WUHAN-GATES – 8. “SARS-2: virus OGM costruito con HIV”. Bio-ingegnere ex relatore NATO distrugge tesi “origine naturale”
1 – “Covid-19 è un OGM” secondo l’ex conferenziere NATO
2 – Il mistero del ceppo virale 2013 registrato solo nel 2020
3 – La conferma della ricerca indiana sugli inserti di HIV
4 – Le tracce inequivocabili del virus dell’AIDS
5 – La mortalità “calibrata” dall’intensità di SARS-CoV e HIV
6 – Supervirus SARS chimerici a doppio uso vaccino o bio-arma
«Chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Gesù Cristo – Vangelo di Giovanni (3, 18-21)
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Dovremmeo essere in grado di verificare sistematicamente quando l’etichetta “fake news” è attribuita a una notizia anche se la notizia non è in realtà una notizia falsa bensì “l’etichettatura di notizia falsa” è essa stessa “fake news”! Sfortunatamente, questa non è probabilmente l’ultima pandemia dovuta ad azioni sconsiderate sull’ambiente selvatico. Il problema è che si stanno avvicinando sempre di più e che i virus associati stanno diventando sempre più aggressivi. Come fermare questa escalation di violenza delle interazioni tra la specie umana e il suo ecosistema ospite? I difetti ambientali dovrebbero essere usati come alibi per nascondere i difetti tecnologici, qualunque ne sia la ragione? Primariamente non ci sono tutti i difetti sociali, economici o/e politici?».
Le parole del professore francese Pierre Bricage sono un pugno nello stomaco perché colpiscono e affondano la corazzata del mainstream con la potenza inarrestabile della logica umana in cerca della verità. Non a caso ho voluto citare un passo del Vangelo sui malvagi timorosi che i loro misfatti vengano svelati…
Che l’epidemia da CoVid-19 sia una trappola tenebrosa e diabolica per l’umanità ed il pianeta è ormai una certezza diffusa tra chi ha letto attentamente almeno una decina di articoli scientifici e non solo i post sui social.
Che la SARS-CoV-2, altro nome di questa Sindrome Acuta Respiratoria Grave che fa riferimento agli altri ceppi mortali del CoronaVirus SARS del 2003 e MERS del 2014, sia un Organismo Geneticamente Modificato lo afferma oggi anche lo scienziato in pensione Bricage, per 29 anni docente di Biologia all’Université de Pau et des Pays de l’Adour e per un lustro pure capo del Dipartimento di Ingegneria Biologica di Pau, capitale del Beam e capoluogo dei Pirenei Atlantici.
Lo ha illustrato in una conferenza in Francia a fine febbraio, lo ha scritto in una ricerca inserita a marzo su Research Gate (il Wikipedia della scienza), lo ha ribadito nello studio ripubblicato in inglese sullo stesso sito internet ad aprile ma tutto è rimasto sommerso nella palude dell’omertà mediatica.
Ora, grazie alle nostre continue ricerche sul Covid-19, abbiamo intercettato il suo nuovo clamoroso documento del primo maggio arricchito da ulteriori dettagli scientifici inossidabili, da interrogativi inquietanti e da considerazioni etiche dirompenti come quelle riportate sopra tra virgolette cui se ne aggiungono altre….
«Cosa possiamo imparare dall’emergere di questa nuova pandemia? Una proposta non essendo stata provata, non significa che sia automaticamente falsa; molti sono quelli che commettono questo errore di logica. Ciò non significa nemmeno che sia vera. Ma, se la fonte ha una certa legittimità, come per una semplice testimonianza onesta, vale la pena testarla!» asserisce il ricercatore nelle sue conclusioni che noi anteponiamo al suo rigoroso studio.
«Perché si parla solo di “cospirazioni” contro la versione consensuale dell’aspetto accidentale di SARS-CoV-2 da un animale selvatico (Bricage, 2011)? Perché i documenti che trattano di versioni non consensuali vengono sistematicamente respinti? Esiste un tentativo globale di nascondere parte della realtà e riscrivere la storia sia dell’origine del virus che della pandemia? Possiamo essere giudici e parti di un’indagine così importante per l’umanità?».
