Dopo aver pubblicato l’analisi
di un’esperta russa di geopolitica
sul ruolo dei medici militari di Mosca
specializzati in armi batteriologiche
siamo finiti nel mirino di NewsGuard
società di New York a caccia di fake-news
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Mi chiamo Virginia Padovese e sono una giornalista di NewsGuard. La nostra azienda, con sede a New York, analizza i siti di notizie e informazione in merito a credibilità e trasparenza, nel tentativo di combattere la disinformazione online. La nostra analisi include una scheda informativa sul sito e la verifica del rispetto di nove parametri giornalistici. L’intento è quello di aiutare gli utenti nella comprensione del contesto che sta attorno alle notizie che leggono online e di offrire indicazioni sull’affidabilità dei vari siti».
Comincia con un approccio ammantato di cortesia l’irruzione della censura pagata dai complici degli speculatori di Wall Street attraverso una società della Grande Mela. Piomba su di noi dopo essere arrivata in Italia da quel quartiere di Manhattan dove si tirano le fila dei burattini del mondo.
Dove Jeffrey Epstein è stato suicidato nel super-carcere tanto da stupire persino un mafioso newyorkese e dove imperano George Soros con la sua “filantropica” Open Society e Larry Fink con il fondo d’investimento BackRock, uno dei più importanti speculatori tanto della Lobby delle Armi quanto di quella delle Big Pharma dei vaccini: solo per caso, ovviamente, entrambi sionisti ed aperti sostenitori del Democratic Party a stelle e strisce.
Guardacaso finiamo sotto la lente pochi giorni dopo la pubblicazione dell’articolo di un’autorevole ricercatrice e scrittrice russa sulla missione dei medici militari di Mosca in Italia èer un aiuto concreto contro l’emergenza da Corona Virus e l’attività di ricerca su questa presunta arma batteriologica…
Ed ovviamente quell’articolo è il primo ad essere stato ritenuto tra quelli “falsi e fuorvianti” dagli analisti newyorkesi in odore di atlantismo russofobo che ci contestano pure di fare confusione tra cronaca ed opinioni, esattamente come fanno i grandi media impunemente da decenni, sull’esempio che giunge dalle più alte sfere: dalla Casa Bianca al Quirinale, dall’Unione Europea a Palazzo Chigi.
Evidentemente la collega non ha mai letto la storia della finta strage di Guernica, resa famosa dal marketing del dipinto di Pablo Picasso, tanto simile al “false-flag” dell’attacco chimico di Douma dell’aprile 2018, attribuito ai Siriani ma ordito da jihadisti e White Helmets finanziati da Regno Unito e Usa ma accusati dalla Russia di essere un’organizzazione terroristica implicata, tra altri crimini contro l’umanità, nel traffico d’organi sui cadaveri.
SARS-2: per difendere “Bilderberg Fake News” lo Stato Italiano censura la Russia che lo aiuta
Mi riservo di approfondire in futuro tutti i legami internazionali di NewsGuard, accolta da Repubblica e La Stampa (entrambi del gruppo GEDI delle famiglie De Benedetti ed Agnelli del Bilderberg), come da altri media maintream (Il Sole 24Ore, Agi, Adnkronos), quale la panacea necessaria contro le falsità in un momento in cui siti emergenti di contro-informazione stanno mettendo a rischio la leadership nella comunicazione dei Big Media sfrontatamente servi del mondialismo.
Per una incredibile coincidenza l’email con l’annuncio della “verifica” è arrivata al sito GospaNews il giorno successivo a quello in cui il filosofo controcorrente Diego Fusaro ha spiegato con la sua proverbiale dialettica perché solo il FALSO dei POTENTI ha bisogno di sanzioni per imporsi sul VERO che altrimenti prevale per la sua naturale forza ed evidenza logica.
Lo ha fatto il 28 marzo su “RadioAttività” contestando l’annuncio di sanzioni contro le Fake-News fatte dal sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, capo della segreteria politica del segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti.
FUSARO: «IN ARRIVO IL BAVAGLIO CON LA SCUSA FAKE-NEWS»
Fusaro ci avverte: «Finora ci era stata tolta in nome dell’emergenza la libertà di muoverci e di uscire di casa, pare che adesso stiano facendo piano di volto per toglierci, sempre per il nostro bene, la libertà di pensare e di esprimerci liberamente, il bavaglio è quasi pronto. Stanno ultimando le ultime rifiniture. Ne ha dato puntuale notizia ieri l’Ansa».
