Al Qaeda.
Ma dopo 12 mesi furono costretti ad ammettere che la ragazza sarebbe finita proprio tra le mani dei miliziani islamici qaaedisti palesando uno dei pià gravi fallimenti di diplomazia internazionale ed intelligence degli ultimi anni…
NATALE DI ORRORI PER SILVIA, LEAH E HUMA: Nelle grinfie dei Jihadisti
Un episodio ancor più inquietante è avvenuto proprio a Baghdad durante le festività natalizie che, per i pericoli di sicurezza, indussero i Cristiani Caldei ad annullare la Messa della Veglia notturna del 24 dicembre celebrando solo la funzione solenne del 25 dicembre.
Il giorno dopo, intorno alle 22 di sera, una giornalista irachena Afrah Shawqi Hammudi è stata rapita dalla sua casa in un quartiere meridionale della capitale da un vero e proprio commando di uomini armati fino ai denti.
“Otto uomini armati hanno fatto irruzione nella sua casa di Saidiya, vestiti in borghese e sono entrati fingendo di appartenere alle forze di sicurezza – ha detto una fonte anonima del ministero iracheno a Agence France-Presse – Hanno legato suo figlio e rubato telefoni cellulari, computer e denaro prima di rapire Afrah e fuggire.”
Hammudi, 43 anni, lavora per Asharq al-Awsat, un giornale panarabo con sede a Londra, nonché per numerosi siti di notizie, tra cui Aklaam. Lunedì ha pubblicato un articolo pungente sul sito web in cui ha colpito i gruppi armati che “agiscono impunemente” in Iraq.
Il primo ministro, Haider al-Abadi, ha condannato il suo rapimento e ha ordinato ai servizi di sicurezza di fare del proprio meglio per trovarla e rintracciare i responsabili.
Il presidente del Sindacato dei giornalisti iracheni Moaid Allami ha chiesto alle autorità irachene di accelerare le indagini sulle circostanze del rapimento, insistendo sulla necessità di arrestare gli autori e prevenire il ripetersi di tali incidenti contro i giornalisti.
In merito alla sparizione degli operatori francesi di SOS Chrétiens d’Orient non risultano ancora comunicazioni ufficiali sul sito filogovernativo INA o altri mediorientali.
Ma l’apprensione per la loro sorte cresce di ora in ora. E proprio oggi alcuni volontari dell’ONG hanno preso parte ad una Messa nella comunità Greco-Cattolica Melkita di Beirut in Libano pregando per i quattro attivisti dei diritti umani insieme ai numerosi follower del profilo Twitter dell’associazione che hanno postato decine di messaggi con invocazioni a Dio.
Anche se il loro ormai evidente rapimento assume contorni misteriosi e drammatici ogni ora che passa proprio perché i portavoce dell’esercito iracheno hanno segnalato la presenza di killer mercenari armati di pistole tra i manifestanti durante le proteste anti-governative e nelle scorse settimane sono stati arrestati dei terroristi jihadisti dell’Isis con bottiglie molotov.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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FONTI PRINCIPALI
GOSPA NEWS – REPORTAGES SUI JIHADISTI