1 – “COVID-19 E’ UN OGM” SECONDO L’EX CONFERENZIERE NATO
Dal 2000 l’ingegnere biologico transalpino, già specializzatosi in genetica molecolare, è vicepresidente dell’Associazione Francese della Scienza e dei Sistemi Cognitivi e Tecnici, per conto della quale partecipa a incontri internazionali dell’EMCSR (il Meeting Europeo sulla Cibernetica e i Sistemi di Ricerca) ma ha tenuto conferenze anche per l’UNESCO e pure per la NATO, per cui ha trattato tematiche di tecnologia industriale. Essendo un accademico in pensione insegna Scienze della Salute all’ateneo di Pau ed Evoluzione dei sistemi viventi all’Université du Temps Libre d’Aquitaine.
E’ quindi uno scienziato libero che non deve genfluttersi a Big Pharma o istituti statali per sopravvivere, proprio come il suo più illustre connazionale Luc Montagnier, il virologo vincitore del premio Nobel per la Medicina nel 2008, per aver scoperto l’immunodeficienza umana in correlazione al virus HIV, da lui stesso identificato nel 1983, e dell’epidemia letale AIDS.
E proprio come il collega scienziato non ha dubbi sulla natura del CoVid-19 di cui svela anche sconcertanti segreti che avvalorano il sospetto sempre più fondato di un intenzionale occultamento della verità da parte della comunità scientifica internazionale.
Essa è probabilmente terrorizzata dal rischio di perdere l’enorme business costruito sulla ricerca dei vaccini e delle armi batteriologiche, sviluppate in Nord America fin dal 1952 come attesta un filmato desecretato dell’US Navy pubblicato da Gospa News su YouTube.
WUHAN-GATES – 1. INTRIGHI D’ORO BIOARMA-VACCINI tra Cina, Usa-CIA, Sauditi e Big Pharma J&J – GSK
«Di solito, il raffreddore comune non è un pericolo, ma un nuovo ceppo di coronavirus sta uccidendo specie umane. Perché questo nuovo coronavirus, chiamato inizialmente 2019-nCoV e poi ribattezzato SARS-CoV-2, è emerso senza che nessuno fosse in grado di identificare né il serbatoio né il vettore?» si domanda Bricage che ha pubblicato ogni dettaglio scientifico dei suoi studi, illuminati dalla sua competenza nell’ingegneria biologica.
«Questo virus non può essere emerso spontaneamente da mutazioni naturali e ricombinazioni di ceppi selvatici, è un chimera genetica con inserimenti artificiali di geni modificati, un genoma ingegnerizzato di un coronavirus all’interno di un capside di un virus dell’Immunodeficienza umana (HIV)» sentenzia lapidario nel suo studio di 40 pagine in cui ha inserito tra le parole chiavi “organismo geneticamente modificato”.
L’originale francese è intititolato: “Le nouveau coronavirus chinois est-il un avatar d’un coronavirus génétiquement modifié pour fabriquer un vaccin curatif du SIDA? Pourquoi le SARS-CoV-2 ne serait-il pas un virus d’origine naturelle? Aspects écologiques, physiologiques, génétiques et évolutifs”.
I suoi interrogativi sono improntati ad una diplomatica cautela anche se le sue rivelazioni scientifiche di genetica molecolare non lasciano scampo a dubbi e sono devastanti per la tesi dell’origine naturale del CoronaVirus responsabile della pandemia…
In tre settimane è il secondo siluro che colpisce ed affonda la credibilità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità insieme a tutti gli istituti sanitari nazionali che temono di vedere sparire dal loro sontuoso piatto i finanziamenti generosi dispensati da Ginevra e delle multinazionali farmaceutiche che la foraggiano.
E’ il secondo razzo se non consideriamo il video shock intitolato Plandemic (Pandemia pianificata) di Judy Mikowitz, titolare di un Ph.D. in Biologia Molecolare alla George Washington University, cui non abbiamo dedicato attenzione perché le interessanti argomentazioni scientifiche sono troppo annacquate da aneddoti di contenziosi professionali con il dottor Anthony Fauci, direttore del NIAID (National Institute Allergy Infectives Disease), l’istituto americano per le malattie infettive, e dalle sue considerazioni socio-politiche di attivista No-Vax.
Gospa News riporta soprattutto fatti oggettivi e verificabili prima delle opinioni.