“CoronaVirus, Martella: Sanzioni certe contro le Fake-News. Il sottosegretario all’Editoria ha spiegato che per avere notizie e bussole precise bisogna rivolgersi ai professionisti dell’informazione” cita Fusaro che poi aggiunge: «ha testualmente aggiunto con toni che suonano irresistibilmente orwelliani che “il CoronaVirus cambia e cambierà il mondo e deve scrivere la parola fine all’epoca del tutti sanno fare tutto. Se per curarsi bisogna rivolgersi ai medici per avere notizie vere e bussole precise bisogna rivolgersi ai professionisti dell’informazione”».
Che fa a quel punto il celebre filosofo, noto principe dell’eristica (l’arte della polemica)? Si autodenuncia: «Non sono un professionista dell’informazione – asserisce – A rigore ciò che dico dovrà essere punito come fake-news».
Ho sintetizzato il succo del discorso che si regge sul concetto elementare che il bavaglio non è uno strumento democratico ma, aggiungo io, un’eredità del Comunismo, inventato dalla Massoneria per soggiogare le masse come narrato da Gospa News in un dettagliato reportage, entrato in vigore con il Regime del Terrore della Rivoluzione Giacobina in Francia, quindi con quella Bolscevica ed infine oggi ancora in vigore nella Repubblica Popolare della Cina.
«Se apriamo la strada alla sanzione delle fake-news apriamo perciò stesso la strada alla sanzione di ogni prospettiva divergente dall’ordine simbolico dominante» ha sentenziato Fusaro evocando il Nuovo Ordine Mondiale.
LA SANZIONE SOMMARIA AL POSTO DEL GIUSTO PROCESSO
Non sono filosofo ma esperto di cronaca giudiziaria da più di vent’anni e, pertanto, segnalo un ulteriore gravissimo pericolo in agguato: se si percorre la via indicata dal neo-comunista PD Martella sarà necessario istituire organismi di controllo specifici che, pur di auto-alimentare la necessità indispensabile loro e di quanti ci lavorano, avvieranno una caccia alle streghe sistematica e dovranno dimostrare coi numeri dei provvedimenti la loro efficacia.
Pertanto, dinnanzi ad una simile propensione al pregiudizio persecutorio ogni sfumaura nel campo dell’opinabile di un fatto e della descrizione del medesimo sarà punita con rigore senza nemmeno la necessità di un equo processo.
Voglio ricordare che ogni autorità possiede già innumerevoli strumenti gudiziari per arginari i casi autentici di gravi “fake-news” tali da rappresentare reati penali: la denuncia per procurato allarme, quella per diffamazione o ancor peggio per calunnia nel caso qualcuno addebiti ad una persona un crimine da cui consegua un’inchiesta della magistratura pur sapendolo innocente.
Perché allora c’è bisogno dei Fake-News Hunters?
Semplice: perché in un procedimento giudiziario l’accusato può difendersi da accuse circostanziate, mentre il processo sommario per presunte notizie “false” si muove nel terreno ignoto dove la filosofia dell’opinabile, per sua natura politicamente o ideologicamente anche faziosa, impugna le armi dell’epistemologia mediatica e della deontologia giornalistica per adattarle alle proprie velleità teleologiche o addirittura escatologiche. O usato un gergo volutamente complesso per esemplificare quello che utilizzeranno i futuri censori accademici…
Faccio un sempio concreto? Salvini e la Lega sono razzisti? Secondo me no: sono semplicemente contrari all’immigrazione indiscriminata, Ma la presenza di un senatore di colore nel partito del Carroccio, il bergamasco-nigeriano Toni Chike Iwobi, non è sufficiente ai suoi detrattori per attestarlo.
La sanzione è l’arma più subdola. Da giornalista di cronaca giudiziaria querelato decine di volte e mai condannato rilevo l’evoluzione del processo di diffamazione. Poiché i procedimenti erano complessi ed articolati, a scopo intimidatorio, sovente i magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio senza nemmeno svolgere indagini preliminari (mi è capitato per la querela di un micro-criminale 19enne arrestato in flagranza mentre stava rubando un motorino per strada).
Ancor più spesso le sedicenti vittime degli scritti diffamatori hanno fatto ricorso alle azioni legali in sede civile, più lunghe, rischiose e costose per i giornalisti “convenuti” rispetto a quelle penali (le recenti azioni legali del presidente Sergio Mattarella contro scrittori e storici che hanno pubblicato vicende sulle presunte correlazioni mafiose del padre Bernardo si sono svolte in processi civili con l’estromissione di testi importanti).
Ma tutto ciò non era sufficiente ai “potenti” nei tempi rapidi di internet che fanno diventare virale un video o un post nel giro di un’ora.
