CRISI CORONAVIRUS E MES nelle mani del Gatto e la Volpe di Soros

CRISI CORONAVIRUS E MES nelle mani del Gatto e la Volpe di Soros

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

AGGIORNAMENTO 10 APRILE 2020 –

«Dopo giorni di tensione l’Eurogruppo sembra trovare un accordo che soddisfi tutti dall’Italia all’Olanda, varando un piano economico da 500 miliardi complessivi. Crimi e fonti del Tesoro smentiscono che l’Italia abbia chiesto l’attivazione del fondo salva-stati» lo scrive l’ANSA tracciando l’esito ancora sibillino dell’accordo sul famigerato MES per garantire all’Italia un aiuto economico nell’emergenza pandemia da SARS-2 (o Covid-19).

Niente di nuovo sul fronte occidentale! Tutto procede come previsto dal nostro articolo del 7 aprile scorso: il gatto e la volpe stanno lavorando per consentire che l’Italia sia depredata dalla Bance Centrale Europea nel breve volgere di pochi anni… Il resto è pantomima politica o TeatroCrazia come definiva Platone le patetiche rappresentazioni di governi totalitari che fingono di utilizzare lo strumento della democrazia di cui!

“Chiariamo bene una cosa – dice il capo politico del M5s Vito Crimi – il Mes non è stato attivato. Chi lo dice fa male al paese. Il Mes non è stato attivato è stata solo fatta una proposta”.

“Noi non vogliamo che il Mes ci sia nel testo e comunque se anche ci fosse non la voteremmo mai. Questo significa che Conte non può sottoscrivere la proposta? Sentiamo cosa ci dice il presidente Conte oggi: dobbiamo ancora ascoltarlo per sapere qual è il risultato e come lui si è posto all’interno dell’Eurogruppo. Credo che Conte ci stupirà anche in questa occasione”. Sul Mes, ha detto ancora Crimi, il premier “ha le spalle coperte. Il governo è stato forte e duro e ha portato a tutti i tavoli la linea del sì agli eurobond e del no al Mes”.

Per il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri “è stato un ottimo primo tempo, ora dobbiamo vincere la partita. Si è passati da un testo originario, su cui avevamo messo il veto, che conteneva un’unica proposta, il Mes con alcune condizioni. Grazie alla nostra battaglia, siamo arrivati ad un testo con 4 strumenti e per la prima volta mette sul tavolo la proposta di un fondo per la ripresa finanziato con titoli comuni, che è esattamente la proposta dell’Italia. Ci sono poi i fondi Bei, lo Shure e una quota del Mes senza condizioni”.

 

ARTICOLO 7 APRILE 2020

Cosa c’entra Mario Draghi, l’ex reuccio dell’EuroTower di Francoforte?

Prima di scoprire chi sono il Gatto e la Volpe che stanno portando il nuovo ingenuo Pinocchio d’Italia (il premier Giuseppe Conte) nella trappola del Mes per rubargli le monete d’oro (la riserva aurea della Repubblica Italiana, la terza del mondo, e ricchezze varie) giro questa domanda ai leghisti (di cui sovente condivido i programmi ma meno i metodi attuativi) e soprattutto a Matteo Salvini che ha pubblicamente esternato il suo endorsement all’ex presidente della Banca Centrale Europea quale possibile “uomo forte” per guidare un eventuale governo tecnico di larga coalizione per la ripresa del paese dopo l’emergenza pandemia.

Draghi è l’economista europeista e mondialista messo alla guida della BCE per aiutare i vari governi PD imposti dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con artificiose alleanze parlamentari regolarmente bocciate dagli elettori.

E’ colui che per garantire una protezione finanziaria allo sforamento del deficit dei DEF (Documento Economico Finanziario) delle manovre di bilancio Dem ha utilizzato l’arma del bazooka Quantitative Easing “dopando” i conti economici italiani e contribuendo così a far lievitare il Debito Pubblico, passato sempre più nelle mani della BCE grazie all’acquisto di titoli di Stato dei Q.E. che anche il suo successore alla presidenza, Christine Lagarde, è pronta a sparare.