2 – IL MISTERO DEL CEPPO VIRALE 2013 REGISTRATO NEL 2020
In pochi giorni Bricage è il secondo faro che porta luce nelle misteriose tenebre del CoVid-19 rivelando subito un particolare agghiacciante.
«Il sequenziamento genetico di questo virus 2019-nCoV ha indicato che il suo genoma assomigliava a quello di un altro coronavirus emesso da un pipistrello e isolato nel 2013. Nel 2020 con la registrazione del ceppo virale RaGT13, che è stato isolato nel 2013 (come indica il nome), sono state quindi proposte altre filogenesi (Bedford & Hodcroft, 2020). Esse hanno riposizionato il SARS-CoV-2 in una posizione evolutiva più adatta a quelle conosciute in passato. Perché il presunto ceppo ancestrale, isolato nel 2013, e su cui sono state condotte ricerche, non è stato registrato nelle banche dati genetiche prima del 2020 ma solo dopo la registrazione 2019-nCoV, che è stato poi ribattezzato SARS-CoV-2?».
Se ci fossero capi di Stato determinati come quello della Tanzania – che ha sollevato il sospetto che i tamponi ricevuti dal suo paese siano fallati dopo che hanno testato come positive al virus umano una capra e una papaya ed ha quindi dichiarato di interrompere ogni relazione con l’OMS – probabilmente tutti i vertici di questa organizzazione sarebbero già sotto inchiesta vista la portata devastante di quell’interrogativo. Ma gli interessi in ballo sono enormi e transnazionali, come vedremo nei prossimi reportages…
E’ lo stesso scienziato Bricage a spiegarci perché ciò non avviene, ponendosi domande retoriche al termine del suo lungo e scrupoloso studio scientifico.
«Perché un gruppo di 27 eminenti scienziati ha insistito per screditare l’origine artificiale del nuovo coronavirus? Stiamo riscrivendo la cronologia dei virus? La trasparenza non dovrebbe impedire questo tipo di imbroglio scientifico, politico e mediatico? Come possiamo evitare che l’economia si mescoli alle problematiche e quindi minare la responsabilità sociale e ambientale di laboratori di ricerca, aziende sanitarie e individui? L’economia matematica giustifica la gestione liberale della scienza e dei servizi sanitari?».
Se questo articolo, con la benedizione di Dio, supererà le 77mila visualizzazioni (quelle del più letto dei 10 reportages “CoronaVirus Bio-arma” e dei 7 “WuhanGate”) lanceremo una petizione e ci attiveremo per proporre il biologo francese come Segretario Generale dell’ONU. Perché ha messo per iscritto in un documento scientifico proprio le domande che tutti gli uomini e le donne di buonsenso e buona volontà si stanno ponendo sulla terra!
Non mi risulta, invece, che l’attuale capo del Palazzo di Vetro, il portoghese Antonio Guterres, abbia ancora risposto all’appello del cardinale metropolita dello Sri Lanka, Albert Malcom Ranjith per indagare “su questo veleno sparso da un paese ricco” o alla richiesta ufficiale dell’ex presidente dell’Iran, Mahmoud Ahmadinejad, per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla pandemia, ritenuta una guerra batteriologica da lui come altri esperti di bio-armi degli USA.
3 – LA CONFERMA DELLA RICERCA INDIANA SULL’HIV
Quando Gospa News decise di recuperare e pubblicare i contenuti del primo studio scientifico che dimostrava la presenza di inserti dell’HIV nel CoVid-19, quindi la manipolazione genetica dello stesso virus, sapevamo di fare un salto nel buio confidando solo nell’ispirazione dello Spirito Santo e nella protezione della Madonna (Gospa a Medjugorie).
Perché quei ricercatori della Scuola di Biologia di Kuzuma, a New Delhi, erano stati gli unici a documentare scientificamente tale tesi ma poi, nel giro di 24 ore, avevano ritirato lo studio sebbene apparisse solido e ineccepibile tanto da spingerci nell’azzardo di scriverne.
Due giorni dopo la pubblicazione del nostro reportage, grazie a Dio, cominciò a diventare virale l’intervista al professor Luc Montagnier che dall’alto del suo Premio Nobel non solo avvalorò la ricerca di Kuzuma ma disse apertamente che quei ricercatori furono «obbligati a ritrattare». Ora Bricage riparte proprio da lì prima di esporre le sue prove scientifiche.