Ecco allora la censura di regime per stoppare subito ogni lesa maestà senza attendere i tempi lungi di un procedimento giudiziario. In ciò è paradossale notare che gli stessi governanti che hanno riformato la giustizia, il PD di Martella, non confidano in essa al punto da dover studiare nuovi strumenti di ordinaria repressione dei presunti crimini…
ANCHE GOSPA NEWS NEL MIRINO
Il giorno dopo le esternazioni di Fusaro il processo sommario è toccato a Gospa News per via del nostro dossier sulla teoria del CoronaVirus come probabile, e non solo possibile, arma batteriologica. I 9 reportage realizzati (oltre a vari articoli di mera cronaca) sono così lunghi e doviziosi di fonti autorevoli che a volte persino i miei parenti ed amici ammettono di non essere riusciti a leggerli integralmente. Ma soprattutto per il post della “scomoda” scrittrice russa…
Ebbene cosa ha fatto la “collega” di NewsGuard Virginia Padovese?
Ci ha contattati per farci alcune domande telefonicamente. Le ho riferito che vista la delicatezza delle informazioni sensibili trattate, sovente frutto di ricerche su attività militari del Pentagono, fonti Osint (Open Source Intelligence) e di imbeccate “intel”, ovvero soffiate giunte da ambienti dei servizi segreti internazionali, avrei eventualmente risposto solo a domande scritte.
https://www.gospanews.net/2019/09/17/cia-x-file-la-guerra-usa-in-siria-pianificata-dal-1983/
«Le inoltro qui le richieste di commento, in merito alla nostra analisi di Gospanews.net. Inseriremo i suoi commenti nella nostra scheda, per spiegare il punto di vista del sito relativamente alle criticità che noi abbiamo riscontrato» ha scritto la donzella di origini italiane.
Virginia Padovese, laureatasi in Scienze della Comunicazione nel 2004 all’Università di Trieste (quando io ero già corrispondente per Il Giornale e Libero e direttore di un settimanale locale in Piemonte) ora vive in Australia (fonte profilo Facebook) ma ha lavorato per una radio americana SBS: è pertanto forse più esperta di chiacchiere che di filologia.
E’ diventata Senior Editor del progetto NewsGuard di cui nessuno sentiva il bisogno ad eccezione dei suoi amministratori, che vi hanno fiutato il business al servizio di futuri governi amanti delle censure, e dei media di mainstream, ormai sull’orlo del baratro dei consensi, che ne hanno applaudito lo sbarco in Italia contestando invece l’arrivo degli aiuti di Mosca per la pandemia e guadagnandosi così la ripugnanza perenne dal grande popolo di Facebook degli Amici della Russia e di Putin…
UrbanPost si è preso la briga di appurare infatti chi c’è dietro a questo soggetto. «Chi controlla i controllori?» si è chiesto con un titolo in latino Andrea Monaci che ha impiegato un po’ del suo tempo per fare una ricerca dettagliata. Noi ci limitiamo ad un’estrema sintesi…
I CENSORI PAGATI DALL’EDITOR DI WALL STREET
«Non è un’organizzazione senza scopo di lucro, nemmeno un’emanazione di qualsivoglia istituzione. Si tratta di un’azienda privata con sede negli Stati Uniti: NewsGuard Technologies, Inc. – 25 West 52nd Street – New York, NY 10019» riporta UrbanPost rimarcando come lo staff guidato dalla giornalista italo-australo-americana ha fustigato Caffeina Magazine ed Affari Italiani.
Invitandovi a leggere il bell’articolo di Monaci citiamo un solo esempio: «Nel recensire Affaritaliani.it, il primo quotidiano italiano interamente digitale online da quasi 25 anni, NewsGuard ignora l’alta qualità dei contenuti offerti dal sito, spesso ricco di esclusive, e si concentra su unico caso, quello della presunta falsa notizia, pubblicata a febbraio 2020, del Coronavirus creato in un laboratorio militare».
La notizia, in realtà, non può nemmeno dirsi una reale fake-news visto che qualche settimana dopo è diventato virale il servizio “scientifico“ di TGR Leonardo, trasmesso su RAI 3 nel 2015, propro in riferimento al “supervirus” nato nel laboratorio Bio-sicurezza 4 del Wuhan Institute of Virology per un progetto gestito dall’agenzia governativa americana Usaid, sovente braccio operativo della CIA, come dimostrato coi documenti nel nostro ultimo reportage.
E’ vero: non si tratta di un centro di ricerca militare bensì dell’Accademia delle Scienze. Ma in Cina sono ben poche le attività sensibili che non siano controllate comunque dal Ministero della Difesa.