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In mezzo a questa solenne rapina costruita con soldi del Monopoli quali sono gli Euro (su cui c’è pure il marchio di Copyright BCE ma non quello dell’UE) prendono senso anche i 400 miliardi promessi dal sempre più disperato Conte, parafulmine scelto dal Quirinale per preservarsi dalle ire degli italiani durante e dopo la pandemia, promessi alle imprese del paese. Il 90 % di quel denaro sarà garantito dallo Stato che a sua volta si ritroverà a dover garantire all’Unione Europea la liquidità “virtuale” che riceverà dall’Eurotower di Francoforte grazie al noto e vituperato meccanismo del signoraggio bancario.

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E’ sempre prezioso rimarcare ai pochi che non lo ricordano che la Banca Centrale Europea è una Società per azioni costituita da altre banche che applicano tassi d’interessi (variabili in funzione anche dello spread) al momento dell’erogazione ai contribuenti del denaro immesso sui mercati nazionali grazie alla stessa BCE con costi di commissione ed oneri di interessi a carico dei paesi destinatari. Il meccanismo è più semplice di quello che si pensi basandosi sul modello della Federal Reserve americana.

EURO COME I SOLDI DEL MONOPOLI

«It is well enough that people of the nation do not understand our banking and monetary system, for if they did, I believe there would be a revolution before tomorrow morning (È un bene che la gente della nazione non capisca il nostro sistema bancario e monetario, perché, se lo facesse, credo che ci sarebbe una rivoluzione prima di domani mattina)».

Lo dichiarò Henry Ford divenuto anche famoro per aver stampato e regalato agli amici 500mila copie del Protocollo dei Sette Savi di Sion, un caposaldo della lettura complottista sul Nuovo Ordine Mondiale denunciato come un palese falso dagli stessi mondialisti del mainstream ma sempre più profetico in virtù degli accadimenti economici del Terzo Millennio…

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Ebbene ammetto che se davvero Salvini dovesse sostenere la candidatura di Draghi, caldeggiata da una parte di Forza Italia, ormai vocata alla sua naturale estinzione, ma respinta da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni come dai superstiti del Movimento 5 Stelle, potrebbe davvero essere la classica goccia che fa tracimare il malcontento degli italiani spingendoli ad una rivoluzione politica nel voto (a vantaggio di FDI e di una rinascita M5S) o in assenza della stessa ad un boicottaggio sociale o fiscale: visto che l’alibi “emergenza” sarebbe più che congruo.

In questo scenario da apocalissi governativa mestano nel torpido il Gatto e la Volpe del Partito Democratico, balzati ai vertici dell’Economia dopo la sfiducia al primo Governo Conte innescata dallo stesso Salvini con un’azione fulminea nell’estate 2019, ora persino un poco sospetta in virtù della sua “soggezione amorosa” alla figlia del pluri-condannato Denis Verdini che insieme ai 20 senatori di Ala (Alleanza Liberal-europea Autonomie) fu stampella del Governo Gentiloni dal 2014 al 2018.

A rammentare l’alto profilo di Verdini, ex parlamentare del Pdl, poi di Forza Italia e infine di Ala, c’è l’elenco preoccupante delle condanne a suo tempo stilato da Repubblica. Il 3 luglio 2018 è stato condannato dalla Corte di Appello di Firenze a 6 anni e 10 mesi per il crac del Credito Cooperativo. Il 13 settembre dello stesso anno il Tribunale di Firenze gli ha inflitto una seconda condanna a 5 anni e mezzo per bancarotta per il fallimento della Ste, la società che pubblicava il Giornale della Toscana.

Il 7 novembre 2018, ancora i giudici fiorentini gli inflissero una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione per il fallimento dell’impresa edile Cdm di Marco Arnone, figlio del costruttore Ignazio Arnone, a sua volta titolare della Arnone Srl, una impresa anch’essa fallita nel 2011 (entrambi condannati). A Roma ottenne l’assoluzione per prescrizione dall’accusa di corruzione nella vicenda della Scuola Marescialli, è stato condannato a un anno e 6 mesi in primo grado per finanziamento illecito nel processo P3.

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Ma grazie a questo ambiguo personaggio Gentiloni ha potuto portare a termine il piano politico del suo predecessore Matteo Renzi, sostenuto dai Democratici americani di Barack Obama, e costruire ponti d’oro con il plutarca ungherese George Soros, primo finanziatore dei Dem Usa per i quali ha già sottoscritto una donazione da 5 milioni di euro per le presidenziali del novembre 2020.