«Nel febbraio 2020, un matematico francese, anch’egli esperto interdisciplinare, ingegnere emerito di informatica e ricercatore presso il Centro IBM per la ricerca nell’intelligenza artificiale, all’Università di Bordeaux, identifica nel genoma del ceppo isolato 2019-nCoV modelli che rompono la simmetria della solita organizzazione genetica di un coronavirus (Perez, 2020)».
Bricage si riferisce al bio-matematico Jean-Claude Perez, che ha affiancato proprio Montagnier nella sua ricerca virologica, e quindi ricorda che i nuovi modelli di informazione sono stati inseriti nel gene che codifica l’involucro della proteina spike (proteina S) e nei geni che codificano la poli-proteina che è all’origine sia della proteasi virale che della polimerasi, attività enzimatiche presenti in ogni coronavirus.
«Questi inserimenti erano identici agli stessi schemi di informazione trovati nelle sequenze genomiche delle proteine simili Open Reading Frames (ORF) di un altro noto virus RNA, l’HIV» sostiene l’ingegnere esperto di genetica molecolare che, grazie alla sua intensa attività di conferenziere anche per la NATO, riesce ad essere un buon divulgatore, rendendo quasi comprensibile un ostico lessico bio-chimico.
«Nel frattempo un team di giovani scienziati informatici, dell’Indian Institute of Technology di Nuova Delhi, aveva caricato un’opera, in bioRXiv, l’archivio online aperto, mostrando una somiglianza sconosciuta e totalmente inquietante tra i genomi di 2109-nCoV e HIV (Pradhan et al., 2020). Il genoma 2019-nCoV conteneva modelli simili ad alcuni trovati nel genoma dell’HIV, nella sua proteina di involucro S e nel suo pool di geni della poli-proteasi-polimerasi; convalidando così il lavoro precedentemente pubblicato di Perez (2020). Come potrebbero essere presenti sequenze genetiche identiche in virus così diversi? È stato un fenomeno adattivo di convergenza evolutiva? (Mills, 2006)».
Al fine di rendere più semplice la fruizione della sua ricerca il professore francese si pone una raffica di domande facili da comprendere anche per un bambino: «In che modo un insieme di mutazioni simili potrebbe dare lo stesso risultato funzionale a sistemi genetici che si sviluppano in ospiti completamente diversi (pipistrelli e primati umanoidi)? Oppure, se si trattasse di un trasferimento genetico, come, in natura, sono state possibili ricombinazioni genetiche così mirate (Bricage, marzo, aprile e maggio 2020)?».
«Successivamente, questo articolo inedito è stato ritirato; annullato senza alcun commento specifico. Contemporaneamente, l’opera precedentemente pubblicata è stata inquadrata come una notizia falsa, mentre il 2019-nCoV è diventato SARS-CoV-2. Perché così tanti problemi? Che cosa ha mostrato il lavoro del team indiano?» si chiede ancora Bricage.
«Se confrontiamo le proteine S del ceppo iniziale 2019-nCoV con quelle degli altri coronavirus, le isole degli aminoacidi osservate nelle sequenze delle proteine omologhe risultano completamente diverse. Potrebbero derivare da mutazioni puntiformi nelle corrispondenti sequenze di codifica nucleotidica?».
4 – LE TRACCE INEQUIVOCABILI DEL VIRUS DELL’AIDS
Ma la rarità delle mutazioni non li giustificherebbe secondo il ricercatore. «Nel complesso, questi inserti, conservati in tutti i primi genomi analizzati, rappresentano meno dell’1% di ogni genoma. Questo è molto meno della divergenza genetica complessiva giustamente attesa con ogni coronavirus. Esiste una sorprendente somiglianza tra i siti di taglio delle proteasi: gli stessi siti sono presenti in queste proteine sia del coronavirus che dell’HIV (e anche alcuni virus dell’influenza). Questi siti sono diversi da quelli dei soliti coronavirus; o in serbatori o in vettori (vettori selvaggi o domestici) o persino in ogni coronavirus umanizzato noto. In che modo un cambiamento naturale di tale portata, per mezzo di mutazioni vitali e specifiche, avrebbe influenzato solo i siti di cut-off, che rappresentano meno del 3% della sequenza proteica?».