L’articolo, pertanto, fu sicuramente impreciso come capita sovente dinnanzi i grandi fatti di cronaca, la correlazione tra quelle ricerche e la pandemia non è stata e non può ancora essere comprovata, visto che è la scienza stessa a ignorare come e dove si sia sviluppato il CoVId-19, ma riferisce di una connessione talmente sospetta da essere stata oggetto di una trasmissione scientifica del terzo canale della TV nazionale.
A questo punto, anche Fusaro lo afferma come provocazione, siccome oggi gli esperti di biochimica contestano quel reportage pure RAI 3 propala fake-news ed andrebbe censurata? E chi si occuperà un domani delle sanzioni?
Per ora NewsGuard sta monitorando i siti internet d’informazione del mondo probabilmente per accreditarsi in questo ruolo quando i governi istituiranno apposite gare di appalto o faranno un accordo sulla “sicurezza nazionale” nell’ambito dei paesi NATO o dell’Unione Europea, che il 18 marzo 2019 lanciò il Sistema d’allerta rapido (Ras) contro le fake news promosso dalla Commissione Europea (e non dal Parlamento) per evitare ingerenze nelle elezioni di maggio ed ha già stato adottato un Codice condiviso coi giganti del web.
Nel mese di gennaio il sito internet FarsNews, una delle principali agenzie di comunicazioni dell’Iran ritenuta vicina ai Pasdaran, è stato completamente oscurato dal Governo degli Usa non per specifiche violazioni di rilevanza criminale ma nel quadro delle sanzioni economiche emesse dal Ministero del Tesoro contro la Repubblica Islamica: solo Gospa News e Veterans Today ne diedero notizia nell’evoluto e democratico occidente…
Website della News Agency dei Pasdaran Iraniani bloccato dagli Usa. Visibile solo a pochi
Non voglio soffermarmi sui palesi “conflitti di interessi” evidenziati da UrbanPost in merito ai colleghi giornalisti che effettuano le verifiche di attendibilità di alcuni siti a volte “competitor” di quelli in cui lavorano. Cerchiamo invece di capire chi c’è dietro a NewsGuard…
«I due principali investitori sono Steven Brill e Gordon Crovitz, come dichiarato anche sul sito web di NewsGuard – scrive Monaci – Steven Brill, classe 1950, è un giornalista, avvocato e imprenditore fondatore della rivista “The American Lawyer”. Leggiamo sull’edizione americana di Wikipedia: “Nel marzo 2018, Brill e il collega giornalista e imprenditore veterano, Gordon Crovitz, hanno di nuovo collaborato per formare una nuova società, NewsGuard, che combatte le notizie false fornendo valutazioni di affidabilità per oltre 7.500 siti Web statunitensi per aiutare i lettori online a distinguere tra fonti di notizie legittime e quelli presumibilmente progettati per diffondere disinformazione. NewsGuard è stato lanciato il 23 agosto 2018”».
«Gordon Crovitz è invece un dirigente americano del settore media, già editor del Wall Street Journal, è stato anche vice-presidente esecutivo di Dow Jones Inc., una delle più importanti società di informazioni finanziarie, oggi parte del gruppo News Corporation, quello del magnate Murdoch. E’ laureato in giurisprudenza».
Leggere che dietro i paladini della buona informazione c’è un personaggio già implicato con quel covo di cospiratori finanziari che è Wall Street mi ricorda quel’amministratore della corporation canadese Thomson Reuters, una delle più importanti agenzie d’informazione finanziarie e politiche mondiali, che siede nel Board della GSK: la famigerata Big Pharma dei vaccini condannata varie volte in Tribunale per operazioni illecite nel campo delicatissimo dei medicinali, come scoperto dai nostri reportages sul CoronaVirus
ATTACCO A GOSPA NEWS PER IL POST SUGLI AIUTI RUSSI
Veniamo pertanto nel concreto alle “criticità” rilevate con grossolana superficialità contro Gospa News. Pubblico integralmente i contenuti della missiva.
«Criteri di Credibilità – Contenuti falsi o fuorvianti, raccolta e presentazione della informazioni in modo non responsabile, titoli ingannevoli. Nel corso della nostra analisi abbiamo trovato diversi esempi di articoli e titoli che contengono informazioni non comprovate» scrive sempre la giornalista italo-australiana per conto della società newyorkese.
Vediamo nel dettaglio gli esempi con i chiarimenti che a loro non ho voluto fornire mancando domande circostanziate sui contenuti ma basandosi le critiche su una contestazione generica e pertanto fumosa ed opinabile.