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Gentiloni non cercò nemmeno di salvare l’apparenza incontrandosi di nascosto come i suoi predecessori con il filantropo dell’immigrazione indiscriminata bandito da Budapest quanto da Mosca per i suoi piani politici occulti di regime-change in Georgia ed Ucraina.

Quelle operazioni furono perpetrate da Soros in sinergia coi media del mainstream proprio come avvenuto per le manifestazioni di piazza del movimento delle Sardine, fondamentale per la riconferma del Partito Democratico nella roccaforte rossa dell’Emilia Romagna (già Triangolo della Morte al tempo dei partigiani).

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Nel maggio 2017 l’allora premier Gentiloni accolse Soros a Palazzo Chigi dando così un segnale evidente di sudditanza ai mondialisti d’Europa pronti a sacrificare il progetto unitario del Vecchio Continente Cristiano sull’ara neopagana del Nuovo Ordine Mondiale grazie al piano politico perpetrato dai Democratici americani, europei e italiani.

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Grazie a questo si è guadagnato la nomina a Commissario Europeo agli Affari Economici, sostenuta dai parlamentari PD e M5 Stelle dopo il nuovo accordo di maggioranza del Conte Bis, ed ora è uno dei primi sostenitori del MES, Meccanismo europeo di stabilità, che potrebbe portare una liquidità fresca di circa 40miliardi di euro (sempre virtuali perché non garantiti da alcuna garanzia aurea all’emissione), sotto forma di prestito nazionale.

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E’ pertanto una forma di aiuto ben differente dall’ipotesi dei CoronaBond, ovvero delle obbligazioni pan-europee garantite da tutti i paesi dell’Unione. L’ipotesi di questi strumenti è già stata bocciata dai paesi con una stabilità economica interna più virtuosa rispetto a quella disastrata dell’Italia che ancora prima dell’epidemia aveva già più di 2400 miliardi di debito pubblico.

Il MES è infatti un prestito che, come ben evidenzia il sito internet finanziario Money,  dovrà essere restituito in 10 anni con modalità simili a quelle del piano di salvataggio della Grecia datato 2015 (in quel caso i creditori erano BCE, FMI e Commissione UE e non il MES in sé).

Ecco le previsioni di Money: «aumento delle tasse sulle società di spedizione; tutta l’IVA al 23%, anche su servizi come ristorazione e catering; eliminazione della pensione di solidarietà; taglio di 300 milioni di euro della spesa militare; privatizzazione dei porti e vendita della partecipazione della società di telecomunicazione OTE».

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Poco importa che Conte si riempia la bocca con il Golden Power per proteggere oggi gli asset italiani di rilevanza mondiale: la loro cessione non sarà immediata ma probabilmente futura. Non dimentichiamo infatti che i già citati Quantitative Easing, che furono l’arma prediletta di Draghi ed oggi sono tra gli obiettivi di Lagarde, a loro volta rappresentano una forma “indiretta” del controllo del debito pubblico italiano come spiegato nel precedente articolo.

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A favore dei CoronaBond e contrari al Mes si sono espressi sia il premier Conte che il titolare del Dicastero dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri in quella che appare sostanzialmente una resistenza più di facciata che di sostanza visto che il ministro italiano sarà il coccio d’argilla tra quelli di ferro nella riunione dell’Eurogruppo di oggi che già una volta ha bocciato i CoronaBond.

Ma soprattutto perché Gualtieri, di professione storico devotamente europeista, è un ex eurodeputato del Partito Democratico noto per essere finito nella famosa Soros List riguardante i parlamentari di Bruxelles ritenuti vicini alla Open Society dallo studio Kumquat. Qualunque accordo sul MES esca da Bruxelles oggi sarà comunque in gran parte inficiato dai Q.E. in arrivo insieme a lacrime e sangue.

Fidarsi è bene ma cercare di capire chi è il Gatto e chi la Volpe è meglio…

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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1 – LA NUOVA SOROS LIST UE

2 – SCHEDATI TUTTI I POLITICI DI SOROS

 

 

 

 

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