L’ingegnere biochimico entra poi nel dettaglio della scoperta dei colleghi indiani ed evidenzia i suoi risultati.
«I cambiamenti osservati nelle sue sequenze proteiche (3 inserti provenienti da HIV gp120 e 1 inserto da bavaglio dell’HIV) aumentano tutti la densità delle cariche positive sulla superficie di queste molecole. Tale cambiamento non casuale comporta l’uso di uno strumento software di ingegneria proteica per lo screening delle modifiche genetiche prima di eseguirle. Gli inserti genomici 1 e 2 nella glicoproteina S (ciascuno dei 18 nucleotidi, ciascuno codificante per 6 aminoacidi) sono completamente identici alle corrispondenti sequenze di HIV. Anche gli inserti genomici 3 (36 nucleotidi corrispondenti a 12 aminoacidi) e 4 (24 nucleotidi corrispondenti a 8 aminoacidi) assomigliano molto alle corrispondenti sequenze di HIV».
Ed ecco infine la sentenza impietosa: «Nessuno di questi 4 inserti può derivare da una mutazione casuale a punto singolo. Questo tipo di mutazione di solito colpisce solo 1 aminoacido e non un modello proteico definito (una serie di aminoacidi specificamente modificati). Una mutazione di punto può anche causare uno spostamento nel frame di lettura, ma di solito si traduce in una proteina non funzionale. Tuttavia, 2 di questi inserti presentano una delezione (Su et al., 2020), un’interruzione, una parziale interruzione della loro sequenza, che non solo mantiene la funzionalità, ma aumenta anche in modo specifico la densità delle cariche positive situate sulla superficie della molecola attiva. Una delezione è di solito letale e si traduce in una proteina non funzionale».
Anche ad un neofita provetto di bio-chimica come me che solo dalla fine di gennaio trascorre ore a leggere ricerche scientifiche per scovare un indizio o una prova utile a confermare la teoria del CoVid-19 Bio-Arma (o anche a smentirla se avessi trovato almeno uno studio robusto) il binomio “cariche-positive” suona angosciante e mi fa pensare alle testate nucleari…
5 – MORTALITÀ “CALIBRATA” DALL’INTENSITÀ VIRALE DI HIV E SARS-COV
Fin qui abbiamo volutamente riportato dettagli eccessivamente scientifici utili ad evidenziare l’acribia analitica del genetista molecolare in contrapposizione alla genericità delle controdeduzioni con cui lo studio di quegli altri scienziati (cinesi ma di scuola britannica) cercò di smontare gli esiti della ricerca indiana.
Loro, ho evidenziato nel nostro precedente reportage in merito, giudicarono le sequenze dell’HIV-1 di «scarsa identità e rarità» tali da essere ritenute casuali come sostenuto da altri loro colleghi che contestarono la lunghezza di tali segmenti. Ciò suscitò però la pronta replica di Montagnier, già storico docente nel prestigioso Istituto Pasteur di Parigi ed oggi capo-dipartimento all’Università Jiao Tong di Shangai, in una lunga intervista per la TV CNEWS.
«Rispondiamo subito queste lunghezze tuttavia sono dei segmenti che portano informazioni genetiche contrariamente a coloro che dicono che è un caso. Non è così. C’è una pressione enorme affinchè tutto quello che è all’origine del virus sia nascosto» dichiarò il vincitore del Nobel per la Medicina.
WUHAN-GATES – 4. “CoVid-19 Manipolato, Affare Nascosto CINA-USA”. Class-Action per Bio-Arma in Texas
Bricage invece attacca perentoriamente i colleghi negazionisti della teoria del virus geneticamente modificato: «Successivamente un team di ricercatori cinesi (Zhang et al., 2020) ha squalificato il ruolo di questi inserimenti attraverso la modellizzazione 3D dell’interazione tra la proteina S e il suo recettore bersaglio ACE2 (Ge etal., 2013). Gli inserti si trovano all’esterno del sito di riconoscimento che si lega al recettore, quindi non avrebbero un effetto funzionale».