Si cita l’articolo sula missione dei militari russi in Italia per l’emergenza CoronaVirus. Grazie alla mia collaborazione con il sito americano di geopolitica Veterans Today, autore di scoop mondiali grazie agli ex ufficiali dei Marines ed agenti di intelligence della CIA come Gordon Duff che lo gestiscono, sono riuscito ad avere un articolo di Galima Galiullina che spiega il motivo dell’intervento dei medici militari esperti in armi batteriologiche.
CoronaVirus – 8. Esclusiva: “Missione Russa in Italia e nel Mondo per Ripulirli dalla BIo-Arma”
L’autrice è dottore delle scienze filosofiche, autore di tre libri, più di cento articoli scientifici pubblicati negli USA, Italia, Francia e Russia. Nel 2008 su commissione del Consiglio Britannico fece un documentario ”Investite nel Heartland!”. Il libro ”Il leadership nel XXI-lo squadro dalla Russia” scritto nel 2002, dove veniva predetto il ritorno della Russia sul palcoscenico internazionale e l’ascesa di Vladimir Putin, attualmente è proposto come studio ai studenti delle università più prestigiose degli USA dove lei si è sposata e vive.
https://www.russiaprivet.org/ita/galima-galiullina/
Perché il suo articolo è indicato tra quelli con “Contenuti falsi o fuorvianti”? Forse perché Galiullina è russa? Ovviamente i censori non lo spiegano nel dettaglio. A loro basta appiccicare l’etichetta “fake”.
Mentre ancora rifletto sull’altissimo livello di opinabilità che rileva l’accusa di “presentazione della informazioni in modo non responsabile, titoli ingannevoli” segnalo il secondo articolo in cui ci sarebbero informazioni non comprovate: è quello sull’indiscrezione secondo cui l’arma biogenetica CoronaVirus potrebbe essere stata diffusa coi nano-droni.
La notizia è stata da noi presentata con le dovute cautele attribuendola “tra virgolette” ad un’informazione di intelligence riferita da una fonte autorevole, per alcune sue missioni di diplomazia internazionale, in contatto coi servizi segreti di un paese straniero.
L’abbiamo riportata come mera ipotesi verificando innanzitutto la sua effettiva possibilità di realizzazione materiale – primo requisito per la fondatezza di una teoria – e cercando di scoprire cosa fossero i “nano-droni” di cui fino a quel momento non avevamo mai sentito parlare né noi né il nostro informatore.
Abbiamo cercato di supportare la possibile teoria – in quanto tale non comprovabile per definizione – con un articolo a tratti così tecnico che è stato tradotto in varie lingue, anche in cinese, e ripubblicato su numerosi siti del mondo: persino su uno specialistico sugli Unmanned Aerial Vehicles.
http://droneanduavinfo.com/blog/2020/03/27/cyber-eye-uav/
Appare pertanto legittimo il sospetto che si tratti di un’aggressione “politica” nei confronti di siti di contro-informazione che diffondono notizie alternative ai canali ufficiali occidentali: tutti concentrati a sostenere che l’epidemia è stata causata da un virus naturale e non da un’arma batterologica.
Ma il Partito Comunista Cinese, autorevoli sovrani iraniani e persino un cardinale della Chiesa cattolica, l’arcivescovo di Colombo nello Sri Lanka, affermano che si tratta di un veleno diffuso da un paese ricco. Come gli Stati Uniti e la sua Manhattan, dove lavorano i fondatori di NewsGuard …
«L’infodemia è forse peggio dell’epidemia. Online circolano troppe informazioni contraddittorie che procurano ansia e panico tra le sacche più fragili della popolazioni» ha sentenziato un reporter nazionale lodando il progetto CoronaCheck, creato dai ricercatori del Dipartimento di Data Science di Eurecom (Francia) e della Cornell University (Usa) per verificare se una frase è vera o falsa.
Chi scrive che «l’infodemia è forse peggio dell’epidemia» di fronte a oltre 10mila morti di CoronaVirus in Italia andrebbe arrestato immediatamente per procurato allarme. Ma siccome lavora per il Corriere può scrivere queste e altre fake-news…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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GOSPA NEWS – CORONA VIRUS INVESTIGATIONSGOSPA NEWS – WEAPONS’ LOBBYURBAN POST – NEWSGUARD PROFILECORRIERE – INFODEMIANEWSGUARD – PAGINA ITALIANA
https://urbanpost.it/newsguard-controlla-e-censura-i-media-italiani-quis-custodiet-ipsos-custodes/