«Non stanno scrivendo questo ignorando del tutto il fatto che le proprietà funzionali di una proteina emergono dalle interazioni remote tra i suoi diversi moduli peptidici, le diverse parti che compongono la proteina?» non abbiamo le competenze per valutare la fondatezza di tale domanda retorica ma le argomentazioni sono certamente più minuziose di quelle con cui gli altri scienziati hanno contestato lo studio di Kuzuma.
Il bio-ingegnere francese espone poi un ulteriore elemento di contraddizione. «I virus dell’RNA, come i coronavirus, di solito hanno un tasso di mutazione molto elevato: 10 volte quello dei virus del DNA a singolo filamento, 10.000 volte quello di altri virus e 100.000 volte quello delle loro cellule ospiti eucariotiche. Questo tasso fondamentale implica un accumulo casuale di errori nel genoma, che di solito sono sfavorevoli per la sopravvivenza del virus. L’esistenza di punti caldi, in cui le mutazioni sono le più frequenti, è ben nota in ogni genoma».
Mentre secondo il ricercatore: «nel nuovo coronavirus si osserva l’esatto contrario nella tendenza evolutiva» in riferimento alla proteina dell’inviluppo (env).
Ma c’è un altro fattore tanto importante quanto inquietante: «L’analisi dell’evoluzione delle popolazioni virali umanizzate ha mostrato l’esistenza di almeno 2 sottopopolazioni di SARS-CoV-2. Il tipo più frequente, il tipo L, è il più recente e il più aggressivo. Il tipo più vecchio e meno frequente è anche il meno aggressivo. Questo è totalmente l’opposto della nota evoluzione genetica naturale dei virus selvatici».
Questa circostanza era stata evidenziata con estremo stupore anche da un altro gruppo di ricercatori di autorevoli istituti cinesi (reportage CoronaVirus Bio-Arma 4) a febbraio, prima che il governo di Pechino vietasse la pubblicazione di qualsiasi studio non precedentemente vagliato ed autorizzato.
«L’espressione variabile del fenotipo SARS-CoV-2 non è la conseguenza dell’espressione variabile delle proprietà sia rispetto al fenotipo di un HIV debole, forte o intermedio, sia delle proprietà relative al fenotipo di un debole, forte o SARS-CoV intermedio? Questo non spiega la varietà dei sintomi osservati durante COVID-19?» si chiede l’esperto di genetica molecolare accreditando una tremenda ipotesi ben nota ed esposta nelle precedenti inchieste di Gospa News.
E’ la probabilità, tecnicamente possibile in virtù dei pericolosi studi condotti dai 25 misteriosi laboratori delle agenzie del Dipartimento di Stato degli Usa in vari paesi stranieri, che siano stati costruiti agenti patogeni con differente virulenza calibrata nell’impronta biogenetica in relazione al gruppo etnico da colpire…
Come abbiamo dimostrato nel reportage Wuhangate 5 nel Centro Lugar in Georgia morirono 79 cavie umane suscitando l’indignazione internazionale della Russia mentre nel reportage CoronaVirus Bio-Arma 7 abbiamo ricordato la moria di soldati avvenuta in Ucraina nei pressi del centro di ricerca del Pentagono di Kharkiv.
UKRAINEGATE, COMPLOTTO DEEP STATE CONTRO TRUMP: tra i due informatori CIA spunta anche Renzi
È anche chiaro che al momento i paesi più colpiti dal contagio letale sono quelli più nazionalisti (Cina, USA, Regno Unito, Iran) o con partiti populisti-sovrani in significativa espansione (Italia, Spagna).
L’ipotesi che il CoVid-19 non solo sia un virus arificiale, non solo sia una bio-arma ma possieda pure una calibrazione genetica-etnica non è senza senso se ricordiamo l’esistenza del Deep State, recentemente confermata anche da un ex direttore della CIA durante una conferenza pubblica presso un’università americana, che a volte ha complottato contro la propria nazione come negli assassini dei presidenti Abraham Lincoln e John Fitzgerald Kennedy negli Usa e dello statista Aldo Moro e del giudice Paolo Borsellino in Italia. Tutti delitti resi ancor più torbidi dai depistaggi e dagli insabbiamenti nelle inchieste sui veri mandanti.
5 – SUPERVIRUS SARS CHIMERICI A DOPPIO USO VACCINO-BIOARMA
Le argomentazioni dell’ex docente dell’Università di Pau non finiscono qui ma si spingono ad analizzare le terapie contro il CoVid-19, proprio come fece Gospa News nel reportage WuhanGate 2 sulla ricerca indiana, ed anche lui evidenzia una cicostanza sorprendente.
«Già dal 3 febbraio 2020, i casi più gravi a Wuhan sono stati trattati con combinazioni di farmaci comunemente usati contro l’influenza (come favipiravir, un analogo della guanina, che è un inibitore dell’RNA polimerasi dei ribovirus) e l’AIDS (kaletra, acyclovir, ritonavir) o anche con inibitori della transcriptasi inversa all’HIV (remdesivir), che è assente dai coronavirus» sottolinea con la solita precisione facendo riferimento anche al Remdesivir, il farmaco che sta facendo diventare ricca la multinazionale Gilead, contractor dell’agenzia del Pentagono DTRA (Defense Threat Reduction Agency) che operava proprio nel centro Lugar dove ci fu la moria di cavie umane.
Ciò avvenne durante un piano per debellare l’Epatite C in Georgia portato avanti nell’ambito del progetto di UNITAID, un’iniziativa sanitaria globale ospitata nella sede dell’OMS a Ginevra che lavora con vari partner per prevenire, diagnosticare e curare le principali malattie nei paesi a basso e medio reddito, con particolare attenzione alla tubercolosi, alla malaria e all’HIV / AIDS.
Come evidenziato nella nostra precedente inchiesta Wuhangate 5 su Gilead tra i sostenitori UNITAID ci sono la Clinton Health Access Initiative e la Bill & Melinda Gates Foundation. Mentre tra i partner c’è anche USAID, anello di congiunzione tra le ricerche in campo epidemiologico e la Central Intelligence Agency di cui è da sempre strumento finanziario utilizzato anche per i cosiddetti regime-change.
Chiudiamo questa indispensabile parentesi e torniamo alle considerazioni di Bricage sulle terapie: «Perché tali scelte? La malattia ha risposto efficacemente al trattamento con questi soliti farmaci per l’AIDS e i medici ospedalieri cinesi hanno immediatamente usato farmaci anti-AIDS. Perché? Lucidità terapeutica o panico sociale? È perché la topologia della proteasi del coronavirus è stata modificata per assomigliare a quella dell’HIV?».
Il professore francese ipotizza che si tratti di «un coronavirus biomimetico dell’HIV» da lui stesso menzionato nelle “parole-chiave” della ricerca anche come OGM: oganismo geneticamente modificato. E pertanto si pone il fatidico quesito.
«Non è tecnologicamente possibile modificare un antenato di SARS-CoV-2 per produrre un biomimetico coronavirus dell’HIV in modo da sviluppare un potenziale vaccino contro l’AIDS (Du et al., 2009 )?» la sua risposta è scontata quanto dettagliata.
«Il SARS-CoV-1 del 2003 e il MERS del 2013 sono stati oggetto di approfondite ricerche. L’ingegneria genetica e molecolare dei coronavirus è stata oggetto di numerosi libri (Canavagh, 2008) e pubblicazioni con protocolli di laboratorio dettagliati (Becker et al., 2008). Sono stati pubblicati molti lavori sulla costruzione di chimere genetiche e sono stati registrati nuovi brevetti (Baric et al., 2018). Per oltre 20 anni, i ricercatori nordamericani, ma non solo (Amer et al., 2012), hanno lavorato sui coronavirus negli animali domestici, come bovini o animali domestici». Di queste abbiamo scritto in WuhanGate 7 e ne scriveremo in WuhanGate 9…
Chapeau a Bricage! Non solo si conferma un meticoloso ricercatore ma si dimostra anche un ottimo ed efficace reporter. E’ stato un supplizio tagliare molte parti anche assai rilevanti dei suoi documenti per condensare due differenti studi di una decina di pagine ciascuno, supportati da 27 citazioni di precedenti ricerche.
Per pura coincidenza sono 27 anche i virus chimerici SARS-Like isolati in laboratorio e segnalati in una singola ricerca condotta dal Wuhan Institute of Virology che è stato finanziato con $3,7 milioni di dollari dal progetto PREDICT 2 di USAID grazie al contributo di EcoHealthAlliance di New York ma anche del NIAID (National Institute Allergy Infectives Disease), l’istituto americano per le malattie infettive diretto dal contestato Anthony Fauci, e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Già l’ex consulente della Casa Bianca Francis Boyle (report Bio-Arma 1) aveva pubblicamente accusato l’OMS di essere a perfetta conoscenza di quanto avvenuto a Wuhan. Mentre il Luc professor Montagnier (report WuhanGate 4) ha dichiarato davanti alle telecamere di CNEWS che la pandemia “un affare tra Cina e USA”. Le nostre inchieste hanno disvelato molteplici intrighi anche sconcertanti tra persone ed enti che confermerebbero questa affermazione…
CORONAVIRUS – 10. IL COMPLOTTO IN 100 RIGHE: DALLE BIO-ARMI CIA AL NUOVO ORDINE MONDIALE
Proprio per questo nell’ultimo reportage WuhanGate 7 abbiamo mappato, grazie a un documento dell’UNODA (United Nation Office of Disarmament Affairs), i laboratori misteriosi quanto pericolosi del Pentagono negli Usa facendo riferimento anche ad alcune ricerche sulle manipolazioni genetiche dei CoronaVirus per la costruzione di agenti patogeni “ricombinanti” ovvero ottenuti attraverso l’innesto di un virus in un altro: come secondo Bricage sarebbe avvenuto per SARS-Cov-2 con l’HIV.
Nel prossimo reportage WuhanGate 9 vedremo tutte le ricerche sui ceppi di SARS geneticamente modificati ed infettati con l’HIV sviluppate nel mondo e soprattutto in Cina. Anche con il supporto finanziario di un’istituzione occidentale che ritenevo fino a ieri estranea dall’intrigo internazionale che si cela dietro la pandemia.
Ogni giorno di più questa apocalittica ecatombe appare come un demoniaco complotto del Deep International State per la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale, come auspicato da un ex vice direttore della Cia, attraverso nuovi scenari geopolitici ed un piano di vaccinazione globale quali componenti di un occulto progetto di ingegneria antropologica e sociale ben più terribile di quella biologica e molecolare. (iscriviti alla Newsletter se vuoi ricevere i reportage appena pubblicati).
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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MAIN SOURCES
GOSPA NEWS – INCHIESTE CORONA VIRUS
GOSPA NEWS – INCHIESTE LOBBY ARMI
RESEARCH GATE – BRICAGE ON SARS-COV-2 – MAY
RESEARCH GATE – BRICAGE ON SARS-COV-2 – APRIL
il suo concetto di deep international state mi sembra molto riduttivo; lei pensa che non c’entrino pezzi del vaticano? dell’iran?
della russia ? della cina ? il nwo e’ un progetto universale con diramazioni in tutto il mondo. il principe di questo mondo ha appunto il dominio su tutto il mondo.
le sue sono comunque le migliori inchieste in circolazione,complimenti
e continuero’ a leggerla con interesse.
Se leggi l’articolo Wuhangate 4 trova riferimenti alla Cina di cui ho messo anche la bandiera sopra quella della Cia nella molecola di coronavirus.
Mi spiace contraddirla sul resto: il Deep State si regge su manipolazioni esaltate dalla dottrina Deista/Ateista e comunista finalizzata ad illudere il popolo con il nulla per tenerlo servo di pochi potenti, in Russia e Cina fu con la politica sociale, negli attuali paesi massonico-sionisto è servo del signoraggio bancario.
Pertanto sicuramente ci sono elementi di Russia e Vaticano nel progetto (vada a leggere articoli in merito ne ho scritto parecchi cerchi la parola Vienna…) ma sono semplici “infiltrati prezzolati” in contesti congentitamente sani, per quanto possa esserlo qualsiasi istituzione formata da uomini.
Per l’Iran c’è un discorso a parte molto più lungo perchè è stato irretito nella rete dalla blandizie dei Democratici americani che fanno finta di volerlo aiutare per usarlo come strumento di minaccia mondiale e stroncarlo esattamente come fecero per la LIbia di Gheddafi. Ci scriverò un articolo prima o poi
grazie per i complimenti
Buona Santa Domenica